Ehm… sera, gente!
Non vi dirò di posare le armi, il fuoco o di impedire di
uccidermi perché me lo merito, ma a mia discolpa posso dire tre cose:
1)
La scuola mi ha succhiato via l’anima, quindi teoricamente
non è colpa mia.
2)
Il mio pc è morto per un tempo molto, mooolto lungo – e
anche questa nn è colpa mia.
3)
Se mi uccidete poi non potrete sapere come va a finire la
storia!
Consolatevi, consolatevi! Non ho messo di scrivere, anzi, sono andata avanti di molto su
carta. Tanto che se riesco a
raggiungere i 20 commenti minimo posso anche postare in settimana… altrimenti,
al weekend!
Allora, premetto che qst capitolo è OOC e assolutamente,
totalmente comico: i fan del Jasper
serio e composto, prego, lascino la sala perché potrei scioccarli. Ma non vi preoccupate, c’è anche la
spiegazione del suo comportamento, molto introspettiva. I moment EdxBella sono limitati, ma ci saranno.
Ultime cose: ripeto il mio contatto msn/indirizzo hotmail,
per chi si volesse mettere in contatto con me:
Marzia-moonlight@hotmail.it
Non ci sn stata molto, ma con l’estate sarò sempre su msn.
E poi, voglio dare il benvenuto e un enorme ringraziamento
alla mia piccola Beta MaryLu, che si
è presa l’enorme compito di correggermi le bozze! – sei una grande, in pochi
avrebbero accettato!! I ringraziamenti alla fine, PRIMA DELLO SPOILER DEL PROSSIMO CAPPY!!!
E ora, mie care, godetevi Jasperino in
versione Insegnate!!!
Giornata della Carriera – L’incubo di Jasper
“Eh? Giornata della Carriera?”
ripetei, sorpresa, bloccando la mia bottiglietta a mezz’aria.
“È una stupida tradizione della
scuola” sbuffò Jessica facendo un gesto vago con la mano “Come se non vedessi
già abbastanza i miei a casa… pensa se veramente mi capitasse il supplizio di
una giornata a lavoro con mia madre, o peggio, mio padre. Oddio, voglio la
morte liberatrice”
Si nascose melodrammatica il
volto tra le mani, scuotendo il capo.
“Non mi sembra il caso di fare
certe scene” disse Angela
“Credimi. Se hai dei genitori
come i miei hai tutto il diritto di disperarti” disse mesta Jess “Non tutti
hanno una madre e un padre perfetti come i vostri, ragazzi”
E guardò con invidia e, in
parte, anzi, totalmente, con adorazione Edward e Alice, seduti ai miei lati.
Loro due sorrisero; il sorriso
di Alice era raggiante, mentre quello di Edward era solo una maschera di
cortesia.
“Ci possiamo ritenere molto
fortunati” dissero in simbiosi.
Scossi il capo con un sorriso,
prendendo poi una lunga sorsata di coca-cola dalla bottiglietta. Fortunati ad
avere per genitori Esme e Carlisle mi sembrava un insulto. Erano indubbiamente
perfetti sotto ogni aspetto, e più passavo il tempo in casa Cullen più me ne
rendevo conto.
Ormai vivevo con loro da un
mese, e l’unica certezza che avevo acquisito su quella stravagante,
meravigliosa famiglia era che non avrebbero mai smesso di sorprendermi. Non era
passato un giorno in cui avessi avuto il tempo di annoiarmi; il concetto di privacy
era totalmente estraneo in quella casa.
“Per forza” aveva replicato
Emmett “Con il duo No-Privacy che abita affianco a te, nessun essere, umano o
soprannaturale, ha più il diritto a una sana e costruttiva vita privata. Per
fortuna che qualche santo ha inventato la porta. Dio ti benedica, Inventore
delle Porte!”
“Che poi non funziona
totalmente, ma sono dettagli minimi” disse Rosalie “Uno deve pur vivere in
qualche illusione, tu non credi? E a casa Cullen noi poveri vampiri comuni
tentiamo di auto-convincerci che la privacy possa esistere”
“Poveri illusi!” dissero in coro
i due sposi.
“Non dar retta a Jessica, Bella”
disse Mike con un sorriso “Dice solo sciocchezze. Può essere divertente”
“Mike ha ragione. Nessuna
opportunità va mai sprecata” disse Edward sorridendomi dolcemente “Non ho forse
ragione, Newton?”
Si rivolse al ragazzo con un
sorriso smagliante, falso e di circostanza, come da un mese a questa parte era
solito fare. Sembrava che Edward non lo sopportasse; chissà perché. Alice e i
suoi fratelli trovavano esilarante la loro rivalità.
Tornai a fissare i miei amici
umani curiosa. Da qualche settimana io,
Edward e Alice sedevamo regolarmente con Jessica, Mike, Angela, Ben e Laurent e
qualche altro occasionale compagno di scuola. Non ero riuscita a capire perché
Alice, ma soprattutto Edward, non volessero lasciarmi pranzare da sola. In
risposta avevo ricevuto da Alice un “In famiglia si condivide tutto, Bella.
Anche gli amici!”, prima che si voltasse a fissare Edward maliziosa e
scoppiasse a ridere con i fratelli Cullen, mentre Edward se ne stava seduto al
piano con un’aria decisamente imbarazzata e livida.
Così, due giorni a settimana io,
Ed e Ali (o “I Tre Angeli del Paradiso”, come ci avevano di soprannominato i
ragazzi, con mio grande imbarazzo) prendevamo posto ad un tavolo, e di fronte a
noi, schierati e imbambolati a fissarci, ci raggiungevano gli umani. Dopo
l’iniziale timore e abbaglio di cui erano vittime inconsapevoli, riuscimmo a
instaurare un dialogo, ehm, “pacifico”, soprattutto grazie alla parlantina di
Alice e alla innata fiducia che ispiravo nei ragazzi.
Mi dispiaceva non poter avere
tutti i miei fratelli al mio fianco; Rose non voleva avere niente a che fare
con loro, e Emmett non se la sentiva di abbandonarla; Jasper semplicemente
aveva preferito non correre rischi. Ma mi mancavano terribilmente, tanto che
spesso noi sei ci scambiavamo un rapido scambio di battute, che gli umani non
riuscivano a cogliere; purtroppo per loro, i tre fratelli “più grandi”
riuscivano a sentire tutto. E ciò comportava una valanga di battute e
sfrecciatine nei confronti miei e di Edward, nel viaggio di ritorno. Alice ne
sembrava immune, anzi, contribuiva ad alimentare la fiamma.
Infame, adorabile sorella
doppiogiochista!
“S-si, certo, Cullen” rispose
Mike in difficoltà, indietreggiando istintivamente
Edward sogghignò compiaciuto
della sua reazione. Io lo fissai e mi sorrise colpevole.
“Come funziona questa Giornata
della Carriera?” domandai curiosa.
“Beh, è semplice” prese la
parola Ben “Tutto inizia con il raccogliere le adesioni da parte dei genitori
interessati all’iniziativa”
“Poi, in base a quante firme
vengono raccolte, tutte le classi della scuola pescano a caso il nome di colui
o colei che dovrà fargli da mentore per un’intera giornata” completò Angela.
Incredibile, tra quei due c’era una sintonia perfetta; si completavano le frasi
a vicenda senza neanche rendersene conto.
Si vedeva lontano un miglio che
Ben provava qualcosa di più della semplice amicizia per Angie; e ero certa che
anche per lei valesse la stessa cosa. Ma erano entrambi troppi timidi per
dichiararsi.
“La sorpresa rende tutto molto
più divertente, non trovi anche tu, Bells?” chiese ridendo Alice
“Hai già partecipato?” le
chiesi.
Lei annuì raggiante. “L’anno
scorso sono capitata nel negozio di abbigliamento della signora Steven, la
madre di Noemi dell’ultimo anno. È stata davvero un’esperienza
divertentissima!”
Per te, Ali, pensai con un sorriso rassegnato. E dalla faccia che
fece Edward, al mio fianco, capii che era del mio stesso avviso.
“Carlisle ed Esme partecipano?”
gli chiesi.
“Si” rispose Edward “Hanno dato
la loro disponibilità anche l’anno scorso. Trovano quest’esperienza molto educativa
per le nostre giovani menti, e sono felici di poter aiutare dei ragazzi giovani
come noi ad avere un’idea più precisa sul lavoro che avranno intenzione di
svolgere nel futuro. Si sentono gratificati nel sapere di stare aiutando ragazzi
ancora in boccio, e di tramandare le loro conoscenze”. Scosse il capo con un
sorriso dolce, alzando gli occhi al cielo.
Tipico di Carlisle ed Esme;
potevano esistere persone più buone di loro?
“E tu? L’anno scorso, con chi
sei capitato?” continuai
Mi rivolse un’occhiata intensa,
un guizzo furbo nelle iridi ambrate. “Con Carlisle” rispose
Qui c’era puzza di boicottaggio;
traduzione: Alice ci aveva messo lo zampino.
“Jazz, Emmett e Rose?”
“Erano fuori città” rispose
Alice “E anche quest’anno non credo che Emmy e Rose ci faranno compagnia.
Questo è il periodo in cui Rose va a fare i suoi esami per l’allergia, e Emmett
non la lascia andare da sola. Sai com’è protettivo”
Le mie sopracciglia si
incurvarono; Rosalie era allergica a qualcosa? Forse questa era la scusa più
scadete che un Cullen avesse mai adottato. Ma l’arte recitativa di Alice era
indiscutibilmente perfetta, e tutti se la bevvero come acqua.
Sospirai; immaginavo, viste le
loro reticenze, che nostri fratelli maggiori non avrebbero avuto nessuna voglia
di partecipare; non avevano voluto correre rischi ed erano andati a grizzly
piuttosto che a genitori.
Jasper probabilmente non si sentiva
ancora in grado di poter stare un’intera giornata a stretto contatto con un
umano senza avere qualcuno di noi vicino, per timore di non riuscire a
controllarsi, cosa di che ritenevo sciocca.
Rosalie, invece, aveva
decisamente un autocontrollo impeccabile, ma evitava gli umani come la peste;
sembrava che non sopportasse proprio la loro presenza, e si nascondeva dietro
una finta apparenza fredda e insensibile.
Forse solo su Emmett Alice aveva
ragione; non avrebbe mai abbandonato la sua Rose per stare con degli stupidi
esseri umani. Era proprio innamorato perso.
“Ma quest’anno, Jasper mi ha
promesso che parteciperà!” trillò Alice entusiasta “Sono riuscita a
convincerlo! Ah, il mio Jasper…”
“Come ci sei riuscita?” domandai
strabiliata. Jasper doveva amarla davvero con tutta l’anima se aveva deciso di
affrontare una così dura prova.
“L’hai convinto o l’hai
obbligato, Alice?” chiese Edward con un sorriso furbo “Molto spesso ti sfugge
la differenza tra questi due vocaboli, sorellina”
“Io non obbligo nessuno. Mai” ribatté lei offesa, fissandolo con
occhi di fuoco “Voglio solo che si faccia quello che dico io come lo voglio io,
né più né meno!”
“Il tuo atteggiamento dispotico
e maniacale mi ricorda certe figure dittatoriali del calibro di Hitler”
“Come ti permetti?! Tu più di
tutti dovresti ringraziarmi per il bene che ti faccio!”
Sorrisi, scuotendo il capo; quei
due non si smentivano mai.
Era decisamente in fibrillazione
per la giornata di domani.
“Mi fa davvero piacere vederti
così entusiasta, Alice cara, ma ti prego, lascia le suppellettili al loro
posto” sospirò esasperata Esme mentre Alice portava il vaso blu del corridoio
in salone, dove noi altri ci eravamo riuniti. Era tutto il pomeriggio che
spostava gli oggetti, e Esme, paziente, li rimetteva al proprio posto.
Alice diceva di essere in piena
fase creativa, e Edward aveva commentato dicendo che dovevamo solo esserle
grati perché la sua creatività riguardasse l’arredamento e non la moda. Con la
coda dell’occhio, avevo visto Jasper annuire stancamente, divertito, prima che
scomparisse.
“Ma Esme, la luce del salotto
valorizzerebbe le orchidee!” protestò Alice accarezzando i fiori
“Si, ma il vaso stonerebbe con
il colori del divano e del tappeto”
“Hai ragione, mamma! Vado a
prendere l’altro vaso!” decretò convinta Alice, scomparendo in cucina
Ridacchiando, tornai a fissare i
tasti bianchi e neri che le mie mani non avevano mai lasciato, concludendo la
mia esecuzione. Al mio fianco, Edward mi rivolse un sorriso compiaciuto.
“Molto bene, Bella” si
complimentò “Stai migliorando davvero”
Arrossii. “Grazie. Sei bravo
come insegnate, sai?”
“E tu sei la migliore e la più
promettente allieva che io abbia mai visto” disse con quel suo sorriso che
adoravo.
Dovevo stare attenta, perché più
volte avevo rischiato l’autocombustione, così vicina a lui: l’elettricità che
scorreva tra di noi non si era mai attenuata, ma anzi, cresceva di intensità
ogni volta che ci trovavamo vicini. Ed era una situazione parecchio pericolosa,
perché non potevo garantire che avrei retto senza fare una qualche stupidaggine.
“E dai, Rose! Sarà divertente!”
si lamentò Alice
Io ed Edward ci voltammo verso
la porta, da cui Rosalie entrò ad occhi chiusi e testa alta diretta verso il
divano, seguita da un’Alice che sfoderava la sua miglior faccia da cucciolo per
abbagliarla. Era la decima volta che implorava nostra sorella di partecipare
alla giornata di domani, ma lei non ne voleva sapere.
“Ti ho già detto di no, Alice, e
non insistere” sbottò Rosalie irritata, prendendo un libro e sedendosi con
grazia vicino a suo marito “Non ho intenzione di sprecare il mio tempo in
questo modo. E non tollererò tornare sull’argomento, siamo intesi?”
“Uffa!” brontolò Alice “E tu,
big brother? Vieni, gigante?”
“Sembra divertente” si azzardò a
dire Emmett, fissando Rose “Ma preferisco restare a casa piuttosto che
terrorizzare qualche umano. C’è sempre Halloween per quello”
“Se vuoi puoi anche andare”
disse Rosalie formale, senza staccare gli occhi dal suo libro
“E perdermi l’onore di
trascorrere una po’ di tempo da solo con te, mia bella Rose?” disse il fratellone
prendendole una mano tra le sue “Mai”
“Andrò a fare shopping” lo
avvertì Rosalie “Ti annoierai di sicuro”
“Mi rifarò gli occhi vedendo la
mia mogliettina che si diverte per tutto il tempo che vorrò” replicò dolcemente
Emmett baciandogli il dorso della mano “E quando mi ricapita un’occasione del
genere, senza questi fratelli rompipalle attorno? Ovviamente tu sei esclusa,
Bella”
Rosalie si aprì in un bellissimo
sorriso dolce, e baciò teneramente Emmett.
Che carini che erano. Emmett e
Rose; due caratteri totalmente opposti che si attraevano inesorabilmente,
completandosi a vicenda. Erano stupendi insieme.
“Dov’è Jasper?” chiese a un
tratto Esme, tornano dalla cucina
“Oh, è con Carlisle a caccia”
rispose Alice “Vuole prepararsi bene per affrontare questa prova. Ci andremo
anche domani sera”
“Mi dispiace che non si senta
ancora pronto” sospirai tristemente “Non riesce a vedere di quanto
autocontrollo sia dotato. È un gran peccato”
“Già. Dovrebbe smetterla di auto-commiserarsi
e pensare solo al futuro, iniziando a vedere i suoi pregi” concordò Edward “Ma
non è molto sveglio, da questo lato…”
“Ah, grazie ragazzi!” disse la voce di Jasper, appena entrato in casa “Mi sento
così amato…”
“Prego” rispose Edward
“Ciao, Jasper” lo salutai. Alice
danzò sorridendo verso di lui e lo abbraccio
“Grazie” gli sussurrò
riconoscente. Lui le bacio i capelli con un sorriso.
Esme si avvicinò per salutare
Carlisle, sorridendo.
Ok, decisamente la situazione si
stava facendo troppo intima perché potessi sopportarlo; meglio dileguarsi alla
chetichella.
“Mmm… Beh, io vado al letto”
annuncia stiracchiandomi “Notte, notte”
“Buon riposo, Bella” mi
salutarono tutti con voce distratta.
Gli occhi di Edward saettarono
nei miei, chiedendomi aiuto. Sorrisi; sicuramente non ci teneva a fare il terzo
incomodo della situazione.
“Ah, Edward” lo chiamai
“Si?”. La sua voce era
decisamente sollevata e felice.
“Potresti prestarmi il cd di
Debussy, per favore? Lo vorrei ascoltare prima di andare a letto”
“Certamente” disse “Te lo do
subito”
E in un attimo mi affiancò, iniziando
a salire le scale. Gli altri sembrarono non farci molto caso, in verità, presi
com’erano dal far prigioniere con un solo sguardo intenso le anime dei loro partner.
“Grazie” disse Edward iniziando
a salire le scale
“Di nulla” replicai felice
“Allora, maestro, emozionato per la giornata di domani?”
“In realtà, mia piccola allieva,
non mi sento così in fibrillazione, al contrario di Alice” ammise “Non mi
entusiasma l’idea di trovarmi a stretto contatto con un essere umano per un giorno
intero”
“Ma se hai un autocontrollo incredibile!” obbiettai scioccata
Rise piano. “Non mi preoccupa
quel particolare aspetto, Bella” mi rispose “Non voglio costringere nessuno, in
particolare gli umani, ha sopportare la mia presenza. Hai visto anche tu come
l’istinto li porti a evitare qualsiasi contatto con noi, sebbene rimangano
folgorati dal nostro aspetto”
“Io… si, forse hai ragione”
ammisi fissando il pavimento “Ma a me viene naturale… non ci faccio poi così
tanto caso…”
Chissà, forse gli Anziani avevano
ragione; io, primo esemplare di una razza di vampiri evoluta e decisamente più
potente, potevo attirare le mie prede molto più facilmente degli altri perché
riuscivo a conquistarne la fiducia, mescolarmi in mezzo a loro con facilità;
agli altri vampiri non veniva così naturale comportarsi “da umani”
Edward rise, distraendomi. “Beh,
forse hai ragione, per te il discorso è un po’ diverso!”
“Guarda che avresti molto
successo anche tu se provassi a socializzare con il prossimo, invece di fare
l’asociale bello e impossibile” sbuffai
“Guarda che io ho successo, se non te ne fossi accorta”
si pavoneggiò entrando in camera sua
“Certo! Vantati pure di aver
conquistato quelle povere ingenue delle nostre compagne di scuola, in piena
crisi ormonale e con l’idea di uomo perfetto a metà tra un principe azzurro e
una porno star ben dotata!” ribattei irritata, incrociando le braccia “C’è
proprio da esserne orgogliosi, senza dubbio!”
“Mi dispiace deluderti, Bella,
ma non abbaglio solamente le tue compagne di scuola” mi rispose calmo, cercando
il cd “E mi dispiace smontare l’immagine che hanno – o hai – di me, ma non sono
così. Pensavo lo avessi capito”
“Io non penso questo!” replicai
arrossendo “Solo, mi sono stufata di essere presa di mira dalle tue ammiratrici
che tentano di estorcermi informazione sul tuo conto!”
Si voltò verso di me e mi
rivolse un sorriso arrogante, ma maledettamente sexy, che mi fece imporporare
le guance e perdere il filo. Accidenti a lui!
“Gelosa?” mi provocò
“Affatto!” ringhiai arrossendo “E
dammi il cd!” aggiunsi, strappandoglielo dalle mani
Mi voltai e mi diressi verso la
porta, furiosa, mentre lui si piegava per contenere le troppe risa che lo
scuotevano.
Non glie lo avrei mai rivelato,
neanche tra mille anni. Non gli avrei mai dato questa soddisfazione.
Non gli avrei mai confessato che
ero tremendamente gelosa di tutte le donne, di qualsiasi età, che gli posavano
gli occhi addosso.
“Buonanot…” iniziai furiosa, ma
sentii la sua mano posarsi delicatamente sulla mia spalla e trattenermi.
All’improvviso, mi ritrovai con
la schiena totalmente appoggiata al suo petto.
“Grazie, Bella, per non avermi
ancora tradito” soffiò nel mio orecchio con voce estremamente sensuale e
traboccante di gratitudine “Non sai quanto te ne sono grato. Sei davvero il mio
angelo custode”
L’unica cosa che sentii dopo
furono le sue labbra morbidi e delicate depositare un piccolo bacio dietro il
mio orecchio.
Un fuoco mi inondò ogni fibra
del mio essere, scorrendomi veloce e implacabile nelle vene al posto del
sangue. Mi sembrò di sentire il mio cuore fermo riprendere a battere
furiosamente, mentre la voglia di lui mi cresceva prepotentemente in corpo.
Mi voltai verso Edward e lo
trovai intento a fissarmi con quelle sue iridi color topazio, intense e
luminose come non mai, a pochi centimetri dal mio volto. Rimasi imprigionata
dai suoi occhi, tanto che dimenticai persino il mio nome.
Vidi le sue labbra rosse tremare
impercettibilmente, e la voglia di assaggiarle tornò violenta.
“Buonanotte, Bella” soffiò
dolcemente sul mio viso, avvolgendomi con il suo profumo. Poi si sollevò piano
ed entrò nella sua stanza, chiudendosi dentro.
Sbattei un paio di volte le
palpebre, ancora incapace di connettere il cervello. Il suo respiro mi
circondava, confondendomi. Era… delizioso; lillà, sole e miele, dolcissimo e
unico, misto a una fragranza più aspra e selvaggia, indomabile e affascinante
come lui: il profumo del mare, che io tanto amavo.
Non mi ero mai resa pienamente
conto di ciò.
Frastornata, rientrai nella mia stanza e mi cambiai.
“Edward Cullen” sospirai
sorridendo dolcemente “Sei in assoluto il vampiro più pericoloso che esista su
questo pianeta”
La sua risata smorzata mi arrivò
dall’altra parte del muro. “Forse non ti sei vista bene” mi rispose.
Scossi il capo, tentando di
calmarmi mentre mi mettevo a letto con le cuffiette nelle orecchie, ascoltando
Debussy e tentando di resistere all’effetto “Edward Cullen”.
Tentativo inutile, visto che
l’unica cosa che desiderassi con tutta l’anima erano le sue labbra di nuovo
premute contro di me, ma questa volta sulle mie.
Con questo desiderio proibito,
mi addormentai sprofondando nel mondo dei sogni.
“Che Jasper ha vissuto e che
potrebbe illustrarci molto più approfonditamente e con molta più passione”
borbottò Edward tornando a fissarmi, in attesa.
“Eroe troiano del celebre poema
virgiliano” soffiai giocando con la matita
“Enea” rispose pronto
“Questo però lo scrivi tu” dissi
passandogli la matita e la rivista “Non ho mai amato l’Eneide, e soprattutto
non mi è mai piaciuto Enea. Preferisco decisamente l’Odissea, è molto più
avvincente. O l’Iliade, quella sì che è bella”
Come ogni giorno, io e Edward ci
eravamo rifugiati all’ultimo banco, trascorrendo la lezione in altro modo; questa
settimana ci eravamo dati alle parole crociate. Uno di noi leggeva e scriveva e
l’altro doveva rispondere; vinceva chi ne completava di più e nel minor tempo
possibile.
Per ora, eravamo pari.
“Non si può dire che l’opera di
Virgilio sia totalmente originale, ma anch’essa ha il suo fascino” convenne
Edward accontentandomi “Se posso dirlo, anche io, non togliendole nulla, trovo
più interessanti le opere di Omero”
“Lo sapevi che era cieco?” dissi
riprendendo a rivista “E alcuni dubitano anche della sua esistenza”
“Beh, certo, la sua figura è
troppo mistificata per essere credibile” disse Edward “Ma bisogna pur credere
in qualcosa, no? Ognuno deve vivere delle sue illusioni, e non sta a noi
distruggerle”
“Mi sembra giusto” risposi
“Feroce plantigrade dei boschi, dall’andatura goffa e dalle dimensioni enormi,
caratteristico delle foreste americane”
Ci fissammo negli occhi per un
secondo, poi sogghignammo. “Emmett” mormorammo, prima di ridere sottovoce.
“Oh, però avanza una casella”
dissi
“Mettici una C puntata, così non
potranno confondersi” suggerì Edward dispettoso.
Bussarono alla porta e un
ragazzo del primo anno entrò titubante. “Scusi, professore, la classe dovrebbe
uscire e recarsi in mensa” disse “C’è l’estrazione”
Il nostro professore – Dio, com’era
sveglio quel uomo – sembrò cadere dalle nuvole; fissò per altri tre secondi il
ragazzo e poi ci fece cenno di andare. Non ce lo facemmo ripetere due volte e
ci affrettammo a uscire.
“Si va!” disse Edward fingendo
entusiasmo, una mano in tasca
“Preoccupato?” chiesi
“No” rispose con nonchalance “Mi fido di Alice”
Prima che potessi chiedere
spiegazione, vedemmo venirci incontro la classe di Jasper.
“Ciao ragazzi” ci salutò questo
venendoci incontro
“Hey, Jazz” risposi “Come mai anche
tu qui?”
“Sembra che quest’anno tutta la
scuola partecipi alla pesca insieme” spiegò alzando le spalle “A quanto pare
saranno due alunni a genitore. Peggio di così…”
“Sono certo che andrà tutto
bene, fratello” lo rincuorò Edward entrando in sala mensa. Jasper annuì, non
troppo convinto.
I tavoli della mensa erano stati
disposti orizzontalmente sul fondo, e alcuni professori, forse gli scrutatori,
come mi aveva detto Jessica, stavano prendendo posto. Sul tavolo centrare due
enormi scatoloni di cartone facevano mostra di sé.
“Quelli servono per la pesca”
disse Alice avvicinandosi a noi
“Ciao, Ali” la salutammo mentre
prendeva la mano di Jasper
“Non vi preoccupate di nulla,
ragazzi, andrà tutto bene” disse, e poi scoccò un bacio sulla guancia a Jasper
“Bene, ragazzi” disse un
professore dopo che tutte le classi si furono radunate dentro “Diamo inizio
alla pesca. Radunatevi in due file ordinate e mettetevi davanti agli scatoloni,
per favore. Estraete il nome del vostro tutor per un giorno e ditelo ad alta
voce, poi venite verso di noi, che provvederemo a darvi le ultime informazioni
necessarie. Mi raccomando, non voglio sentire lamentele da parte dei genitori.
È per il vostro futuro, e chissà che non vi possa illuminare”
Le chiacchiere esplosero tra gli
studenti mentre ci affrettavamo ad ubbidire. Nessuno voleva farsi avanti, così
i primi della fila furono Alice ed Edward, bramosi di andarsene al più presto.
Dietro di loro ci posizionammo io e Jasper.
Con più grazia di qualsiasi angelo de paradiso Ed e Ali si
fecero avanti, infilando la mano nello scatolone e tirandone fuori un
biglietto; l’intera sala ammutolì in un silenzio reverenziale.
“Carlisle Cullen” annunciarono tranquillamente, prima di
dirigersi verso i professori nel brusio concitato della sala, metà tra il
deluso e il sollevato.
“Certe persone hanno tutte le fortune” scosse la testa
Jasper, divertito
“Ho sono bravi truffatori, dipende dai punti di vista”
aggiunsi io
Edward e Alice ci fecero la linguaccia e noi ridacchiammo.
Mi voltai verso Jasper e gli sorrisi incoraggiante. “Fammi
vedere chi sei, fratellone. Dammi il buon esempio” sussurrai mentre ci
avvicinavamo al patibolo, ossia al tavolo.
“Ce la metterò tutta” stette al gioco Jasper “Sai che posso fare qualsiasi cosa”
“Ecco Narciso 2
Jasper sghignazzò, e insieme estraemmo il nostro foglietto.
Mi rilassai leggendo il nome.
“Esme Cullen” dicemmo in coro. Ci scambiammo uno sguardo
sbalordito, prima di voltarci verso Alice
Lei alzò le spalle. “L’avevo detto che non ci sarebbe stato
nulla di cui preoccuparsi” disse solo
“Niente di cui preoccuparsi?!” sibilò Jasper allibito quando
li raggiungemmo “Stai scherzando, vero?”
“Vedrai che supererai questa tua fobia, un giorno”
sghignazzò Edward
“Non mi sembra ci sia andata poi così male” dissi io
confusa, guardando il trio
“Isabella, c’è una sola cosa al mondo peggiore del liceo!”
ringhiò Jasper furioso “Sono…”
“I bambini”
Mio fratello chinò sconsolato il capo, chiaramente
sconfitto.
Io sorrisi imbarazzata, fissandolo senza sapere bene cosa
dirgli.
Eravamo fermi davanti all’entrata della scuola elementare di
Forks, luogo di lavoro di Esme e nostra meta per
Jasper sospirò ancora, afflitto. A quanto sembrava, nutriva
una forte avversione per i bambini, avversione che rasentava l’odio. Emmett
aveva rischiato seriamente di soffocarsi con le proprie risate quando aveva
scoperto che cosa doveva affrontare nostro fratello. Jasper aveva provveduto a
dargli una mano con i suoi intenti suicidi, visto che si era scagliato contro
di lui come una furia, e solo l’intervento di Carlisle aveva salvato Emmett da
morte certa. Lo scampato pericolo non aveva di certo rovinato l’umore di tutti loro;
solo io ero rimasta letteralmente paralizzata dalla paura che loro due si
potessero fare del male.
“Ma perché non sono rimasto a casa con Rose ed Emmett?” si
domandò ancora Jasper, sconsolato “Tra tutte le cose brutte proprio questa… va
bene, non sono un santo né il vampiro modello come Edward “Perfetto” Cullen, ne
ho commessi di errori e sbagli nella mia esistenza, ma sto cercando di
cambiare… come punizione per il mio comportamento mi sembra eccessiva, però…”
“Dai, Jasper, proviamo a vedere il lato positivo” lo
incoraggiai
Mi fulminò con lo sguardo. “Ho abbandonato una casa
confortevole e accogliente per raggiungere il luogo infernale dove vengono
allevate piccole e demoniache creature senza nessun rispetto per quelli più
grandi perché il cosiddetto “Amore della
mia esistenza”, alias Alice Cullen, mi ha letteralmente pugnalato alle
spalle!” concluse con un ringhiò furioso “Trovamelo tu il lato positivo!”
“Ehm… detta così sembra davvero una cosa brutta” borbottai
arrossendo
“Ah, basta!” esclamò voltandosi “Io ne ho abbastanza. Non ci
tengo a fare il babysitter. Me ne torno a casa!”
“NO!” esclamai afferrandogli il braccio “Ti scongiuro, non
lasciarmi affrontare questa battaglia da sola!”
“Di sicuro tu sei molto più portata di m per questo” liquidò
la cosa Jasper, che camminava verso la macchina con tutta me attaccata al
braccio
“Ti prego! Sono certa che ce la puoi fare!” continuai
implorante “Sarà come badare a venti piccoli Emmett…”
“Di bene in meglio!” esclamò lui “Bella, se stai cercando di
convincermi a restare questo non mi sembra l’esempio più adatto”
“Non puoi deludere Esme!”
“Sono certa che sopravvivrà al dolore” disse. Ormai eravamo
davanti alla macchina, e lui stava cercando le chiavi.
“Non puoi deludere Alice!” esclami chiudendo gli occhi per
non vedere il colpo meschino che gli stavo infliggendo.
Come previsto, si bloccò. Lo fissai e lo trovai a guardarmi
truce, a metà tra l’addolorato e il furioso.
“È stata una mossa subdola e meschina” borbottò “Tu passi veramente
troppo tempo con Alice e Rose, lo sai, si?”
“Scusa” mormorai dispiaciuta abbassando lo sguardo
Sospirò. “Va bene, d’accordo, affrontiamo questa cosa” si
arrese “Ma tu sorvegliami”
Liberai il suo braccio e insieme facemmo dietrofront,
diretti alla scuola elementare.
“Jasper, davvero, sono sicura che il tuo autocontrollo…”
“Oh, non mi riferivo alla sete” ghignò perfido, un luccichio
pericoloso negli occhi “Non sono così sicuro di riuscire a fermarmi, se
decidessi di insegnare l’educazione come la intendo io a quelle piccole
canaglie…”
Non dubitai un attimo delle sue parole, perché mio fratello
non stava affatto scherzando; mi appuntai mentalmente di suggerirgli di usare i
suoi poteri su sé stesso, nel peggiore dei casi. Sempre che fosse servito a
qualcosa.
“Grazie” aggiunsi sincera “Di accompagnarmi. So di averti
chiesto molto”
“Non potevo lasciarti sola, sorellina. Sono pur sempre tuo
fratello maggiore” disse Jasper con un sorriso “E poi, non vorrei proprio che
Edward si scontrasse con me perché ho abbandonato la sua piccola Bella tutta
sola…”
Arrossii; perché
Immersa com’ero in queste riflessioni non mi accorsi che
avevo seguito Jasper dentro l’edificio e che ora ci trovavamo in segreteria,
dove un uomo ci fissava a bocca spalancata.
“Buon giorno, siamo Jasper Hale e Isabella White, gli
studenti della Forks High School” si presentò mio fratello “Siamo qui per
“C-certo” disse quello riprendendosi “Ci è arrivato
l’avviso… ecco, sì,
grazie” risposi
“Splendido!” sbuffò Jasper uscendo “Poppanti. Se c’è una cosa di cui ringrazio e non smetterò mai di
ringraziarla mia natura vampiresca, è il non poter avere figli!”
“Non… ah, è vero!” dissi, ricordandomi che solamente io
avevo questa facoltà.
Fissai il pavimento, immersa nella mia riflessione. Per il
momento, non mi interessava particolarmente l’idea di avere una famiglia; ero
troppo giovane, e poi non avevo ancora trovato un compagno. Mia madre mi aveva
insegnato che l’avere un figlio era la gioia più grande che una donna potesse
ricevere nella sua vita, soprattutto se lo avesse avuto con la persona che si
ama. Invece, a Volterra… beh, era già tanto se nessuno era riuscito a
sfiorarmi. Non avevo nessuna intenzione di far nascere mio figlio con uno sconosciuto,
soprattutto non in quel inferno buio, condannandolo ad una vita da recluso,
come una cavia da laboratorio, o come uno sporco assassino.
Non l’avrei mai permesso.
“Scusa” mi sorrise colpevole Jasper, interpretando male il
mio silenzio “Per un attimo mi ero scordato. Spero non ti abbia offesa”
“No, assolutamente” risposi con un sorriso “Per ora non è
nei miei interessi metter su famiglia. Sono troppo giovane”
Si limitò a sorridermi, forse perché non sapeva cosa dire.
Mi piaceva Jasper: era gentile e riservato, ma non esitava ad aiutare le
persone a lui care se esse avevano bisogno di una mano. Forse non sarà stato un
gran oratore, ma si poteva sempre contare su di lui.
Ci fermammo davanti a una graziosa porta di legno scuro, su
cui era attaccato con una puntina un foglio su cui erano disegnati una tre a
numero romano e una C, sapientemente colorati e posizionati sopra uno sfondo
ricco.
Jasper cercò di reprimere un verso disgustato, credo
istintivo; a me, invece, brillavano gli occhi.
“Andiamo, dai!” esclami allegra
“Dobbiamo proprio?” mi implorò lui, depresso. Annuii, e lui
sospirò.
Bussai e la voce calda di Esme ci disse di entrare.
Obbedimmo, ritrovandoci in una classe ampia e luminosa,
dalle pareti color crema tappezzate da decine e decine di cartelloni colorati,
ricerche, disegni, modellini e cartine geografiche. Due enormi armadi erano
posizionati sul fondo, e tra loro su un piccolo banchetto c’era posizionata una
gabbietta, in cui un piccolo criceto correva nella sua ruota.
Tre file di banchi occupavano quasi l’intera aula, in cui,
disposti a coppie, una ventina di bambini ci studiavano rapiti, a bocca aperta.
Esme, in piedi dietro la cattedra, posizionata per obliquo sotto la finestra
nell’angolo, in modo da sorvegliare tutta la classe, ci rivolse un gran
sorriso.
“Siete qui, ragazzi. Puntuali come sempre” ci sorrise “Forza,
entrate pure. Bambini, ecco a voi i miei due aiutanti speciali, che per oggi
staranno qui con noi. Salutate Isabella e Jasper”
“Buongiorno, signorina Isabella e signorino Jasper” dissero
come un sol uomo quei piccolini, mentre noi ci fermavamo al centro dell’aula,
davanti la lavagna.
“’Giorno” disse Jasper tentando di essere cortese
“Ciao a tutti” li salutai raggiante. Incredibile, per la
prima volta mi sentivo perfettamente a mio agio in mezzo agli umani. Forse
perché i bambini sono innocenti e spensierati, ancora non corrosi dalla
malvagità e dalle gelosie che albergano in questo mondo, chi lo sa. Ma le loro
anime e le loro coscienze erano sincere e limpide, e non c’era nulla da temere.
“Perché non spiegate in breve il vostro compito?” propose
Esme appoggiandosi alla cattedra “Iniziate col dire perché siete qui. Che cosa
vi ha spinto a venire”
“Io sono qui contro la mia volontà e mi ci ha spinto la mia
ragazza a forza” borbottò Jasper spostando lo sguardo verso le pareti. I
bambini risero, e io gli tirai uno scappellotto – Alice mi aveva autorizzato in
caso di necessità.
“Ovviamente scherza” dissi io “Jasper è un tale burlone…”
“Ma non era Emmett il pagliaccio di casa?” disse lui
“Oh, se continui così tu sarai il pagliaccio di strada” lo
minacciò dolcemente Esme.
Jasper deglutii.“Non c’è bisogno di arrivare a tanto, faccio
il bravo” disse. Si voltò verso i bambini e sorrise “Vedete che succede a
essere altruisti? Si finisce fregati. Segnatevi questa perla di saggezza,
perché la prima è gratis, le altre ve le faccio pagare”
“Ma quant’è simpatico, eh? Il nostro Jasper!” dissi
imbarazzata tappandogli la bocca “Non dategli retta, vi prego”
“Signora Cullen, la preside la vorrebbe un attimo nel suo
ufficio” disse una bidella entrando
“La raggiungo immediatamente” disse Esme “Bambini, fate
conoscenza con i nostri ospiti. Mi raccomando, siate gentili”
Si avvicinò a noi e mi fissò. “Mi raccomando, Bella, tieni
d’occhio tutti i bambini” sussurrò
“Anche quelli troppo cresciuti”
“Era un vago riferimento a me?” disse Jasper. Esme se ne
andò richiudendosi la porta alle spalle.
Io e Jazz fissammo la classe, entrambi a corto di argomenti.
La classe iniziò a sentirsi a disagio; infondo, eravamo pur sempre dei vampiri:
logico che li mettessimo in soggezione, soprattutto ora che non c’era nessuno a
proteggerli.
Ma ben presto la calma ci riavvolse: notai Jasper, che
fingeva di interessarsi alle cartine, contrarre impercettibilmente il collo,
segno che stava utilizzando i suoi poteri. Sorrisi; in fondo non gli dispiaceva
trovarsi lì.
Una manina si alzò in aria, titubante. “Si, piccola?” dissi
cortese “Dimmi il tuo nome, così posso ricordarti meglio”
La bambina si alzò e deglutì, imbarazzata. “Si… io sono
Melanie, signorina. E mi chiedevo, ecco… lei è un angelo?”
Scoppia a ridere per quella affermazione, e Jasper sorrise
scuotendo piano il capo; che immaginazione che avevano i bambini!
“Eh, no…. Però mi piacerebbe!” dissi ridacchiando “Forse
Jasper lo è…”
“No, lui non lo è” disse in coro tutta
“È prepotente e antipatico” dissero alcuni
“Senza contare che è anche brutto” dissero altri
“Cos’avete detto, piccoli mostri?” sibilò Jasper mostrando i
denti
I bambini ammutolirono, spaventati. Io posai una mano sulla
sua spalla per trattenerlo.
“Ma dai, come fate a dirlo” dissi tentando di calmare le
acque “Forse è un po’ scontroso, ma è…”
“È cattivo e antipatico!”
“Brutti piccoli...” ringhiò
“Jasper, no!” esclamai, prendendolo per le spalle mentre lui
si lanciava contro di loro con intenzioni tutt’altro che pacifiche
“Lasciami subito, sorella!” sibilò piano “Non mi lascio
insultare da nessuno, tanto meno da dei piccoli rompipalle che ancora portano
il pannolino”
“Ci… penso… io…” dissi cercando di trattenerlo “Tu siediti
enon fare nulla”
Jasper smise di tentare l’evasione e mi fissò truce, poi
andò a sedersi alla cattedra e, incrociate gambe e braccia, si voltò verso la
finestra e non disse più una parola. Io, sollevata, mi voltai verso la classe.
“Bambini, non bisogna giudicare le persone prima di conoscerle”
li sgridai bonaria “È un comportamento maleducato, e sono sicura che Esme e i
vostri genitori non sarebbero contenti di saperlo”
Accidenti, miracolo! Le mie parole avevano avuto effetto! I
bambini chinarono la testa mortificati, o quantomeno feriti nell’orgoglio.
Stavo convincendo non una, ma ben venti piccole persone a darmi ragione!! Wow!
“Quindi, perché non proviamo a cancellare tutto e a
ricominciare da capo?” proposi più allegra “dai, su, porgete le vostre scuse a
Jasper”
“Ma se dobbiamo cancellare tutto allora non c’è bisogno che
ci scusiamo” dissero saccenti i bambini. Jasper li fulminò.
“In effetti… ma è meglio comunque farlo!” aggiunsi, visto la
brutta occhiata che mio fratello mi rivolse.
“Uff… Scusaci”
dissero per nulla conviti i piccoli
“Grazie” sibilò
furioso Jasper
“Prego”
“Va bene, credo che con i
ringraziamenti siamo a posto!” intervenni “Allora, la maestra vi ha spiegato
perché siamo qui?”
Un bambino alzò la mano. “La
signora Cullen ci ha detto che voi siete dei ti… tiro…”
“Tirocinanti?” gli suggerii, e
lo vidi sorridermi, annuendo. Risposi al sorriso “Beh, si, si può dire così.
Noi oggi staremo con voi e proveremo a fare gli assistenti della vostra
maestra, e se poi ci piacerà questo lavoro, da grande potremmo decidere di fare
l’insegnate”
“Anche io voglio fare la
maestra!” dissero due bambine in fondo all’aula
“Davvero? Ma che brave” le lodai
“E perché?”
“Perché vogliamo essere uguali
alla maestra” spiegarono con un sorriso “La signora Cullen è buona, gentile e
dolce, è la migliore maestra del mondo!”
“Lecchine” sbuffarono un paio di
ragazzi e Jasper, che fissava annoiato la finestra
“Bambini! Jasper!” li ripresi “Insomma, non si fa! Chiedete scusa!”
Di nuovo scuse prive di
significato. Perfetto! Ora capivo perché non sopportava i bambini: mio fratello
era uno di loro!!
“Allora, Bella, procede tutto
bene?” domandò Esme rientrando
“Ehm…” Allora, se per bene
intendi tuo figlio che muore dalla voglia di strangolare con le proprie mani
l’intera classe, e dei bambini che, ignorando il buon senso, fanno di tutto per
fornirgli un pretesto valido, allora, si, va tutto alla grande!
“Oh, si, mamma, andiamo tutti
d’amore e d’accordo” rispose Jasper con un sorriso
“Lui è tuo figlio?” chiese a
classe stupefatta
“Si” rispose Esme
“Come fai ad avere per figlio il
demonio?!” urlarono
“Ma io vi…” ringhiò Jasper
alzandosi e spaventando i bambini
“Adesso smettetela. Tutti
quanti” disse Esme severa “Bambini, non ci si rivolge mai così alle persone. E
Jasper, comportati da persona matura, per l’amor del cielo”
“Si, signora” dissero tutti chinando
il capo.
“Bene” disse Esme tornando a
sedersi alla cattedra “Ora, bambini, il recital d’autunno è alle porte, e noi
siamo ancora a metà dell’opera. Prendete tempere e pennelli e andiamo a teatro”
“Si” risposero, e si diressero
agli armadietti
“Date loro una mano” ci disse
Esme, e noi due annuimmo – Jasper sembrava proprio depresso, ma non si può dire
di no a Esme.
“Ecco, tieni” dissi porgendo a
una bambina due flaconi di tempera. Lei mi fissò arrossendo, ma mi ringraziò.
Jasper non, ehm, “suscitava” la
mia stessa simpatia verso i bambini; anzi, diciamo che l’odio tra loro era
reciproco e palpabile. Ora, per esempio, i bambini gli avevano fatto cadere in
testa tre bottiglie di colore (che non aveva potuto evitare per non far vedere
i suoi movimenti troppo veloci), e lui che, approfittando delle loro risate di
scherno, aveva lasciato che i cartelloni cadessero “accidentalmente” addosso a
loro, seppellendoli sotto e senza fare nulla per fermarli.
“Ops. State bene?” domandò sogghignando malefico, mentre i piccoli
cercavano di uscire da sotto la montagna di carta
“Maestra! Tuo figlio ci fa
male!” si lagnarono loro
“Brutti mocciosi! Ma se siete
stati voi a cominciare!” replicò lui
“Non è vero!”
“Invece si!”
“No!”
“Si!”
“No-o!”
“Si-i!”
“Mamma!” “Maestra!” esclamarono
poi, lamentandosi
“Ora basta, smettetela di
comportarvi da immaturi” disse severa Esme con un’occhiataccia “Bambini, non
date fastidio a Jasper. Jasper, non fare il bambino”
Misero il broncio. Tutti. Anche quello che doveva essere un
vampiro centenario protagonista e sopravvissuto alle terribile e violente
guerre del Sud.
Grandioso, pensai imbarazzata, Iniziamo
bene!
*
“Questo!” esclamò felice lei,
prendendo dalle mie mani la bottiglietta di colore “Si intona con i fiori
gialli!”
“Hai ragione” dissi; ecco una
riproduzione in scala di Rosalie: il senso estetico e la tendenza al comando ce
li aveva.
“Sta andando tutto bene, qui?”
domandò premurosa Esme, venendoci in contro.
La fissai incredula, credendo
che stesse scherzando. Che cosa era andato bene?
C’era solo da mettersi le mani
nei capelli. Non sapevo da dove cominciare. C’era stato un momento in quella lunga
mattinata in cui qualcosa era andato bene?!
“Sta... andando tutto alla
grande!” dissi sorridendole, ma il mio tono non era assolutamente sincero.
“Bella, sai che non si devono
dire le bugie?” mi riprese Susy continuando a colorare. Magnifico, sgamata da
una ragazzina di terza elementare!
“Susy, potresti andare a
prendere la nuova confezione di tempera?” chiese Esme, e la bambina corse via.
“Molti problemi?” chiese poi
Esme, indicando con un cenno Jasper.
“No, no e no! Ma ti pare che io possa fare la bestia da soma?!”
esclamò questo.
“Brutto vecchiaccio, ti pare che
io possa caricarmi quattro chili di
tempera?!” urlò di rimando Trevor.
“Risponde alla tua domanda?” dissi
a Esme, che osservava la scena interessata.
Quella era la conversazione più
pacifica che Jasper avesse avuto con un bambino in tutta… la sua esistenza,
credo. Di certo, la migliore di tutta la nostra giornata.
Da dove iniziare...
Forse dal tragitto
classe-teatro, dove i ragazzi si erano divertiti a stuzzicare Jasper con
battutine irritanti, al quale lui aveva risposto facendo lo sgambetto al capo
della “Banda Infestazione Molesta”, Trevor.
Da lì,
Ma l’offensiva non si era
placata. Trevor&Co. avevano riempito dei palloncini con vernici di tutti i
colori, e avevano atteso il momento giusto per attaccarlo alle spalle. Io e
Jasper stavamo chiacchierando – in verità io tentavo di rimproverarlo, mentre
lui, con un ghigno malvagio e gli occhietti che brillavano entusiasti, mi stava
spiegando la sua prossima mossa senza curarsi delle mie parole – quando fummo
colpiti da un bombardamento in piena regola per mano dei bambini.
Accortisi della mia presenza,
avevano interrotto il massacro, correndo verso di me per chiedermi scusa e domandarmi
se stessi bene, e per poi sgridare Jasper di non essere nemmeno capace di
difendere una ragazza. Ci mancò poco che mio fratello non gli spezzasse il
collo.
Avevamo aspettato un’ora prima
che Edward, travolto alla nostra vista quasi da una crisi di risate e
rischiante il soffocamento, ci portasse dei vestiti puliti, cogliendo
l’occasione per prendere un po’ in giro il suo fratellino. E il suo
“fratellino” stava per picchiarlo, incoraggiato dalle grida di giubilo dei
bambini, che gridavano “Botte, sangue, morte al diavolo biondo!”. Vedendo
Edward in pericolo, agii di istinto e mi posizionai davanti a lui, accucciata,
per proteggerlo dall’attacco. Alla mia vista Jasper si calmò subito, e
ritrovato l’autocontrollo si ritirò con i suoi vestiti mormorando un flebile
scusa. Solo allora mi ero accorta delle mani di Edward aggrappati ai miei
fianchi, pronte a spingermi via in caso di attacco. Il mio angelo mi aveva
fissato accigliato e preoccupato, sgridandomi e ordinandi di non rischiare mai
più per lui sebbene non avessimo mai davvero rischiato nulla – era Jasper, in
fondo) cosa che non gli promisi. Non avrei rischiato che si facesse male, di
nessun genere.
Comunque, una volta partito
Edward (con mio profondo dispiacere) Jasper si era rinchiuso in un cupo mutismo
e si era limitato a lavorare grugnendo rabbioso.
“Non è... felice” sospirai rivolta
ad Esme“Non è a suo agio. E neanche i bambini”
“Beh, ovviamente qui si è
scatenata una sanguinosa guerra per il possesso del territorio” esclamò Esme sorridendo,
prima di ridere. La fissai stupefatta, mentre le urla dei due litiganti
echeggiavano intorno a noi.
“Oh, Bella, è semplice! Jasper,
sebbene sia molto maturo e pacato, inconsciamente è ancora un bambino” spiegò
dolcemente “Trevor si sente minacciato nel proprio territorio, perché Jasper, appena
entrato, ha riscosso molto successo tra i suoi amici. Il sarcasmo va molto di
moda in questo secolo, piccola, e Jasper è un campione in questo. Trevor ha
solamente paura che tuo fratello gli rubi gli amici, mentre Jasper agisce
perché stato sfidato” Scosse il capo sospirando divertita. “Una guerra per il
successo. Quanto sei caduto in basso, figlio mio...”
Sollevo lo sguardo e incrociò i
miei occhi; la fissavo stupefatta.
“Hai... appena psicanalizzato su
due piedi il comportamento sociale di un manipolo di bambini umani minacciati
dalla presenza di un nostro esemplare?” chiesi boccheggiante, stupefatta.
“Conosco bene mio figlio, e
conosco bene i miei alunni” sorrise lei “E poi, ho due lauree in psicologia”
“Ah, mi sembra... Davvero?” esclamai,
ammirata.
“Mi affascina la mente umana,
soprattutto nella fase di sviluppo” spiegò.
“Venite qui, marmocchi!” sbraitò
Jasper inseguendo Trevor e John.
“Beh... io direi di portarli a
mangiare” disse Esme fissando la scena con il sopracciglio inarcato.
Mi limitai ad annuire,
esterrefatta. Esme mi prese delicatamente il viso tra le mani e mi sorrise rassicurante.
“Tesoro, non temere. Jasper è un bravo attore, ma sono certa che arriverà il
momento in cui si rivelerà davvero” disse enigmatica.
“Pensavo che
“Bambini, mettete tutto in
ordine, andatevi a lavare le mani e poi seguite Bella e Jasper in sala mensa”
ordinò poi dolce ma autoritaria.
I bambini esclamarono un “Si!” e
scattarono, obbedendo ad Esme. In quindici minuti furono pronti, e io e Jasper,
in coda alla classe, li accompagnammo a pranzare.
“Ma guarda se uno come me deve
stare ai comodacci di questi mocciosi arroganti…” borbottava con sguardo scuro
mio fratello.
“Jasper, perdonami, ma non ti
sembra di esagerare?” dissi, aggiungendo mentalmente un parecchio.
Lui si voltò e mi fissò furioso,
poi sembrò ricomporsi e assunse un cipiglio più calmo. “Scusami, Bella” sospirò
“Per prima. Non avrei dovuto perdere le staffe con Edward. Potevo farvi del
male”
“Non fa nulla, Jasper. Sono
certa che non lo avresti mai fatto” lo rassicurai posandogli una mano sul
braccio “Hai solo perso… ehm…”
Non trovai le parole più adatte,
e lui ridacchiò. “La testa?” suggerì.
“E non solo quella” dissi mentre
i ragazzi si accomodavano ai tavoli “Secondo me, se posso dirtelo, sei partito
con dei pregiudizi. Insomma, la tua idea è che tutti i bambini siano delle
pesti, e ti comporti di conseguenza senza neanche provare a conoscerli; loro, ricevuto
il tuo trattamento, reagiscono. È una cosa naturale, istintiva. Insomma, secondo
me dovresti solo rilassarti e provare ad essere più gentile”. Lo fissai e notai
che mi guardava divertito, con un sorrisetto sul volto. “Esme mi ha
psicanalizzato, vero?” ridacchiò. Distolsi lo sguardo, rossa, e lui rise. “Eh,
che posso dire, la mamma mi conosce veramente bene!” rise, abbassando il tono.
Si fissò la punta delle scarpe, cercando le parole più adatte “Bah, forse avete
ragione. Forse dovrei abbandonare i miei pregiudizi e ricominciare con il piede
giusto con questi qua. Ma sai, non è così semplice” fissò il soffitto,
appoggiandosi alla parete “Non so bene perché, ma ogni volta che li guardo…
ripenso al mio trascorso”
“Ti riferisci al tuo passato di
soldato?” domandai
Annuì. “Ti ho raccontato che
nella scala gerarchica dell’esercito di Maria io ero secondo, ricordi? Oltre a
questo, io mi occupavo anche dell’addestramento dei neonati” iniziò perso nei
suoi ricordi “Della creazione no – non ho mai posseduto l’autocontrollo
necessario – ma ero il vampiro più esperto, e quindi era mio compito addestrare
i nuovi. Ero… sono abituato a essere
trattato con un certo rispetto, ma con loro…” rivolse uno sguardo sofferente ai
bambini “Con loro no. Mi ricordano quei giovani combattenti che addestravo.
Erano giovani, così inesperti… così facili da manipolare. Erano bambini, Bella, sebbene mostrassero
corpi di adolescenti o adulti, per quelli della nostra razza erano neonati. E i
più si comportavano… si comportavano proprio come Trevor, capisci? Si credevano
invincibili e si atteggiavano a grandi capi. Si immaginavano… un futuro da
brillanti guerrieri, da veterani… sì, ovviamente erano più spocchiosi e pieni
di boria di questi mocciosi, ma il comportamento arrogante, i sogni e le
speranze erano illusorie come le loro. Sognavano tutti il trionfo, mentre
quello che trovavano era solo… morte”
“Jasper…” sussurrai, sentendo le
lacrime bagnarmi gli angoli degli occhi.
Potevo capirlo, in effetti.
Potevo provare a mettermi nei suoi panni, e a capire il perché di quel astio:
in loro rivedeva le centinaia di anime che aveva addestrato, che aveva
allenato… alle quali inconsciamente si era affezionato,
pur non dandolo mai a vedere. In fondo, erano pur sempre i suoi compagni, i
suoi alunni, e tutti erano stati
strappati prima alla loro vita, poi alla loro non-esistenza, lasciandolo solo.
E potevo capire come mai non se ne fosse accorto prima: era, come mi aveva già
detto, “ossessionato” dal desiderio di far carriera, arrivando ad auto-convincersi
di crederli solo pedine di un fine più grande. Ma quando si possedeva un dono
come il suo, era difficile non restare contagiati dalle emozioni che ci volano
attorno.
“Che fai, piangi?” mi domandò
sorpreso. Ridacchiò allegro per alleggerire l’atmosfera e mi asciugò una
lacrima. “Dai, su, non volevo farti piangere! Guarda che se Edward lo viene a
sapere dovrai proteggere me! E chi lo sopporta se scopre che la sua stellina ha
versato due lacrimuccie per la commozione a causa mia?”
Arrossii ma smisi di piangere.
“Molte di quelle ferite…” sussurrai “te le sei fatte per proteggere i tuoi
compagni, vero?” Si bloccò, stupefatto. “Non credo che te ne rendessi conto”
aggiunsi “Era il tuo subconscio che ti guidava. Sono certa che tu non volevi
che i tuoi alunni si facessero del male”
Soppesò le mie parole con cura.
“Uhm… la tua psicanalisi potrebbe essere corretta. Che fai, ti iscrivi a un
corso con Esme, quest’inverno?” domandò
“Dai, fai il serio”
“Io sono serio”
“Ammettilo: in fondo in fondo,
non ti dispiace aver passato la giornata con Trevor” lo stuzzicai
Mi fissò a lungo, poi sospirò.
“Beh, a conti fatto, devo dire che mi è…” iniziò. Ma un proiettile di polpetta
e sugo lo centro proprio sulla guancia, mentre nell’aria esplodevano le risate
dei bambini.
“Centro pieno, brutto
psicopatico biondo!” esclamò trionfante Trevor, alzando i pungi verso il cielo
“Così impari a far piangere le donne!”
“Trevor, sei gentile a di
volermi difendere, ma non è educato…” iniziai
“… BRUTTO MOSTRICIATTOLO
ROMPISCATOLE! TI CONVIENE SCAPPARE, PERCHE’ SE TI BECCO TI FACCIO FUORI!”
ringhiò Jasper
Trevor gli fece la linguaccia e
si alzò correndo verso il cortile, con Jasper e la classe alle calcagna. Io
sospirai e mi accinsi a seguirli con il morale sotto i tacchi.
“Dai… Jasper, non fare così”
dissi per la quindicesima volta di fila
“No!” sbuffò lui furioso,
chiudendo gli occhi e voltando il capo dall’altra parte.
Eravamo seduti in giardino,
mentre la nostra classe si stava godendo la ricreazione pomeridiana. Jasper era
seduto a gambe incrociate sulla panchina, le braccia conserte e l’aria offesa.
Per colpa mia.
Solo perché avevo liberato
Trevor dalla sua gabbia prima che lui tornasse con la mazza da baseball…
“Su, sono certa che non gli
avresti mai fatto del male” ricominciai
“Solo perché tu mi l’hai
liberato” ringhiò imbronciato “E comunque, una bella dose di paura è proprio
quello che serve per quel maledetto moccioso!”
“Ma se fino a mezz’ora fa
pensavi di volergli bene!”
“Non l’ho mai detto, né tanto meno
pensato!”
Uff, ragionare con Jasper quando
entrava in modalità “Infanzia Rubata e Corrotta” era impossibile. Era peggio
dei bambini, moltiplicato per cento.
“Va bene, ho sbagliato io a
crederlo. Ora, per favore, mi perdoni?” mi arresi
“Non lo so…” disse
“Se ti prometto che non racconterò
nulla ai tuoi fratelli?”
“Più che perdonata!” sorrise,
tornado il Jasper di sempre. Si passò una mano tra i capelli e scivolò sulla
panchina, stremato.
“Come mi sono ridotto… perdo la
calma per dei poppanti” sospirò posandosi un braccio sugli occhi. Rimasi in
silenzio mentre si auto-commiserava, senza sapere che cosa dire. Anche la mia
mente era stata stressata abbastanza quel giorno, e le mie forze si stavano
esaurendo. Avevo proprio bisogno di riposarmi un attimo.
“Senti, Jasper, io ho voglia di
un caffè” dissi a un certo punto “Puoi restare dieci minuti da solo con loro
senza perdere la calma?” chiesi
“Dieci minuti” disse solo
Io scattai e volai in sala
professori al terzo piano per farmi un doppio espresso. Accidenti, altro che
esperienza utile al nostro futuro, questa era un suicidio volontario! Per una
volta mi vidi costretta a dare pienamente ragione a Jessica; e questo era grave!
Presa la mia super bibita tornai
giù prendendomela con calma e gustandomi il sapore amaro del caffè. Diedi uno
sguardo all’orologio e vidi che mancavano solo due ore al suono dell’ultima
campana. Un po’ mi dispiaceva dover abbandonare la classe di Esme: in fondo,
con me i bambini erano stati adorabili, e mi ero divertita molto.
“Ridammela! E mia!”
“Togliti dalle scatole,
mocciosa!”
Scattai alla finestra
strozzandomi con il caffè; il pianto di Susy mi era giunto forte e chiaro.
La piccola era stata afferrata
per il colletto della camicia da un ragazzino di terza media – medie e
elementari erano comunicanti, in quella scuola – mentre i compagni di quel
cretino ridevano passandosi la sua bambola come un pallone da calcio. La bambina
aveva le guancie irrigate dalle lacrime e singhiozzava impaurita. Una collera
cieca mi invase l’anima, mentre un ringhio mi saliva dalla gola; stavo per
fondarmi verso di loro quando la voce di Trevor esplose nell’aria.
“Ehi, tu, lasciala in pace!”
gridò, correndo con alcuni compagni verso Susy e il suo aggressore. Si lanciò
verso il ragazzo e gli tirò un calcio negli stinchi. Quello lasciò la bambina e
Trevor gli si mise davanti per difenderla.
“Brutto moccioso, di che ti
impicci?!” ringhiò quel altro tenendosi la gamba
“Ah, certo, dà del moccioso a
me! Tu, che te la prendi con quelli più piccoli, e per di più con una ragazza!
Dovresti vergognarti, Ray!” gli urlò Trevor
“E dovrebbe essere un topo di
terza a darmi ordini?” rispose Ray
“Ridalle la bambola, glie l’hai
rubata!” ordinò perentorio Trevor
“Altrimenti che mi fai?”
Trevor rise sarcasticamente.
“Oh, che c’è, ti ci sei affezionato? Ma che sbadato, non mi ero reso conto che
è l’unica che manca alla tua collezione!” lo prese in giro “Susy, andiamo,
lasciagliela pure. Alle signorine come lui non si può torcere un capello, che
scappano frignando”
“Tu, brutto piccolo…”
Ray perse il controllo e diede
un forte pugno nello stomaco a Trevor, che cadde a terra gemendo, mentre Susy
lo chiamava in lacrime. Ma il bambino si rialzò e lo sfidò con lo sguardo. Ray si
preparò a colpirlo ancora…
“Sai, le persone come te mi
fanno veramente girare le palle”
Una mano pallida bloccò
facilmente il pugno di ray prima che potesse fare mezza mossa; la figura
imponente di mio fratello si era messa di fronte ai bambini in loro difesa.
Jasper faceva veramente paura:
avevo uno sguardo di fredda ira, e sembrava che un’aura di potere venisse emanata
dal suo corpo.
“I ragazzini come te mi danno il
voltastomaco!” ringhiò “Se la prendono con i più piccoli perché non sono capace
di fare altro”
I ragazzi lo fissavano
terrorizzati, incapaci di scappare; Trevor, Susy (abbracciati) e i loro
compagni lo fissavano con stupore.
Jasper si chinò con il viso fino
ad arrivare a una spanna da quello del ragazzo, la sua mano ancora stretta intorno
al pugno di Ray.
“Guai, se riprovi anche solo a sfiorare con lo sguardo questa
classe” sibilò minaccioso, facendo comparire i lucciconi a quel ragazzo “E ora,
sparisci”
Quello non se lo fece ripetere
due volte e scappò seguito dai suoi coetanei, abbandonando la bambola. Jasper
si chinò a raccoglierla, la spolverò con la mano e la porse a Susy, inginocchiandosi
di fronte a lei.
“Ecco, prendi” dissi dolcemente,
sorridendo per la prima volta come era suo solito
Susy annuì e la prese con un
sorriso timido, arrossendo. Jasper le posò una mano sui capelli, poi spostò lo
sguardo su Trevor; il suo sorriso divenne un ghigno divertito.
“Sai, moccioso, per essere una
spina nel fianco sei davvero coraggioso” disse “Però, la prossima volta, invece
di incassare, agisci d’astuzia: sei più piccolo, più veloce e più agile. Gioca
sulla velocità e sulla tua buona prontezza di riflessi. Sai che potevi evitare
facilmente quel cazzotto”
Si avvicinò a lui e gli alzò la
maglietta per controllare che si era fatto. “Temo che dovrò accompagnarti in
infermeria” commentò pratico
“P-perché?” domandò Trevor
“Beh, non so te, ma un cazzotto
del genere…”
“No” scosse la testa lui “Perché mi hai difeso?”
Jasper sorrise. “Ragazzino, io
so riconoscere il valore, anche nel mio nemico. E tu, Trevor, sei un avversario
davvero eccezionale. Se qualcuno deve avere l’onore di picchiarti, quello sono
esclusivamente io” disse sorridendo “Non mi sta bene che qualcuno tocchi la
roba di mia proprietà, che sia la mia casa, un mio oggetto o il mio nemico”
Trevor gli sorrise arrogante.
“Non ti illudere, questo non cambia le carte, biondino” disse
“Oh, non ci speravo proprio,
nanetto”
Gli porse la mano e il bambino
l’afferrò, tirandosi su. Jasper, vedendo la sua smorfia, se lo caricò in spalla
e iniziò a dirigersi in infermeria.
“Ma guardate! Il prode guerriero
fasullo ridotto a mia cavalcatura” lo sbeffeggiò Trevor tirandogli i capelli,
mentre l’intera classe gli andava dietro, studiando Jasper ammirata.
“Vuoi vedere che oltre a un bel
livido ti ritroverai due arti fratturati?” disse Jasper
“Ah, e chi chiami per
picchiarmi?”
“Ragazzino, non sfidare la sorte…”
Li osservai finché non entrarono
nell’edificio, e sorrisi.
La mamma ha sempre ragione,
soprattutto se ha due lauree in psicologia.
In fondo, anche se faceva tanto
il duro, a Jasper piacevano davvero molto i bambini…
“Ti dico di si!”
“Senti, ma posso fidarmi di uno
che porta i capelli alla Draco Malfoy?”
“Primo, il mio look è
ineguagliabile e originale. Secondo, Draco Malfoy rimorchia più di Harry
Potter. E terzo, io ho un bel po’ di anni più di te, e ho ragione io”
“Senti, Jasperino, non fare il
saputello” sbroccò Trevor
“E tu piantala di fare l’idiota,
Trevoruccio” replicò Jasper “Funzionerà, vedrai”
Sorrisi davanti a quel teatrino,
svoltando a destra. A parte i soliti battibecchi tra ragazzini, Trevor e Jasper
avevano seppellito l’ascia di guerra, trascorrendo le ultime ore praticamente
appiccicati. In verità, l’intera classe era diventata improvvisamente più
cordiale verso il mio fratellone, correndo da lui per ogni minima cosa. E a
quanto pareva, a Jasper era piaciuto molto essere il punto di riferimento per
delle “Giovani menti” come loro.
Io e Esme lo avevamo osservato
tutto il pomeriggio, ed eravamo anche riuscita a scattargli una foto (ripeto e
ribadisco: se avete una qualsiasi Alice in giro per casa che assomiglia a un
folletto, scappate e non tornate mai più! Vi incastrerà sempre!) molto tenera
di lui che sorrideva dolcemente dipingendo insieme a Susy e Trevor lo scenario
per la recita.
Ora stavamo riaccompagnando a
casa Trevor, perché a quanto sembrava – sebbene non volessero ammetterlo – quei
due erano restii a separarsi.
“Mi dispiace interrompervi, ma
siamo arrivati, piccolo Trevor” dissi al bambino, che fece una smorfia alla
vista di casa sua.
Scendemmo dall’auto e ci
fissammo, pronti ai saluti.
“Spero di rivederti, Bella” disse
Trevor sorridendo. Io mi chinai e gli scoccai un bacio sulla fronte.
“Anche io lo spero”gli dissi, e notai
che mi fissava rosso. Jasper sogghignò.
Quei due si fissarono per un
lungo momento, in silenzio e impassibili. Poi, si strinsero la mano, sorridendo.
“È stato un onore averti come
nemico” disse solenne Trevor
“Posso dire lo stesso” si
congratulò Jasper
“Alla prossima guerra”
“Tanto vincerò io”. Risero
insieme, e il bambino entrò nel giardino di casa sua.
“Ah, Trevor!” lo chiamò Jasper.
Lui si voltò. “Ottima mossa quella di fare l’eroe, oggi. Però, oltre agli atti
di coraggio, cerca di fare più il romantico e meno il coglione con Susy. Se la
ami veramente dovresti farti avanti, lo sai?”
Il bambino arrossì imbarazzato e
furioso. “Beh, vedrò che posso fare”
“Non sei così male come credi. Potresti riuscirci”
“Beh, se persino tu hai la
ragazza per me non ci saranno problemi” disse Trevor entrando in casa
“Brutto figlio di…” iniziò
Jasper facendo un passo in avanti. Io gli presi il braccio.
“Dai, andiamo a casa” gli dissi
divertita
“Se ti lasci scappare qualcosa,
giuro che ti ammazzo” sibilò Jasper fissandomi minaccioso
“Oh, non temere, non serve!
Abbiamo goduto dello spettacolo in anteprima”
Ci voltammo vedendo i volti
serafici di Rose, Emmett, Alice e Edward scrutarci divertiti.
“E così, Jasper è un fan dei
bambini” commentò Edward
“Altro che mostri! Li adora!”
disse Rose
“Tanto da esser stato sottomesso
da uno di loro! Che vampiro coraggioso che sei!” disse Emmett scoppiando a
ridere e facendo capitolare al suo seguito tutti gli altri.
“Smettetela!” esclamai
infastidita “Jasper si è comportato in maniera impeccabile! Non è colpa sua se
non è in grado di tener testa a dei bambini e… oddio, no, non volevo dirlo!”
esclami rossa verso Jasper, rendono conto di aver peggiorato la situazione.
“Bella, grazie mille!” sibilò
lui furioso
“Andiamo! Jasper, l'ha superata!”
esclamò Emmett
“Sei morto!” ringhiò Jasper
balzando verso di lui, che iniziò a scappare.
Alice lo bloccò e lo baciò piano
sulle labbra, portandolo poi via.
Edward mi venne vicino.
“Giornata pesante?” chiese sorridendo ancora divertito
“Non prenderlo in giro anche tu”
dissi accusatoria “ne ha passate abbastanza, per oggi”
“Non era mia intenzione. Ho visto
che cosa è successo” disse gentile, alludendo al suo potere “Posso dirti che,
per lui, è stata un’esperienza illuminante. Ha rivalutato molte cose”
“Jasper è… ricco di sorprese. Io
lo sapevo che era buonissimo, anche se si atteggia al duro” dissi,
osservandolo ringhiare contro Emmett, mentre le rispettive consorti impedivano
loro di scagliarsi l’uno contro l’altro.
Tornai a fissare il mio angelo e
notai una punta di irritazione nel suo sguardo ambrato, ma che svanì subito
dopo facendo posto al mio sorriso preferito. “Già. Jasper è una continua fonte
di sorprese”
“Ma anche voi altri non siete da
meno” dissi stiracchiandomi “Pena un po’, ho scoperto che Esme è una brava
psicologa”
“Riusciamo a sorprenderti?
Davvero?” chiese, e l’entusiasmo balenò nei suoi occhi
Arrossii. “Sempre” confessai
“Ci riesco anche io?” domandò
poi, facendosi più vicino
La verità mi fuggì dalle labbra
senza che me ne rendessi conto. “Più di tutti”
“Sapete, adesso ci starebbe bene
un bel bacio”. Sobbalzammo e ci voltammo verso la casa, dalla quale finestra
Trevor ci fissava mangiucchiando biscotti.
“Trevor!” esclami rossa.
“Beh, che c’è? Vuoi dire che ti
farebbe schifo?” replicò lui saccente. Sentii lo sguardo di Edward saettarmi
addosso, bruciandomi tanto era intenso.
“TREVOR!”
Edward rise, posandomi una mano
sulla spalla. “Bella, mi sa che stare così tanto con Jasper ti ha fatto
diventare come lui!” disse “Dai, andiamo. Ciao, Trevor”
“Ciao roscio” disse lui “E dalle
il bacio del bentornato, andiamo!”
Edward non rispose, si limitò a
sorridere e a girarsi, prendendo la mia mano e conducendomi alla Volvo.
Maledizione, a volte ci si
dimentica spesso che i bambini vedono e capiscono più cose di quanto uno creda.
Persino un ragazzino di otto
anni ha capito che morivo dalla voglia di baciare il mio angelo!
mylifeabeautifullie:
Mia adorata sister! – ho la tendenza a mischiare le lingue, in qst periodo –
che bello ritornare qui dopo un secolo e trovare i tuoi splendid commenti. Grazie,
grazie grazie. Eh, eh, lo so, vi sto fcendo soffrire, ma non temere anche se in
tempi lunghi come mio solito farò mettere quei due insieme! Certo, ci vorrà
tutto l’aiuto di cui sn capaci i fratelli Cullen, ma avverrà. Un altro piccolo
lato nascosto del nostro impassibile Doc: Carlisle, il Distruttore (di case).
DDC – dottore, distruttore e comico, un mix letale. Che bel papi che ci
ritroviamo! Grazie mille per i cplix, e fammi sapere per questo cap!
Wind:
Amore, grazie! Non sn mai riuscita a commentare la tua meravigliosa ff in qsrt
mesi, ma ti giuro che la seguo sempre!! Sono contenta che ti piaccia il mnio
capolavoro, e si, sn decisamente troppo critica, ma in ql periodo mi è successo
di tutto, e ho messo in discussione molte cose. Ma i tuoi commenti mi hanno
sollevato di moltissimo il morale!! ^^ Grazie mille, sono estasiata dai tuoi
complix, ma non denigrarti: tu sei una scrittrice bravissima e con una
creatività strabiliante. E, cosa molto importante, SEI PUNTUALE NEGLI
AGGIORNAMENTI!!! Bacioni!
valinacullen89:
ciao! Eh, eh, anche io adoro I Cullen in versione umana… molti scrittori di ff
si attengono ai personaggi invisibili della Mayer, mentre io tento in tutti i
modi di renderli partecipi, tanto da dedicare capitoli interi a personaggi come
Jasper, Emmett, Esme, Carly e Rose. Evviva le manie di protagonismo!! Mi dispiace di averti fatto aspettare, ma sn
stata ipertravolta dalla suola. W carlisle il distruttore!!! Non ve
l’aspettavate, eh? Eh, eh, il mio papy puòà tutto! Per Bella e Edward ho
intenzione di continuare su qst pista: il personaggio della mia Bella avrà una
visione del mondo pura ma profonda, come questo capitolo. Mentre Edward, beh…
Edward è Edward! Kiss.
greta1992:
Ah, ah, ah! Io adoro le battutine di qst genere, soprattutto rovlte a Edward!
Cmq, devo dartene atto: ho attraversato un periodo di profonda riflessione
interiore qnd ho scritto ql cappy, ecco perché mi è venuto così. In verità
doveva essere la conclusione del precendete, ma era un pochettino troppo lungo.
Tranqui, seguo nell’ombra la tua ff, sl che non trovo un momento per commentare!!
MA mi farò viva presto, giuro! ;)
miki18: More, grazie! ^^ Mi sa che li ho resi trp dolci, mia sorella si è fatta
un’ingezione di insulina dopo averla letta, ma ha detto che è un capitolo bellissimo.
Sono contenta che sia ormai droga per te qst mio scritto, e mi dispiace averti
privato della tua estasi così a lungo. Ma ora sn tornata, ho l’estate davanti a
me e vedrai che arriveremo almeno al primo bacio!! Un enorme bacio.
3things:
Welcome! ^^ sn felicissima di averti fatto ridere, ma non vorrei essere la
causa della tua morte! Sono felice di averti tra le mie lettrici, un kiss.
eka:
O////O Ma grazie mille! Addirittura un vocabolo solo per “La bellezza” della
mia ff? ^////^ Grazie, grazie mille, un
bacione!
Flockkitten:
In verità puntavo su quello: mix tra malinconia e romanticismo, ma con un
pizzico di comicità. Non ero sicurta del rislutato, ma a quanto pare è stata
un’ottima scelta. È, se vogliamo,
ColeiCheAmaEdward:
G.R.A.Z.I.E. davvero, grazie infinite. Oltre alle tue mail, anche i commenti,
non so che dirti se non grantzie infinite. A proposito di questo, aspettat in
settimana un’altra mia mail. Kiss
Finleyna
4 Ever: Sisterina mia!! H, eh, in ritardo, ma posto sempre! Sono felice che
qsdt cappy ti abbia stregato, e in effetti è stato anche un capitolo shock: i
fratelli culle come non li avete mai visti, un Carlisle che nessuno poteva
immaginare – tranne la mia mente malata e perversa – una Bella profonda e malinconica
ma con un lato fanciullesco ancora presente e un Edward puccioso e innamorato
fino all’inverosimile. La ma mia parte sadica si è fatta sentire: niente bacio,
purtroppo. Non può essere così facile. U_U Un enorme bacio, aspetto ansiosa il
tuo parere su qst nuovo Jasper!
Lily
Evans 93: Ciao Giuly!! Grazie mille, sono felice che la pensi come me. XD
Hai ragione, in effetti sto inserendo molto dei miei compagni di classe nei
fratelli Cullen,. Ma soprattutto credo che i nostri GEV (Golden Eyes Vampire)
rappresentino in piccola parte il mio carattere.. ^^ capisci ora perché sono
schizofrenica? UN bacione, e dimmi cosa ne pensi
MimiMiaotwilight4e:
Grazie, in ritardo, per gli auguri! Secondo, mi sta facendo trepitare
nell’attesa di un tuo nuovo aggiornamento. Terszo, grazzie mille mollissimo per
i tuoi bellissimi complix! Anche tu coperta pile fan! So do I! io d’ivernmo non
ne faccio a meno! Ci uscirei anche, xse non fosse per il fatto che passare per
un’idiota. Eh, la gente non si fa mai i tavolacci proprio! Eh, w i musicisti!
Io non suono però. Ma sn contenta che anche qst capitolo cioccolatino
piacciano!! Goditi ora un Jasper come mai lo si è visto, e fammi sapere.
Bacioni
SweetCherry:
Grazie mille! Tra la trp pucciosità e la trpp comicità avv pau di non aver
amalgamato bene, invece è andata benissimo! Sono felice dia verti fattoprovare
le emozioni di Bella, perché è quello il mio scopo. Fondere i personaggi con il
lettore. Bacioni
Goten:
More!! T___T Non sn neanche riuscita a commentarti le storie, a parlare con te
su msn, a sentiriti!!! Weee!! Ma sn felice che il mio aggiornamento ti sia
gradito. Dimmi che ne pensi di questo Jasper. Kiss.
Fin Fish:
Mia maestra! T__T Srry, non ho aggiornato da qausi un mese e mezzo, ormai! Non
ti preoccupare, condivido in peino il tuo pensiero. È giusto e non mi sembra
sbagliato voler mantenere proprio un ricordo. Brava! Ho visto che hai scritto
un’altra ff. “^O^ Bravissima! sono felice che anche la mia storia ti sia gradita,
è soddisfacente. Sn riuscita addirittura a commuoverti?beh, grazie! Sono felice
di averti fuso talmente tanto con la mia storia da arrivare a toccarti l’anima.
XD Tranquyi, lo so che è difficile immaginare un Carlisle fuori di testa dopo
una partita, ma capitano a tutti giornate no? XD Soprattutto co il gioco del
diavolo e con una famiglia come la sua! Kiss
mistica88:
Diciamocelo francamente: Edward dovrebbe sessere il maestro di vita, non so se
mi spiego… a me, averlo sl per pianoforte non basterebbe! XD Bacioni!
stezietta
w : ^// Beh, oddio, ero in una fase critica al cubo, pensavo che tt la
storia fosse bruttina… sn arrivata qs a premere il tasto cancella… Cmq, seguiro
il tuo consiglio e posterò l’avviso, che è meglio! Bacioni!
fede_sganch:
Grazie mille! Fondiamo il Partito ProEmmy e Monopoli, ti va?
stellababi:
Graziessime” sono davvero commossa dalla tua recensione, mi ha fatto sentre
appagata per il mio lavoro, se così si può dire. Edward e Bella si avvicnano
sempre di più, sempre di più – anche se in questo cap si vedrà più Jasper che
altro… Che dirte, Grazie, e fammi sapere su questio. Kiss
Silver_Alchemist:
Nah, non ti preoccupare, siamo moltissime noi fan della copertina. Del tipo
Linus style, per intenderci. Eh, lo so, mi paicerebbe tanto farli “avvicinare!
Subiro, ma sono sadica. Goditi il Jasper nuovo! Kiss
gerby88:
Beata te che hai le minivacanze!! Non ti preoccupare, la mia bravura è scarsa,
e le tue recensioni sono splendide come sempre! Ma non ti preoccupare, io trolo
che le persone chiacchierone ma non invadenti, come tu mi appari, siano
fantastiche, anche perché io sn silenzios se non conosco il tipo.. se poi
riesco a farci subito amicizia allora è un altro paio di maniche! Anche tu
scrivi, eh? XD Si vede. Sai, hai perfettamente raggione. Io mi sn iscritta su
qst sito per scrivere soprattutto su Sailor Moon. Ieri volevo postare una
one-shot su la mia eroina, vado a rileggerla e… orrore! Ibrutta, brutta,
brutta! Si vede che mi sn capitate molte cose, alcune che mi hanno fatto
crescere, che mi hanno stimolato la parte comica, romanti, profonda o
infantile, ma che comunque mi hanno resa ME. Una ME abcra incompleta, ma con la
voglia di andare a vanti e fare sempre di più, sempre meglio, sempre. È una
cosa che no accade a molti e sn fortunata che sia capita a me. E rileggendo, ho
scoperto che alcune caratteristiche che do ai miei personaggi rappresentamo
vari punti della mia personalità. Se vuoi poi un giorno ti descrivo meglio il
mio io psicotico. XD Torbando al cappy, se Jasper ti ha sconvolto non oso
immaginare che ne pensarai ORA! Mentre le due sorelle, che dire… sono sorelle!
Non puoi imperdir loro diimmpicciarsi degli affari tuoi, neanche pagandole!
Mentre il papy è papy, e si interessa a ql gruppo di scimmie peerchpè,
ammettiamolo, lui li ha trasformatei per studiarne il comportamente!! Pff, c’è
chi crede ancora all’amore paterno, tt balle!! Questa versione di Bella
profonda ma infantile 8con le sue battutine che tentano di risollevarle il
morale) e tanto, tanto insicura è dolce, mi piace anche a me, e spero che la
sopporterete ancora. Per edward, invece, l’ho voluto mostrare un po’ puccioso,
un po’ insicuro, un po’ dolce… un po’ fratello maggiore/minore, anche lui che
infine da sfogo al suo lato bambinesco rincorrendo Bella per tutta la stanza!!
Si, inconsiamente Edward ha già deciso di tenersi tutta per sè e ben stretta
Bella, anche se gli rode ancora quando qualcuno gli dice che ne è innamorato.
Emmy-Pooh, poi, svolgerà un ruolo che… ops, spoiler! In effetti è proprio come
se Bella gli avesse detto “Vieni, ti porto conme. Ti voglio viino”, quando lo
invita sotto il plaid, ed eddy rispodenalla chiamata. Più che metafora,cmq, è
un po’ la mia situazione, qll del plaid. A volte ho bisogno di stare con me
stessa, e allora lo tiro fuori e mi ci chiudo sotto. Per il monopoli, stanne
certa, mentre per la riflessione, beh… ho provato a pensare che cosa ne
potessero davvero pesare i vampiri.
aLbICoCCaCiDa:
Grazie infinite, T__T anche io voreri una persona così dolce, ma per adesso non
ma la posso permettere… non ti preoccupare, tra qualche capitolo ci sarà
qualcosa di very beautiful!!! Tu seguici e non ti deluderemo!
A l y s
s a: Ma no, tesoro, non scusarti! Io sono secoli che non aggiorno!! Mi sei
mancata, ma capisco che non puoi stare sempre ai miei comodi. ^^ Grazie mille
epr i complimentosi, sono onorata di riceverli. ^O^ Anche tu ami il duo
EmmyAlice: risate garantite. ^^ Non sai che dareiper averli come fratellil.
Belle e Edward, ah… il mio duetto di stupidi romanticoni!! Fossero solo i loro
problemi a frenarli… ma non aggiungo altro… un bacione enorme!
Helen
Cullen: La mia dolce Elly che mi ritorna!! Tesoro, mi sei mancata
tantissimo!! La mia Cullen dispersa… spero che almeno hai gradito il soggiorno
nello studio di Carlisle! XD Emmett, Emmett… io lo adoro! Solo mi fa rabbia che
ilaila95:
Ciao! Eh, eh, lo so, il twister non lce lo si aspetta. Però mi aveva stufato
l’idea di cullen non attivi. Come la passano sennò la loro eternità?
_zafry_:
Ciao, e grazie mille! Non ti preoccupare, anche se ci metto un po’ torno
sempre. Anzi, sono contenta di aver trovato una persona che mi “minaccia”
gentilmente e che mi sprona ad andare avanti!! Grazie
samy88:
Ciao samy! Grazie, sono felice che ti sia piaciuto. Comunquyre si, ho l’account
msn, posto l’idirizzo qui sopra così magari ci possiamo sentire! E per la
statua, beh, ^///^ Grazie!
Musa_Talia:
Stella! E dopo un mese e mezzo circa io torno con l’aggiornamento!! Sono
contenta che ti piaccia il mio stile in qls campo io provi a cimentarmi, anche
se qlc volta ho spesso dei dubbi... ma dimmi, tu e tua madre vi siete già messe
a discutere i miei orrori di grammatica e sintassi? Eh, eh, si si, mi hai
invogliato a scrivere un’altra ff, che forse posterò quest’estate. Ma ancora
non si sa, perché devo metterla sul pc. Ora ti lascio alla new version di
Jasper! Kiss, e fammi sapere!
irly18:
Amore mio, perdonami!! In qst mese non sono riouscita ad avvicinarmi al pc a
causa della scuola! Pensavo di riuscire a scriverti entro poco, invece saranno
secoi che non ti setno!! M dispiace veramente tantissimi! Per farmi perdonare,
ora, ti lascio a questo capitolo, mentre in settimana ti scriverò la mia mail,
giuro!! Bacioni!
Momoka
chan: Grazie mille! Sono veramente lusingata dai tuoi complimenti. O.o
Leggi di straforo a scuolla! ^O^ Addirittura!! Beh, che dirti se non grazie! E
chiedi scusa da parte mia alla tua amica: non sapevo di srcrivere qualcosa che
è peggio di una dorga! Ma ora il tuo modem va? Eh, su qst cappy ci ho lavorato
un po’, ed è venuto m,oltoprofondo e puccioso, tantio che quando l’ho riletto
hio detto “Non posso averlo scritto io!”. Kiss.
luisina:
Una new entry davvero, davvero straordinaria! Complimenti, e grazie infinite
per aver scelto di leggere la mia storia. O.o Addirittura un commento ad ogni
capitolo? ^O^ Sono commossa e ultrafelice. Ovvimanete sarò felice di rispondere
a tutte le tue recensioni. Soprattutto, non mi stanche rò mai di ripeterti
grazie per i tuoi complimenti bellissimi! Fammi sapere cosa ne pensi di questo,
ok? Un bacio enorme
Le stelle che seguono e vegliano costantemente su di me: silenziose, dolci e indispensabili anche se intangibili, mille grazie a voi, 31 stelline mie.
In corso
(Twilight)
New Moon - La
Custode delle Anime
Prossima
Pubblicazione
(Twilight)
Sei tutti i Miei Domani
E per farmi perdonare il ritardo, metto anche lo spoiler
del prossimo capitolo – SUPERCALIFRAGI…
ALI, NON MI RICORDO!
“Oh, alleluia!” sbuffò Emmett alzandosi
“Dopo una lunga e ponderata riflessione io, Alice Cullen in Hale ho deciso che, per punizione…” disse solenne Alice, mentre suo fratello batteva le mani sull’erba e gli altri mi fissavano
“… Bella dovrà essere baciata dal nostro qui presente Sexy Boy single, Edward Anthony Masen Cullen!”