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Autore: Prayer    01/07/2017    3 recensioni
Ventiquattro tributi, scelti tra streghe, fate e specialisti.
Ventiquattro giovani vengono spinti in un'arena a combattere uno scontro mortale che porterà uno solo alla gloria e tutti gli altri all'oblio.
[Dal capitolo 4]:
"Nessuna speranza, come previsto." Dice Palladium con un sorriso a mezzaluna; Tutti tornano al tavolo delle pietanze e ridono più forte.
Ridono di me.
Mentre le lacrime mi pungono gli occhi avverto di nuovo quel calore che mi ha spinta ad affrontare Icy.
E' possibile che nessuno qui mi voglia concedere un'occasione?
"Credi in te!" Esclama la voce misteriosa, e ad essa si sovrappone quella di Sky, che dice "Centra il bersaglio."
Scaglio la palla di fuoco che si è formata tra le mie mani nella direzione del mio bersaglio, Palladium. Questo si volta giusto in tempo per scansarla e, alle sue spalle, il muro che ho colpito crolla.
Mentre gli sponsor mi fissano a bocca spalancata mi congedo con un leggero inchino.
"Grazie per la vostra considerazione."
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Specialisti, Trix, Un po' tutti, Winx
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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7.

"Bloom, fai qualcosa!"
La voce supplicante di Musa perfora il mio cervello.
"Pensa... pensa..." Rimugino a voce alta nel tentativo di fare mente locale; Siamo sperdute in mezzo al bosco, solo lo scorrere dell'acqua a farci compagnia. Le due fate più competenti di Alfea non sono con noi e non conosciamo incantesimi da praticare.
Cosa farebbe Flora?
"Ma certo!" Mi volto entusiasta verso la mia amica "Aconitum napellus!"
Lei solleva stancamente il viso solcato di lacrime; Inarca lievemente le sopracciglia e dice solo "qualsiasi cosa funzioni".
Senza ulteriore indugio mi sollevo in volo sopra gli alberi, alla ricerca della pianta. Nel cielo terso l'aria leggera mi entra nelle ossa e nel sangue, tanto da pensare che potrei restare qui per sempre e dimenticare gli Hunger games.
I miei occhi esaminano la terra sottostante, nel tentativo di ricordare dove ho visto il fiore magico. E, inevitabilmente, il pensiero corre ad Alfea.

"Come si cura un avvelenamento professore?"
Domanda Flora con voce soave, mentre spinge i gomiti verso la fine del banco in legno chiaro e protende il corpo verso la cattedra.
"Con un veleno più forte cara! Ricordatevelo sempre, in pozionologia e nella vita: l'unico modo per guarire è ammalarsi."

L'Aconitum napellus è una pianta erbacea, la cui sommità è costituita da un fiore ad elmo di colore viola. Esso contiene una manciata di semi, riconosciuti nell'inventario dei più pericolosi nella dimensione magica. Le foglie circostanti, tuttavia, sono famose per il loro potere curativo nei casi di puntura di scorpione o altri agenti patogeni.
"Cresce in un terreno argilloso..." Ricordo "la sorgente del ruscello!"
Pervasa da una scarica di adrenalina mi lancio nel vuoto, sfiorando le foglie con le punte delle dita e respirando a pieni polmoni.
La sorgente, come previsto, si compone di un terreno fangoso, ideale per la crescita del mio obiettivo.
"Cerchi qualcosa?"
La voce alle mie spalle mi obbliga a voltarmi. E' Helia, appoggiato con i palmi ad una pesante spada conficcata nel terreno. Accanto ad essa l'aconitum.
"Riven è ferito." Mormoro solo, senza distogliere lo sguardo dalla chioma violacea.
"E tu vorresti aiutarlo?" Ride lui "Lascialo morire!"
"Nessuno merita di agonizzare per il veleno degli aghi inseguitori. Devo aiutarlo!" Mi avvicino alla pianta ma quando sto per coglierla sento il metallo freddo sul collo.
"Non posso lasciartelo fare Bloom. Se ti uccido ora muore anche lui. E' un'offerta due al prezzo di uno che non posso lasciarmi scappare..."
Sollevo lo sguardo, stringendo il pugno sullo stelo.
"Ma Musa ucciderà te. E poi qualcuno ucciderà Musa. E alla fine credi ci sarà un vincitore? Chi vince è sempre quest'arena. Chi vince è sempre Grass."
Il ragazzo sbatte le palpebre, messo alle strette dalla verità.
"Vieni con me..." Gli dico rialzandomi in piedi.
"Solo per questa volta ragazza di fuoco." E ritrae la spada, scuotendo debolmente il capo.

Quando terminiamo di coprire la pelle di Riven con le foglie sta calando il buio intorno a noi.
Il corpo dello specialista giace appoggiato ad un albero, ancora nei pressi del ruscello; Seduti in cerchio intorno a lui, scartiamo la possibilità di accendere un fuoco nonostante il freddo, perchè la paura di essere scoperti senza alcuna difesa è troppa.
"Musa puoi andare a riposarti, resterò io con lui." Si offre Helia posandole una mano sulla spalla, ed io non posso evitare di chiedermi quale sia il suo segreto. Il ragazzo gentile nel buio della notte e crudele alla luce del giorno deve per forza nasconderne uno.
Ma Musa scuote la testa decisa: "Se non ti dispiace vorrei controllarlo di persona."
In risposta lui annuisce ed i lunghi capelli scuri ricadono sui suoi occhi.
"Sei il nipote di Saladin, giusto?" Mi azzardo a domandare senza ottenere alcuna risposta.
"Tuo nonno faceva parte della compagnia della luce?" Ritento e questa volta i suoi occhi saettano nella mia direzione.
"Cosa sai?" Chiede solo.
"Non molto. La compagnia della luce lottava a fin di bene, ma faticò a sconfiggere le tre antenate e si disperse."
"Un po' riduttivo ma ci siamo." Ride lo specialista, mentre Musa sbuffa.
"Chi ne faceva parte in origine?" Continuo con un'inspiegabile angoscia che si fa strada dentro di me. La solita voce che non si vuole spegnere.
"Oltre a mio nonno... Faragonda, i sovrani di Eraklyon ed i genitori di Brandon, Re Radius e Regina Luna di Solaria, i sovrani di Domino di cui avrai sentito parlare sicuramente, e la ninfa Daphne, loro primogenita."
Resto immobile, mentre i grossi punti di domanda che mi ronzano in testa sembrano uscire dagli occhi, dal naso, dalle orecchie, e offuscare ogni barlume di ragione.
Sto per formulare una frase quando la voce di Musa mi precede: "Non dimentichi qualcuno? Qualcuno che si è sacrificato per la causa?"
I due si guardano negli occhi per istanti che mi sembrano interminabili ed è di nuovo lei a parlare: "Mia madre e mio padre."
"Erano degli eroi." Mormora l'altro, e subito la fata scatta in piedi.
"Sì, ma solo mio padre lo è ancora!"
Lascio che il mio sguardo precipiti sotto le suole delle scarpe. "Perdonami Musa non..." Comincio, ma vengo nuovamente interrotta: "Non lo sapevi, certo."
"E riguardo i sovrani di Domino che hai citato prima?" Tento di cambiare argomento rivolgendomi a Helia.
Certo non rivelerò la mia identità, non ora e non in questo modo.
"Perirono entrambi" Fa lui "lasciando a Daphne il compito di proteggere il regno e sua sorella minore. Ma le tre antenate non si fermarono davanti a nulla e anche le ultime due superstiti vennero abbattute."
"Questo spiega tutto..." Mi lascio sfuggire.
"Spiega cosa?" Domanda Helia studiando la mia esitazione.
Me. Spiega me.
"Provengo anche io da una famiglia di Domino; Ma non ho mai conosciuto i miei genitori o la mia patria, perciò volevo saperne di più."
Mento, e la voce nel mio cuore si assopisce.

Quando riapro gli occhi il mattino seguente Helia è scomparso. Musa e Riven, d'altro canto, stanno sussurrando.
Sospiro sollevata quando vedo lo specialista muovere debolmente una mano e stringere quella della mia amica.
"Alleati?" Le domanda.
"No. Amici!"

Decidiamo di rimetterci in marcia, nella speranza di riunirci a Flora e Tecna.
Riven sembra negare ogni debolezza post trauma e ci precede di una decina di passi, apostrofandoci spesso.
"Quali novità dal fronte?" Scherza, mentre io e Musa sbuffiamo.
"Potresti essere un po' più civile?" Chiede quest'ultima.
Riven si ferma sulla sua postazione, per poi voltarsi con una mano sul petto. "Scusa cara! Sareste così gentili da dirmi chi è morto?"
Scuoto la testa e la fata della musica leva gli occhi verso il cielo. "Darcy no. Questo è poco ma sicuro."
"Ricapitolando" prosegue lui "restiamo io, voi due, Helia, Flora e Tecna, Sky, Darcy e Stormy."
"Non possiamo saperlo!" Esclamo, tentando di rimediare al senso di colpa che mi affera la gola. "Stella potrebbe essere ancora al fiume!"
"Dubito" replica il ragazzo "Era la prossima tappa che avevamo progettato io e Sky."
Stringo i pugni al pensiero di Sky macchiato del sangue della mia amica.
"E Ahysha?" Prosegue Musa che so essere legata a questa da una lunga amicizia.
"Morta. Uccisa da Stormy. Oh, e prima che lo chiediate anche le restanti streghe sono morte. Questioni di supremazia credo, in ogni caso restano solo le trix."
"Timmy? E Brandon?" Domanda ancora.
Riven abbassa il capo e per un attimo mi sembra di scorgere del pentimento sul suo viso, subito mascherato dal sarcasmo: "Quella è opera mia se tutto è andato bene."
Musa sta per rispondergli ma io intervengo, bloccata all'affermazione precedente.
"Aiuteremo Stella. Non si discute."


Ma al fiume tutto tace e della principessa di Solaria neanche una traccia.
Il cielo sembra specchiarsi nell'acqua limpida e stranamente immobile. Non un pesce, non un grillo provocano rumore intorno a noi, e il blu dominante l'intero paesaggio sembra spezzarsi solo in corrispondenza delle pietre che costituiscono un fragile ponte.
"E' troppo calmo qui." Mormora il nostro accompagnatore.
"Una grotta!" Fa Musa senza prestargli attenzione.
Tiene l'indice rivolto ad un antro roccioso, sulla sponda opposta alla nostra e, senza alcun preavviso, inizia a saltare da un sasso all'altro. Agile come una piuma, le braccia spalancate per mantenere l'equilibrio precario; Il suo corpo oscilla qua e là, come a seguire una melodia, e con il viso ridente affronta gli ostacoli sul proprio tragitto.
"E' una fortuna che ci siano queste..."
Ma non riesce a terminare la frase, perchè le rocce cominciano a muoversi, rivelandosi tartarughe marine.
Subito Riven estrae la spada, ma lo fermo con un sorriso: "Cosa vuoi che ci facciano?"
Ed è l'urlo di Musa a smentirmi per l'ennesima volta.
"Correte!" Grida lo specialista, assestando colpi qua e là mentre arriva a precederci.
Resto ultima nella fila, e quando i due raggiungono la riva ancora un salto ci divide.
"Coraggio Bloom!"
Sto per afferrare la mano di Musa, tesa nella mia direzione, quando una tartaruga più grande delle altre fuoriesce dalle profondità del fiume.
Sul collo e sul guscio, resistente come un'armatura, si srotolano infinite strisce rosse, e mentre l'animale mostra le sue fauci persino l'acqua sottostante sembra tremare.
Riven lancia la sua spada, trafiggendo l'animale al centro del cranio, e mentre questo sprofonda afferro la mano della mia amica.
Tutti e tre ci sdraiamo a riva per riprendere fiato, ma un nuovo pericolo afferra il ragazzo ormai disarmato per il collo, e nella colluttazione riesco appena a riconoscere i capelli castani di...
"Brandon!"
Riven si ferma, paralizzato alla vista del compagno, che ne approfitta per colpirlo in pieno viso.
Con un'espressione trionfante rivolge poi la lancia verso di noi, intimandoci: "Voi due, venite con me."

Arriviamo alla grotta che Musa indicava pochi minuti dopo. Brandon scarica dalle spalle il corpo privo di sensi di Riven.
"Riesci a trasformarti?" Sussurro all'altra fata, mentre tento di allentare la corda stretta intorno ai miei polsi.
"No... ho il sospetto che la corda assorba la magia." Mi risponde lei, divincolando le braccia graffiate.
"Non riuscite a stare in silenzio?!" Urla Brandon, prendendo a calci alcuni ciottoli per terra.
Possibile che i giochi lo rendano tanto isterico?
"In ginocchio!" Urla poi, recuperando la lancia e fendendo l'aria in segno di minaccia.
Subito ci accovacciamo sulla pietra fredda, ma nella penombra scorgo altri due corpi accanto a noi.
"Stella!"
La bionda, esanime, giace su un fianco e non risponde al richiamo.
"Cosa le hai fatto?" Urlo furiosa allo specialista, che muove piccoli passi avanti e indietro visibilmente angosciato.
"Non l'ho uccisa!" Solleva le mani in segno di resa. "Ma l'oscurità la rende debole e presto morirà."
Fisso sconvolta la pelle verdastra della fata. "Cosa vuoi da noi?"
"Prima di tutto che la sleghiate, le corde sono sprecate per una che è già in coma."
La mia rabbia tramonta in un silenzioso sconforto. Se non troviamo un modo per portarla alla luce, Stella morirà.
"Niente?" Ride Brandon. "D'accordo, faccio da solo."
Ma la mia attenzione viene richiamata da un paio di occhi azzurri che, nel mentre, si spalancano nell'ombra.
Di nuovo mi sento volare nel cielo, a milioni di metri sopra la terra.
"Sky..."
"Ben svegliato principino!" Lo canzona Brandon.
"Come sei arrivato qui?" Gli chiedo, ignorando le risate in sottofondo.
Il principe non risponde, e di nuovo scorgo, stretta tra i suoi denti, la collera nei miei confronti.
"Rispondi!" Abbaia il nostro rapitore. "Capisco, ti vergogni!"
"Di cosa?" Domanda Musa scuotendo la testa.
"E' arrivato al fiume con l'intenzione di uccidere Stella, ma ha incontrato me sfortunatamente..."
Stringo i pugni, conficcando le unghie nella carne già martoriata. "Sono state le Trix ad ordinartelo?"
"Non prendo ordini da nessuno." Ribatte gelido, ma una quinta voce si aggiunge alla conversazione. E' Riven, che ha da poco ripreso i sensi e sorride sornione: "Amico, non si direbbe!"
Approfitto dello scambio di battute per cercare una via di fuga. Siamo disposti attorno ad un pilastro di pietra, legati in un cerchio spezzato dall'unica figura ancora sdraiata. La via d'uscita è la stessa entrata che Brandon sorveglia.
Quest'ultimo, preso da una rabbia incontrollabile, colpisce Riven con un calcio ed abbandona la lancia, per sfoderare la spada rubata a Sky. Ma all'improvviso succede qualcosa di inaspettato: Stella, mantenendo gli occhi chiusi e la posizione supina, mormora:
"Darcy ha fatto un incantesimo a Brandon, Bloom. Guarda il marchio sul suo collo."
E' un bisbiglio impercettibile, che gli specialisti, animati nella loro discussione, non notano neppure.
Mi sporgo quanto basta per fissare la vittima: gesticola animatamente, ma non abbastanza da celare il minuscolo triangolo viola sul suo collo.
"Quale incantesimo?" Parlo, attenta a modulare la voce al suo stesso volume.
"Ha annegato le sue buone intenzioni nel fiume, lasciando che solo le emozioni negative affiorassero."
"Come lo aiutiamo?"
"Ho un piano, tu distrailo."

Annuisco piano, prima di attirare l'attenzione su di me: "Bel tatuaggio Brandon. Indovino, è stata Darcy a fartelo?"
Questo si volta verso di me: "Di che diavolo parli?"
"Ha ragione!" Conferma Sky, sconvolto quanto il suo amico "Cos'è quello?" E con il capo indica il simbolo sulla pelle bronzea.
Lo scudiero ruota la testa un paio di volte, come turbato da un sibilo assilante.
E' Riven a rispondere al suo posto: "Quella è la prova che le streghe vi vogliono entrambi morti! Hanno stregato Brandon, sapendo che avrebbe ucciso Sky."
"Non sono affari tuoi!" Esplode il primo, e quando punta la lama sul collo del suo migliore amico non riesco a trattenere un urlo.
"Brandon, fermati." A parlare questa volta è Stella, che si solleva stancamente sulle punte dei piedi. La voce pacata ed il passo leggiadro la portano ad un soffio da lui.
"Stai indietro!" Le urla di rimando, ma lei non si ferma.
"Non ho paura di te..."
Le sue parole, però, non solo sembrano sortire alcun effetto, al contrario paiono agitarlo di più:
"Hai idea di come mi sento a sapere che non posso averti per il mio sangue? E' solo questo, sangue!" Urla passandosi la lama aguzza sul polso e Stella trattiene il fiato.
"Ho passato tutta la vita a desiderare di essere un altro. Mi ingannavo con vestiti firmati e spade pregiate, quando ero solo un orfano sulla coscienza del suo sire. E non l'ho mai deluso, certo, ma nemmeno resto fiero. Come avrei potuto quando il meglio che potevo offrirgli non bastava? Non sono io l'erede che gli recherà lustro e gloria, ma lui!"
Quando il coltello preme di nuovo sulla gola di Sky stringo le palpebre.
"Brandon, io..." Comincia il biondo, ma il moro ha già sbarrato la strada verso il suo cuore.
"Sai cosa ha detto il nostro re?" Prosegue, rivolto all'avversario "Che Eraklyon quest'anno potrebbe avere finalmente un vincitore! Ma non stava parlando di me!"
E così detto, il metallo trafigge il petto del principe.

  
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