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Autore: Christine_Heart    26/06/2017    0 recensioni
Acheron lo guardò stranito, come se le parole appena dette non avevano senso.
Sorrise contento e disse:
«Papà icino!» esclamò il bimbo felice, portandosi le manine sul cuore, una sopra l'altra.
Papà! Non mi ha mai chiamato Dottore o Smith o in qualsiasi altro modo. Non ha mai chiesto il mio vero nome, il mio vero essere. Da quando ha iniziato a parlare, non si è mai rivolto a me con quel nome che adotto con tutti, con quel nome che di solito per me significa tanto, per lui sono solo papà, sono il suo papà.
«Empre!!!» disse alla fine formando un piccolo arco con le braccia.
Il Dottore sorrise intenerito mentre dentro sentiva piangere per la commozione.
«Il papà ti starà vicino in ogni momento non temere.» gli sussurrò con gentilezza, accarezzandogli con affetto la guancia.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 1, Doctor - 10, Doctor - 11, Nuovo personaggio, Sorpresa, TARDIS
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Papà Dottore'
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Capitolo 27: Un'abbraccio dal passato (Parte 1)

 
Anni dopo...

 
Ash rimase un po' lì, su dei gradini a contemplare la giornata stranamente silenziosa.
Era uscito per fare compere con Simi, e ora aveva preso una pausa da tutto quello shopping.
Rimase lì, con lo zaino tra le gambe, gli occhiali neri legati alla maglietta, e gli occhi persi tra le nuvole. Si ricordava di quelle nuvole, e alle volte gli mancavano. Sospirò affondo, chiudendo gli occhi. Assaporò quell'attimo di pace, immerso nell'oscurità fresca di un albero e in un lontano ricordo. Respirò di nuovo quasi come se quell'aria potesse liberarlo da ciò che opprimeva il suo cuore. Fissò di nuovo le nuvole cercando tra quelle infinite morbidezze una piccola traccia di speranza, poi fece per alzarsi e andarsene, ma fu costretto a cambiare idea...qualcosa di familiare arrivò alle sue orecchie.
 
***
 
Ash s'incamminò con passo sicuro verso quel suono che conosceva bene, girò l'angolo con circospezione, e rimase senza parole quando vide...una cabina blu smaterializzarsi sotto i suoi occhi. Non poteva crederci, stava forse sognando?!
Sorpreso si avvicinò con la speranza che in verità ciò che stava vedendo non fosse una visione. La sua mano toccò il legno duro e sorrise di sollievo, lieto di ciò che stava succedendo. Iniziò ad accarezzare quella bella superficie blu. Sì spostò appena fissando ancora la sua vecchia casa, poi senza pensarci poggiò una mano sulla maniglia in ferro e provò a spingere...stranamente la porta era aperta, come se fosse un invito a farlo entrarlo.
 
***
 
Ash sorrise di nuovo di fronte a quell'invito, spinse di nuovo e la porta si aprì.
Deglutì quasi nervoso, e decise di varcare la soglia per sbirciare dentro. Nulla era cambiato, era tutto esattamente come lo ricordava, le pareti d'oro, le grandi sfere scure, e la sala comandi con la sua bella luce verde acqua. Tutto era rimasto uguale.
Ash si sistemò lo zaino in spalla, e avanzò di un'altro passo, chiudendosi la porta alle spalle.
Sì guardò intorno, e si sentì investire da una serie di ricordi piacevoli.
«Eh, ma allora Tardis, mi dici che ti prende, perchè ti sei fermato così all'improvviso?!?»
Un suono divertito si diffuse per il Tardis.
«Ma che dici siamo soli io e te, non c'è nessun'altro.» lo riprese il Dottore.
Un altro rumore echeggiò con gioia.
«Sei in vena di scherzi, io...» il Dottore scosse il capo, voltandosi.
E rimase a bocca aperta. Lasciò cadere il martello che aveva in mano, e continuò a fissare il giovane uomo che sorridente gli stava davanti.
«Ciao papà!» salutò Ash solare.
Il Dottore non sapeva bene cosa rispondere, avanzò di un passo con volto incredulo, rimanendo a bocca aperta. Sentiva le mani tremare e gli occhi bruciare. Non ci poteva credere, non era possibile, non poteva essere veramente di fronte a lui.
Sembrava un sogno, uno dei tanti che aveva fatto così spesso.
«Ash?!» chiamò stupefatto.
«Chi altri?!» gli rispose Ash continuando a sorridere divertito.
Il Dottore sorrise sorpreso, e senza azzardare altro abbracciò forte quell'uomo.
Ash sorrise divertito, stringendolo con affetto.
«Ma guardati, sei cambiato, ti sei fatto più alto!» gli disse felice il Dottore, guardandolo da capo a piede stringendogli le spalle.
«Sono cresciuto!» sorrise Ash annuendo.
«E i tuoi capelli...» osservò il Dottore stranito.
«Che fine ha fatto quel bel biondo?» chiese quasi deluso.
«Sparito.» rise di nuovo Ash.
«Ma sono scuri, e...» il Dottore prese una ciocca rossa e l'appoggiò ai suoi capelli.
Ash si irrigidì appena, ma notando la spensieratezza dell'uomo, riuscì a ritrovare il controllo e a rilassarsi di nuovo. Il Dottore intanto confrontava la ciocca rossa con una delle sue castane.
«Io l'ho sempre detto che il rosso mi stava bene.» disse annuendo.
Poi voltò le spalle all'amico e si allontanò tornando vicino i comandi del Tardis.
«Ti stanno bene.» aggiunse poi con un nuovo sorriso.
Ash annuì grato abbozzando un sorrisetto tranquillo.
«Anche tu stai bene.» gli disse poi appoggiandosi ad una colonna Tardis.
«Faccio del mio meglio.» rispose il Dottore convinto.
«Sei invecchiato.» mormorò poi Ash incrociando le braccia.
«I tuoi occhi... sono più vecchi.» aggiunse dopo come se fosse normale.
«Grazie.» rispose tranquillo il Dottore.
Ash rimase a fissarlo per un paio di minuti. Non era cambiato per niente, era lo stesso uomo che ricordava nei suoi sogni da bambino.
«Cosa ci fai qui?!?» chiese curioso ridestandosi dai suoi pensieri.
«Problemi con il Tardis, vero vecchia mia?» chiese il Dottore dando due colpetti alla console.
«Sei qui solo di passaggio?!?» domandò Ash quasi dispiaciuto.
«Esatto.» sorrise il Dottore, spostando una leva.
«Quindi immagino che ci sia un'altro addio?» domandò Ash.
«Ora e per sempre.» rispose piano il Dottore alzando il volto su di lui.
«Anche se non è detto.» rise dopo contento.
«Dove sei stato?!?» chiese dopo curioso di sapere.
«In giro, l'universo è ampio, non ci si annoia mai.» rispose il Dottore tranquillo, mentre cercava di far combaciare due bulloni tra loro.
«E sei sempre stato da solo?!?» chiese Ash inclinando appena il capo.
Il Dottore si fermò di colpo, e chinò gli occhi sovrappensiero.
«Sì.» rispose alla fine onesto.
«Ho conosciuto altre persone, ma o non erano pronte a seguirmi o non hanno potuto seguirmi.» aggiunse rapido quasi a voler giustificare quella solitudine.
«E le altre ragazze: Rose, Martha e Donna, le hai più viste?!?» continuò Ash.
«Oh sì, è stanno tutte benissimo, felici nel loro bellissimo mondo.» annuì più volte il Dottore.
«Quindi io sono stato l'ultimo?!» chiese Ash rimanendo a bocca aperta.
«Sì.» rispose il Dottore con un sorriso lieve.
«Non sei mai tornato?!?» chiese dopo Ash di getto senza pensarci.
Il Dottore chinò il capo, quasi a voler ignorare la domanda.
«Quando mi hai lasciato andare...sei mai tornato indietro?» chiese poi convinto.
«Sì...» rispose piano il Dottore.
«Mi hai mentito?» scattò subito Ash.
«No, non ti ho mai promesso che non l'avrei fatto.» gli rispose lesto il Dottore.
«Tu hai visto?!?» chiese poi l'altro sconvolto.
«Sì...io ho visto, sentito...e...» deglutì senza riuscire a finire.
«E non hai mai voluto portarmi via?» domandò scuotendo il capo.
«Sempre. Ogni volta.» rispose il Dottore con un sospiro.
«E cosa ti ha trattenuto?» cercò di capire Ash.
«Il fatto che era stata una tua scelta.» disse il Dottore soffermandosi su di lui.
«Forse ero troppo piccolo e stupido.» rispose Ash distogliendo lo sguardo.
«No, eri umano.» lo corresse il Dottore.
«Non sono umano.» chiarì Ash.
«Oh, neanch'io...eppure vengo considerato tale.» rise il Dottore.
«Tu hai agito per il bene degli altri, l'hai sempre fatto, sei buono.» aggiunse dopo con tenerezza.
«Certo, perchè tu mi hai cresciuto così.» disse Ash indicandolo.
«Saresti stato così anche se le nostre strade non si fossero mai incrociate.» disse il Dottore annuendo mentre un sorriso complice gli spuntava pian piano.
Sì fermò un attimo, incrociò le braccia, e rimase in attesa di una risposta.
«Come fai a dirlo?» chiese Ash sorpreso.
«Lo dico per l'uomo che ho davanti adesso, senza una pecca.» rispose il Dottore calmo.
«Non sono perfetto.» disse Ash fissandolo negli occhi deciso.
«Tutti hanno difetti e demoni...» acconsentì.
«... ma tu sei perfetto sotto molti aspetti.» sorrise il Dottore.
«E' bello sentirtelo dire.» rispose Ash accennando un sorriso sereno in volto.
«E' bello potertelo dire.» scherzò l'altro ricambiando l'affetto.
Poì sospirò affondo, si spinse un po' in avanti, e riprese il suo lavoro su i comandi del Tardis.

 
Continua...
   
Note dell’autrice:
- Sei invecchiato: Questa conversazione è stata presa dall'episodio 04x01 dal titolo Adipose Industries.
- E non hai mai voluto portarmi via?: Acheron non ha avuto un infanzia, nè una vita felice. Dopo la sua morte da umano la dea Artemide lo ha riportato in vita con il suo sangue, e da allora Acheron è a capo dei Dark Hunter, cacciatori che proteggono la terra.
- Non sono umano.: Acheron non è impazzito, ma come già detto lui è una divinità Atlantidea e nella sua forma “divina”, ha la pelle blu, i capelli neri, le corna, labbra e artigli neri. I suoi occhi possono essere rossi, argentei turbinanti, gialli o giallo-arancione circondati di rosso. La sua voce ha un suono profondo e demoniaco.
 
 
  
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