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Autore: Frulli_    24/06/2017    2 recensioni
[...]Era trascorso tutto così in fretta, così veloce, che non era riuscito nemmeno a sedersi e riflettere due secondi su come si sentiva. Tutto, negli ultimi tre anni, era trascorso troppo in fretta. Non si era nemmeno accorto di quanto fosse cambiato. Niente era più come prima.[...]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Remus Lupin, Severus Piton, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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G U I L T Y
 



La guerra era finita. Voldemort era sconfitto, per sempre.
Era trascorso tutto così in fretta, così veloce, che non era riuscito nemmeno a sedersi e riflettere due secondi su come si sentiva. Tutto, negli ultimi tre anni, era trascorso troppo in fretta. Non si era nemmeno accorto di quanto fosse cambiato. Niente era più come prima.
Chiuse gli occhi, lasciandosi baciare dal sole. Sentiva la terra sotto di lui, sentiva quasi la sua energia. Il vento increspava appena la superficie del Lago Nero. Poco più in là, sentiva la roccia ed il legno rimettersi al suo posto. Era facile sistemare un castello, con la magia.
Ma il dolore? Chi avrebbe sistemato il dolore, chi avrebbe potuto? Perchè non esisteva una magia o una pozione che poteva cancellare solo i sentimenti più brutti?
Perchè doveva essere così? Perchè doveva perdere le persone che amava, perchè dovevano sacrificarsi per lui?
Ma poi, in quel momento, lo capì. Perchè a volte, l'Amore, è l'unico sacrificio che vale davvero la pena compiere. Tutti coloro che erano morti l'avevano fatto per amore.
Trattenne appena il fiato, a pensare a chi più di tutti, dopo i suoi genitori, era morto per amore.
Severus Piton. L'uomo che per sette lunghi anni aveva odiato più di chiunque altro, anche in quel momento. Gli aveva tenuto nascosto tutto e solo per amore di sua madre, e forse anche un po' suo. Ripensò a quel che aveva visto nelle sue memorie: il dolore che aveva provato nel vedere sua madre morta lo poteva quasi toccare, era così...materiale. E l'odio per suo padre era stato attutito solo quando gli era stato affidato il compito di proteggere lui, Harry. E per Harry era morto, perchè sapeva che quel doppio gioco era rischioso...che Voldemort lo avrebbe scoperto. E se non l'avesse scoperto, lo avrebbe fatto comunque fuori. Non poteva essere altrimenti, Piton era sempre stato consapevole di quel che rischiava...


Colpevole...


Così come lo sapevano tutti. Anche Remus e Tonks, loro forse più di tutti. Ancora non aveva avuto il coraggio di guardare negli occhi quel bambino che avevano lasciato. I suoi genitori erano morti, così come quelli di Harry. Era un ciclo che si ricreava, e non finiva mai. I bambini non dovrebbero mai crescere senza le cure di qualcuno, senza l'affetto e l'amore. E per quanto Harry si prometteva che nulla sarebbe mancato a Teddy, lui sapeva che non era così. Teddy era orfano, e l'affetto per un genitore non può essere ricostruito o messo da parte. A Teddy sarebbe mancata sempre una figura paterna...e a lui mancherà sempre Remus. La sua calma lo aveva spesso convinto e incoraggiato a proseguire. Anche quando Remus aveva torto, aveva sempre apprezzato la sua umanità, la sua positività, ed anche le sue paure. E Tonks, con quella sua gioia di vivere...sacrificata per suo figlio, come sua madre fece per lui. Deglutì, deciso: sarebbe stato un ottimo padrino...


Colpevole...


L'ennesima morsa allo stomaco, dolorosa come una ferita viva e ancora sanguinante.
Sirius.Il padre che non aveva mai conosciuto. L'amico che aveva sempre voluto. Una figura adulta e folle allo stesso tempo. Il suo mentore, la sua guida. Sirius, in poco tempo, era diventato un barlume di quel che avrebbe sempre voluto avere: una famiglia. Solo illusioni, ovviamente, perchè la guerra...perchè Voldemort...e perchè la sua stupidità avevano rovinato tutto. Solo per quel dannato legame con Tom, solo perchè non era riuscito a capire che lo stava ingannando. Se possibile, quella di Sirius era la morte che più si colpevolizzava. Che più di tutte si poteva evitare. Per un banale errore, uno sbaglio...lui aveva perso il suo Sirius...


Colpevole...


Gli scivolò una lacrima dall'occhio destro e si mise a sedere, subito, osservandosi intorno. Si vergognava a piangere davanti a tutti. Non lo aveva mai fatto liberamente, a dirla tutta. Perchè non c'era tempo, perchè non era il momento, perchè era troppo arrabbiato. E perchè non sapeva controllare quel dolore. Si trattenne anche quella volta, ma ricordò le parole di Silente: che il dolore è umano, e che quel suo dolore sarebbe stata la sua forza.L'ennesima morsa. Silente, quella volta, non lo capì affatto. Era furioso, era fuori di sé dal dolore e dalla rabbia. Ma quella volta Silente aveva ragione: il dolore rende umani, il dolore rende forti...e lui poteva capirlo perfettamente, ora lo sapeva. Il dolore che provava nell'aver perso anche lui lo percepiva ancora: era come se la terra d'improvviso sparisse da sotto i piedi. Ti manca una certezza, una forza che ti spinge a dire: “Silente mi aiuterà”. Come lo poteva aiutare, da morto? Morto per mano di Piton, che proteggeva Harry, di nuovo. Morto per dare l'impressione a Voldemort che Harry non ce l'avrebbe fatta senza di lui...e forse è stato davvero così. Non ce l'avrebbe fatta senza di lui, se non fosse stato per Hermione e Ron. Per Neville, per la McGranitt, per i Weasley, per Hagrid...per Fred, per Moody, per Dobby, per Edvige. Per tutte quelle vite spezzate.


Colpevole...


Gridò con tutto il fiato che aveva nei polmoni, tirando rametti di legno e pietre contro la superficie statica del lago. Gridò con una rabbia che non riusciva quasi a controllare, finchè la rabbia non si tramutò in dolore, ancora, e scoppiò a piangere come un poppante. Non riusciva nemmeno più a fermarsi, singhiozzava e gridava, le lacrime gli offuscavano la vista nonostante cercava di asciugarsi gli occhi. Pianse finchè ne aveva, finchè le lacrime smisero di scendere. Finchè fu notte quasi fonda, e le luci di Hogwarts lentamente si andavano accendendo. Pianse finchè ne ebbe voglia.
E quando finì, quando ebbe sfogato tutto il suo dolore...si sentì quasi meglio. I muscoli era molli, la testa limpida dai pensieri, il cuore più leggero. Non certo svuotato da ogni elemento negativo, ma forse, solo per quella notte, sarebbe riuscito a dormire senza incubi, ricordando i suoi amati senza dolore.
E forse, solo per quel momento, si sarebbe sentito meno colpevole. E col tempo, le ferite sarebbero guarite...



 

Nota dell'Autrice: salve a todos! Ed eccomi qui con questa “breve” one shot dedicata al nostro Harry. Non è il mio preferito, lo adoro, ma ho sempre pensato a come si fosse sentito subito la battaglia. Finalmente l'incubo che lo perseguita da sette anni è morto del tutto, ma su di sé sentirà il peso delle morti avvenute più o meno per lui? Secondo me si, ed ecco quindi un breve ragionamento in prima persona. Spero vi sia piaciuta, lasciatemi un commento se volete!

  
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