Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=eTk7ZcPgzYg.
Scritta per il Prompt del Lunedì di Il giardino di Efp.
Prompt:
1 - originale, romantico, het, age!gap: con lei, il gelato in piazza non era più roba da bambini.
La figlia dello Shogun
Lunar appoggiò la mano
sull’elsa della propria katana e
avanzò, sentiva la ragazzina alle sue spalle saltellare.
“Era da davvero molti anni
che non tornavi. Non trovo giusto
che mio padre ti mandi sempre via” si lamentò Rin.
Il samurai socchiuse gli occhi.
“Lo shogun mi affida
degl’incarichi importanti. Mi sento
onorato da questo” disse.
Rin si mise sulle punte dei suoi
sandali di legno e fece un
paio di balzi, ridacchiando.
“Sei rimasto lo stesso
serioso di quanto sei partito” disse.
Lunar alzò il capo e
osservò il cielo azzurro sopra di loro,
strinse le labbra fino a farle sbiancare.
“Anche il villaggio non
è cambiato. Vieni, ti offro un
gelato” disse.
Rin sgranò gli occhi e le
sue iridi dorate brillarono.
“Ti ricordi ancora i miei
gusti” festeggiò.
Lunar raggiunse il negozietto.
“Un gelato alla
panna” disse.
Rin gli afferrò il codino
moro e glielo tirò, Lunar si voltò
verso di lei e abbassò il capo. Il viso della giovane era
sorridente, i lunghi
capelli color del grano le incorniciavano il viso niveo. La giovane
indossava
un kimono rosa pallido dai pantaloni di tela viola scuro. Le forme del
seno s’intravedevano
attraverso la stoffa e le sue labbra rosee erano sporte e piene.
Lunar sentì le gote
avvampargli e volse lo sguardo.
“Tu, invece, sei cambiata
parecchio” bisbigliò.
Rin gli lasciò andare il
codino e gli tirò la larga manica
del kimono nero di lui.
“Dimmi, ti ricordi cosa mi
hai promesso quando ero bambina?”
chiese.
Lunar batté un paio di
volte le palpebre.
“Al momento, il ricordo non
mi sovviene” rispose atono.
Il gelataio gli porse il gelato,
Lunar trasse delle monete
dalla bisaccia rosso sangue che portava alla vita e lo pagò.
Prese il gelato e
si allontanò, seguito dalla ragazzina.
“Mi avevi promesso che, una
volta cresciuta, mi avresti
sposata” gli ricordò Rin.
Lunar si accomodò su un
sedile di bambù e la guardò correre
fino a lui, le porse il gelato.
“Sicuramente tuo padre ha
già deciso a chi andrai realmente
in sposa. Quella era la promessa fatta a una bambina piccola e
credulona,
convinta esistessero davvero cose come il filo rosso del destino. Il
mio
compito è recidere la vita dei nemici di tuo padre, non
creare legami” disse
gelido.
Rin si strinse il fiocco dorato che
le teneva fermi i corti
capelli con una mano e con l’altra si avvicinò il
cono alle labbra. Leccò
lentamente la panna del gelato.
Lunar osservò la lingua di
lei scattare, la bocca che le si
sporcava della sostanza biancastra e avvertì una fitta al
basso ventre.
< Con lei, il gelato in piazza
non è più roba da bambini
> rifletté.
“Sono in età da
marito e mio padre ha intenzione di
premiarti. Non credere, potrei convincerlo a darmi in sposa a te per
premiarti
di anni di duro servizio. In fondo, ho altre tre sorelle maggiori. Ed
io sono
la sua prediletta, vorrebbe vedermi al sicuro”
ribatté Rin. Morse il gelato e
si leccò le labbra, un po’ di panna le era finita
sul naso.
“E pensi di convincere
anche me?” chiese il samurai.
Rin si passò
l’indice sul naso prendendo il gelato e gli
ticchettò sulle labbra, sporcandogliele.
Lunar avvampò, le sue
pupille dilatate.
“Credo di esserci
già riuscita” gli bisbigliò Rin
all’orecchio.
Lunar deglutì
rumorosamente.