Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Ino chan    03/08/2017    2 recensioni
Non ci credo!
Quando Petra si ritrova Levi di fronte, per poco non gli sputa addosso il succo di frutta alla pera appena comprato alla macchinetta. Tossisce, e si asciuga il naso con il dorso della mano. Dio, che bruciore! Si guarda attorno, dev’essere un errore, non può essere quello il club di giardinaggio. Anche se, ne ha tutto l’aspetto. Torna a guardare Levi - Ehm, ho letto che cercato un nuovo membro, a me piacerebbe partecipare.-
In realtà è stata Nanaba a spingerla. Hai bisogno di prendere un po’ d’aria, l’anemia finirà con l’ucciderti altrimenti.
-Ne sai qualcosa di agraria, topo di biblioteca?-
Petra si sente arrossire. Merda, l’ha riconosciuta.
[RIVETRA- MODERN| AU]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Levi Ackerman, Petra Ral
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a happily ever after, spero di aver azzeccato l’idea che avevi.


 

Lavora part-time alla biblioteca, dicevano. Sarà una passeggiata, dicevano.
-In quale dannato universo?-  si chiede Petra Ral  mentre infila un paio di libri sotto al braccio e li porta con sé su per la scaletta. Da quando ha iniziato a lavorare presso la biblioteca universitaria, non fa che riordinare. La titolare, ormai resa orba dalla vecchiaia, non seguiva più nessun metodo di catalogazione, e il suo primo giorno di lavoro, Petra lo ha passato ad urlare che le sorelle Brontë non possono essere riposte accanto all’ultimo trattato di fisica di Stephen Hawking.  Il secondo a piangere, e il terzo ad urlare ancora.
Dopo una settima,  la biblioteca ha di nuovo un sistema di archiviazione degno di questo nome. Non ha dormito, non ha quasi mangiato, ma ne è valsa la pena.  Le basterà riporre gli ultimi due libri, e potrà dire di aver fatto. Sposta quelli già sul ripiano, ma nel farlo, compie l’unica cosa da non fare mai su una scala. Lasciare la presa.  Si sbilancia all’indietro, sotto il peso di due mattoni russi,  seicento pagine l’uno di tragedie inarabili, e senza che possa fare nulla per impedirlo, cade all’indietro come una pietra. Già vede l’articolo sui giornali, matricola ventenne, muore dopo l’eroica risistemazione della biblioteca. I parenti, affranti, dicono che almeno è morta felice.
Cade, sbatte, impreca… Ehi, un momento, non è stata lei a bestemmiare!  Apre gli occhi sorpresa. È fra le braccia di qualcuno che è finito a sedere sotto di lei. Fissa il soffitto stralunata. Non può essere,  certe cose succedono solo nei film.
Ora mi giro, e scoprirò che è un figo da paura e panico. Si volta e per poco non sente la mascella inferiore schiodarsi di botto da quella superiore.  La persona su cui è caduta è effettivamente un figo da paura e panico.
-Ehi, mocciosa ti sei innamorata? Spostati!-  Petra salta via come un grillo, e il ragazzo si alza. È poco più alto di lei, quindi decisamente basso per essere un uomo, ma in compenso, è così meravigliosamente bello che non saprebbe come descriverlo. Lo guarda tirarsi su, e toccarsi il retro della testa con una smorfia. Dovrebbe ringraziarlo? L’ha presa al volo oppure gli è rovinata addosso?
-Mi dispiace,  ti sei fatto male?-  opta per scusarsi prima e poi ringraziarlo, in caso questo le dica di essere il suo amichevole Spiderman di quartiere. Chiude le braccia attorno al libro che le viene sbattuto  addosso, se è Spiderman decisamente non è amichevole.
-Ero venuto a restituire questo.- bofonchia il ragazzo -Dov’è la vecchia?-
-La vecchia? Ah, la dottoressa Parker, non fa più i turni di mattina. Ora ci sono io.- Petra raggiunge il bancone e dopo essersi collegata al terminale, controlla la scheda del testo che è stato riconsegnato. “Algebra Lineare" . Dev’essere un laureando in matematica, si dice  -Ecco qui, serve altro?-
Sparito. Petra sbuffa lasciando cadere le spalle. Che tipo.
Guarda il nome sulla scheda del libro appena riconsegnato: Levi Ackerman.


Non ci credo!
Quando Petra si ritrova Levi di fronte, per poco non gli sputa addosso il succo di frutta alla pera appena comprato alla macchinetta. Tossisce, e si asciuga il naso con il dorso della mano. Dio, che bruciore! Si guarda attorno, dev’essere un errore, non può essere quello il club di giardinaggio. Anche se, ne ha tutto l’aspetto. Torna a guardare Levi - Ehm, ho letto che cercato un nuovo membro, a me piacerebbe partecipare.-
In realtà è stata Nanaba a spingerla. Hai bisogno di prendere un po’ d’aria, l’anemia finirà con l’ucciderti altrimenti.
-Ne sai qualcosa di agraria, topo di biblioteca?-
Petra si sente arrossire. Merda, l’ha riconosciuta.
-Sì, sono cresciuta in campagna.- annuisce.
-Ottimo, prendi una carriola e inizia a caricare i sacchi di letame.-
Petra alza gli occhi di scatto. La sta prendendo per il culo?
No, non la sta affatto prendendo per il culo. Dopo due ore, Petra è uno straccio inzuppato di veleno. Il club di giardinaggio si occupa della manutenzione di tutta l’aria verde dell’università, questo significa lavorare, lavorare duro, sporcarsi, sudare. Tutti tranne per mister Ackerman, che si limita a seguire il progetto approvato dal corpo docenti, e ha potare di tanto in tanto qualche aiuola.
-Non potresti aiutarci?-
-È sporco.-
Petra lo fissa stranita - Fa parte del fare giardinaggio, non lo sai?-
-Non per me.-

-Sei scema? Non c’è una ragazza in tutto il college che non venderebbe un rene per lavorare a stretto contatto con Levi Ackerman, e tu ti lamenti?- Petra spunta dal piumone solo per un piede. Ha deciso che passerà tutto il resto della sua vita lì. 
-Sì, ma solo io ho rischiato di ammazzarlo cadendogli sopra da una scala. Senza contare che è uno stronzo a livello olimpionico.-
Nanaba tenta di tirarla fuori, prendendola per la caviglia, ma  assieme a lei, butta giù dal letto anche il materasso. Quando Rico rientra dalla lezione di biologia, le trova in mezzo ad un campo di battaglia fatto di coperte, lenzuola, decorate con un imbarazzante stampa di Winny Pooh, e cuscini.  Sistema gli occhiali sul naso - A quanto pare è vero, sei entrata nel club di giardinaggio.- Petra la guarda stranita, si è già sparsa la notizia? - Se fossi in te, starei attenta, il Levi Ackerman fan club è sul piede di guerra. A quanto pare hai soffiato il posto ad una di loro.-
Petra la guarda stranita -Il cosa?-
-Sì, una di loro è stata cacciata e tu hai preso il suo posto.-

Petra è appena uscita dalla biblioteca, quando si ritrova a venire sbattuta contro il cassonetto dei rifiuti. Chi diavolo l'ha spinta? Strabuzza gli occhi a trovarsi accerchiata da cinque ragazze dall’aria poco amichevole. Sarebbe questo il Levi Ackerman fan club? Si chiede. Sorride, non è il momento di essere ridicole, dai. Ha solo chiesto l’ingresso in un club extrascolastico, qualche punticino in più fa comodo a tutti quando c’è da tirare la media dei voti a fine anno.  Niente da fare, si ritrova a venire afferrata,  sollevata di peso e scaraventata all’interno del cassonetto dietro di lei. Atterra su pile di materiale che non vuole identificare, sporcandosi, e inzuppandosi.  Impreca come solo la figlia di un camionista irlandese sa fare, tirando pugni e calci all’aria. Maledette stronze!
Quando raggiunge gli altri al capannone degli attrezzi, gronda sporcizia. Hanji, co-presidente del club di giardinaggio, una ragazza dai lunghi capelli castani e gli occhiali da vista tenuti su da un laccetto dietro il capo,  fa un salto all’indietro. Levi la tiene lontana da sé con una scopa -Ehi, è tutta colpa delle tue fangirl se sono ridotta in questo stato!-
Fa per andarsene, ma Levi la blocca per un braccio e inizia a trascinarla - Che diavolo fai?-
-Devo essere certo che tu ti lavi per bene.-
-Cosa?-
Petra non può credere a quello che sta succedendo, Levi dopo averla buttata nella vasca  che usano per serra, e le ha allungato un telone per coprirsi dopo essersi spogliata -Queste sono molestie.-
-Le tue non saranno di certo il primo paio di tette che vedo.-
-So lavarmi da sola.-
-Non, nel modo che intendo io.-
-Non mi spoglierò davanti a te!-
-Se vuoi che lo faccia io, basta dirlo.-
Petra si sente morire per l’imbarazzo, Levi è serio -Ok, ma se sbirci, giuro che ti prendo a pugni.- sibila. Levi accenna un minuscolo sorriso -Non metto in dubbio che lo faresti, tigrotta.-
Non sta succedendo davvero. Non sta succedendo davvero. Seduto dietro di lei, Levi le sta lavando i capelli. Non vorrebbe pensare a nulla di sconveniente, ma la situazione è ar dir poco allucinante. Stringe le braccia sul seno, coperto dal telone , e strizza gli occhi. Se si può morire di vergogna, questo sarebbe il momento ideale per farlo.
-Si può sapere perché vai in giro con tutto l’occorrente per lavarsi nella borsa?-
-Perché prima di rientrare in casa, mi lavo e mi cambio d’abito.-
-Anche se non fai mai nulla?- lo guarda da sopra una spalla.


Petra ha presto modo di accorgersi del disturbo  di Levi legato alla pulizia. E se sulle prime, come gli altri, ride e lo prende in giro, quando si accorge dell’espressione di vero fastidio sul suo viso, non può fare a meno di aiutarlo. Gli pulisce le mani con il bordo della maglietta,  e quando lo sente bisbigliare un ringraziamento, non può fare a meno di sorridere. È così dannatamente carino quando non fa l’insopportabile. Peccato che, la maggior parte del tempo, si impegni anima e corpo per essere una completa, monumentale, testa di cazzo.
È questo che sta pensando mentre sistema gli ultimi libri che sono stati restituiti alla biblioteca.
-Azzurre.- Petra aggrotta la fronte e abbassa gli occhi. Levi è ai piedi della scaletta  e sta guardando in su verso di lei.
-Azzurre?- gli fa eco confusa,  prima di rendersi conto che si sta riferendo al colore delle sue mutandine.
Stringe le gambe per riflesso, e questo le  costa una sonora caduta giù dalle scaletta, dritta fra le braccia di Levi, che stavolta riesce a prenderla al volo senza rovinare sotto di lei - Maledetto, ti sembra il caso di metterti a sbirciare così palesemente?- gli chiede mentre lo picchia in testa con un volume di Astronomia.
-Ti ho visto sulla scala, e visto quanto sei imbranata, ho pensato di mettermi sotto e prenderti al volo in caso fossi caduta.- Petra si sente quasi in colpa, quasi, perché Levi  aggiunge subito dopo -  È colpa tua, comunque, visto che sei devi salire e scendere dalle scalette quando sei a lavoro, perché ti metti la gonna?-
-KYAAAAAAAAAH, PORCO! SONO PADRONA DI INDOSSARE QUELLO CHE CAVOLO MI PARE!- sbraccia furiosamente agitando gambe e braccia per farsi mettere giù.
-Non capisco perché ti arrabbi così, negli ultimi giorni ho visto tutto quello che c’era da vedere di te.-
Petra sbraita che di certo non l’ha fatto con il suo consenso. Levi storce la bocca, con il suo consenso o meno, sa com’è fatta e non gli sembra il caso di fare tante scene.


Anche se detesta ammetterlo, Petra sa che Levi ha perfettamente ragione, Dopo due settimane passate a  essere buttata nell’immondizia un giorno sì e un giorno no, a essere infilata a forza di testa nei gabinetti, ormai  è abituata a farsi lavare da Levi. Non che non si vergogni ancora come una ladra,  ma da una parte è meglio sporcare la vasca delle ortensie, che quello dell’appartamento che condivide con Rico e Nanaba. Quelle due streghe sarebbero capaci di farla dormire sul pianerottolo, piuttosto.
-Stasera usciamo assieme.-
-Prego!?-
-Me lo ha detto Hanji, ci sarai anche tu alla festa del compleanno di Mike, tanto vale andare assieme.- Petra si rilassa visibilmente, maledizione, pensava che le stesse chiedendo un appuntamento. Sì, ci sarà anche lei. Deve fare da sostegno morale a Nanaba, innamorata persa di Mike dal primo momento in cui gli ha sbattuto addosso l’uscita dei laboratori di chimica.
-Ok, allora aspettami quando abbiamo finito.-
-Aspetta e se quelle del tuo fan club ci vedono?-
Levi fa una smorfia mentre le fa chinare la testa all’indietro per sciacquarle i capelli dalla terza passata di shampoo. Sarà pur padrone di uscire con una donna se vuole, o deve farsi frate solo per farle contente?


Petra non è precisamente un animale da festa.  Ha passato gli anni del liceo con il naso ficcato nei libri e ora che dovrebbe godersi la vita, non sa come fare. Si ritrova sul balcone, l’appartamento di Mike è piccolo, talmente carico di roba e di gente che quando Petra apre la finestra, tira una boccata d’aria sollevata. Un minuto in più avrebbe dato di matto.
-Non ti diverti?- Levi è seduto su una seggiola di plastica bianca, i piedi sul bordo della ringhiera. Nella mano destra stringe una bottiglia di birra,  nella sinistra, fra due dita, una sigaretta consumata.
-Non mi piacciono molto le feste.-  Petra guarda la sedia libera accanto a quella di Levi, poi lui. La morderà se prova a sedersi?
-Po…Posso?-
-Puoi sederti, non ti mordo mica.-
Il silenzio è totale, Petra si guarda le scarpe, come se fossero l’unica cosa interessante. È stata un idea stupida sedersi accanto a Levi, senza aver preparato almeno venticinque possibili argomenti da poter affrontare con lui - Ti stai laureando in matematica, quindi?-
-Architettura.- precisa.
-Oh… E come ci sei finito a capo del club di giardinaggio?- gli chiede.
-Il tipo che c’era prima, Erwin, mi ha praticamente preso di peso dalla biblioteca, e portato in giardino. Secondo lui ero perfetto per fare da modello alla siepe  di Amore e Pshiche .- Petra socchiude gli occhi, prima di capire a cosa Levi si stia riferendo, per poi annuire. I due cespugli potati nella forma di due innamorati che si tengono le mani davanti all’aula di letteratura -  Secondo lui ero perfetto per fare il greco. A me non sembra avere questo gran naso.- si tocca la punta del naso con la bottiglia e Petra soffoca una risata.
-È perché sei piccolino, i greci nell’antichità erano bassi e compatti…- Levi la guarda accigliato -…Oh no, scusa, non volevo dirti che…-
-Sono ventidue anni che mi danno del nano, non sei mica la prima.-
Petra sorride -Beh, anche a me dicono che sono piccolina. Facciamo una bella coppia di puffi, no?-
-Se è vero quello che si dice degli uomini e delle donne basse,  siete fatti l’uno per l’altra.- Petra aggrotta la fronte e allunga il collo. Oltre Levi, seduto per terra, c’è un ragazzo.  L’ha visto in giro, ma non sa dire come si chiami - A cosa ti riferisci?- gli chiede.
-Farlan si riferisce alle doti degli uomini bassi.- risponde Levi flemmatico, allungando il pollice e l’indice della mano sinistra  come se stesse mimando una pistola. Petra lo fissa per un secondo prima di arrossire. Si dice che gli uomini bassi siano, come si dice, forti di altre virtù. Stessa cosa per le donne.
-NON INTENDEVO MICA QUELLO, MAIALI!- strepita.


-Non va bene!-
Petra lascia cadere la pala. Come non va bene?
Il disegno composto con i garofani è ar dir poco perfetto. Il simbolo del collage, in tutto il suo splendore. Nemmeno con carta e penna avrebbero potuto fare di più. Levi fa una smorfia, il terzo garofano da sinistra è spostato all’indietro di circa un centimetro e mezzo, non va bene.
Petra lo guarda, guarda Levi -Mi prendi in giro?-
-Mai stato più serio. Rifatelo.-
Rifatelo? Dopo sei ore di lavoro, lui  se ne esce con un, rifatelo? Petra afferra una manciata di terra e non appena Levi si volta, glie la tira dietro. -Ral sei impazzita?- esclama guardandosi i pantaloni impataccati.
-Chi io? Chi ti dice che sia stata io?- indica Hanji alla sua destra, e Auro, accucciato accanto ai garofani -Non possono essere stati loro?-
-Non mettermi in mezzo, Petra! - salta su Auro, Petra gli sta dando del vigliacco, quando si sente afferrare da dietro per lo scollo della maglietta . Levi le strofina sul collo e sulle guance un ciuffo d’erba.  La ragazza scalcia  per cercare di liberarsi, ma visto che Levi è molto più forte del previso, decide di sbattergli sul viso i guanti sporchi di terra.
-Maledetta!- lo sente sputacchiare.
-Che esagerato! Da piccola mangiavo la terra, sai, avevo mancanza di calcio o qualcosa del genere. È buona.-  Levi le scocca uno sguardo schifato -Dopo questa devi stare minimo tre chilometri lontana da me.-  Levi si allontana e Petra lo riconcorre a braccia aperte -Ral, smettila o giuro che ti prendo in braccio e ti butto in mezzo al cespuglio di begonie appena concimato.-


Il giorno dopo, all’uscita del lavoro, Petra si imbatte di nuovo nel  Levi Ackerman fan club. Maledizione, non sa più a che santo votarsi per far capire a quel gruppo di matte che non c’è niente tra lei e Levi. -Ti abbiamo vista andare via in macchina con lui, sgualdrina!- una delle cinque la spintona, il capo, come Petra ha imparato a capire nel corso dei loro numerosi incontri - E ieri, davanti all’aula di letteratura , sembravi una cagna in calore!-
-Io non sono una cagna in calore, stavo solo scherzando!- strepita mentre le ragazze si fanno sempre più vicine -Oh andiamo, siamo ragazze di vent’anni, non vi sembra completamente folle litigare così per un uomo?-  Centinaia di battaglie femministe, e questo è il risultato? Donne che si danno addosso per avere un maschio. Maledizione, nemmeno Levi Ackerman fosse l’unico maschio dotato di pene  di tutto il campus!
-Sentite, sono in ritardo, ne riparliamo più…- si ritrova di nuovo a venire spinta all’indietro. Ora basta! Si toglie la borsa e decide di usarla come arma contundente.
-Andiamo, stronzette, vediamo se qualcuna di voi ha la testa così dure da resistere a tre dispense, e il vocabolario di latino!-

-Levi, Petra è in ritardo.- Levi annuisce distrattamente senza alzare gli occhi dai garofano che sta  piantando -Perché non le vai in  contro, magari ha avuto qualche problema in biblioteca.-
-Perché diavolo dovrei farlo, quattr’occhi?- Hanji si appoggia alla sua schiena e spinge il capo contro il suo -Perché ti è simpatica.-
Levi sbuffa alzandosi. Questo non vuol dire che debba farle da babysitter.
-Oh, non hai negato. Ti è simpatica, questo vuol dire che ti piace!-
Levi la guarda da sopra una spalla - E questo salto  di ragionamento, come t’è venuto?- le chiede.
-Perché io ti sono simpatica, ma dici di odiarmi. Se di lei dici che ti è simpatica, significa che ti piace.- Levi incrocia le braccia al petto. Non è che dice di odiarla, la odia proprio -Oh, non fare il Grinch, con me, anche se il verde ti dona, non staresti bene con la barba. Su vai a cercarla. Magari ha qualche problema.-
Problema?  Quando Levi trova gli abiti di Petra tutti tagliuzzati, non può fare a meno di pensare al peggio. Sono sparsi lungo il colonnato della biblioteca, come se il colpevole, avesse voluto farli trovare. Afferra il giubbetto, poi la maglietta  con il cappuccio. Che diavolo? -Petra!- urla guardandosi attorno -Petra!- Si accorge che le luci all’indietro della biblioteca sono accese, nonostante sia passato da un pezzo l’orario di chiusura per pranzo, e senza pensarci, entra all’interno come un uragano -Petra, sei qui?-
-Levi?- le ragazza sbuca da dietro il bancone della reception - Che ci fai qui?-
-Io? Tu ! Che diavolo è successo?-
Petra torna seduta, le braccia incrociate sul petto e le ginocchia al petto. Quelle stronze l’hanno spogliata, e le hanno tagliuzzato tutti gli abiti. Levi si porta una mano alla fronte, quelle stronze psicopatiche! Si toglie la giacca, e la lancia oltre il bancone, facendola finire sulla testa della ragazza. -Andiamo.- esclama allungando un braccio - Svelta.-
-Dove andiamo?- chiede
-A casa mia, non vorrai mica rientrare nel dormitorio così.-
-Sono nuda qua sotto, Levi.- esclama spalancando le braccia. Levi abbassa lo sguardo -Ho appena visto tutto quello che c’era da vedere, quindi possiamo andare.- Petra abbassa lo sguardo,  e tira giù la giacca con le mani. Merda!

-Di chi sono questi vestiti?- chiede Petra indicando gli abiti che indossa. Un paio di leggings neri, una felpa rossa con il cappuccio, e scarpe da tennis sempre rosse.
-Di Isabel.-  Petra deglutisce a vuoto, e Levi, per chissà quale ragione, si sente il dovere di specificare -È la ragazza di Farlan, il tipo ubriaco che era con me sul terrazzo alla festa di compleanno di Mike.-
-Oh.- Petra accenna un sorriso -Vivi con lui?-
-È l’unico che non mi prende per pazzo per via delle mie abitudini.- Per abitudini, intende quello di dormire tre ore per notte, e passare il resto del tempo a pulire in maniera ossessiva -Hai fame, vuoi…Uhm?- Petra ridacchia,  a trovarsi di fronte una collezione di videogiochi da far girare la testa non ha resistito, ne ha messo su uno e ha avviato la console.
-Posso?- chiede sorridendo
-Prego…- risponde Levi sedendosi dietro di lei sul divano.


-E così ti piacciono i videogiochi?- le chiede mentre la guarda piegarsi a destra e a sinistra per seguire l’andamento della macchina -Non è un passatempo molto femminile.-
-Ho sei fratelli maggiori.- Petra lo guarda da sopra una spalla -Le mie bambole hanno sempre avuto vita breve e alla fine mi sono adattata a giocare con quello che avevo. - Pistole giocattolo, macchinine e videogiochi. -Cavolo!- esclama -È difficile questo punto.-
-No che non lo è, hai solo troppa impazienza.- Petra sbuffa che non è affatto impaziente, mentre Levi le si siede alle spalle e le circonda  il corpo con le braccia per poggiare le mani sulle sue attorno al joystick.
-Cosa?- ulula.
-Sta buona, adesso ti faccio vedere come si fa.-
Questa non è di certo la situazione più imbarazzante con cui  Petra si è trovata con Levi, ma è di certo la più intima. Ce l’ha addosso, poggiato contro la schiena, il mento con la spalla e le mani sulle sue. Pure un cieco capirebbe il suo disagio, ma Levi non sembra rendersene conto.
-Hai capito?-
-Uhm.-  Si volta e con il naso sfiora quello di Levi, già voltato verso di lei. Si fissano per un momento, e un attimo dopo, Levi ha già premuto la bocca sulla sua. Petra stringe la presa sul joystick fino a far scricchiolare la plastica.  Il cuore le schizza in gola, non se l’aspettava, ma deve dirlo, è una sorpresa più che gradita. Le mano di Levi sulle sue le fanno quasi male, ma non si lamenta.
-Scusa, mi dispiace, non so che…- Levi si allontana di lei di colpo, facendola quasi cadere. Si tocca le labbra con la punta delle dita. Non è da lui.
Petra poggia il joystick a terra -Magari ti piaccio?- gli chiede speranzosa.
-E se fosse?- chiede Levi  a bassa voce.
-Beh, tu mi piaci. Sarebbe un buon inizio.- mormora la ragazza giocando con i lacci della felpa -Perché mi stai guardando come se fossi completamente impazzita?-
-Hai detto che ti piaccio.- Petra batte le palpebre perplessa. Perché è così sorpreso? Alla fine ha anche un fan club personale, quanti uomini che non si chiamano Sebastian Stan o Robert Downey Jr, possono dirlo?
-Sì, ma loro non mi conoscono, tu sì.-
Petra si tocca il mento con un dito - Questo è vero, e non si può dire che noi andiamo particolarmente d’accordo,  ma credo che assurdo come sei,  il nostro rapporto è piuttosto buono.-
-Mi stai dando dello stronzo fra le righe?-
-Io ho detto assurdo, non stronzo, non mettermi in bocca parole non mie!-
Levi accenna un sorriso -Lo hai pensato.-
Petra si porta una mano alla fronte. Basta, è stata scema a voler provare a dichiararsi. Piuttosto che mettersi con Levi Ackerman diventa monaca di clausura. -Torno a casa che è meglio.-  Si gira sbuffando come una teiera, e nello stesso momento, Levi bisbiglia un -Non andare.-
Petra si ferma e porta una mano a coppa dietro l’orecchio destro -Parlami nell’orecchio buono.-
-Donna non ho intenzione di umiliarmi!- 
Ok, non è il massimo, ma decisamente può farselo bastare. Per ora. Si gira, e in due passi, ha le braccia attorno al collo di Levi. -Dovresti smetterla di cadermi addosso.- lo sente borbottare dopo essere caduti assieme sul divano.
-Non dirlo come se la cosa ti disturba.- ridacchia la ragazza con il viso poggiato sul suo petto.
Levi si lascia scappare un sospiro -Mai detto che mi disturba.-

 


Fine

 

 

Sono certa di non saper scrivere di Levi, quindi boh, non tiratemi i pomodori, sono  solo una ficcynara che ha voluto fare un regalo T_T
Ino chan

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



 

   
 
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