Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Sleepyheadven_ita    02/08/2017    2 recensioni
“Ho bisogno che tu faccia finta di essere il mio ragazzo per qualche settimana” gli aveva rivelato chiaramente, con un sorriso imbarazzato.
Lui l’aveva guardata a sua volta senza voler esternare niente nella sua espressione, incerto su se fosse seria o meno. Hanji era strana, per cui ci poteva anche stare che la sua idea di fare scherzi potesse essere questa.
“Che genere di favore sarebbe?” le aveva chiesto alzando un sopracciglio.
“Uno grosso” aveva risposto lei incerta, scrollando le spalle. “Te la faccio breve, i miei stanno divorziando, mia mamma si risposa il mese prossimo e io ho bisogno di presentarmi lì con un ragazzo, altrimenti mia madre non mi lascerà andare via. È davvero convinta che morirò da sola.”
Storia in cui Hanji e Levi fingono di essere in una relazione stabile per qualche settimana
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanji Zoe, Levi Ackerman, Un po' tutti
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Ottavo
(versione originale del testo)

“Non ci posso credere che l’ha capito! Nessuno finora ci ha scoperti! Che abbiamo fatto di diverso stavolta?” aveva detto Hanji, pensando a voce alta mentre si lasciava cadere teatralmente sul letto della loro stanza di hotel.
Prima che Levi potesse rispondere, Hanji lo aveva interrotto. “Forse dovremmo sbaciucchiarci più spesso? Dobbiamo inventare qualche ridicola storiella romantica?” aveva detto quasi tra sé e sé, a bassa voce, con uno sguardo contemplativo fisso sul soffitto.
“Che vuoi dire?” aveva chiesto l’altro confuso.
“Dobbiamo recitarla meglio questa farsa, Levi!” era stata la risposta determinata di Hanji.
“E come dovremmo fare?” aveva domandato l’altro, annoiato.
“Se lo sapessi te lo direi” era stata la risposta di Hanji, data in un soffio, con un tono sconfitto. Si era messa su un fianco, ritrovandosi a guardare gli occhi chiari di Levi che stava accanto a lei. Si era lasciata osservarlo, le piaceva come la luce fioca cadeva sui suoi lineamenti dal taglio così deciso.
Aveva sentito le sue guance diventare sempre più calde quando Levi aveva inclinato la testa e incontrato il suo sguardo. La stanza era silenziosa, fatta eccezione per il suono dei loro respiri, ampliato dal silenzio che li circondava.
“Levi?” lo aveva chiamato mormorando, insicura.
L’altro aveva deglutito e distolto lo sguardo da lei. “Hm?”
Hanji si era girata, appoggiandosi con lo stomaco sulla superficie del letto e reggendosi sui gomiti. Non riusciva a capire da dove venisse questo bisogno improvviso che sentiva di schiacciare le labbra su quelle di lui, ma stava diventando un desiderio troppo prepotente per ignorarlo. Non era sicura di cosa volesse dirgli, sebbene fosse stata lei a cominciare quella conversazione.
“Tutta questa situazione è stupida” aveva mormorato Levi, piegando la testa in modo che era stata a pochi centimetri dal viso di lei.
“Tu sei stupido” aveva risposto prontamente Hanji, sorridendo appena mentre si rendeva conto che si stava lentamente avvicinando a lui, quasi contro la sua stessa volontà.
Levi non sembrava infastidito da quello che stava facendo, dato che aveva sollevato la testa, venendole incontro.
Le loro labbra erano entrate in contatto goffamente, il naso di Hanji si era scontrato con quello di Levi, ma non si erano lasciati fermare da questo inizio incerto. Le era uscito un gemito direttamente dalla gola quando Levi aveva intrecciato bruscamente le dita nei suoi capelli, facendola avvicinare ancora di più a lui.
Anche le mani di Hanji si erano posate sui capelli di Levi dopo che si era mossa in modo da sdraiarsi su di lui. Avevano aperto la bocca, le loro lingue si erano incontrate, toccandosi l’un l’altra, la stanza si era riempita del suono dei loro baci e dei brevi respiri che intercorrevano tra un bacio e l’altro.
Nello staccarsi da lui, Hanji si era seduta rimanendogli addosso cavalcioni. Aveva sospirato appena, aveva le guance rosse e le labbra appena gonfie, i capelli ancora più scomposti del solito. Levi aveva notato che le donava quel tipo di agitazione.
Con il palmo delle mani Hanji si era appoggiata contro il suo petto, dopo averlo accarezzato appena facendole scorrere verso l’alto. Levi aveva sentito il desiderio prepotente di provare ancora il gusto delle sue labbra mentre le cingeva con forza i fianchi con le mani.
Hanji aveva riso appena percependo la sua impazienza, poi si era chinata su di lui afferrando il collo della sua camicia, fondendo insieme ancora una volta le loro labbra.
Era stato facile invertire la loro posizione, sentendo il suo peso contro di lei, a Levi era sfuggito un basso gemito quando Hanji aveva sollevato appena il bacino facendolo scontrare con il suo, quella reazione l’aveva fatta ridere appena.
“Ma che stiamo facendo?” aveva chiesto divertita, con un piccolo sorriso sulle labbra mentre guardava l’uomo che stava sopra di lei.
“Ci comportiamo da imbecilli” aveva bofonchiato Levi, mentre cominciava a esplorare con le labbra il suo collo, quasi a testare la sua reazione.
“Forse rimpiangeremo di averlo fatto in men che non si dica” aveva replicato l’altra, preoccupata, sentendo il bisogno di razionalizzare quello che stava succedendo.
Levi aveva sollevato gli occhi su di lei, svuotando il suo sguardo di qualsiasi tipo di emozione Hanji potesse leggerci. “Molto probabilmente hai ragione” le aveva detto sospirando, rotolando via da lei improvvisamente. Hanji aveva resistito all’impulso di afferrarlo per fare in modo che tornasse su di lei, immediatamente le era mancato il calore e la sensazione che le aveva dato averlo addosso.
“Questa finta relazione ci sta dando alla testa?” si era chiesta ad alta voce, imbronciandosi.
“Forse.”
“Provi qualcosa di diverso per me?” gli aveva chiesto piano, incerta su se voleva davvero avere una risposta a quella domanda.
“Forse, non lo so” era stata la semplice replica dell’altro.
A quelle parole, Hanji aveva acceso la televisione con il telecomando. “Vuoi guardare un film francese con me?” gli aveva chiesto con un’espressione allegra sul viso, mettendosi poi in una posizione comoda sul letto.
Si era accomodato anche lui sui cuscini mentre una donna in televisione piangeva per l’uccisione del marito. “Non mi pare di avere molta scelta” aveva replicato con calma, mentre aveva sentito la testa di Hanji posarsi sulla sua spalla, con i capelli scomposti che gli solleticavano una guancia.
Si era concentrato su di lei, escludendo dalla sua mente i suoni, non badando minimamente al film che davano in televisione, ma solo ad Hanji che ridacchiava ogni volta che vedeva qualcosa che le sembrava divertente.
Non era certo di cosa si aspettava succedesse tra loro, che fossero rimasti semplicemente amici o che ci fosse la possibilità di avere qualcosa di più era certo che gli sarebbe andato bene comunque. Averla nella sua vita era abbastanza, aveva ammesso a se stesso.

-

Quella notte, quando Levi si era arreso al sonno, Hanji era rimasta sveglia, incapace di rilassarsi. I suoi pensieri correvano nella sua testa senza fine, mantenendola vigile mentre la causa di quell’agitazione dormiva tranquillo accanto a lei. Aveva sospirato piano, cercando una posizione più comoda su un fianco, stando bene attenta a fare piano dato che non voleva disturbarlo.
L’aveva osservato con uno sguardo dolce, sembrava di anni più giovane senza l’onnipresente broncio che aveva di solito in faccia. I capelli neri gli ricadevano sulla fronte, ed era stato difficile per lei trattenersi dalla grande voglia di spostarglieli dal viso per poi passargli le dita lungo le ciocche scure.
Aveva realizzato quanto questo suo piano aveva complicato le cose.
Certo, aveva tenuto a bada la terribile personalità sua madre, ma a che costo? Dell’amicizia con Levi per cui si era tanto impegnata? Se davvero i sentimenti che provava per il suo imperturbabile amico erano qualcosa di più che platonici, e non era di fatto quella farsa a confonderla, questo cosa avrebbe comportato per loro due? Avrebbero potuto iniziare una felice e salutare relazione? E se le cose non avessero funzionato e non fossero nemmeno riusciti a riportare il loro rapporto alla normalità, a com’erano abituati?
O forse ci sarebbero riusciti, non ne era sicura. Quello che sarebbe stato era imprevedibile, in generale. Era possibile che le loro personalità avrebbero generato tra loro un eccessivo attrito in una relazione sentimentale, differentemente da come invece caratterizzava la loro ironica amicizia.
“Hanji, mettiti a dormire.”
Levi l’aveva fatta trasalire, distraendola dai suoi ragionamenti. Nella sua voce si sentiva la sua stanchezza: di solito parlava in modo brusco, quasi tagliente, in quel momento invece strascicava inusualmente le parole.
“Ti ho svegliato?” gli aveva chiesto preoccupata, a bassa voce.
Levi aveva aperto un occhio, la sua iride tinta di solito di un grigio azzurro sembrava quasi del tutto nera nella semi oscurità della stanza illuminata soltanto dalla luce della luna che entrava dalla finestra.
“Posso praticamente sentirti pensare” le aveva detto piano sospirando appena, chiudendo nuovamente i suoi occhi assonnati.
Era stato solo in quel momento che Hanji s’era resa conto di quanto quei pensieri l’avessero messa in tensione. Evidentemente Levi l’aveva percepito, aveva pensato appena in imbarazzo.
“Scusa” gli aveva detto non proprio convinta, poi con un improvviso moto di sicurezza in se stessa gli aveva fatto una carezza, portandogli via i capelli dalla fronte, gentilmente. “Non posso farne a meno” aveva aggiunto dopo un secondo di silenzio.
Era rimasta sorpresa del fatto che le stesse permettendo di toccarlo in quel modo, senza che la sua reazione fosse di insultarla o di scacciare via la sua mano, era insolito per lui.
“Lo so” era stata la semplice, stanca risposta di Levi.
Hanji aveva mugolato appena replicando, poi si era fatta più spavalda con quella carezza sui suoi capelli non più in ordine, passandoci in mezzo le dita per tutta la loro lunghezza. Le aveva dato una strana sensazione di calma farlo, e probabilmente era quello che doveva provare anche lui, dato che il suo respiro si era regolarizzato di nuovo.
Si era fermata per un attimo per la sorpresa di sentirlo intrecciare le gambe alle sue con un rapido gesto, mentre nel frattempo appoggiava la guancia sulla sua spalla, finendo poco dopo a metterla direttamente sul suo petto. Hanji aveva respirato a fondo, godendosi il profumo del suo shampoo.
“Perché hai smesso?” aveva mormorato Levi assonnato, tenendo gli occhi chiusi.
Hanji aveva sorriso, ridendo appena guardandolo. Sembrava proprio che Levi fosse un tipo bisognoso di attenzioni quando era molto assonnato, o mezzo addormentato.
Aveva registrato quell’informazione nella sua mente.
“Scusa brontolo” si era scusata di nuovo, mettendogli un braccio intorno alle spalle e portandolo più vicino a lei.
Aveva portato le mani sulla sua testa, ricominciando ad accarezzarlo, sentendo che il sonno si impossessava di lei e le palpebre che si facevano pesanti contro il suo volere. Però voleva godersi questo momento a fondo, per quello che era, si trovava in verità ad apprezzare questi attimi di pace sempre di più.
Il suo cuore si era stretto nel ricordare che non sarebbe durata. Una volta che sarebbero stati sull’aereo di ritorno per Seattle quella farsa sarebbe terminata una volta per tutte e le cose sarebbero tornate come prima.
Si era trovata a riflettere su se voleva che andasse così, e no, non lo voleva per niente. I suoi sentimenti per Levi stavano crescendo differenti da quello che erano stati prima, ormai si era fatta una ragione di questo fatto, e sembrava che anche lui si sentisse diversamente nei suoi confronti, dato come le stava adagiato addosso in quel momento.
“Sei così carino” aveva bisbigliato nella notte, strofinando appena il naso nei suoi capelli.
Tutto sommato si era decisa a cercare di avere una relazione sentimentale con uno dei suoi migliori amici, non importava quanto pauroso sembrasse. Se significava poterlo stringere nel modo in cui lo stava facendo in quel momento ogni volta che voleva, nel frattempo mantenendo il fondamento di amicizia su cui era basata quella relazione, improvvisamente non poteva nemmeno capire perché avesse avuto tutti quei dubbi in primo luogo.

-

Levi si era svegliato malinconico dopo aver avuto la notte di sonno migliore che potesse ricordare. Aveva sbattuto le palpebre qualche volta prima di realizzare quale fosse la situazione in cui si trovava.
Le braccia di Hanji gli circondavano le spalle, le sue gambe erano intrecciate a quelle più lunghe di lei. Doveva essersi addormentato con la testa sulla sua spalla, aveva dedotto non senza un po’ d’imbarazzo per le sue azioni. Avrebbero dovuto prendere le cose con calma, ed ecco che invece le stramazzava addosso senza considerazione.
Tuttavia non sembrava che ad Hanji dispiacesse troppo, aveva pensato mentre la guardava con affetto. La sua bocca era lievemente aperta, ne usciva un lieve russare, era leggermente accigliata, l’espressione di qualcuno che stava sognando, forse.
Lui e Hanji erano invitati a casa di sua madre per quel giorno per una festa che stava per dare, dire che temesse quell’evento era quasi poco. Elizabeth era estremamente seccante e assolutamente ignara di esserlo, cosa che infastidiva Levi immensamente.
Dopo aver sospirato e lasciato il suo sguardo posarsi per l’ultima volta sulla brunetta, si era alzato ed era andato a fare una doccia.







Buonasera a tutti,
vi lascio un piccolo messaggio in coda per dirvi che per le prossime tre settimane vi abbandono per un po’ di ferie. Veramente non volevo pubblicare affatto ad agosto, ma dato che l’ultimo aggiornamento di luglio ci aveva tenuto un po’ col fiato sospeso per quanto riguarda la trama, mi sono detta che era un po’ crudele lasciarvi così!
Credo che questo fosse in assoluto il capitolo più corto tradotto finora, ma conto che abbiate trovato il contenuto abbastanza interessante dal non curarvi affatto della lunghezza!
Vi ringrazio ancora tutti per l’interesse, l’incoraggiamento e la dedizione con cui seguite la traduzione.
Passate buone vacanze, chi ci va, il 30 agosto ricominciamo coi nostri mercoledì!
Con affetto,
FoolThatIam

   
 
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