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Autore: Tefnuth    24/06/2017    0 recensioni
All'alba dei tempi, quando gli uomini e la Terra avevano da poco iniziato il loro ciclo vitale, la Morte generò un figlio. Egli divenne così malvagio da dimostrarsi la peggiore piaga esistente. Il principe degli Spettri lo affrontò, e lo sconfisse, tuttavia invece di ucciderlo lo imprigionò in un lungo letargo. A due anni di distanza dalla sconfitta di Weiss, e con tanti cambiamenti bel Bureau, Georg e compagni devono fronteggiare questo temibile mostro. Tirarsi indietro, impossibile, ma ci sarà bisogno di un pericoloso alleato.
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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Sede Australiana del B.P.R.D.

Ore 03.27 am.

Quando il suo dipartimento era stato urgentemente chiamato dalla sede australiana, il nuovo capo della sicurezza Bertrand Ceek era stato il primo, nonché l’unico, ad essere convocato e incaricato di accertarsi della sicurezza del dipartimento; tutto a causa di quello che era stato definito come “evento straordinario”. Aveva dovuto sopportare quasi un’intera giornata di viaggio, senza la consolazione di una piacevole compagnia, per non parlare del pessimo pasto che gli era stato propinato al ristorante dell’aeroporto. Almeno c’era il sole, e aveva potuto godersi il panorama sull’automobile di servizio che era venuto a prelevarlo. Infine, dopo essere stato accolto dal direttore della sede con la massima formalità, era stato affiancato ad un agente veterano che lo avrebbe accompagnato nel luogo dove avrebbe dovuto eseguire il controllo. Da quel poco che gli era stato detto, dopo l’evento straordinario, accaduto circa tre giorni prima della telefonata, tutta la struttura era in uno stato di allerta generale e si poteva vedere la tensione sui volti di tutti gli agenti.

Persino quello che lo stava accompagnando aveva il collo tirato, chiaro segno di un timore crescente nell’avvicinarsi alla zona calda, ma essendo stato il testimone diretto dell’evento non aveva avuto scelta. Perciò adesso si era ritrovato ad accompagnarlo fino all’estrema ala della struttura, separata dal resto del corpo da un lungo corridoio.

Era come un tunnel senza fine, un’oscura cavità di cui nemmeno si vedevano le pareti. Non si scorgeva assolutamente niente, eppure i due procedevano sicuri, come se la loro marcia si stesse svolgendo in piena luce, grazie agli occhiali speciali che il veterano aveva consegnato all’agente Ceek. L’impressione di non essere più nel tunnel, e di aver raggiunto una sala, venne loro dalla sparizione della sensazione di oppressione al di sopra delle loro teste.

Anche quella sala era completamente oscurata, sicchè per un nuovo arrivato sarebbe stato impossibile constatare quanto fosse grande il loro punto di arrivo. Solo un dettaglio diversificava quel posto dal corridoio: una striscia di flebile luce al neon color rosso, troppo debole per illuminare il pavimento oltre il proprio solco. Neanche questa sarebbe stata utile a giudicare le dimensioni della sala, poiché anch’essa era inglobata nell’oscurità definendo un invisibile oggetto.

“E’ qui dentro” affermò il soldato a Ceek, guidandolo fin verso la striscia illuminata, e porgendogli un binocolo a visione notturna molto più potente degli occhiali che gli aveva consegnato prima.

Il capo della sicurezza portò il pesante strumento agli occhi, cui fu dato di vedere che la luce al neon delimitava un enorme cubo di cristallo e dentro di esso una sfera in sospensione. Sembrava che al suo interno si stesse muovendo qualcosa, purché in modo impercettibile.

“Cos’è quella cosa?” chiese il turista, non era per niente contento di aver fatto così tanta strada per un oggetto bizzarro come quello.

“Aspetta ancora qualche istante” affermò l’agente, che alzò un braccio e batté la mano sull’invisibile vetro.

Sotto gli occhi del visitatore, la sfera iniziò a muoversi e deformarsi come un palloncino che sta perdendo la propria aria. E come fanno le crisalidi quando diventano farfalle, l’abitante della sfera ruppe il suo guscio dall’interno e atterrò al suolo. Non come un mattone che cade dal tetto, facendo un gran rumore, ma allo stesso modo di una foglia che ricade sull’erba, elegantemente sospesa dai venti.

“Tutto questo, per lui? – Domandò ancora Ceek, constatando anche che le dimensioni del prigioniero erano troppo esigue per la sua dimora. – Le nostre celle sono piene di demoni strani”.

“Non si faccia ingannare: da quanto dicono i database, la sua reale forma è a malapena contenibile in questa struttura. – Rispose il veterano. – Il vero motivo per cui vi abbiamo contattati, è perché lui in teoria non dovrebbe essere sveglio”.

“Non capisco, perché…” il turista si bloccò improvvisamente, quando il prigioniero si gettò contro il vetro proprio davanti a lui. Il suo addestramento lo aveva preparato a restare impassibile, qualunque fosse stata la situazione in cui si fosse trovato, ma l’ombra di un orribile volto aveva occupato il suo campo visivo e gli fu naturale indietreggiare.

La sala si illuminò immediatamente di una pura luce bianchissima, la stessa che forse si potrebbe trovare in paradiso, rivelando il demone di cui si vedeva la sola parte inferiore coperta dalle grosse ali. Si lamentava anche, accusando un invisibile attacco ai suoi danni, e aveva portato persino le mani al volto non appena la luce ebbe scacciato l’oscurità.

“Perché fa così?” domandò il visitatore riprendendosi dall’apparizione che gli aveva fatto saltare i nervi.

“E’ una creatura dei profondi inferi, e il lungo sonno gli ha provocato l’ipersensibilità alla luce forte, per questo teniamo tutto al buio. E’ l’unico espediente che abbiamo per tenerlo sotto controllo, ma non ci vorrà molto prima che si abitui. – Spiegò l’agente, facendo segno alla sala di comando di abbassare le luci, anche se non del tutto.  – Vorremmo che lei ci desse una mano per aumentare la sicurezza, e che chiamasse un esperto per poterlo rimettere a nanna” si era allontanato dal cubo, per ritornare verso il corridoio con il suo ospite.

“Farò come di te voi, ma non so quanto tempo ci vorrà. – Spiegò il messaggero. – Al momento, il nostro granmaestro è impegnato in una missione”.

“A me basta che venga, appena può. Questo sgorbio mi dà i brividi”.

L’agente Ceek iniziò immediatamente a progettare una nuova struttura che potesse contenere l’ospite indesiderato; sarebbe stato un lavoro molto faticoso data la particolare natura del demone. Aveva anche provveduto a contattare la propria sede, per chiedere se il granmaestro fosse disponibile per effettuare un sigillo, tuttavia come aveva predetto non sarebbe stato rintracciabile per almeno tre giorni. Avrebbe dovuto fare tutto da solo, e la creatura stava diventando sempre più indisciplinata tanto che, la sera del terzo giorno, in un moto di rabbia ruppe il cristallo di sicurezza che lo imprigionava.

“ACCENDETE LA LUCE!” ordinò subito l’agente che si occupava della sicurezza dell’ala, e la luce inondò la sala come un fiume in piena.

Tutti si sarebbero aspettati che il demone facesse come al solito, ritraendosi dietro le sue ali, e invece restò in posizione di attacco mentre gli agenti si disponevano attorno a lui. La creatura aveva trovato il modo più semplice per non risentire degli effetti della luce: chiudere i suoi 4 occhi e affidarsi agli altri sensi.

 “Voi umani, siete così facili da ingannare. Ancora non capisco come abbiate fatto a sopravvivere finora” disse lui facendo scricchiolare tutte le ossa del proprio corpo.

All’entrata del corridoio, nel frattempo, si era radunato un plotone fortemente armato e pronto a sopprimere il fuggitivo con ogni mezzo possibile.

“Cretini” commentò la creatura, scomponendo il proprio corpo in una gigantesca nube nera e verde che si propagò in tutto l’edificio. Una nuvola di morte, piena di odio e rancore, che dissolse tutto ciò con cui venne a contatto.

Quella sede del Bureau terminò la propria esistenza in una decina di minuti.

 

  
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