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Autore: Aliak    30/06/2017    2 recensioni
Post-Season 2
Sono passati diversi mesi dall’invasione Daxamite, Kara deve riaggiustare la propria vita ma non è così facile dopo una grande perdita. Lilian Luthor era finalmente dietro le sbarre e il mondo sembrava essere finalmente in pace. Tutti sono felici, ma non lei, era tutto così frustrante. Odiava sentirsi impotente, eppure eccola lì. Potreste darle torto, però? E 'stata un disastro tutta la sua vita, non aveva mai avuto un momento di felicità che durasse, aveva perso anche lui, ed era di nuovo sola, mentre tutti intorno a se erano felici.
Stava annegando nelle sue stesse paure, non poteva salvare se stessa ma qualcun’ altro poteva farlo, e sta per tornare…
Semplicemente una storia Karamel
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kara Danvers, Mon-El
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Supergirl'
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Sua sorella, Kal, J'onn, Mon-El e M'gann erano fuori salvare il pianeta da un gruppo di alieni che aveva scelto proprio oggi per invadere la città. Si sentiva inutile, non solo perché non riusciva a combattere al loro fianco, ormai il termine doveva essere passato da quasi dieci giorni, ma il loro bambino, non voleva dar cenni a uscire allo scoperto, ed era bloccata nella sua casa con Winn a fargli da compagnia ed a assicurarsi che tutto andava bene, e che non ci fosse nessuno in caso andasse improvvisamente andare in travaglio. Lei davvero, sul serio sperava che non è accaduto perché per quanto amava Winn, Kara difficilmente credeva fosse capace di far nascere un bambino alieno.  


Winn aveva con se il suo computer fidato a casa di Kara, per aiutare a mantenere i contatti e assistere gli altri, anche senza essere alla base del Deo. Poteva sentire tutte le comunicazioni in modo, avere le notizie sul momento di come procedesse quella battaglia, la cosa gli faceva ancora più male, si sentiva infastidita dal momento che lei era lì impotente, che non poteva far nulla per la città, i suoi amici la sua famiglia.


-Mon-El è stato colpito- ha detto J'onn ad alta voce. Avevi visto lentamente Winn volgersi verso di te, probabilmente aveva sperato che si fosse addormentata, che non avesse sentito quella dichiarazione, ma era lì in piedi per così dire, galleggiava eretta a poca distanza dallo stesso divano, e si stava avvicinando sempre di più a lui. Aveva visto la preoccupazione negli occhi di Winn, come se temesse che da un momento all’altro si precipitasse fuori dalle finestre, per raggiungere gli altri, ma anche semplicemente galleggiare invece di camminare negli ultimi giorni era uno sforzo, che non riusciva facilmente a sostenere.


Kara guardò per poi domandargli. -Sta bene?- Winn ripeté la domanda a J'onn che ha confermato solo dal punto in cui si trovava sembrava che Mon-El era vivo e respirava. -Sul serio?- Winn sbuffò, sperando che Jonn fosse in grado di accettarsi che realmente stesse bene, ma il combattimento era iniziato di nuovo prima che potesse proseguire il suo interrogatorio.


-Ouch-  sbottò all'improvviso, poggiando le mani saldamente sul ventre, dal quale sembrava provenire il dolore. 


-Kara, merda, stai bene? Stai andando in travaglio? Dovrei prendere un po' di acqua calda? Chiamare un dottore?-


-Winn, calmati. Sto bene, e poi sai bene che non posso andare in un qualsiasi ospedale, o chiamare un dottore- scattò esausta, cercando di prendere profondi respiri, cercando di calmare il dolore, negli ultimi giorni le contrazioni erano chiaramente aumentate sia come tempo di distanza le une tra le altre, sia il dolore, che quella mattina l’aveva fatta svegliare urlando spaventando Mon-el che era andato subito sulla difensiva credendo che era successo qualcosa, o che stesse per arrivare il proprio bambino ma era stato un falso allarme.


Ma non era stato nulla di preoccupante l’aveva rassicurata anche Alex, ma quella volta c’era decisamente qualcosa di diverso, poteva percepirlo, prima che una seconda fitta la colpisse, lasciandola atterrare a terra, sui piedi non riuscendo più a trovare la forza per rimanere in aria, poteva percepire le acque rompersi.


-Oh no, oh no, no, no, no, no- esclamò con orrore, il loro bambino aveva scelto proprio il momento meno adatto per arrivare.


-Cosa c’è?- aveva chiesto Winn per poi voltarsi verso di lei sgranando gli occhi, alla vista del pavimento bagnato -Oddio cosa facciamo?! Cosa facciamo? Non sono capace di far nascere un bambino- il suo migliore amico disse, nel panico cominciando a avvicinarsi nervosamente a lei chiaramente agitato e terrorizzato, non che lei non lo fosse in quel preciso istante, ma la sua mente doveva rimanere lucida.


 -Gli altri sono troppo impegnati in nella battaglia per aiutare! E Mon-El è bloccato là fuori probabilmente ferito- non la stava di certo aiutando con quelle parole, anzi gli stava mettendo ancora più ansia


-Chiama mia madre- ha detto con calma, mentre lui la aiutava a avvicinarsi lentamente al divano facendola intanto sedere sullo stesso, prima che crollasse direttamente a terra -Eliza saprà cosa fare-


-Eliza, sì, Eliza, ovviamente, perché non ci ho pensato?- Avevi semplicemente alzato gli occhi come Winn afferrò il cellulare e compose il numero della sua madre adottiva.


-Winn, Ehi, ci sei?- Disse la voce di Alex dal suo computer, sperava potesse sentirla, che il microfono dello stesso fosse abbastanza potente.


-Sta chiamando Eliza, in questo momento Alex- avevi risposto trovando la forza per parlare, fra una contrazione e un’altra -Il bambino sta arrivando ora-


-Cosa?- esclamò. -Aspetta, stiamo tornando la battaglia è finita. Gli alieni sono stati sconfitti e Mon-El sta bene!-


-Grazie a Rao. Digli di ottenere il suo culo qui in questo momento, e in fretta!- Kara ha chiesto come un'altra contrazione l’ha colpita e si lasciò sfuggire un grido sofferente.


-Kara, che cosa c'è che non va?- La voce del suo partner arrivò fino a lei, provò subito un po’ di sollievo,  per la prima volta da quando aveva saputo che era rimasto ferito.


-Il bambino sta arrivando in questo momento-


-Mon-El, aspetta!- Alex gridò e un secondo dopo la porta finestra si spalancò come Mon-El accelerato all’interno del loro appartamento. Winn si lasciò sfuggire un gridolino di sorpreso.


-Grazie al cielo sei qui!- Ansimò come si inginocchiò accanto a lei, con il panico visibile sul suo volto.


-Abbiamo bisogno di portarla in camera da letto in questo momento- Alex ha comandato, l'unico abbastanza lucidità per capire che Kara dovrebbe essere almeno sdraiati al momento. -Mamma mi ha mandato un testo. Sarà qui, non appena lei può, ma per ora dobbiamo portarla in un posto morbido, e è troppo pericoloso in questo momento portarla al Deo- aveva detto sua sorella attraverso le comunicazioni


Con estrema facilità  Mon-El accuratamente la sollevò di peso dal divano, come se non pesasse nulla, e la portò fino alla loro camera da letto. Alex  era entrata di corsa nell’appartamento, raggiungendo la coppia mentre lui la depositava sul letto, e lasciargli spazio aveva visto una smorfia di dolore solcare il viso.


-Apetta un minuto! È stato ferito! Che cosa è successo?- Kara esclamò, tornando se stessa abbastanza a lungo, fra una contrazione e un’altra dal ricordarsi che lui era ferito, e che probabilmente quello sforzo seppur non eccessivo con la loro Super forza, non era stata la migliore scelta in quel preciso momento.


Mon-El sbatté le palpebre per la sorpreso, e aggrottò la fronte mentre muoveva i cuscini dietro di lei, così che lei si trovava in una posizione seduto, abbastanza comoda -Sto bene, Kara. Sei tu quello che è attualmente nel dolore, e a bisogno di aiuto- cercò di dirgli rassicurandola


-Cosa gli è successo?- Kara si rivolse alla sorella, sapendo che non gli avrebbe detto nulla.


-È stato tagliato con un coltello di piombo, ma sembra che non c’è stata reazione, e la ferita si sta rimarginando velocemente-


-Sei stato tagliato con il piombo? Dovresti andare al Deo, e metterti sotto le lampade-


-È quello che gli ho detto- la sorella sbuffò, guardando il Daxamite con frustrazione.


Lui la fissò indietro con uno sguardo irritato. -Sto bene, vorrei ricordarvi dell’antidoto contro l’avvelenamento da piombo? Ci mette un po’ di più a guarire rispetto alle normali ferite, ma non è niente. Preferisco essere qui con Kara per vedere il nostro bambino nascere-


Alex aprì la bocca per discutere con lui quando suonò il campanello -Andate a aprire la porta, Mon-el potrebbe essere Eliza- Ordinò Alex infine ha ottenuto un panno freddo e delicatamente asciugò sulla fronte della sua sorellina, cercando di dargli in qualche modo un sollievo.


-Oh tesoro, come ti senti?- domandò Eliza entrando nella camera.


-Fa male ad essere onesti-


-Beh, immagino kryptoniani e i Daxamiti, non differiscono troppo da donne umane in tal proposito- non sapeva esattamente come ribattere, considerando erano passati tantissimi anni dall’ultimo parto naturale su Krypton, e Daxam apparse quello di Kal-el a cui non aveva partecipato e non aveva ricordi. 


-Hey, mi dispiace che ti ho spaventato, ma dovevo essere qui e mi sento bene, onestamente- un sorriso tremante avevi donato a Mon-el, che si era di nuovo avvicinato a te, sedendosi accanto a letto, andando a afferrare la tua mano sinistra, in modo tale che potessi stringerla saldamente tra le dita, non temendo di far male a nessuno lui era forte poteva resistere alla presa d’acciaio della sua donna.


Eliza si inginocchiò ai piedi del letto, anche se lei è stato uno scienziato, non appena Kara aveva scoperto che era incinta, visto che non poteva andare in un ospedale vero e proprio, aveva studiato ostetrica, così che potesse aiutarla a far nascere il suo nipotino, e in caso di emergenza saper esattamente cosa fare, anche se dubitava potessero esserci problemi di qualsiasi tipo, vista la forza del capo Kryptoniano, e quello Daxamite, e probabilmente quello del loro bambino.


Sette ore dopo che le l'acque si erano rotte, un lamento forte riempì la stanza come Eliza ha catturato la nipotina tra le sue braccia, accogliendola  calorosamente in quel nuovo mondo, del tutto nuovo per quella piccola creatura apparentemente così fragile e umano. Non si differenziava alla fine così tanto da un neonato umano, si allontanò dalla stanza seguita da Alex raggiungendo il bagno, andando a ripulire dolcemente la bambina, e infine avvolgendola in una calda copertina rosa, per poi metterla tra le braccia della sua mamma.



-Sono una zia!- Strillò Alex.


-Guardatela, sembra proprio come Kara- aveva sussurrato Mon poggiando un dolce bacio sulla fronte della moglie. Non aveva mai pensato che tutto quello potesse essere possibile... non ha mai pensato che avrebbe trovato qualcuno che avrebbe amato realmente, si forse un giorno sarebbe stato costretto dal suo popolo dai suoi genitori, a mettere su famiglia, per il bene di Dama, ma questo era diverso, era lì con l’unica persona che realmente voleva come moglie e madre dei suoi figli.


Alex sorrise tra le lacrime alla scena di quella coppia felice, di sua sorella finalmente felice, che era uscita da quel duro calvario che aveva passato in tutti quei mesi senza Mon-el al suo fianco, finalmente la vedeva felice, felice veramente di nuovo.


-Avete già scelto il nome?- gli avevano chiesto entrambe, l’avevano tenuto segreto fino a allora, avevano aspettato fino alla nascita della stessa bambina prima di rivelarlo


-Il suo nome è Izzy Danvers, o meglio dire I’zar Kara-el del Gand- aveva detto delicatamente, guardando negli occhi il suo compagno, che gli sorrideva dolcemente di rimando, mentre lo sguardo sembrava permanere sulla loro bambina fra le sue braccia.


-Oh, che bel nome, direi di lasciarvi un po’ da soli, se serve qualcosa, siamo qui- aveva detto Eliza, spingendo Alex a uscire dalla stanza lasciandoli un po' di tempo da soli con la loro figlia. Osservavi Mon-El tenere vostra figlia dolcemente tra le braccia, mentre lei riposava e pensò che fosse divertente come la loro gente si erano sempre odiati, non avrebbe mai creduto che tutto quello sarebbe stato possibile, non avrebbe mai creduto in vita sua che la sua vita potesse prendere quella svolta, ma era felice, e sperava che i suoi genitori fossero altrettanto felici di quella scelta che aveva fatto.

 


 

“La città si domanda, dove sia finita Supergirl. È passato ormai un anno, e non sembrano esserci segni del suo ritorno, Superman e Valor non sembrano voler dar risposte concrete sulla scomparsa o sul suo ritorno, dell’eroina femminista. La città invoca il suo nome. Se sei lì fuori e ci stai ascoltando, torna abbiamo bisogno di te.”

 

Per quanto la città avesse il suo supereroe ancora spesso invocava la presenza della Super, forse fin troppo abituati alla stessa. J’onn aveva smesso da tempo, di uscire nelle vesti di Supergirl, lasciando la città nello sconforto, inizialmente aveva risposto insieme a Kal-el, che era andata in missione in una terra parallela che aveva bisogno dell’aiuto di un Supereroe in quanto la stessa ne era priva. Ma la gente continuava a insistere e alla fine non avevano più risposto alle domande esausti.

 

Lo sguardo si era poggiato sulla figura della tua compagna che ancora sembrava dormire placidamente nel letto, in realtà era più di un anno quasi due che Supergirl aveva attaccato al chiodo il suo costume, lasciando il suo ruolo per intraprendere un’altro più impegnativo. Quello di essere madre, ormai Izzy aveva un anno anzi lo avrebbe compiuto proprio la prossima settimana, e Supergirl era diventata una mamma e una compagna a tempo pieno. 

 

Non gli dispiaceva chiaramente tutto questo, finalmente avevano più tempo da passare insieme, non doveva preoccuparsi che gli succedesse qualcosa, che rischiasse la vita in una qualche impresa, si sentiva sollevato da tutto quello, ma sapeva decisamente che tutto quello non sarebbe durato in eterno che prima o poi, avrebbe scelto di nuovo di tornare la fuori, a aiutare la gente, come faceva un tempo. 

 

Izzy appariva apparentemente come una bambina umana, se non fosse per la super forza, che aveva già dimostrato dai primi giorni di vita, e probabilmente l’invulnerabilità ma non avevano mai osato, provare realmente i suoi poteri, era troppo piccola per capire esattamente quali altri avrebbe pian piano mostrato nel tempo. 

 

In ogni caso appariva come una bambina gioiosa, non era incline a piangere, molte volte in realtà riuscivano a prevedere con i sensi sviluppati, quando aveva bisogno di qualcosa, tipo essere cambiata o di mangiare, era perfetta una piccola Kara in miniatura se non fosse per il colore degli occhi, il taglio degli stessi e la forma del viso che rassomigliavano più ai tratti Daxamiti, meno altolocati di quelli Kryptoniani, ma più morbidi e dolci.

 

Era scivolato di nuovo nel letto affiancandosi a sua moglie, avvolgendo dolcemente le braccia intorno a lei, stringendola delicatamente a se, l’aveva sentita rannicchiarsi dolcemente contro il suo petto, senza ancora aprire gli occhi, potevi percepire il suo caldo respiro contro il collo, i capelli solleticare appena il mento, le labbra si erano poggiate delicatamente sulla fronte della sua amata, poggiando un delicato bacio anche se quello decisamente non sarebbe bastato.

 

Probabilmente Izzy presto si sarebbe svegliata, e per pranzo sarebbero dovuti andare da Alex e Maggie, glielo avevano promesso. Un mormorio era uscito flebile  dalle sue labbra, mentre lentamente aveva aperto gli occhi. -Hey, buon giorno miele-

 

-Buon giorno- aveva mormorato a fior di labbra, donandogli un caldo sorriso, prima di ricercare le sue labbra e baciarlo intensamente sulle stesse, per lunghissimi secondi.

 

-Dormito bene?- gli avevi chiesto lentamente separandoti da lei, l’avevi vista scostarsi leggermente, sembrava attenta a qualcosa, avevi semplicemente permesso all’udito di cogliere i rumori della casa, potevi percepire la vostra bambina svegliarsi, l’avevi vista uscire infine dal letto, per poi uscire dalla stanza e poco dopo tornare con in braccio la loro bambina ormai sveglia, portandola sul letto con loro poggiandola in mezzo ai loro corpi.

 

-Direi che dovremmo fare colazione, ma prima…- aveva cominciato a giocare con la propria bambina, andando a solleticarla e fare faccia strane, adorava sentirla ridere genuinamente come solo i bambini sanno fare, aveva passato una buona mezz’ora a giocare con Izzy prima che decidessero di andare in cucina. 

 

Kara l’aveva presa tra le braccia, mentre te ti occupavi chiaramente della colazione, dopo aver mangiato Mon-el si era infilato sotto la doccia, quando era  uscito era stato il loro turno, alla fine si erano preparati per andare dalla sorella, avevi afferrato la borsa dei pannolini, e i ricambi di Izzy prima di afferrare il passeggino, e depositarla all’interno, dopotutto avrebbero dato nell’occhio a volare per la città con un bambino in braccio.

 

Aveva visto il sorriso di Kara allargarsi, sembrava felice all’idea di vedere sua sorella, era passato diverso tempo dall’ultima volta che era uscita di casa, fra lavoro e occuparsi della loro bambina, non che non ci fossero state le serate film, o gioco ma era da un po’ che non andavano a casa di lei, tra i preparativi per l’arrivo del bambino, e poi tutto il tempo da dedicargli. 

 

Se già un neonato umano, non era facile da controllare, un bambino super con capacità straordinarie, che ancora non sapeva tenere sotto controllo, poteva essere un problema che non potevano sottovalutare. Ma lei l’aveva sempre rassicurata, su quell’aspetto, che non c’era nessun problema, come aveva fatto anche J’onn non avevano insistito che tornasse ai suoi compiti di Supergirl, anche se cominciava a sentire la nostalgia gli mancava salvare la città, ma sapeva che era al sicuro con Mon-el a proteggerla.

 

Erano giunti facilmente fino al palazzo che accoglieva la casa delle due, avevano atteso l’ascensore che arrivasse. -Sarebbe stato più veloce, se avessimo usato i nostri poteri per raggiungere il piano, e probabilmente molto più sicuro- aveva borbottato Mon-el poco convinto di usare quella scatola d’acciaio, per raggiungerlo, certo potevano usare le scale, ma avevano optato per lo stesso.

 

-Lo so, ma l’ultima volta che ho volato è stato molto prima che Izzy nascesse, oltretutto non credi che in pieno giorno daremmo nell’occhio.- c’era troppa gente per le strade, e erano passati ormai mesi da quando aveva indossato l’ultima volta il suo costume da Supergirl per salvare il mondo -Non credo che Supergirl, tornerà presto, e poi credevo che ti piacesse che fossi umana, che non rischio la vita ogni giorno.-

 

-Questo è vero, ma lo sai che è sempre una tua scelta, non ti fermerò mai se decidessi di tornare a fare l’eroina, ma sarò sempre al tuo fianco assicurandomi, che non ti succeda nulla, che non succeda nulla alla nostra bambina- avevi detto voltandoti verso di lei guardandola negli occhi, mentre le porte dell’ascensore si spalancavano dietro di loro.

 

-Si lo so- aveva detto prima di depositare un bacio sulle sue labbra, erano entrati nell’ascensore e avevano premuto il tasto dodici aspettando di raggiungere semplicemente il piano, erano giunti davanti alla porta dell’appartamento e avevano suonato alla stessa, aspettando una risposta dall’interno che era giunta poco dopo, la porta era stata aperta e erano stati accolti subito dalla presenza di alex calorosamente.

 

Erano stati scortati verso il grande soggiorno c’era un buon odorino nell’aria, Maggie, stava finendo di cucinare poteva percepire il rumore delle padelle, aveva chiesto Mon-el se poteva aiutarla, ma era tutto ormai pronto si erano diretti verso la sala da pranzo, dove il tavolo era già stato apparecchiato, si erano seduti ognuno al loro posto, cominciando a mangiare. Quando un urlo aveva sovrastato le loro chiacchiere, si erano alzati di colpo tutti e quattro impedì, Mon-el si era alzato di scatto volgendosi verso la finestra.

 

Qualcosa stava volando giù in piena picchiata, da qualche piano più in alto, dal pianto sembrava un bambino, stava per lanciarsi al di fuori della stessa finestra, senza esitare anche se era ancora nei suoi abiti comuni, quando vide con la coda dell’occhio un lampo Rosso e Blu, muoversi più veloce di lui raggiungendo il bambino salvandolo da una fine certa.

 

Non era Superman, lo sguardo si era spostato leggermente verso la sala da pranzo cercando la figura della sua compagna che fino a poco prima sedeva accanto a lui, per non trovarla. Era stata più veloce di lui, e non si era accorto di nulla, era stata lei a salvare quel bambino, tirò un sospiro di sollievo mentre vedeva sua moglie muoversi di nuovo verso l’alto raggiungendo il piano dal quale il bambino era caduto, per donarlo di nuovo alla sua famiglia assicurandosi che tutto andava bene prima di lasciarli di nuovo.

Era scesa raggiungendo di nuovo l’appartamento, aveva usato la super velocità per cambiarsi di nuovo nelle vesti comuni, raccogliendo i capelli in una alta coda di cavallo, mentre entrava di nuovo nella sala da pranzo, con un sorriso smagliante. Era felice, e questo lo sapeva, poteva vedere quella luce nei suoi occhi che da lungo tempo non aveva più visto, sapeva che quel giorno sarebbe arrivato sperava il più tardi che mai e sapeva che tutto quello era egoistico dopotutto, non poteva tenere per sempre tutto per se Kara l’umanità aveva bisogno di lei, si domandava se il futuro fosse cambiato, aveva il terrore di usare l’anello per andare di nuovo nel trentesimo secolo, e assicurarsi che tutto andava per bene.

 

-Grande Supergirl, sapevo che prima o poi saresti tornata- aveva ammesso Maggie felice, guardandola negli occhi.

 

-Sì, mi mancava dopotutto. Mi sento così bene. Wow- aveva ammesso avvicinandosi di nuovo a lui, avevi poggiato una mano sul suo fianco, per poi cingerla premendola delicatamente contro di te, non aveva fatto nulla per fermarlo anzi, si era accoccolata in quell’abbraccio, accogliendolo a sua volta fra lo stesso, poggiando la testa sul suo petto.

 

-Come hai fatto, un momento eri affianco a me, e un momento dopo eri la a salvarlo- era stata più veloce di quanto ricordasse, che era sempre stata, era rimasto sorpreso.

 

-Non lo so, era come se andasse tutto a rilento, ho pensato che poteva essere nostra figlia, al suo posto, e il mio istinto a preso il sopravvento senza che nemmeno me ne accorgessi- avevi ammesso semplicemente

 

-Allora tornerai a essere Supergirl?- gli aveva chiesto sua sorella, ti aveva guardato negli occhi, ponendo una domanda silenziosa.

 

-Stavo per essere egoista, dicendo che ho bisogno di voi, che ti volevo tutta per noi, per tutto il tempo possibile.- aveva ammesso tranquillamente

 

-Anche io ho bisogno di voi, mettermi di nuovo il costume, salvare la città e il mondo, non significa che non avrò per voi. Ho una figlia, ed è ancora piccola e a bisogno ancora di me, e ho anche te a cui pensare. Supergirl non è solo la mia vita, è una parte di essa ma non è fondamentale, tornerò a essere Supergirl, ma sarò sempre prima di tutto una madre, e anche una compagna la tua compagna- avevi sussurrato a fio di labbra, prima di allungarti leggermente e baciarlo intensamente sulle labbra.

 

-Per sempre?- aveva chiesto staccandosi leggermente dalle sue labbra

 

-Per sempre-
 


 

34° secolo dC 
Nonostante tutto quello che credeva il Daxamite, del fatto di essere un ostacolo per il futuro di Kara, non era mai stato così. Mon-El non aveva in nessun modo impedito con la sua presenza, il futuro sorprendente per Kara. La sua statua era ancora lì, il museo eretto in suo nome era ancora lì, l’umanità ancora venerava e reclamava quel giorno, l’umanità non avrebbe mai dimenticato i suoi eroi.

 

Supergirl aveva raggiunto il suo pieno potenziale, come era stato in terra 2, anche se aveva avuto Mon-El nella sua vita.

 

C'era solo un cambiamento nel suo futuro: invece delle due statue dei Super, ora all’entrata del museo se ne presentavano tre: Supergirl, Superman, e... Valor. Non poteva trattenersi dal ridere a causa delll'ironia di tutto quello. Aveva sempre temuto negli anni, che Kara non poetesse diventare quella che era stata in Terra 2, ma non aveva mai pensato  all'alternativa: che sarebbe stato ricordato a sua volta, insieme alla sua compagna, come un supereroe nei secoli, anche dopo la sua morte. 

 

Era diventato l'eroe che ha sempre voluto essere da quando l’aveva conosciuta, Kara non sarebbe mai stata da sola, gli sarebbe stato accanto fino alla fine dei loro giorni, ormai vecchi contandosi le rughe, e i capelli bianchi a vicenda, godendosi i loro nipoti pronipoti, quando ormai avevano lasciato da tempo i loro doveri da super, lasciando spazio ai nuovi eroi.

 

Era orgoglioso di ciò che era diventato. Che lui e Kara erano diventati insieme. Alla fine, questo era tutto quello che poteva chiedere, era felice di aver cambiato il loro futuro.




PS: scusate per l'assenza ma odio il caldo, sto morendo fra lavoro e altri impegni non ho avuto il tempo, e la forza fisica per scrivere questo capitolo finale di questa storia, ma alla fine non amo lasciare le storie in sospeso come anche i nostri cari adorati lettori, anche se siete pochi non posso in nessun modo lamentarmi. Spero vi sia piaciuto, ebbene anche il fututro è cambiato, logicamente in modo positivo direi oltretutto no? Sono felici insieme, per sempre.

Direi che questa storia è finita, un grazie a tutti, e un bacio.
Alla prossima spero

Aliak
   
 
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