Libri > The Maze Runner
Segui la storia  |       
Autore: Inevitabilmente_Dea    26/06/2017    1 recensioni
I Radurai, o quello che ne rimane, hanno finalmente attraversato il Pass Verticale che li ha catapultati in una nuova realtà che tutti ormai avevano dato per scomparsa.
Finalmente Elena, i Radurai e tutti gli altri Immuni hanno la possibilità di ricostruire la loro vita da zero, lontano dalle grinfie della W.I.C.K.E.D. e lontani dagli obbiettivi violenti del Braccio Destro.
Torture, esperimenti e sacrifici sono finalmente terminati.
Ora esiste solo una nuova vita da trascorrere in un luogo sicuro e privo di Eruzione. Un vero e proprio paradiso terrestre.
Ma se qualcosa arrivasse a turbare anche quello stato di quiete, minacciando nuovamente i ragazzi?
Se in realtà la corsa per la sopravvivenza non si fosse mai fermata?
Dopotutto nulla è mai come sembra.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gally, Minho, Newt, Nuovo personaggio, Teresa
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

"Qual è il tuo problema?" domandai arrabbiata, aprendo le braccia e cercando di cacciare via dal mio stomaco quella morsa di dolore e panico.
"Qual è il mio problema?" domandò la ragazza spalancando gli occhi e facendo un passo verso di me. "Qual è il tuo di problema! Sei una psicopatica senza controllo." la ragazza fece un altro passo verso di me, arrivando ad un palmo dal mio naso. Non indietreggiai e la fissai negli occhi, sostenendo il suo sguardo in modo freddo e distante.
"Oh, questa è bella." mormorai tra i denti. "Non so di cosa tu stia parlando, ma non mi interessa. In caso non te ne fossi accorta me ne stavo andando." ribadii, voltandole le spalle e facendo appena due passi in avanti.
"Ti piacerebbe, eh?" grugnì la ragazza afferrandomi il polso. "Be' io non ho finito."
Stai calma, Elena... Stai calma. Mi urlai nella mente. Non vogliamo picchiare un'altra persona, no?
Presi un profondo respiro e tornai sui miei passi, cercando di mantenere la calma. "Allora muoviti a parlare." borbottai strattonando via il mio polso. Lanciai un'occhiata in giro, ma nessuno sembrava essersi accorto di noi due, ad eccezione di Thomas che, ora in piedi, ci osservava preoccupato, senza però fare nemmeno una mossa.
"Bella faccia, eh?" domandò acida Brenda, accorgendosi del mio sguardo rivolto a Thomas. "Non ti vergogni almeno un po'?" mi chiese rifilandomi uno sguardo di disgusto.

"Come, prego?" esclamai spalancando gli occhi e sentendo la mia rabbia aumentare.
"Tutti sappiamo quanto poco riesci a controllare la tua rabbia, ma... Fare questo ad un tuo amico..." la ragazza prese un respiro. "Sei disgustosa."
Spalancai la bocca, offesa e ferita. Come si permetteva? Come osava parlarmi e giudicarmi senza neanche sapere cosa il suo caro amichetto aveva fatto? "Ti conviene rimangiarti tutte le tue parole, Brenda, prima che io perda la pazienza. Non sai tutta la storia."
"Non mi interessa. Ho visto quello che ha passato Thomas e..."
"Thomas non ha passato nulla in confronto a me!" gridai esasperata. "E' lui il colpevole e io la vittima, quindi vedi un po' di rivedere le tue opinioni."
"Dovresti chiedergli scusa." mi intimò Brenda, ignorando completamente le mie parole.
"Dovresti smetterla parlare." ribadii. "Magari per sempre. Faresti un favore all'umanità. Sono sicura che anche a Thomas farebbe piacere."
"Tu non sai nulla di cosa farebbe piacere a Thomas." sibilò la ragazza avvicinandosi ancora di più, visibilmente irritata. 
"Questo è vero." dissi. "Ma sono sicura che Teresa gli piaccia. E anche tanto." sparai acida, vedendo il volto ferito della ragazza.

Feci appena in tempo a vedere la sua espressione mutare in rabbia che sentii le sue mani sulle mie spalle. La ragazza mi spintonò all'indietro e riuscii appena in tempo a riprendere l'equilibrio che vidi il suo palmo avvicinarsi al mio volto ad una velocità impressionante. Non feci in tempo a schivarlo. Mi arrivò dritto sulla guancia come un proiettile, intontendomi e lasciandomi anche un bruciore fastidioso. "Ma sei pazza?" domandai portandomi una mano sulla guancia e causandomi una fitta di dolore. Sentii le mie dita entrare in contatto con qualcosa di viscido e quando abbassai il palmo vidi il mio indice sporco di sangue. Non sapevo cosa Brenda avesse avuto intenzione di farmi, se darmi uno schiaffo o graffiarmi, ma in ogni caso li aveva fatti entrambi.
"Dovresti veramente vergognarti. Attaccare in quel modo uno dei tuoi amici e poi insultare chi cerca di difenderli." ribadì la ragazza. "Mi fai vomitare."

"Thomas. E'. Il. Colpevole." grugnii con i denti serrati. "Thomas è un traditore e un bugiardo, e giuro che è un miracolo che sia ancora vivo."

"Dici questo di Thomas solo perchè sei gelosa." mi disse la ragazza, abbozzando un sorriso perfido. "Thomas ha me, mentre il tuo Newt è chissà dove. Poverina, ti sentirai sola."
"Stai zitta!" gridai esasperata, attirando l'attenzione di qualcuno che si voltò ad osservarci incuriosito. Lanciai uno sguardo a Thomas e non appena il ragazzo vide il mio volto iniziò a camminare nella nostra direzione. Mi domandai cosa avesse visto nei miei occhi per preoccuparsi a muovere le sue gambe, ma non mi interessava. Forse aveva visto il segno della manata di Brenda. Forse aveva letto della sofferenza nei miei occhi. Forse aveva interpretato quell'occhiata come una richiesta d'aiuto.

Volevo andarmene da lì, non mi sentivo bene. Era troppo da sopportare. 
Le emozioni negative stavano nuovamente prendendo il sopravvento e non riuscivo a respirare.
"Ti ha lasciata da sola." sibilò Brenda. "Ti ha abbandonata."
"Lui non mi ha abbandonata." ringhiai facendo un passo verso di lei con i pugni serrati, le unghie conficcate nella pelle per riuscire a trattenermi. "Thomas ha..."
"Magari non ti amava più e si è trovato un'altra." aggiunse la ragazza, un sorriso perfido e divertito sulle labbra. "Che stronzo, eh. Lasciarti qui, da sola. E' proprio un bastardo, ma dopotutto... i simili si attraggono."
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Non mi importava tutti gli insulti che la ragazza mi lanciava addosso, o le frasi perfide che si inventava per ferirmi. Poteva dire quello che le pareva su di me, non mi interessava, ma non poteva permettersi di gettare dello sporco sul nome di Newt.

Non doveva nemmeno osare pronunciare il suo nome.
Senza riuscire a controllarmi le saltai addosso e la buttai a terra, gridando arrabbiata e dandole un pugno sulla mandibola con tutta la mia forza. La presi per la maglietta e la strinsi tra le mie dita come a volergliela strappare di dosso. "Non parlare di Newt. Non sai come sono andate le cose. Non osare nominarlo nei tuoi perfidi giochetti."
Brenda rise divertita. "Deve averti proprio ferita." 
"Smettila!" le urlai contro, spingendola a terra e osservandola in cagnesco.
Sentii degli schiamazzi poco lontano da noi. Probabilmente tutti si erano accorti della nostra lite e stavano iniziando ad agitarsi. Sentivo qualcuno che ci urlava di smetterla, qualcun'altro che ci richiamava, ma non mi importava. Dovevo chiudere quella questione.
"Rimangiati tutto ciò che hai detto o te ne pentirai." intimai alla ragazza.

"Chiedi scusa a Thomas." replicò lei.
"Ehi, ehi!" gridò qualcuno dietro di noi. Non feci nemmeno in tempo a voltarmi che sentii qualcuno afferrarmi in vita e tirarmi su con la forza, sollevandomi in aria e allontanandomi da Brenda. "Che diamine vi prende, eh?"
Mi voltai di scatto non appena riconobbi quella voce e un brivido di disgusto mi percorse quando mi ritrovai appiccicata a Thomas. Le stesse mani che avevano ucciso Newt ora mi stavano tenendo ferma. Le stesse mani che si erano intrise con il suo sangue ora mi stavano toccando. 

Mi venne la nausea che, mischiata alla rabbia mi faceva stare ancora più male. "Lasciami andare!" gridai affannata, sentendo la necessità di distaccarmi da lui. Mi disgustava.

Quando le dita di Thomas toccarono la mia pelle mi immaginai intrisa del sangue di Newt e mi venne da vomitare. "Toglimi le tue sporche mani di dosso!" gridai in preda al panico, sentendo l'ansia crescere in me. Era troppo da sostenere. Volevo andarmene. "Sei uno sporco traditore! Lasciami sta..."

Non feci nemmeno in tempo a finire la frase che qualcosa mi colpì alla guancia precedentemente ferita da Brenda. Sentii i miei occhi bagnarsi per la botta, ma ricacciai indietro le lacrime, troppo concentrata sul disgusto di sentire il fiato del ragazzo sul mio collo. Mi sentivo oppressa, come se fossi in una gabbia.

"Brenda!" gridò Thomas, ignorando le mie richieste. "Smettila! Ti stai comportando da bambina!"
Sollevai lo sguardo e osservai la ragazza agitare la sua mano in aria e massaggiandosela. Mi aveva anche dato un pugno!
La rabbia scoppiò in me, facendomi salire una sete di sangue mai provata prima d'ora.
Iniziai a dibattermi per cercare di distaccarmi da Thomas e dopo diversi forti strattoni, il ragazzo mollò finalmente la presa. "Te la sei cercata." sibilai tra i denti, sfuggendo ai tentativi di Thomas di riprendermi e scattando in avanti verso la ragazza.

Brenda indietreggiò presa alla sprovvista e i suoi occhi si spalancarono, mostrando del panico che la ragazza subito si preoccupò di nascondere. Faceva tanto la faccia tosta quando qualcuno mi teneva ferma, ma quando potevo ribattere se la filava con la coda tra le gambe. Era così patetica e codarda, proprio come Thomas.
Strinsi i pugni sui miei fianchi e fissai Brenda negli occhi, il fuoco nelle vene e la rabbia che annebbiava mente e corpo. Non sbattevo nemmeno le palpebre da quanto avrei voluto incendiarla con lo sguardo, ma per sua fortuna non riuscii a raggiungerla perchè qualcuno mi si parò davanti, oscurandomi la vista e obbligandomi a fermarmi.
Alzai lo sguardo stringendo la mascella e sbuffando stressata. Non appena vidi il volto di Minho mi tranquillizzai, realizzando che non fosse di nuovo Thomas.
"Lasciami passare." lo pregai con voce ferma.

"Non scendere così in basso, bambolina." mi rispose lui, appoggiando delicatamente le sue mani sulle mie spalle. "Lasciala credere quello che vuole."
"Ma lei ha..."

"Ti prego, lascia perdere."
Mi morsi le labbra talmente forte che ad un certo punto sentii il sapore metallico del sangue sulla punta della mia lingua. Presi un profondo respiro e per una volta provai a fidarmi degli altri. Scossi la testa e feci un passo indietro, alzando le mani in aria in segno di resa. "Va bene, lascio perdere." mormorai. "Ma sia chiaro: se ti avvicini di nuovo a me, ti spezzo il collo in due." sibilai, puntando un dito contro Brenda e vedendola assumere un ghigno soddisfatto.

L'aveva avuta vinta, ma non mi importava. Il suo essere disgustosamente patetica era già una vittoria, per me.
"Stai bene?" domandò una voce dietro di me. 

Mi voltai di scatto e quando vidi il volto di Thomas e la sua espressione preoccupata mi infuriai ancora di più. Il ragazzo appoggiò una mano sulla mia spalla. La scacciai con una schiaffa e feci un passo indietro. "Stammi lontano."

"Senti, mi dispiace, ma..."
"Ehi..." si intromise Minho vedendo la mia reazione. Appoggiò una mano sul petto di Thomas e premette leggermente per farlo allontanare. "Non è questo il momento, Thomas. Lasciala stare."
Lanciai uno sguardo attorno a me e mi accorsi che gli occhi di tutti stessero oscillando tra me e Thomas, tutti curiosi e preoccupati allo stesso tempo. Qualcuno bisbigliava nell'orecchio di qualcun'altro, altri tenevano il piatto di cibo ormai freddo in mano, i bambini avevano smesso di giocare e si erano raggruppati insieme.

Incrociai lo sguardo di Stephen, di Violet, di Frypan, poi quello di Gally. I suoi occhi erano colmi di preoccupazione, ma a differenza di quanto mi sarei aspettata non c'era traccia di delusione o rabbia nei miei confronti. Il ragazzo si avvicinò lentamente a me e quando mi fu di fronte lanciò uno sguardo di ringraziamento a Minho. Poi il suo sguardo tornò su di me e il ragazzo si fermò al mio fianco, allungando una mano dietro la mia schiena e avvicinandomi a lui. "Ce ne andiamo, d'accordo?" mi domandò calmo, con un sorriso rassicurante sulle labbra.
In tutta risposta presi a camminare al suo fianco, cercando di soffocare la rabbia che permaneva ancora nel mio corpo. Il ragazzo fece scivolare la sua mano dalla mia schiena alla mia spalla, per poi stritolarmi ancora di più a lui e sfregare il suo palmo sulla mia pelle, come se stesse nuovamente cercando di scaldarmi. Non dissi nulla, semplicemente appoggiai la mia testa contro di lui esausta e sfinita per ciò che era appena accaduto.
Il dolore sulla mia guancia era peggiorato con il tempo e la pelle sul mio zigomo tirava e bruciava, come del resto il taglio sul mio labbro. Almeno quello era stato opera mia.
Camminammo in silenzio verso la nostra casa, ma prima di arrivarci Gally fece una sosta in Infermeria, uscendone con uno straccio in mano.

Quando finalmente varcammo la soglia di casa, tirai un sospiro di sollievo. Mi sembrava di poter respirare di nuovo.

"Avanti, siediti." ordinò il ragazzo con un tono che non riuscii bene a interpretare. Feci come disse e lo osservai afferrare una sedia nell'angolo adiacente alla porta. Aggrottai le sopracciglia.

"E questa da quanto è qui?" domandai curiosa, indicando la sedia in legno che il ragazzo trascinava verso di me. 
Gally fece spallucce e la posizionò proprio di fronte al mio letto dove ero seduta. "Non ha importanza." riferì sbrigativo, sedendosi sulla sedia e lanciando uno sguardo alla distanza presente tra noi due.

Senza pensarci due volte il ragazzo pose le sue mani appena sotto le mie cosce, proprio dietro il ginocchio e mi tirò più vicina a lui. La disinvoltura con cui aveva fatto quel movimento mi aveva lasciata a disagio, dipingendo il mio volto di un colorito rossastro.
Il ragazzo notò il mio imbarazzo e subito distaccò le mani dalle mie gambe, lasciando sulla pelle che aveva toccato una specie di fuoco. Era una sensazione strana, non fastidiosa o dolorosa, semplicemente... particolare.

Forse il motivo di quella mia reazione era dovuto al fatto che non avevo contatti del genere da tanto.
"S-Scusami." borbottò Gally arrossendo. "Non ci ho pensato... Ho solo visto la distanza e l'ho tolta. Avrei dovuto chiedere, ma mi è sorto spontaneo. Io..."

"Gally, va bene." lo rassicurai allungando la mia mano verso la sua, dove stringeva ancora il panno preso in Infermeria. "Respira."
Il ragazzo abbozzò un sorriso, ma ritrasse la mano, impedendomi di prendere il panno. "Faccio io." disse lui, tutto l'imbarazzo sparito, il tono di voce nuovamente incomprensibile. 

Era difficile capire se ce l'avesse con me o no. Era vero, gli avevo promesso di reagire in modo positivo a tutto ciò che mi stava accadendo e di non aggredire più nessuno, ma era stata Brenda ad istigarmi! Mi aveva provocato e aveva subito le conseguenze.
Guardai il ragazzo negli occhi mentre avvicinava il panno alla mia ferita e la tamponava delicatamente. Il bruciore che provavo a contatto con il disinfettante era quasi un solletico in confronto al dolore che provavo nel ripensare alle parole di Brenda. Sapevo che non avrei dovuto farmi toccare dalle sue stupide accuse, ma ciò che aveva detto su di Newt ancora mi bruciava addosso come fuoco vivo.
"Sei arrabbiato con me?" domandai di punto in bianco, fissando Gally negli occhi, il quale era concentrato sulla ferita sulla mia guancia.
Il ragazzo sollevò appena lo sguardo e corrugò la fronte. "Cosa?" domandò, fermandosi un momento e appoggiando il dorso della sua mano sulla mia gamba.

"Sei deluso per come ho reagito con Brenda?" chiesi, specificando ancora di più.
Il ragazzo si fece indietro e un sorriso spontaneo solcò le sue labbra. Mi stupì quando iniziò a ridacchiare. "No, Eli." mormorò. "Diamine, no! Pensi veramente che io sia così rigido e attaccato alle regole?"

"Be', pensavo che non volessi più vedermi così fuori controllo, quindi..."

"Questo è vero, ma..." il ragazzo scosse la testa. "Era ora che qualcuno desse una lezione a quella testa calda." ammise, riprendendo a tamponare la mia ferita.

Gli afferrai il polso e allontanai la sua mano dal mio viso per un momento. Mi sporsi in avanti e lo fissai dritto negli occhi per essere certa che non stesse scherzando. "Aspetta... Dici sul serio?"

Il ragazzo fece una faccia confusa. "Certo che sì. Si comporta come se sapesse tutto, in ogni occasione. E poi il modo in cui cerca di controllare le persone... come se il mondo girasse intorno a lei!"

Abbozzai un sorriso e scossi la testa. Quella sì che era una sorpresa.
"Sia chiaro, mi dispiace che lei ti abbia rovinato il bel faccino che ti ritrovi, ma ti sei fatta valere, piccola." specificò il ragazzo allontanando la mia mano dal suo polso e riprendendo a tamponare.
"Oh sì." mormorai ridacchiando, per poi indicare il mio zigomo graffiato e arrossato. "Ecco come mi sono fatta valere."

"Ehi." mi riprese il ragazzo, immediatamente serio. "Ti ha attaccata quando Thomas ti teneva ferma nel tentativo di separarvi. E' stato sleale e non ha fatto altro che sottolineare la sua codardia." specificò il ragazzo. "Chiunque potrebbe avere la meglio su una persona immobilizzata, ma non per questo sarebbe più forte."

"Be' grazie." mormorai facendo una smorfia per l'improvviso bruciore sulla guancia. "Pensi che si gonfierà?" domandai preoccupata.
"Brenda?" chiese fingendo di non aver capito la domanda. Il suo tentativo di farmi ridere riuscì alla grande, aumentando però il dolore sul mio volto.

"Il mio zigomo, idiota."

"Oh, contando che oltre ad aver incassato un gancio destro bello forte ora hai un bellissimo taglio lungo la guancia e la forma rossa ben delineata di una mano... Sì, il tuo zigomo si gonfierà fino a che tutti non lo scambieranno per un terzo occhio chiuso." analizzò il ragazzo, abbassando nuovamente il panno sulla mia ferita e causandomi nuovamente bruciore.

Mugugnai e mi sottrassi dal suo tocco. "Brucia." spiegai.
Il volto del ragazzo si avvicinò al mio e rimasi sorpresa quando lo sentii soffiare sulla mia ferita. "Va meglio?" domandò, osservando la mia espressione sorpresa.

"Dove lo hai imparato?" domandai curiosa.

"Certo che hai una memoria pessima." borbottò lui, scuotendo la testa e abbassando nuovamente la mano sulla mia coscia senza nemmeno rendersene conto. "Nella Radura." specificò. "Io mi ero tagliato inciampando e cadendo su un caspio di sasso. Era il tuo primo giorno da Medicale e mi hai disinfettato la ferita sulla fronte per poi soffiarci sopra."

Spalancai gli occhi. Come faceva a ricordarselo? "Ehm, wow... Io non me lo ricordavo."

Il ragazzo fece spallucce e gettò sul letto il panno macchiato leggermente di sangue.

"Ho imparato dalla migliore." spiegò il ragazzo battendo due volte sulla mia gamba per poi alzarsi e allontanarsi. "Ora dovresti dormire. Domani vedrò di svegliarti in tempo per fare una bella colazione dato che questa sera non hai cenato." mi informò lui sorridendomi. "Vado alla spiaggia per avvisare Stephen del mio ritorno in questa casa e per prendere le tue cose, poi torno."
Annuii impercettibilmente e lo osservai raggiungere la porta per poi rivolgermi un sorriso ed uscire dalla casa. Presi un respiro e mi stesi sul letto, tirando su la coperta fino al mento e nascondendo un sorriso.
Sapere di avere un alleato era una sensazione unica.

*Angolo scrittrice*

Hey pive!

Sono riuscita ad aggiornare! Yeeeh!
Comunque, questo mercoledì parto per la Cina e quindi sparirò da Wattpad per due settimane dato che non avrò la connessione ad internet.
Perciò spero che questo capitolo vi sia piaciuto!

 

Una cosa veloce prima di lasciarvi.
Qualcuna ha intenzione di andare al Rimini Comics quest'anno?

Se sì, sarebbe bello incontrarci dal vivo! *-* Io sarò vestita dalla versione femminile di Ichigo Kurosaki (il protagonista dell'anime Bleach).
Fatemi sapere, anche se ancora abbiamo tempo (il Rimini Comics inizia il 20 luglio se non sbaglio).

Baci,

Elena :3

 

 

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > The Maze Runner / Vai alla pagina dell'autore: Inevitabilmente_Dea