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Autore: Carme93    29/07/2017    6 recensioni
Avete mai pensato che cosa potrebbe accadere se Lily Evans, Piton e i Malandrini fossero catapultati nel futuro e scoprissero il loro tragico destino?
Provate a immaginare un giovanissimo Severus Piton alle prese con una pozione oscura, un Sirius combinaguai più che mai e naturalmente tantissimi guai.
Giocare con il tempo è contro la legge magica, ma soprattutto pericolosissimo.
Saranno abbastanza saggi da fermarsi in tempo?
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Lily Luna Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Nuova generazione
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Capitolo dieci
 
«Ma sei impazzito!?» sbottò James fissando il nipote fuori di sé.
Albus sospirò. «Devi capire che non è cattivo…».
«Non è cattivo? Stiamo parlando di Mocciosus! Se non ha il marchio sul braccio è perché non si è ancora diplomato! Ma te lo assicuro, sta contando i giorni che lo separano dal momento in cui finalmente lo riceverà!» gridò Sirius.
Fortunatamente si trovavano nella Stanza delle Necessità, conseguentemente nessuno poteva sentirli. Albus aveva deciso di raccontar loro quello che era accaduto con Piton, ma non l’avevano presa per nulla bene. Tutti lo guardavano con un’espressione irritata o addirittura compassionevole; con l’unica eccezione di Alastor, che lo supportava sempre come ogni ottimo migliore amico, e Frank, che continuava a disapprovare tutta quella storia.
«Ma lui si redimerà! Dovete credermi! Mio padre me l’ha detto un sacco di volte! Mi ha messo Severus come secondo nome, proprio per questo motivo!» si difese Albus.
James e Sirius fecero finta di sentirsi male e si accasciarono sul divano scarlatto. Gli altri approfittarono del loro miracoloso silenzio.
«Severus, si pentirà delle sue scelte?» chiese Lily-Caroline.
«Sì» rispose con trasporto Albus, felice che almeno lei fosse intenzionata a dargli retta. «Capirà di aver commesso un errore…».
«Non è proprio così» lo bloccò Frank. «Tuo padre ha raccontato quella storia anche a me. Piton non è passato dalla nostra parte perché ha capito di aver sbagliato. L’ha fatto per un altro motivo».
«È la stessa cosa» ribatté Albus.
«Non lo è! Ha scelto per amore, non per senso di giustizia!» replicò con durezza Frank.
«Meglio, no?» s’intestardì Albus.
«No, Albus, ragiona! Le cose nella storia non accadono all’improvviso! Lo sai bene! La Dawson ce l’ha spiegato più volte! Se non fosse stata minacciata la donna che amava, non sarebbe mai passato dalla nostra parte!».
«Sta zitto! La verità è che tu hai paura!» sbottò fuori di sé Albus. «Hai sempre cercato di ostacolarci fin dal primo momento! Perché non vuoi salvare delle persone innocenti? Sono state tutte travolte da qualcosa di più grande di loro!».
«Non è stata la guerra! Le ideologie attecchiscono dove c’è terreno fertile! Severus Piton ha vissuto un’infanzia triste e dolorosa a causa del padre babbano, ha visto la madre, perché strega, maltratta dal marito; poi è arrivato a Hogwarts e ha conosciuto gente, come Lucius Malfoy, che è cresciuta con determinati insegnamenti! Se fosse stato smistato a Corvonero, forse non sarebbe accaduto…» disse Frank accalorandosi.
«La storia non è fatta di forse!» ribatté infervorato Albus.
«Cambiare anche solo una virgola di quello che è accaduto, potrebbe stravolgere ogni cosa!».
«E tu hai paura che ciò accada! Forse non vuoi rischiare di perdere la tua bella e comoda vita!» urlò Albus.
Frank assunse un’aria ferita, ma strinse i denti e non rispose.
«Di chi era innamorato Severus?» chiese Lily-Caroline.
«Di te» rispose semplicemente Albus. «Quando Voldermort ha scelto mio padre come suo eguale, Piton ha chiesto a Silente di proteggervi. In cambio avrebbe fatto qualsiasi cosa».
«Che cosa?!» gridò James, mentre Sirius e Remus tentavano di calmarlo.
«È così» ribadì Albus con sicumera. «Quando siete morti, Silente ha chiesto a Piton di proteggere mio padre. L’ultima cosa che avrebbe potuto fare per la donna che amava».
«Possiamo provare ad aiutarlo» mormorò Lily-Caroline.
James si imbronciò e non proferì parola.
«Sentite, non credo che sia importante adesso» intervenne diplomaticamente Frank-Oliver. «Se capissimo come sconfiggere Voldermort, potremmo salvare un sacco di persone. Probabilmente anche Piton. Ma prima di tutto dobbiamo pensare a Voldermort».
«Giusto» approvò Remus, sperando che James si calmasse. «Ma come facciamo? Abbiamo spulciato tutti i libri della biblioteca! Anche del Reparto Proibito! Tutti i giornali del tempo! E non abbiamo trovato nulla di specifico!».
«È evidente che si deve trattare di qualcosa di molto oscuro, ecco perché Harry ha fatto in modo che la comunità magica ne rimanesse all’oscuro» disse saggiamente Frank-Oliver.
«Allora dobbiamo scoprirlo! Non è possibile che non lo sappia nessuno!» ragionò Sirius.
«La McGranitt deve saperlo per forza! Neville anche!» replicò James pensieroso.
«Anche la Dawson, secondo me. Gli storici devono aver accesso a fonti, che noi non possiamo immaginare… anche se poi il Ministero ha vietato di riportare tutta la verità sui libri di storia. Mio padre non può aver tenuto ogni cosa per sè» aggiunse Albus.
«Se anche fosse, la Dawson non risponderà alle nostre domande» commentò Remus.
«Non ne sono sicuro… se glielo chiedesse Frank…» buttò lì Albus con falsa disinvoltura.
«No!» reagì immediatamente il ragazzo.
«Invece sì» parlò per la prima volta Rose. «Sei il cocco della Dawson, risponderà a ogni tua domanda».
«Non voglio farlo! Non potete chiedermi questo! E comunque la Dawson non risponderà…».
«La Dawson è un’ex-Tassorosso» ribatté Rose, come se fosse la cosa più logica del mondo. «Davanti alla tua gentilezza e curiosità cederà subito!».
«Frankie, è importante. Capisco che tu sia preoccupato, ma noi non vogliamo compiere gesti affrettati o impulsivi. È per questo che vogliamo sapere il più possibile» gli disse con voce dolce Alice-Selene.
Il ragazzo non gradì quel genere di intromissione, non da lei. Si sentiva quasi in dovere di accontentarla in ogni cosa; ma lui alla Dawson ci teneva realmente: era la sua insegnante preferita e non voleva prenderla in giro.
«Perché non ci provi?» chiese Frank-Oliver.
Ma chi si credevano di essere? Perché gli chiedevano quello? Si alzò di scatto dal divano. Incrociò lo sguardo di sua sorella, che non aveva ancora aperto bocca. La piccola Alice gli sussurrò: «Fa’ quello che ti senti».
Avevano imparato a capirsi e appoggiarsi a vicenda, nonostante avessero un carattere molto diverso.
Frank strinse i denti e, prima di lasciare la stanza, disse soltanto: «Albus, attento. Non è necessario che tu faccia per forza l’eroe per sentirti all’altezza di tuo padre».

♦♦♦

«Frank, che cosa c’è? Hai delle domande sulla lezione di oggi?» gli chiese gentilmente la Dawson, notando che si era attardato in classe dopo il suono della campanella.
Frank attese che tutti i compagni lasciassero l’aula e poi si avvicinò alla cattedra. Si sentiva profondamente a disagio, ma aveva riflettuto tutta la notte su quello che gli avevano chiesto. Aveva dormito poco, perché l’idea di poter salvare delle persone innocenti lo aveva tormentato. Chi era lui per condannarli? Non era d’accordo con il loro piano, ma se si stava sbagliando? Poteva essere così presuntuoso riguardo a qualcosa di una tale rilevanza?
«No, io volevo farle una domanda su un altro argomento» mormorò teso.
«Pensavo che avessimo superato la fase in cui ti vergognavi di parlare anche con me» replicò la professoressa, scrutandolo attentamente.
Frank giochicchiò con le cinghie dello zaino, come faceva sempre quando era nervoso. Era vero: la Dawson era l’unica insegnante con la quale non si vergognava di intervenire in classe o di fare le domande più disparate. In quel caso, però, era diverso. «Lei aveva detto che l’Associazione di Studi Storici, nata dopo la prima caduta di Voldermort, custodisce la nostra memoria. Ma ogni cosa? Anche quello che viene nascosto alla comunità magica? Anche le cose più oscure?».
«Frank, non capisco che cosa intendi» replicò la donna sorpresa. «Comunque sì. Ogni cosa».
«Ma non è pericoloso? Un malintenzionato potrebbe entrare a conoscenza di segreti magici molto pericolosi».
«Potrebbe, ma sinceramente credo che tu stia esagerando. Quello che, come dici tu viene nascosto alla comunità magica, non è un vero e proprio segreto… si tratta… spesso… di far cadere nell’oblio determinate informazioni… focalizzare l’attenzione su qualcos’altro… Ma se un mago oscuro, Dio non voglia, volesse imitare le azioni di un altro mago del passato non troverebbe le sue risposte in un archivio storico… potrebbe trovare il nome di un’antica pratica… ma dovrebbe cercare dei grimori antichi per avere delle risposte vere e proprie…».
Frank tentò di riflettere velocemente sulle quelle parole. «Quindi…» iniziò incerto, per fare ordine nella sua testa. «Il segreto che nascondeva Voldermort e il modo in cui Harry Potter lo ha sconfitto… è stato fatto cadere nel dimenticatoio e tutti si sono focalizzati sull’eroe… su mio zio Harry in pratica… perché si trattava di qualcosa di molto oscuro…».
«Sì, è così. Molto meglio concentrarsi su qualcosa di positivo, specialmente dopo tutto il dolore e la sofferenza che la guerra aveva causato».
«Ma qual era il segreto di Voldermort?» domandò Frank, sorprendendo la professoressa.
«Frank, che cosa sono queste domande?» replicò la Dawson. «Sei molto intelligente e abbiamo detto che la comunità magica ne è stata tenuta all’oscuro… perché mi fai questa domanda? Non dovresti interessarti a certe cose!».
«Lo so, ma ho bisogno di saperlo» ammise Frank.
«Questo è assurdo. Non hai bisogno di sapere assolutamente nulla. Si tratta di magia molto oscura. Solo i maghi più esperti ne sono a conoscenza. Ripeto, non sono argomenti che ti riguardano. Frank, la magia oscura è male. Perché fai queste domande?» chiese visibilmente preoccupata la donna.
«Non mi interessa la magia oscura, glielo assicuro» affermò subito Frank. «Non le posso spiegare perché mi serve saperlo, ma le assicuro che non voglio fare nulla di male».
«Io ti credo, ma non posso rispondere, mi dispiace. Tuo padre mi ucciderebbe e peggio ancora, la Preside mi licenzierebbe in tronco. Capisci?».
Frank si sentiva una schifezza solo per averla messa in quella posizione. Senza contare che si sarebbe sentita costretta a parlarne con suo padre, anche se avrebbe preferito non metterlo nei guai. E cosa peggiore di tutte, suo padre, a differenza della collega, non ci avrebbe messo molto a capire da dove nascevano quelle domande.
«Sì, mi scusi. Potrebbe almeno non raccontare a mio padre di questa conversazione?».
«Frank, io mi fido di te, ma sono molto preoccupata… Sinceramente, non so chi ti abbia messo queste cose in testa… non è da te, interessarti alla magia oscura… Mi dispiace, ma non posso non parlarne con tuo padre…».
«Magari, dopo. Adesso risponderà alle mie domande». Severus Piton era entrato in aula, sigillando la porta alle sue spalle. «Che fortunata coincidenza passare di qui al momento giusto… Dicono che la fortuna aiuta gli audaci… Suvvia, mocciosetto, abbassa la bacchetta. Credi davvero di essere alla mia altezza solo per avermi disarmato una volta?».
«Che cos’è questa storia?» domandò seccamente la professoressa. «Come osi entrare nella mia classe e chiudere la porta?». Aveva estratto la bacchetta a sua volta. Non ricevendo risposta da Piton, si rivolse a Frank. «Che sta succedendo?».
«Non è chi dice di essere» rispose il ragazzo, tentando di disarmarlo.
«Sei ridicolo!» sbottò Piton e con un gesto deciso della bacchetta lo mandò a sbattere contro un banco e poi disarmò la professoressa. «Voi Tassorosso siete così patetici» commentò disgustato.
«Che cosa vuoi? Non la passerai liscia!» disse la Dawson, ma la voce le tremò.
«Voglio delle risposte, credevo di averlo già detto. Legilimens!».
Piton, mentre, scandagliava a suo piacimento la mente della donna, si sentì potente come mai in vita sua. Bastava poco per sottomettere i deboli. Non ebbe difficoltà a trovare ciò che gli serviva. Horcrux. Un diario con la copertina in pelle, la coppa di Tassorosso, il medaglione di Serpeverde, un anello con una pietra nera incastonata, il diadema di Corvonero, Nagini, lo stesso Harry Potter.
«Ah» strillò Piton e fu costretto a interrompere il contatto visivo.
Frank si era rialzato e gli aveva tirato un calcio, nonostante gli sanguinasse la tempia. Piton fissò per un attimo sia il ragazzo sia la donna e decise di fuggire. Schiantò la professoressa e tirò un pugno a Frank. Non era necessario obliviarli. Ormai sapeva ciò che gli serviva. La Pozione del Tempo non era ancora pronta per riportarlo nel 1976, ma anche il 1980 sarebbe stato perfetto a quel punto. Avrebbe potuto salvare il Signore Oscuro dalla disfatta. Quegli stupidi Grifondoro non sarebbero più tornati indietro e possibilmente il tanto acclamato Harry Potter non sarebbe mai nato. Oh, sì sarebbe stato onorato dal Signore Oscuro più di ogni altro Mangiamorte!
Frank non riuscì a bloccarlo, ma recuperò subito la sua bacchetta e quella della professoressa. Piton era così sicuro di sé, che non li aveva considerati un ostacolo. Ma che cosa aveva visto?
«Reinerva» sussurrò. Non aveva mai usato quell’incantesimo, ma fortunatamente funzionò al primo tentativo.
«Frank, che cosa…?» cominciò la donna, ma poi dovette stringersi le tempie per il dolore. «Chi era quel ragazzo?» domandò, dopo che Frank l’aiutò a sollevarsi e mettersi seduta.
«È una storia lunga. Mi deve dire che cos’ha visto nella sua testa» disse concitato Frank.
«Gli Horcrux… il segreto di Voldermort…» mormorò la donna.
Il cuore di Frank mancò un battito. La situazione era degenerata. Piton non avrebbe fatto buon uso di quell’informazione e chissà che cos’altro sapeva. Si trattenne dal chiedere spiegazioni. Non sapeva cosa fossero gli Horcrux, ma non era importante in quel momento. Dovevano fermare Piton.
«Chiami mio padre! E gli racconti ogni cosa! Deve chiamare gli Auror… i-io… devo andare…».
«Frank, che costa succedendo…» provò a chiedergli la professoressa, ma lui era già corso via.

♦♦♦

«Non così in fretta, Mocciosus!» lo bloccò James.
«Dove credi di andare?» aggiunse Sirius.
Piton si fermò di scatto. Era corso nella piccola stanza, che il professore di Pozioni aveva allestito per poter lavorare alla pozione lontano dagli occhi indiscreti degli altri studenti. A quanto pare, però, era stato preceduto.
«Che state facendo?» chiese indicando con un cenno Lily-Caroline e Frank-Oliver che armeggiavano intorno al calderone. Alastor tentava di aiutarli.
«Non sono affari tuoi» replicò Sirius, che affiancò James, Rose e Albus. Tutti avevano le bacchette pronte all’uso: non gli avrebbero permesso di avvicinarsi.
«Certo che sono affari miei!» ribatté Piton.
«Che cosa hai fatto a Frank?» chiese Alice-Selene.
«Infatti, le Malandrine sono andate a cercarlo. Qualunque cosa tu gli abbia fatto la pagherai cara» ringhiò Albus.
«Ha la testa dura, state tranquilli» ghignò Piton per prendere tempo.
«Cosa gli hai fatto?» gridò Frank-Oliver abbandonando la pozione.
«Oh, che carini. Avete scoperto che sono i vostri nipoti e ora vi preoccupate? Non dovreste, sai? Tanto non ho bisogno di toccarli per farli del male… Se morite voi prima di generare i vostri figli, non esisterà nessuno di loro».
«Bastardo!» gridò James scagliandogli contro un incantesimo. La piccola stanza fu invasa da incantesimi, che rimbalzavano da ogni parte. Lily-Caroline, Frank-Oliver e Alastor abbandonarono la pozione per difendersi.
Frank entrò nella stanza all’improvviso e per poco non fu colpito da una maledizione. «Ha scoperto il segreto di Voldermort» urlò per farsi sentire al di sopra del frastuono causato dagli incantesimi e dagli oggetti che andavano in frantumi.
Piton riuscì a disarmare Albus e lo agguantò per un braccio minacciandolo con la bacchetta. Tutti i combattenti si fermarono.
«Così si ragiona» ghignò Piton soddisfatto. «Se non volete che gli faccia del male, spostatevi e lasciatemi usare la pozione».
«Non è pronta» commentò Remus perplesso.
«È sufficiente per quello che devo fare io» replicò Piton.
«Qual è il segreto di Voldermort?» chiese James a Frank senza perdere di vista il rivale.
«Gli Horcrux, ma non so cosa sono».
«Perché non ci illumini, Piton? Tanto rimarremo bloccati qui, se tu usi la pozione. O vuoi portarci con te?» disse James.
«Vi porterei con me solo se andassi all’inferno» replicò Piton con disprezzo. «Quella stupida professoressa non lo sapeva davvero… ho capito solo che il Signore Oscuro è riuscito a nascondere parte della sua anima dentro degli oggetti. In questo modo non poteva morire completamente. Harry Potter ha distrutto gli Horcrux… Ora, levatevi dai piedi o gli farò molto male…».
Tutto obbedirono, senza sapere come bloccarlo. Albus tentò divincolarsi, finché Piton non gli puntò la bacchetta alla tempia. «Smettila, o ti ammazzo».
«In che anno vuoi tornare?» chiese Remus, tentando di trovare una soluzione.
«E lo vengo a dire a te?» replicò Piton preparandosi ad attivare la pozione e deciso a portarsi Albus con sé. Non era mica stupido, sapeva che appena l’avrebbe mollato gli altri Grifondoro l’avrebbero attaccato.
All’improvviso un lampo rosso colpì Piton in mezzo alle spalle e cadde in avanti rovesciando la pozione. Lily-Caroline e Remus intervennero repentinamente fermando il liquido a mezz’aria e riportandolo nel calderone. Se fosse caduta a terra, avrebbero dovuto attendere altri due mesi per tornare indietro.
«Merlino benedetto, che cosa credevate di fare?» sbottò Neville.
Ma l’attenzione di tutti era rivolta all’uomo che aveva schiantato Piton e che era entrato a grandi falcate nella stanza. Lo videro chinarsi sul Serpeverde e legarlo ben bene, prima di farlo rinvenire.
«Papà» sussurrò Albus, rimettendosi in piedi.
«Stai bene?» chiese Harry Potter.
«Sì, grazie».
«Ora potreste dirmi che cosa sta succedendo?» domandò fissando uno per uno in volto, per poi rivolgersi a Neville. «Chi sono questi ragazzi? E cosa voleva questo Serpeverde da mio figlio?».
Sulla soglia della porta, oltre Neville, sostavano Ron Weasley e un altro Auror. Il professore di Erbologia sospirò: «Forse dovresti sederti, Harry».
 
Angolo autrice:
Ciao a tutti!
Eccomi di nuovo qui!
Grazie a tutti coloro che stanno recensendo, conoscere il vostro parere è molto importante per me e mi stimola a scrivere.
Finalmente è arrivato Harry! Come sempre giusto in tempo! Mi viene in mente Lucius Malfoy alla fine del secondo film quando dice “Allora, speriamo che ci sia sempre il signor Potter a salvare la situazione!” e Harry glielo promette (ricordate????). È il nostro eroe in fondo!
Ormai, come si suole dire, tutti i nodi sono venuti al pettine. Spero che il capitolo non vi deluda. Fatemi sapere che cosa ne pensate, sempre se vi va.
Spero di aggiornare già a inizio settimana ;-)
Vi auguro un buon week end.
Carme93
   
 
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