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Autore: IwonLyme    02/07/2017    1 recensioni
‘Il Principe’ è un racconto sulla libertà, sul significato che essa ha soprattutto per il giovane Nivek, protagonista e narratore, che verrà messo a confronto fin da subito con la bellezza di essa, la sua importanza e, almeno per lui, il suo difficile raggiungimento. Non è facile essere liberi e Nivek desidera talmente tanto esserlo che romperà ogni regola per raggiungere questo scopo.
Tuttavia ciò che inizia come un gesto ribelle e di rivalsa gli costerà proprio ciò che da principio inseguiva e si troverà catapultato in una realtà ed in un mondo molto più duro e severo di quanto non fosse suo nonno ed il villaggio in cui viveva da emarginato. Una guerra contro un re malvagio ed un padrone pronto a legarlo per sempre a se stesso saranno le cause delle sue vicissitudini che lo porteranno a riflettere sulla propria vita, sul vero scopo di essa e sulla sua nuova condizione: essere un Drago Domato.
“[…] tutto sta nel comprendere che qualcosa non ci è davvero tolto se noi non lo lasciamo andare via.”
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccoci giunti all'ultimo capitolo! Cosa succederà dopo la battaglia? Chi prenderà il posto del Re Orrendo?
Chi è perito e chi invece ha passato incolume la battaglia?

 
La Voce del Re - Parte XVI
 
Il Sogno del Drago (II)
 
Il mio padrone si sollevò e con decisione estrasse la spada prima dal corpo del padre e poi dal mio che perse immediatamente molto sangue. Mi voltai sul fianco e tossicchiai. – Mio Drago … quale pazzia … – Mormorò non riuscendo però a non ridere di gioia.
– Usa qualcosa per stringere la ferita … starò bene. – Sussurrai e lui levò la cintura dai pantaloni e ponendo sopra il grosso taglio la giacca del Re la strinse con forza facendomi non poco male. – Vacci piano, maciste … – Obiettai e lui rise.
– Cosa vuoi che sia … ti ho appena trapassato con una spada. – Posò la fronte sulla mia spalla e sospirò. – Dobbiamo andare, portare con noi il cadavere del Re, solo così coloro che sono fedeli a lui smetteranno di combattere. – Disse.
– Sarà fatto. – Risposi, ma non sapevo come, ero molto debole e non sarei riuscito a trasformarmi in Drago.
Il Solitario si alzò ed andò a prendere sulle spalle il cadavere del padre. Io mi sollevai malamente e mi avvicinai pronto ad obiettare. – Forza, conducimi, Drago del Cielo. – Sorrisi capendo che era un peso del quale non voleva essere privato. Così, reggendomi il petto, cominciai a percorrere la strada verso le mura mentre ancora pioveva forte.
La soddisfazione pervadeva i nostri cuori e ci sentivamo bene, incredibilmente bene. Sorrisi al mio padrone e lui chinò il capo verso di me. – Grazie, mio amato compagno. – Disse ed io risi spezzando tutto il dolore e la paura che avevano albergato il mio cuore. Il Re Orrendo era morto.
– È morto. – Mormorai.
– È così. – Rispose e quasi nemmeno lui ci credeva. – Finalmente il mio debito è saldato e questo mondo può rinascere di nuovo.
– Finalmente i Domatori troveranno la giusta via da percorrere. – Mi fermai e non aggiunsi altro, davanti a noi cominciava a delinearsi una figura famigliare ed entrambi riuscimmo a vedere con chiarezza Jaxon insieme a Wren e Jethro mentre combattevano con due Draghi oscuri ormai sopraffatti. I nostri cuori allora gioirono immensamente vedendoli vivi ed in forze. – Jethro! – Urlai e lui si voltò rivelando una parte di viso completamente sporca di sangue. Mi affrettai quanto più potevo lasciando indietro Nowell.
– Nivek! Figlio mio! – Esclamò con la gola colma di pianto e mi abbracciò non appena fummo vicini. – Sei vivo … questo vuol dire che … – Il Solitario lasciò cadere il suo pesante carico ed i tre esultarono con i visi rivolti al Cielo. – Che tu sia lodato, ragazzo, in eterno, fino a quando il sole non smetterà di splendere.
– Jaxon. – Disse Nowell. – Occupati che tutti lo vedano, te ne prego, la battaglia volgerà al termine così. – Lui obbedì e, prendendo il corpo sulle spalle spiccò il volo.
– Noi dunque proseguiamo verso le mura? – Chiese Wren.
– In realtà volevo andare a vedere se una vecchia aquila può ancora spiccare qualche volo. – Intervenne Nowell con aria divertita.
– Yorick … – Mormorai. Ed insieme a loro ci affrettammo a tornare indietro verso il castello.
– Ma com'è che sei ferito al petto, Nivek? – Domandò Jethro.
– Diciamo che è stata una cosa necessaria. – Borbottò Nowell.
– Ah … – Continuò il Drago di Fuoco. – … non pensavo che te l'avrei mai detto, figliolo, ma grazie al Cielo tu non hai un cuore che batte lì. – E mentre ridevamo sulla cosa oltrepassammo tutte le case. Arrivati a metà strada l'acqua cominciò a smettere di cadere e capimmo che tutti sapevano che colui che aveva oscurato il Cielo per molto tempo era finalmente morto.
 
Arrivati nel castello seguimmo tutti le parole di Nowell e lui ci condusse, dopo aver sbagliato strada un paio di volte, in fondo alle segrete. Febbrilmente cominciammo a guardare nelle celle e chiamavamo mio padre. Molti rispondevano ma tra loro non vi era la sua voce. Poi, dal fondo del corridoio, venne un sibilo ed io corsi in quella direzione. Lo trovai più vivo di quanto mi aspettassi.
– Padre! – Esclamai e, con l'aiuto di Nowell, divelsi la cella ed entrai. – Padre!
– Chi urla così? – Borbottò mentre si tirava più nell'angolo.
– Abbiamo vinto, Yorick. Il Re Orrendo è morto. – E da coloro che erano rinchiusi arrivò un grande urlo di gioia ed allora gli occhi di mio padre si sollevarono su noi due.
– È morto?
– Sì, zio, è morto. – Confermò il Solitario.
– Che il Cielo sia lodato per avervi mandati. – Esclamò. E subito ci strinse mentre commosso piangeva.
– Ora è tutto finito. – Mormorai.
– Ti sbagli, mio adorato figlio, questo è solo il principio. – Mi diede un bacio sulla fronte e la avvicinò alla sua. Allora io lo aiutai ad alzarsi e vedendo le mie ferite si allarmò. – Hai subito più di quel che speravo, figliolo. – Disse.
– Anche tu, padre, deve averti torturato molto. – Lui sorrise poggiandosi su di me.
– Tutto è valso al bene. – Uscimmo dalla cella e lì trovammo Wren e Jethro. Mio padre sorrise all'amica ed insieme, mentre lacrime scendevano dagli occhi di entrambi, si strinsero.
– Finalmente ciò che abbiamo sognato si avvera, amico mio. – Disse lei.
– È così. Ora nessuno ci maledirà ancora. – Poi volse lo sguardo a Jethro e gli sorrise. – Naisse è stata vendicata ed ogni vostro debito saldato. Nulla potrei chiedere di più a degli amici che non l'amore per mio figlio e la loro dolcezza. – Il Drago chinò il capo. – Grazie di essere stato ciò che io non credo sarò mai per mio figlio. Naisse l'avrebbe desiderato. – E sorrisi pensando a come sarebbe andata la mia vita se mia madre non fosse morta. Forse Jethro sarebbe comunque stato il mio padre Drago che mi avrebbe insegnato a parlare e cantare come uno della mia specie. Forse non era andata così diversamente da come avrebbe potuto.
– Yorick la mia stima verso di te è ogni giorno rinnovata. – Disse il Drago di Fuoco e chinò il capo. – Naisse l'hai meritata, lei è stata fortunata ad amarti. – E mio padre pianse dalla gioia nel saperla finalmente in pace insieme alla madre di Nowell. E amiche come furono in vita avrebbero riposato in pace.
– Sarà meglio andare dai nostri compagni, loro attendono il Re, non è vero? – Disse il Solitario e ci voltammo verso di lui.
– Certamente, sbrighiamoci. – Tagliò corto Yorick. – Una promessa è pur sempre una promessa. – Concluse e con noi al suo seguito cominciammo a ritornare verso le mura dove infine sarebbero stati raccolti i vivi … ed i morti.
Le spalle di mio padre erano forti e possenti. Sebbene fossero solcate da frustate e sporche di sangue camminava dritto e più veloce di noi. I suoi piedi avevano un piglio del tutto nuovo, un modo di procedere che non lasciava dubbi, la vittoria era calata nel suo animo ed una strana determinazione lo pervadeva. Non comprendevo ed, in fondo, così era stato fatto avvenire.
 
Le mura erano del tutto crollate. La devastazione aveva invaso il luogo e la foresta. Molti giravano feriti, mutilati, cercando qualche famigliare. Nowell camminava al fianco di Yorick e procedeva silenzioso cercando di riconoscere qualcuno di famigliare. I nostri occhi però non vedevano nessuno e ciò un po' ci rincuorò sebbene sapevamo che quelle persone erano morte per seguire noi.
Poi, da lontano, venne Ormond, che, vedendoci giungere, si affrettò verso di noi. Non aveva più un orecchio e sembravano perfino essergli state tolte due dita, ma, con lo stesso tono di accoglienza ci salutò. – Miei signori. – Mormorò.
– Ormond, come stai? – Gli chiese Nowell posandogli una mano sulla spalla.
– Abbastanza bene, mio signore.
– Chi è caduto? – Domandò.
– Molti, un terzo penso. – Sospirò. – Tra i Draghi Shiloh ci ha abbandonati ed anche il padre di Rastus, è morto per salvare me. – Volse gli occhi in quelli del Solitario. – E poi, mio signore … Wardell …
– Wardell? – Esclamò Nowell terrorizzato ed anche il mio cuore venne accartocciato e steso più volte.
– Venite con me … – Disse l'uomo con volto di morte senza riuscire a spiegarsi e silenzioso ci condusse con lui. Alle sue spalle io ed il mio padrone camminavamo gelati come statue e non riuscivamo a pensare a nulla. Non poteva essere successo qualcosa di terribile. Non poteva essere successo. Continuavamo a negare nei nostri cuori qualsiasi avvenimento ed il respiro ci veniva tolto ad ogni passo. Tremavano uniti ma distanti per la sorte di coloro che amavamo.
Lasciammo il luogo dove c'erano il maggior numero di feriti e giungemmo oltre le mura rotte nel luogo dove l'avevamo salutato l'ultima volta. Mi sembrò di vederlo il Domatore felice che ci salutava, con il pugno alzato e la spavalderia nel cuore. Poi Nowell si volse verso Ormond ed io ancora restai muto e pietrificato davanti al viso che faceva il Domatore. Il Solitario attendeva qualche sua parola e poi, tremolante, parlò. – Non ha lasciato che nessuno lo toccasse … – Mormorò abbassando lo sguardo e non riuscendo a dire molto altro. Ed allora prima il mio padrone e poi io ci avvicinammo al luogo buio dov'eravamo stati condotti.
Un pianto proveniva silenzioso dal piccolo pezzo di terra oltre un tratto di mura rimasto in piedi. A terra un uomo minuscolo era raggomitolato su se stesso e singhiozzava rumoroso. Le mani erano gelate in una morsa ferrea mentre stringeva a sé il corpo di un altro. Quando vidi i lunghi capelli rossi stentai a credere, come una mano di ghiaccio mi afferrò il cuore, lo strinse, lo stritolò, lo lasciò andare libero e mi privò dell'anima, mi distrusse e rimasi fermo in piedi non potendomi muovere per paura di cadere a terra. Infine crollavo. E non volli quasi avvicinarmi.
Nowell, solo, spinto da un senso di dovere, di dolcezza, di sofferenza proseguì. – Wardell … – Mormorò con la voce rotta dal pianto e le punta delle dita che gli tremavano.
– Nowell! Nowell! – Esclamò sollevando una mano ed agitandola per aria mentre i suoi occhi fissavano nel vuoto. – Nowell!
– Sono qui … amico mio. – E così afferrò la mano dell'uomo, la strinse e se la portò al petto.
Ormond, venendo dalle mie spalle, mi si fermò affianco e le gocce di sangue gli rigavano il viso così come lacrime che aveva pianto e dimenticato. – La nebbia è arrivata da est, ha invaso le mura, ci ha circondati. Tutti avevano paura. Wardell era saldo e proseguiva senza paura. Un Drago Nero gli è andato contro ed insieme ad Ishmael l'ha fronteggiato. La nebbia li ha avvolti, come ingoiati … e poi li ho trovati così. Ishmael era ferito, come una grossa lama gli era entrata fino al cuore. Wardell … lui … avendo visto la tenebra … non vede più nulla. È cieco … – Mi guardò mentre lacrime mi scendevano dagli occhi ed anche lui non riusciva a trattenere più il pianto. – Almeno questo il Cielo gliel'ha risparmiato. Almeno non ha dovuto vederlo morto …
– Re dei Draghi … – Sussurrò. – … se c'era qualcosa di giusto quello era l'amore che c'era tra Ishmael e Wardell. Ricorda le mie parole: il Cielo con loro è stato crudele più che con chiunque altro.
– Nowell … – Mormorò la voce di Wardell ed io sollevai gli occhi su di lui. – … è Ishmael quello tra le mie braccia, vero? È lui? Non respira … Nowell … cosa ho fatto … cosa ho fatto … Non dovevo … Non dovevo …
Sollevai gli occhi al Cielo ed il mio cuore venne tirato a terra spinto dalla tristezza. Ricordai il dolce viso del mio migliore amico, il suo sorriso, il suo pianto quando non aveva potuto dire sì all'amore della sua vita e tutto quello a cui aveva rinunciato per una causa cara al suo cuore, ma che infine si era presa ogni cosa.
Ci sarebbe stato molto da gioire per lui dopo la vittoria. L'amore che finalmente si compiva, il suo cuore finalmente al posto giusto, ogni cosa così come doveva andare, ma infine … lui era lì, steso su quel campo di battaglia, steso a terra morto e con il cuore diviso a metà, una lama fredda nel mezzo. Avrei dato la mia vita per veder brillare un solo istante, ancora solo un istante il suo amore compiuto, la loro felicità finalmente intera. Avrei dato il mio cuore per vederlo vivo ancora.
– Wardell, calmati ora …
Presi un profondo respiro e mi feci coraggio. Mi avvicinai e vidi il viso di Ishmael poggiato sulle ginocchia del Domatore che con forza gli stringeva la mano. Era stranamente felice, come se avesse compreso che il suo compito era finito. Aveva amato, era stato amato e tutti li avevano accettati ed infine non aveva proprio potuto morire triste. Non era riuscito ad esserlo sapendo che Wardell sarebbe stato vivo ed al sicuro.
Sollevai il capo e mentre pensavo alla sua voce, al mio nome che suonava nelle sue labbra cominciai a cantare. Il mio canto era in onore della sua vita, in onore del suo amore, in onore di tutto ciò che aveva vissuto e di tutto ciò che avrebbe potuto vivere. Mi aveva detto che non credeva di poter essere più felice eppure io non potevo pensare che se fosse stato vivo, se fosse stato in grado di donare il suo cuore a Wardell la felicità non sarebbe penetrata ancora di più nel suo animo rendendolo il più bello dei Draghi.
Guardai Wardell mentre cantavo e non riuscivo a non pensare a ciò che lui mi aveva chiesto di dire ad Ishmael se fosse morto. Dovevo dirgli che lo amava e che l'avrebbe sempre fatto … io avevo risposto lui che non ce ne sarebbe stato alcun bisogno. Perdonami Wardell per aver così sciaguratamente predetto il tuo futuro. Perdonami per non averlo protetto. Lui doveva essere tuo così come io sono di Nowell e forse noi non lo meritavamo altrettanto.
Il sorriso di Wardell quando Ishmael era con lui era dolce e bello come il sole, i suoi occhi erano solo per lui e lo seguivano ovunque andasse, lo seguivano come se fosse l'unica luce nell'oscurità, l'unica cosa degna di essere guardata, l'unico amore abbastanza degno di essere vissuto. A cosa gli serviva la vista ora che lui non c'era più nel mondo? Cosa mai avrebbe guardato?
La mia voce si spinse ancora in alto e sentii il pianto del Domatore placarsi mentre io cantavo e le lacrime rigavano le mie guance.
Non vi era ragione per continuare a vedere. Non vi era ragione per continuare a vedere un mondo in cui un amore così era finito senza mai spingersi più in là di un sogno, senza mai divenire qualcosa di più.
Una volta un Drago, che fu il mio migliore amico, sognò un amore stupendo, sognò un mondo in cui poteva essere come desiderava, avere colui che amava, vivergli sempre accanto e mai lasciarlo, morire insieme a lui così come era vissuto … e nel giorno in cui i sogni di tutti si avveravano, il suo sfumava, lui si risvegliava, moriva, e questo sogno non si avverò, questo sogno restò sempre silenzioso. Eppure fu potente nei cuori di coloro che con lui l'avevano condiviso, fu forte e doloroso vederlo cadere. Doloroso fu vederlo morire.
Non vi era ragione per continuare a vedere un mondo così, in cui una volta un Drago aveva sognato …
Wardell non avrebbe mai più visto il sole che gli ricordava gli occhi di Ishmael, il fuoco che gli ricordava i suoi capelli, gli alberi con i quali lui parlava, le sue mani che l'avevano stretto a sé così tante volte … non avrebbe più visto il mondo che di lui sapeva tanto.
Senza più versare una lacrima il Domatore si chinò sul viso del Drago e posò sulle sue labbra un tenero bacio, l'ultimo che gli avrebbe dato. Lì lasciò quel sogno, lì lasciò il mondo che così crudelmente l'aveva distrutto … per sempre sulle labbra del suo destinato compagno.
Così si salutano gli amanti che il destino ha diviso, coloro che vogliono ma non possono amarsi. Così salutò Ishmael colui che l'aveva amato di più e nel buio avrebbe continuato a vivere in un mondo che non sarebbe mai più sembrato lo stesso senza quel sogno ad illuminarlo sempre.
 
Wardell lasciò che Ishmael fosse portato via e mentre lo facevano non pianse e non si disperò più. Poi guardò Nowell e chiese lui che fosse accompagnato fino al luogo in cui avrebbe potuto salutare suo fratello che aveva scacciato con crudeltà per il dolore che lo tormentava. Il Solitario acconsentì e, porgendo lui il braccio, lo condusse dove doveva.
– Grazie, Re dei Draghi. – Disse mentre camminavamo, ma io non ebbi il coraggio di rispondergli, troppo era il dolore ed altrettanta la disperazione. Ancora non riuscivo a parlare di ciò che era successo, men che meno con lui.
Quando i nostri amici ci videro arrivare il silenzio calò fra tutti. Wardell si avvicinò al fratello e lo abbracciò. – Perdonami, sono felice tu sia vivo. – Mormorò.
– Non c'è nulla da perdonare. Vieni, troverò per te un luogo tranquillo. – Disse Ormond ed insieme si allontanarono dalla folla.
Mentre loro lasciavano il nostro fianco molti si riunirono accanto a noi. Nowell si rivolse a Yorick che era al nostro fianco. – Ma Jethro e Wren? – Domandò ed anch'io notai che non c'erano.
– Sono con Jaxon e gli altri, Shane è morto. – Disse con tono grave. Così apprendemmo che oltre Redus e Shiloh erano morti anche Sorek e Shane.
– Mio signore. – Sentii esordire alla mia destra e mi voltai. Janet si inchinò e mi rese omaggio.
– Signora delle Acque, siete giunta in nostro soccorso nel momento del bisogno, vi ringrazio. – Dissi.
– Ho molto errato nel non seguirti, Signore dei Fulmini, e mi dispiace non essere stata abbastanza lungimirante. Però il mio aiuto è giunto inaspettato ma gradito, come vedo, dunque me ne compiaccio.
Sorrisi. – Sono certo che esso è stato decisivo, ora se potete scusarmi desidero recarmi da un amico che ha bisogno di conforto.
– Certamente, sire. – Allora mi dileguai e riuscii a trovare la tenda in cui erano Gareth e la sua famiglia. Entrai e vidi il Signore del Fuoco che reggeva la mano al figlio e silenzioso piangeva il suo cordoglio. Accanto a lui vi era Thane e Jaxon che erano molto affezionati al cugino.
Mi avvicinai all'uomo. – Sire. – Mormorò vedendomi prendere posto al suo fianco. – Siete qui? Non dovreste essere fuori a prendervi gli onori? – Disse.
– Se non fosse stato per Shane voi non sareste venuti. Non dimentico cosa tuo figlio ha fatto per me e non dimentico che molto tempo vi sarà per gli onori e così poco per i lamenti.
– Grazie, mio signore. – Sorrise dolcemente e poi sollevò il viso su coloro che erano accanto a lui, poi su Jethro e Faron. – Fratello. – Disse. – Io sono vecchio e Shane è venuto alla luce già quando lo ero, ora non potrò avere un altro figlio e desidero che la mia tribù abbia un erede. – Faron sollevò lo sguardo.
– Tempo ci sarà per discuterne, fratello …
– No, desidero farlo ora. – Presse un profondo respiro. – Jethro, vorresti tu prendere il mio posto una volta che il tempo si prenderà me e le mie carni? Una volta che mi riunirò a mia moglie e mio figlio?
– Zio … io sono un Drago Domato … cosa stai …
– Sarai un Drago Domato, ma nessuno ha combattuto come te quest'oggi e la tua voce è potente, più della mia, più della nostra, desidero che il Grande Vulcano possa ascoltarla ogni giorno e che tu sotto di esso governi così come è giusto. Prenderai questo incarico?
– Ne sono onorato. – Rispose chinando il capo il mio maestro ed allora Gareth tornò a piangere il figlio, ma la calma aveva invaso il suo cuore e così la sicurezza di un futuro meno peggiore di quel che credeva.
 
La notte calò sul campo di battaglia e con essa giunse il momento che il nuovo Re prendesse parola ed io, guardando Nowell, sapevo che non avrebbe accettato un tale ruolo, lui, però, si dimostrava completamente tranquillo e ciò non poté che turbarmi. Qualcosa infine era già stato scelto senza che io ne fossi a conoscenza.
Ormond riunì i Domatori ed i Draghi sopravvissuti e, vicini gli uni agli altri, attendevamo. Io al fianco del mio padrone restavo calmo e continuavo a guardare il suo viso in cerca di una risposta poi, mentre ormai non c'era più posto per altri, il Solitario si fece avanti.
– Fratelli! – Urlò ed il mio cuore cominciò a battere con forza credendo che avrebbe compiuto il passo che non pensavo avrebbe fatto così presto. – Oggi sono qui come messaggero … – Aggiunse ed io non compresi. – Un Re legittimo salirà sul trono che un tempo fu del Re Orrendo e non vi potrebbe essere persona più indicata, più fidata, più degna di lui. – Sussultai. – Sono certo che egli avvierà il progetto che lui stesso ha immaginato per primo. – Si voltò. – Mio zio, Yorick, prenderà il trono. – Concluse e mio padre si fece avanti.
Il silenzio permeava il luogo sebbene fosse gremito di gente e nessuno si sarebbe aspettato quel particolare risvolto. Il Principe Perduto era senza un Drago, incapace di domare e sarebbe diventato il Re di tutti i Domatori. Ciò sembrò non soddisfare coloro che erano lì ad udire quella notizia, ma infine Yorick prese la parola e non c'era timore o indecisione in lui. – Domatori. – Disse. – Sono certo che molti di voi non mi ricordano ed i più in realtà non sanno che farsene di un Re Mezzo Morto, ma sono sicuro che ben presto comprenderete la necessità del mio ruolo. – Si mise in mezzo alla folla e molti lo guardarono con stupore. – Io posso promettervi, e voi non avrete dubbi, che mai userò Draghi al mio servizio per compiere del male, mai domerò Draghi con crudeltà, mai approfitterò di loro e mai mi permetterò di dire qualcosa contro il loro interesse, mai lascerò che il mondo cada ancora in ciò che prima era e, soprattutto, mai mi volgerò al male come il Re Orrendo. Posso promettervi questo per la mia condizione e nessuno di voi teme che io vi stia mentendo, non è così? – Sorrise. – Vedete come essere “Mezzo Morto” vi rende sicuri e fiduciosi?
– Tuttavia non è solo per questo che desidero essere amato da voi come Re o che io desidero diventarlo. Non è per necessità che un Re siede sul proprio trono o che governa o che è amato dal proprio popolo, non è vero? Non è per necessità che io governerò e non mi lascerò guidare dalle necessità per governare, sebbene esse siano importanti e non lo nego. Desidero andare oltre le necessità e desidero che ogni Domatore sia libero di stare con il proprio Drago e che nessun Drago debba temere di essere separato dal proprio Domatore, ma desidero anche che nessun Domatore prenda nessun Drago con la forza o con la tortura e che mai esso debba temere questo da un Domatore. Questo perché, fratelli, necessario è sicuramente non permettere che il male avvenga, che esso sia impedito, sconfitto … necessario è fare ciò che abbiamo fatto fino ad oggi, ma indispensabile è porre leggi, vigilare ed insegnare che non vi è amore forte come quello di un Drago ed il proprio Domatore, che non vi è nulla che può rendere felici come quel singolo rapporto, quell'amicizia sempre verde che non appassisce mai. E, modestamente, penso che io abbia tutto ciò che è necessario per insegnare che a volte venire privati di quell'amore è più doloroso che morire … e questo è ciò che oggi è indispensabile.
– Molti di voi hanno perso fratelli, mogli, figli, mariti e non importa che essi fossero Draghi o uomini, di sangue o dell'anima … non importa. Anche io persi ciò che per me era importante e pensavo che fosse indispensabile vendicare, uccidere colui che me l'aveva portata via, ma questo era forse solo necessario. Indispensabile era ricordarla, amarla, farla vivere attraverso di me e trasmettere l'amore di lei agli altri perché è questo ciò che io voglio fare, ciò che ora è indispensabile.
– Indispensabile è rendere questo luogo un posto sicuro, un posto felice dove Domatori e Draghi vivano come desiderino, come reputino più necessario. – Prese un profondo respiro. – Prego che voi abbiate fiducia in me e che, in questo lungo e buio periodo, mi assistiate e restiate vigili verso coloro che ancora minacciano questa nostra pace.
Senza volerlo un sorriso mi spuntò sulle labbra e capii che infine quella era la promessa che si erano fatti, capii che mio padre era la persona giusta per portare quel fardello e che, sebbene non lo credessi, sarebbe stato dannatamente bravo.
Così quella notte parlò il Re e la sua voce risuonò di cuore in cuore e colpì tutti coloro che erano lì ad ascoltare stregandoli ed attirandoli a sé così come era sempre stato abile a fare.
 
Alcuni giorni trascorsero da quella notte. I Draghi Liberi ancora in forze insieme al resto dei Domatori furono inviati ad intercettare l'esercito mancante che, forse udendo la notizia che il Re Orrendo era morto, non furono mai trovati. Così tornarono indietro ed il castello venne abitato dai Signori dei Draghi insieme ai capi dei Domatori. Molta gente venne dalle campagne in cerca di notizie ed asilo ed altrettanti trovarono ospitalità e comprensione tra le braccia del nuovo Re che, forse inaspettatamente, si rivelò essere più amato di quanto chiunque avesse pensato.
Onore fu reso a coloro che combatterono e perirono nella Grande Guerra contro il male. Nella foresta furono scavate molte fosse e lì, accanto alla roccia su cui Nowell aveva atteso i suoi eroi, furono seppelliti i caduti. Ishmael fu deposto accanto al padre Shiloh ed al suo fianco fu lasciato uno spazio abbastanza largo per colui che, quando la vita l'avrebbe abbandonato, si sarebbe unito a lui in Cielo. Molte lacrime furono versate per coloro che ci avevano lasciati e la tristezza colse i più anche nei giorni successivi, tuttavia grande riconoscenza crebbe nei cuori di Draghi e Domatori e quel luogo venne chiamato la Roccia del Re o il Campo dell'Eterna Attesa. Questo nome fu attribuito soprattutto negli anni successivi quando Nowell, divenuto Re dopo mio padre, lì si recava per piangere i propri amici, aspettando, silenzioso e sereno, il momento in cui un rumore l'avrebbe richiamato nuovamente dal fondo della foresta ed anche lui sarebbe andato in Cielo.
Infine ogni cosa sembrava essere tornata al proprio posto.
Io e Nowell sedevamo sulle fortificazioni del castello ed il vento solleticava i nostri visi mentre guardavamo la foresta che ci aveva divisi dalla vittoria. – Dunque abbiamo davvero vinto. – Disse lui in un sospiro.
– Non sei felice? – Domandai. – Ogni cosa è andata come desideravi … il Re Orrendo è morto, tu non sei Re, cos'altro volevi?
– Sei seccato che non te l'abbia detto?
– Potevi dirmelo. – Ribattei.
– Non credo avresti compreso. – Sorrise. – Ti sarebbe sembrato solo un modo per sfuggire dalle mie responsabilità.
– E non lo è? – Chiesi.
– Ho fatto una promessa con lui. – Mi guardò negli occhi. – Fino a quando lui avrà vita governerà, poi sarà il mio turno. – Mi posò una mano sulla spalla. – Se lui fosse morto ucciso dal Re Orrendo allora io avrei preso il trono. Ora capisci?
– Quindi alla morte di mio padre tu prenderai il suo posto?
– Sì, ho promesso. – Annuii.
– Va bene, allora penso che potrò accettare la cosa ed anche perdonare il tuo silenzio. – Rise.
– Grazie. – Lo guardai.
– Cosa desideri fare ora? – Domandai.
– Restare con Wardell è la mia priorità al momento. Desidero tornare con lui dalla sua tribù e vivere lì per un po' di tempo, almeno fino a quando il dolore non sarà diminuito. – Sospirò. – Ishmael mancherà a tutti, lui era la causa del sorriso di Wardell ed ora che non c'è più temo che non sarà mai più felice. – Abbassai lo sguardo e forte come uno schiaffo la tristezza mi colse pensando al mio amico che non c'era più. Lui pesava nel mio animo più di altri e la sua morte mi sembrava ancora così irreale che, sollevando gli occhi al cielo, mi sarei facilmente aspettato di vederlo volare felice e bellissimo così come sempre l'avevo visto. Invece egli non c'era più.
– Prima o poi sorriderà ancora, ne sono certo. – Dissi con la gola stretta in un nodo e lui si avvicinò e posò la sua testa sulla mia spalla.
– Dopo desidero volare con te fino a quando non dovrò diventare Re. – Aggiunse. Sorrisi.
– Volare per dove?
– In ogni luogo, lontano sulle montagne, oltre il mare, in ogni luogo dove la nostra mente possa voler andare. – Risi.
– Come desideri, ti guiderò ancora una volta e resterò con te fino alla fine. – Fu così che decidemmo di compiere un lungo viaggio e di osservare luoghi lontani ed inesplorati.
Lasciammo trascorrere solo pochi giorni e poi salutammo mio padre ed Ormond, che era diventato il suo consigliere, e ci preparammo ad andare via. In partenza vi erano anche Jethro e Wren che avrebbero seguito Faron e gli altri fin nelle Terre dei Vulcani e lì avrebbero vissuto insieme. Salutai il mio padre Drago e poi ci alzammo in volo verso l'alto Cielo.
Wardell era sulla mia groppa insieme al mio padrone e quella fu l'unica volta che portai qualcuno sulla schiena.
Lasciammo il castello dietro di noi e lì continuò la vita ed ogni cosa di cui aveva bisogno il regno. Egoisticamente ci spingemmo fino a ritrovare la tribù di Wardell e lì restammo in sua compagnia fino a che non decise di scacciarci perché a suo dire eravamo troppo ingombranti. Da quel momento in avanti cominciammo a viaggiare e volammo per luoghi sconosciuti fino alla fine del Mondo ed al principio del Cielo … liberi ed uniti.

La storia si è conclusa come avreste voluto? 
Nowell e Nivek sono liberi di agire come desiderano ed il loro sogno si è realizzato. Yorick porterà avanti le loro idee e preparerà il regno per quando saranno pronti. Il futuro li porterà ad essere sovrani di Domatori e Draghi, finalmente uniti in un solo popolo.
Spero davvero che la storia vi sia piaciuta! Mi raccomando, non trascurate l'Epilogo! Lì mi dilungherò un po' di più in spiegazioni!
Iwon Lyme
   
 
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