Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Geani    25/06/2017    0 recensioni
Non tutti gli angeli sono buoni e saggi. Sono creature estremamente vicine agli umani. Un angelo può cambiare per sempre, può essere esiliato e vivere sulla terra.
Danyas non è un semplice essere alato, è il fratello della Regina; una regina che però non è più lucida da molti anni, forse troppi. Il mondo non è fatto di buoni e cattivi, non e' fatto di angeli e demoni ma di creature di ogni tipo il cui animo brilla di mille sfumature diverse. Il cuore, che quasi mai segue la mente, detta troppo spesso le regole. Dopo una guerra tra angeli e demoni, quello che resta è una guerra tra fratelli.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2
 
 
Arrivato all'angolo della strada di Alaska sorrise divertito e con una punta di soddisfazione. Erano le nove meno dieci ma lei era gia’ scesa e lo aspettava davanti al portone. Sapeva che si sarebbe comportata cosi’ e non poteva non gongolare per tale cosa. Aveva ragione, aveva quasi sempre ragione.
La raggiunse velocemente, allungando i passi e fermandosi poi per appoggiarsi con una spalla a un lampione. Lascio’ scivolare gli occhi su di lei ammirando la scelta fatta per quella sera, in seguito si tiro’ su mettendosi dritto in attesa di indicazioni. La stava accompagnando, si’, ma non aveva la minima idea di come raggiungere il posto in cui avrebbero dovuto passare la nottata.
-Sei in anticipo.- Le fece notare con un sorrisetto divertito.
-Anche tu, se per questo.- Rispose subito, sistemandosi i braccialetti che le agghindavano entrambi i polsi.
-In effetti e’ imbarazzante, da quando e’ la donna che aspetta l’uomo?-
-Da quando la donna non vuole perdere tempo.- La ragazza gli afferro’ una mano e senza troppe cerimonie inizio’ a camminare con decisione, trascinandoselo dietro.
-Hey! So camminare anche da solo!- Dan tiro’ indietro il braccio, liberandosi dalla sua presa.
-Saprai anche camminare, ma non sai la strada.-
L’angelo sbuffo’ ancora, passava un sacco di tempo a sbuffare quando era con lei, certe volte desiderava solamente scappare per non cedere al desiderio di strozzarla con le proprie mani. La segui’ in silenzio per le varie vie della citta’, chiedendosi diverse volte come potesse mantenere quel ritmo su dei trampoli del genere. Era una bella ragazza, non poteva negarlo, ma era anche abbastanza minuta e tutte le volte che usciva faceva in modo di crescere di circa dieci centimetri minimo. Era strabiliato da tanta decisione ma ci si era anche abituato col tempo e non pareva piu’ una cosa tanto difficile. Ovviamente solo quando lo faceva lei, di ragazze con caviglie slogate o gonfie... o lividi sul corpo ne aveva viste tante e quasi sempre perche’ erano cadute da quei trampoli. 
 
Il locale non pareva molto grande da fuori, una normalissima entrata e un normalissimo buttafuori accanto. Non c’era nessuno in fila, era strano. Nonostante la desolazione totale la musica, che molto probabilmente veniva da dentro quelle mura, si sentiva piu’ che bene.
-Hanno iniziato senza di noi.- Piagnucolo’ la ragazza, andando verso l’uomo appostato fuori.
-Ma come hanno iniziato, e’ prestissimo...-
-Si’ beh, vogliono lasciare piu’ tempo ai vampiri, sai... poi devono andare via prima dell’alba per non diventare spiedini grigliati al sole.- Spiego’ mostrando poi i due ingressi gia’ pagati ed entrando una volta che la porta venne aperta.
-Avevi preso le prevendite prima che io ti dicessi di si’?!-
-Sapevo che l’avresti fatto... e poi, al massimo, avrei trovato qualcuno con cui venire, almeno credo.- Scrollo’ le spalle guardandosi attorno, puntando poi delle scale. -Direi che la festa e’ giu’.-
Danyas scrollo’ le spalle indifferente, seguendola senza troppo entusiasmo. Non era nemmeno sicuro di voler essere li’, figurarsi se desiderava ballare o fare altro. Scosse poi leggermente la testa, passandosi una mano fra i capelli folti e castani. Aveva deciso di accompagnare Ali, ma cio’ non voleva dire che doveva vietarsi il divertimento se questo si presentava d’innanzi a lui. Raddrizzo’ la schiena e sfoggio’ il miglio sorriso che aveva, deciso a trarre il meglio da quella uscita e, soprattutto, deciso a evitare Alex e tutti i problemi che avrebbe potuto dargli.
-Pensi di potercela fare da solo?- Urlo’ Alaska, avvicinandosi al suo orecchio.
-Ho qualche centinaio d’anni in piu’ di te, direi di si’.- Rispose divertito lui, salutandola poi e andando verso il bancone individuato non appena entrato nella sala.
Si sedette su uno sgabello, guardandosi attorno per qualche minuto prima di voltarsi per ordinare qualcosa da bere, quello che gli apparve davanti pero’ lo lascio’ sconvolto. Conosceva il ragazzo che stava servendo, per sua sfortuna, e non riusciva a credere che fosse li’ per lavorare e non per festeggiare. Scosse la testa divertito quando arrivo’ il suo turno.
-Sei finito in seconda linea, Alex?- Lo prese in giro.
-Stai zitto e dimmi di cosa ti vuoi sfondare, angioletto.- Sbuffo’ quello, puntando i palmi delle mani sul bancone. -Non ne voglio parlare.-
-Ma non mi dire, non me ne ero accorto.- Rispose divertito, scrollando le spalle. -Stupiscimi, dammi da bere quello che piu’ ti pare, basta che non sia petrolio.-
Alex sorrise soddisfatto, annuendo e voltandosi per prendere un bicchiere insieme a diverse bottiglie che svuoto’ un po’ alla volta. Dopo qualche minuto porse la miscela al cliente sorridendo soddisfatto.
-Non moriro’ vero?-
-No, poi chi renderebbe la mia vita piu’ attiva a eventi come questo? Mi servi vivo e in forze.- Annui’ convinto delle proprie parole, chinandosi un poco per poggiare i gomiti ai lati del bicchiere.
Dan lo guardo’ con aria sospettosa ma sospiro’ e bevette comunque l’intruglio che gli era arrivato, sperando per il meglio. Una volta finito alzo’ gli occhi per guardare Alex, lui l’aveva osservato per tutto il tempo. Annui’ in segno di assenso, facendolo gongolare fiero. Se c’era qualcosa in cui era bravo quel ragazzo era sicuramente l’alcol. Si volto’ poi di fianco, guardando la pista da ballo e tutte le altre persone attorno a loro.
-Cerchi una preda?- Urlo’ Alex al suo orecchio, sporgendosi in avanti per farsi sentire.
-Si’, perche’ no dato che ormai sono qui.- Mormoro’ scrollando le spalle, fermandosi a guardare una ragazza dai lunghi capelli neri che per sua sorpresa ricambiava il suo sguardo.
-Quella e’ Belle.- Gli suggeri’ Alex. -E’ da un po’ che ti sta guardando.- Continuo’ poi.
-Dovrei andare, secondo te?-
-A meno che tu non voglia cercare altro o sembrare senza palle direi di si’, devi andare. Vi state mangiando con gli occhi, per Lucifero, vai e falla finita. I bagni sono molto grandi.- Indico’ un punto nella sala. -Da quella parte.- 
Lui roteo’ gli occhi, scuotendo la testa. Era troppo squallida come cosa, anche se voleva solo divertirsi aveva la decenza di trattare ogni ragazza con un minimo di attenzione. Si alzo’ tirandosi in giu’ la camicia e passandosi una mano fra i capelli per sistemarli alla meglio. Lo avrebbe fatto o se ne sarebbe andato, non c’era molto altro che catturasse il suo interesse. Fece qualche passo verso la folla, si volto’ con la sensazione che Alex volesse dirgli qualcosa ma in tutto quel fracasso di musica e voci non capi’ cosa urlasse. Annui’ appena facendo finta di aver inteso e riprese a camminare deciso verso quella che sarebbe dovuta essere la preda della serata.
Si fermo’ davanti a lei, porgendole una mano che lei velocemente prese, e inizio’ a ballare seguendo il ritmo di quello che stava facendo passare al momento il Dj. La tiro’ poi a se’, chinandosi al suo orecchio per presentarsi. Era il minimo che si potesse fare per avere un'interazione con un’altra persona; soprattutto era buon gusto.
-Io sono Belle.- Disse lei, portando una mano dietro alla sua nuca per avvicinarlo meglio a se’, passo’ poi lentamente la lingua sul suo collo, leccandosi le labbra una volta lasciato andare.
Dan agrotto’ la fronte a quel gesto ma non ci diede molto peso, forse quello era il nuovo modo di baciare nel mondo che cercava sempre di evitare. Le ballo’ accanto per un paio di canzoni poi, quando lei gli fece cenno di voler andare via, la accompagno’ fuori dal locale.
L’aria fresca riempi’ i loro polmoni e il vento scompiglio’ loro i capelli, la luce della luna illuminava leggermente il loro volti ma soprattutto i loro occhi incatenati gli uni negli altri. Non avrebbero pero’ saputo dire se era per i super alcolici che Alex serviva o perche’ erano davvero interessati. Non avevano parlato di nulla quindi, in verita’, anche fossero stati interessati sarebbe stato in maniera superficiale.
-Quindi, sei il famoso angelo di cui tutti parlano? Non ti ho mai visto.- Disse lei, appoggiandosi al muro di un edificio con la schiena.
-Gia’, pero’ sono un po’ stufo di essere preceduto dalla mia fama.- Ammise scrollando le spalle.
-Non ti piace quello che sei?-
-A te piace quello che sei?-
-No.- Rispose seccamente. -O meglio non mi piaceva, ci sono scesa a patti anni fa.-
Dan inclino’ piano la testa di lato, studiandola attentamente e rendendosi conto solo allora di aver passato tutta la serata in compagnia di un vampiro. Lei, in tutta risposta, gli sorrise mostrando i canini piu’ lunghi e affilati del normale per confermare i suoi dubbi.
-Non te ne eri accorto? Davvero?- Chiese divertita.
-Non che lo avessi scritto in fronte.- Borbotto’ lui.
-Vuoi tirarti indietro ora?- Chiese poi, ridacchiando.
-No.- Rispose semplicemente, avvicinandosi a lei. -Ma niente baci.- Aggiunse poi.
Belle scrollo’ le spalle, staccandosi dalla parete e spingendolo di lato per farsi largo e camminare lungo il marciapiede.
-Dove vai?- Dan inclino’ la testa perplesso, seguendola.
-A casa mia, tu puoi scappare all'alba, io no.- Fece notare senza nemmeno voltarsi. -Non penso tu mi voglia avere nei paraggi una giornata intera dopo aver giocato con me.-
-Che ne sai?-
Lei accenno’ una risata divertita, scrollando le spalle e fermandosi per guardarlo un attimo.
-Forse sono io che non voglio vederti dopo ma volevo lasciarti credere che fosse una tua idea.-
-Tranquilla, non mi rivedrai.- La rassicuro’ superandola. –Non sono il tipo che lascia il numero di telefono.-
-Sei piu’ il tipo da cuore infranto.- Acconsenti’ lei. –Peccato che il mio cuore sia morto da diversi anni.
-Magari riprendera’ a battere per me.- Disse scherzando.- Ma sara’ troppo tardi.- Concluse, non dicendo altro per tutto il tragitto. 

 


 
   
 
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