Anime & Manga > Haikyu!!
Ricorda la storia  |      
Autore: Ayumu Ena    29/07/2017    2 recensioni
È notte. La luna, in cielo, non c'è. Tōru vorrebbe vederla, ma lei gioca a nascondino dietro la coltre di nubi spente. Di sé, lascia trapelare solo fugaci lumi, che si accomodano fra le crepe delle nuvole. Intorno regna una pace caduca, pronta a spegnersi con l'avanzare del giorno.
● implicit!Iwaizumi/Oikawa (implicit!Iwaoi), soldato!Iwaizumi, soldato!Oikawa, War!AU, character!death, 1146 parole // prima classificata al contest “Memorie impresse su specchi rotti” indetto da AriaBlack e Marina Swift;
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nickname sul sito e sul forum: Ayumu / Ayumu Okazaki
Titolo: Rinasceremo e staremo insieme – in un'altra favola
Fandom: Haikyuu!!
Personaggi (e pairing): Hajime Iwaizumi, Oikawa Tōru, Hajime/ Tōru
Rimpianto/rammarico: rimpianto - Tōru rimpiange di non essere riuscito a fare le cose come si deve
Introduzione: È notte. La luna, in cielo, non c'è. Tōru vorrebbe vederla, ma lei gioca a nascondino dietro la coltre di nubi spente. Di sé, lascia trapelare solo fugaci lumi, che si accomodano fra le crepe delle nuvole. Intorno regna una pace caduca, pronta a spegnersi con l'avanzare del giorno.
implicit!Iwaizumi/Oikawa (implicit!Iwaoi), soldato!Iwaizumi, soldato!Oikawa, War!AU, character!death, 1146 parole // partecipa al contest “Memorie impresse su specchi rotti” indetto da AriaBlack e Marina Swift sul forum di EFP;
Note dell'autrice: (in fondo)








Rinasceremo e staremo insieme – in un'altra favola








È notte. La luna, in cielo, non c'è. Tōru vorrebbe vederla, ma lei gioca a nascondino dietro la coltre di nubi spente. Di sé, lascia trapelare solo fugaci lumi, che si accomodano fra le crepe delle nuvole.
Intorno regna una pace caduca, pronta a spegnersi con l'avanzare del giorno. Oikawa non riesce o non vuole dormire, non lo comprende nemmeno lui. Nel petto striscia come un verme, umido e vile, un presagio infausto. Qualcosa gli suggerisce di non rimandare più, di vomitare quei sentimenti che gli fanno tremare piacevolmente l'animo da qualche mese. Con questi pensieri, le sue iridi nocciola, leggermente socchiuse, contemplano la figura addormentata al suo fianco. E, per un attimo, il vigliacco che si trascina ancora nel suo petto lo lasciare respirare e Tōru inspira una boccata di speranza, lasciandosi alle spalle le immagini degli uomini morti in battaglia. Tuttavia, un passeggero momento di gloria non basta a reprimere il dolore della perdita e la paura di essere il prossimo. Sorride amaramente, il giovane, quando il lombrico riprende a strisciare e, per un attimo, si ritrova a pensare a Dio, lui che non ha mai creduto in un essere superiore. Le domande che questiona sono, bene o male, sempre le stesse. Perché? Perché tutto questo? Posso tornare a casa? Perché combattiamo? Posso continuare a vivere? Le lacrime zampillano agli angoli dei suoi occhi, mentre è ancora sdraiata sul quel giaciglio scomodo. Il braccio destro si alza da lungo il fianco e si appoggia cautamente sulle palpebre, ora sigillate.
«Ti prego, Dio, se non è chiedere troppo...» sussurra come un bambino, mentre stringe i bianchi denti con forza, tanto da farli schermire «vorrei poter dormire per sempre accanto ad Hajime.»
Quando la sua richiesta si spegne in un singhiozzo strozzato, Tōru si mette a sedere, pregustando il sapore salato delle lacrime sulla bocca.
Okay basta” ricorda a se stesso, nella mente. Lava via lo sofferenza dal volto, sfregando con impazienza le gote bagnate. Le iridi castane, proprio come i ciuffi sbarazzini, rivolgono l'attenzione ad Iwaizumi, al suo corpo, al suo torace che s'abbassa e si alza ritmicamente, al volto sfregiato. La cicatrice è una linea obliqua che traccia un percorso da appena sotto l'occhio destro fin quasi al limitare della guancia. Con timore, Tōru accosta la mano all'epidermide di Hajime, rendendosi conto con stupore – nonostante abbia compiuto quel gesto più volte nel corso del tempo – di quanto, in quel punto, la pelle sia liscia. Quando le dita iniziano a fremere sotto quel contatto, Oikawa si ritrae, scottato. Galleggiano ancora sulla superficie i sentimenti che prova per lui e sono lì solo per essere afferrati, se solo Tōru lo permettesse. Hajime non può raccoglierli, perché il ragazzo dai crini caffè-latte sperpera le emozioni di notte, quando l'oscurità vela l'udito dei soldati. Insieme ad Oikawa, il cielo ombroso è l'unico superstite delle sue dichiarazioni.
«Ti amo, Iwa-chan» dichiara, ignorato da tutti, come sempre. «Un giorno lo saprai» continua, indossando una maschera sorridente, una di quelle che avrebbe fatto incavolare Iwaizumi se solo fosse stato sveglio.
Con un dito sfiora per la seconda volta l'epidermide dell'amato e bacia insicuro la cicatrice. Non l'ha mai fatto e la sensazione che gli invade il petto è appagante. Fa scorrere lo sguardo – che ha ripreso un po' di colore – sulle labbra socchiuse di Hajime. Adagio, senza chiedere il permesso, posa la bocca su quella del moro, lasciandosi sfuggire un sospiro subito dopo. Il secondo tocco, invece, assume una tonalità del tutto diversa. Il loro incontro è sicuro e abbonda di desiderio. Le gote pigmentate d'un rosso imbarazzo si nascondono sotto l'assenza di luci e prima di perdere il controllo, Tōru ritorna seduto. Hajime mugugna qualcosa, ma non si sveglia e si gira su un fianco, dando le spalle al suo migliore amico. Uno sbuffo fuoriesce dalle narici di Oikawa, che per un attimo ha trattenuto il respiro.


Un'altra battaglia, un altro giorno, dove la neve non fa altro che ostacolare quelle macchine da guerra chiamate uomini, dove in mezzo a loro forse qualcuno disposto ad amare ancora c'è. Il cielo è dello stesso candore dei fiocchi che scendono pigramente dall'alto. Tōru continua a pensare che l'alba sia troppo bella per essere sprecata così, in un massacro di anime innocenti. Fra le membra si accalcano amore e tormento. I sensi di colpa rendono i movimenti di Oikawa lenti e troppo meccanici. Aver profanato la bocca di Iwaizumi in quel modo, lo fa sentire sporco e probabilmente lo è davvero.
Gli spari, in sottofondo, sono una cornice inadatta per quei pensieri contrastanti. Davanti a sé, i ricordi sono troppo vividi per essere messi da parte e la realtà risulta sfumata.
«Iwa-chan?» domanda, quando sa che la voce di Hajime gli ha urlato qualcosa, un ordine forse.
«Sta' giù brutto idiota» la voce di Iwaizumi gli arriva ovattata alle orecchie, gli occhi verdi come l'erba del vecchio giardino di casa sua non sono arrabbiati, ma traboccano di paura e successivamente di angoscia.
La scena pare troppo veloce. Hajime fa solo in tempo ad osservare il proiettile perforare la carne, mentre gli arti inferiori lo raggiungono non impedendo, tuttavia, al corpo di Tōru una brusca caduta sulla neve ghiacciata. Il moro sbatte più volte le palpebre, percorrendo a ritroso l'accaduto, sicuro di aver visto male. Con la poca lucidità che gli è rimasta, Iwaizumi lo trascina appena dietro un carro-armato, al riparo dai nemici, celati dalla fitta boscaglia.
«Mi dispiace....» sputa fra i denti, insieme al sangue che gli cola dalle soffici labbra.
«Sta' zitto» impreca l'altro, mentre lo smeraldo dei suoi occhi luccica di disperazione. Tōru è sicuro di averlo visto piangere solo poche volte. La mani di Hajime si muovo irrequiete sul corpo del giovane, forse sa che ormai non c'è più niente da fare. Vicino allo stomaco, la morte lo chiamava a sé, riversando refoli di liquido rosso fra le mani di Hajime che cerca di contenere il danno. Il colore latteo del suolo si contamina d'un fluido caldo, portando con sé le gocce cristalline di Hajime.
Ho sbagliato tutto...” pensa amaramente. “Avrei dovuto farlo come si deve. Avrei voluto vivere con te alla fine di tutto questo.”
«Mi dispiace di averti baciato» non riesce a dire altro, il suo cuore si spegne, la luce dei suoi occhi attraversa quelli di Hajime in un addio muto. Hajime non capisce, non sa a quale bacio si stia riferendo, il dolore è troppo grande anche solo per credere che lui sia inerme tra le sue braccia.
«Non è vero» pronuncia Iwaizumi, gli occhi spalancati. Perché quello è l'ennesimo incubo, giusto? «Non è vero...» dice quasi urlando, cogliendo dolcemente il viso di Tōru fra i suoi palmi ruvidi. In quel momento potrebbe anche morire che non farebbe alcuna differenza. Le lacrime lavano via il sangue ancora fresco sulla cute di Oikawa e la voce del soldato, inginocchiato, non sfrigola più nel vento pungente dell'alba. China il capo, Iwaizumi, e il gusto del ferro e delle gocce salate accompagna quell'ultimo bacio.



N o t e s
Ieri ho scritto la storia, l'ho corretta e l'ho inviata ad Aria per il suo contest condiviso con Marina. E non immaginerete la corsa che ho fatto per riuscire a finire tutto in tempo – ovviamente Yu-chan lo sa. Comunque, sono davvero, davvero contenta di aver scritto questa OS. Finalmente ritorno nel mondo delle OS. Sono contenta anche perché ogni mese circa riesco a pubblicare qualcosa, cosa che non facevo prima, certo.
Per quando riguarda la storia, non c'è molto da dire, penso che si spieghi da sé. Tooru rimpiange di non essersi dichiarato ad Iwaizumi. O meglio, di non essersi dichiarato quando lui era sveglio e alla fine la morte è stata più veloce di lui. Il titolo invece, l'ho pensato ricordando le favole, dove una lacrima può curare qualsiasi cosa, e al contempo lo immagino come una frase pronunciata nella mente di Hajime. L'unico dubbio che ho è per il rating, ho scelto di metterlo giallo, sopratutto per la parte finale del racconto, tuttavia poteva starci bene anche il verde. E niente, tornerò presto nel fandom con una storia un po' più allegra.
Ayumu
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: Ayumu Ena