Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: AlnyFMillen    10/08/2017    1 recensioni
[ In una stanza dimenticata dal mondo, il ritrovamento di un quadro suscita l'interesse di Elsa.
Anna cerca da tempo di far conoscere qualcuno alla sorella, cosicché quella possa trovare la felicità. Forse esagera, ma sembra aver finalmente trovato il ragazzo perfetto. Cosa sarà disposta a fare per permettere ai due di incontrarsi? ]
[ Jelsa ]
Si prese del tempo per osservarlo, senza fretta. Lasciò gli occhi per ultimi e fu un bene, perchè, ad incrociare un simile sguardo, così profondo e diverso, così dannatamente azzurro, si ritrovò senza fiato.
Meravigliata.
Stupefatta.
Ammaliata.
Era come se un quadro - un quadro - le stesse setacciando l’anima.
Era come se...
Senza che potesse impedirlo, protese una mano in avanti, pronta a sfiorare la tela.
Era come guardarsi allo specchio.
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna, Elsa, Kristoff
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1
 











“Vostra maestà! Regina Elsa!”
Il ciambellano si affrettò nella direzione dov’era apparsa la sovrana. Aveva passato l’intera mattinata a rincorrerla, per i corridoi del palazzo, senza mai avere la possibilità di rivolgerle la parola, causa il susseguirsi di riunioni con re di principati vicini. Doveva assolutamente comunicarle delle notizie entro fine giornata e non poteva lasciarsi sfuggire quell’occasione, più unica che rara.
Elsa soppresse un sospiro, chiuse per un attimo gli occhi, conscia dei propri doveri. Arrestò la camminata regale, voltandosi verso il sottoposto ed attendendo che quello riprendesse fiato.
“Ci... Ci sono...” balbettò l’uomo.
La ragazza portò le mani al ventre, aspettando pazientemente che il dignitario si calmasse prima di riprendere a parlare.
“Ci sono alcuni inviti da spedire per il ballo di venerdì sera” riuscì a dire infine, “Il Duca di Weselton, per esempio...”
“Mi spiace interrompevi, ma temo sia meglio non far intromettere quell’uomo negli affari riguardanti Arendelle. Eliminatelo subito dalla lista, non capisco nemmeno come possa esservisi.”
Il cappellano sgranò gli occhietti neri, sorpreso, poi annuì frettolosamente.
“Certo, provvederò subito. Sono costernato per quest’inconveniente, Altezza.” snocciolò, accompagnando quell’uscita con veloci colpi del capo.
La sovrana fece per rassicurarlo, prima di domandare all’uomo se avesse altro da comunicarle. Quest’ultimo, però, scosse la testa, troppo concentrato sul proprio errore per poter prestare attenzione ad altro. Senza indugio, si congedò.
Elsa lo guardò allontanarsi, perplessa ma, tuttosommato, felice di poter aver un attimo per se stessa. Stava incamminandosi nuovamente verso il suo studio, quando il pensiero che l’assillava dalla mattina si ripresentò d’improvviso.
“Aspettate” lo richiamò, vedendo che non era ancora troppo lontano.
Il ciambellano si bloccò all’istante, voltandosi a passo di marcia nella sua direzione.
“Avete per caso visto la principessa Anna, quest’oggi? Non riesco a trovarla.”
L’altro dissentì.
“In caso doveste incontrarla, riferite che ho delle questioni urgenti di cui parlarle e la indirizzi nelle mie camere.”
“Indubbiamente. Farò in modo di trovarla al più presto, poiché ho da consegnarle anche alcuni fogli da lei richiesti.”
La regina annuì.
“Bene, potete andare”
Sospirò pesantemente, preoccupata. Già dalla sera prima, la sorella le era sembrava strana e, quando svegliatasi non l’aveva trovata da nessuna parte, ecco che i suoi sospetti erano stati confermati. La minore, al contrario di lei, non poteva certamente dirsi una persona mattiniera, quindi la sua assenza l’aveva oltremodo stranita.
Si morse il labbro, accorgendosi ormai troppo tardi di quel che in realtà il funzionario aveva detto. Da quando in qua, Anna chiedeva le fossero recapitati documenti?
 
Ahi. Kristoff, Mi stai schiacciando il piede!”
La giovane si dimenò, per quanto la scomoda posizione glielo permettesse, e, così facendo, finì per premere la pianta del suddetto piede proprio sulla guancia del ragazzo.
Du bi sdai spappolando il nado: era la bia faccia, quella che hai colpito.” si lamentò l’altro, cercando inutilmente di spostare l’arto lontano dal suo viso.
“Non è mica colpa mia se siamo chiusi qui dentro.”
Seguì un attimo di silenzio, poi il ragazzo parlò con tono spazientito.
“Stai scherzando, vero?”
Anna gli lanciò un’occhiataccia nel buio. Ruotò su se stessa fin quando non riuscì ad avere una visuale più o meno accettabile del compagno. Nella scarsa luce dell’abitacolo, Kristoff la fissava a bocca aperta, come sbigottito dalle sue ultime parole.
“E’ esattamente, completamente, indiscutibilmente colpa tua!” la rimbrottò il biondo, alterato.
“Non... Non è così.” cercò di difendersi lei, questa volta imbronciata.
“Beh, chi ha cercato di rubare la mia slitta per imbarcarsi in una missione suicida?”
“In realtà...”
“E chi è stato a scagliarsi contro uno yeti di ben due metri e mezzo senza nemmeno avvertirmi, a metà strada?”
“Potrei aver...”
“E ancora, chi ha gentilmente consigliato al bestione di rinchiuderci in un gigantesco sacco?”
“Gli ho solo detto che avrebbe dovuto ucciderci per ridurci al silenzio. Volevo intimidirlo.” si giustificò la principessa, come se quella potesse essere una motivazione più che sufficiente per tirarla fuori dalla scomoda situazione.
”Hai detto poco! Se ci aveva preso a calci la prima, la seconda volta, cosa ti ha fatto pensare che non l’avrebbe fatto anche una terza? Quello lì mica scherza.”
“Esagerato.” sbuffò lei, per sdrammatizzare.
Kristoff incrociò le braccia al petto, corrucciato, nel mentre masticava una serie sconclusionata di “esagerato”.
Improvvisamente, il perpetuo dondolare cui erano succubi da qualche tempo cessò. A stroncarlo fu un movimento più violento e repentino dei precedenti, il quale fece emettere alla giovane un urletto strozzato. Entrambi entrarono quindi in collisione con il terreno.
Con i palmi ben aperti, la ragazza tastò il suolo, cercando di comprenderne la natura al di sotto dello spesso tessuto. Lo strato di iuta, cui era composto il sacco dov’erano imprigionati, nascondeva una superficie liscia e fredda. Probabilmente pavimento, decretò.
Fece leva sui gomiti, così da poter ritrovare una posizione più comoda di quella che la caduta gli aveva regalato, e nel farlo notò sotto di sé qualcosa - o meglio qualcuno - di estremamente morbido. Appena fu consapevole che quella morbidezza proveniva dal povero Kristoff, dolorante per la botta ricevuta, si rizzò in piedi, squittendo.
“Kristoff!” chiamò a gran voce, non riuscendo a scorgere la sua espressione nella semioscurità.
“Kristoff, dimmi che stai bene!”
Avendo attutito, non solo la caduta del proprio corpo, ma anche quella della compagna di sventura, doveva essersi fatto veramente male.
“Kristoff” continuò a ripetere, “Per favore, dimmi che stai bene.”
Prima che potesse concludere la frase, un verso dolorante la interruppe.
“Che male, la testa.” mormorò fra i denti il giovane Bjorgman, portando una mano al punto leso, “Dovevi proprio buttarti così a peso morto?”
In un attimo, la ragazza gli buttò le braccia al collo, felice che stesse bene. Senza nessun imbarazzo, si strinse a lui, e stava giusto per aprir nuovamente bocca, quando delle voci la bloccarono. Provenivano dall’esterno, questo era certo.
“Pensate siano morti?”
“Io dico che stanno pomiciando un po’.”
“Calmoniglio, non essere scortese!”
“Che c’è? Non puoi mica aspettarti che stiano chiaccherando, lì dentro.”
“Magari si sono fatti male.”
“Per una volta sono d’accordo col Canguro.”
“Non so se tu sia duro d’orecchie o semplicemente stupido, Frost.”
“Di certo te ne intendi, di orecchie e stupidità.”
“Senti un po’ moccioso...”
“Ragazzi!” li riprese un’essere dai tratti femminili e la voce gentile, “Abbiamo ospiti, contenetevi. Perché non prendete esempio da Sandman?”
Il Guardiano dei Sogni gonfiò il petto, in segno di orgoglio, mentre quelli del Divertimento e della Speranza borbottavano parole apparentemente prive di senso compiuto.
Un vecchio dall’aria bonaria, si avvicinò ai due litiganti, dando loro vigorose pacche sulle spalle.
“Dentolina ha ragione, rimandate battibecchi. Voglio proprio sapere cosa spinge due innamorati a venire qui, in Polo Nord!” esclamò con tono allegro.
“Magari...”
L’urlo prolungato di Anna mise definitivamente fine alle chiacchiere, facendo voltare gran parte delle Leggende verso la ragazza. Questa era riuscita a evadere dal nascondiglio, ed ora stava ritta di fronte ai cinque, gli occhi brillanti di meraviglia.
Gli yeti, nel panico per essersi lasciati sfuggire la prigioniera, provavano vanamente ad acciuffarne le braccia minute.
“Jack Frost!” cinguettò la rossa, estasiata.
Lo spirito, dal canto suo, era piuttosto stupito del fatto che una sconosciuta potesse conoscerlo, ed assolutamente sconvolto che la stessa fosse arrivata fin lì per lui. Jack si guardò intorno, come se in realtà non fosse il suo nome quello che la ragazza aveva appena pronunciato.
“Dice a me?”
“Sei tu! Ti ho trovato!” continuò Anna, avanzando pericolosamente nella direzione dell’albino.
“E ho il piacere di parlare con...?”
La principessa batté una mano sulla fronte, ricordatasi solo allora di un dettaglio importante: lui non la conosceva, anche se lei sapeva ormai praticamente tutto sul suo conto. Rizzò la schiena, alzando il mento così come aveva visto fare a sua sorella in molte occasioni. Cercando di darsi un’aria altera, per quanto le fosse possibile, parlò.
“Io, signore, sono la principessa Anna, della cittadina di Arendelle. Sono qui per proporvi un’offerta che certamente non potrete rifutar--”
“Anna, si può sapere perché cavolo mi hai lasciato lì dentro urlando come un’ossessa? Oh.
Kristoff, fin a quel momento ancora confinato all’interno del sacco, comparve accanto la fidanzata. Con un movimento impacciato della mano destra, si massaggiò la nuca.
Ehm, salve.”
“Kristoff!” sbottò Anna, “Ma ti sembra questo il modo di interrompermi? Mi stavo presentando.”
“Ehy, e io che potevo saperne?”
La ragazza assottigliò le labbra, un’espressione vagamente seria ad aleggiarle in volto: forse attuare il suo piano sarebbe stato più complicato del previsto.












Per saperne di più:
Nicholas St Nord: detto semplicemente Nord, è, in parole povere, Babbo Natale. Ha un forte accento russo, per questo a volte la sua parlata non è fluente, ed è il leader del gruppo. Al suo servizio ci sono gli yeti ed è il Guardiano della Meraviglia.

E. Aster Calmoniglio: il coniglietto di pasqua, seppur alto un metro ottantacinque. Il più delle volte discute con Jack, a causa del suo carattere irrascibile. E’ il Guardiano della Speranza.

Dentolina: nonchè la fata del dentino. Spesso è accompagnata da una piccola fatina, Dente da Latte e dimostra più volte di avere una lieve infatuazione per Jack *cough* io la shippo con Calmoniglio *cough*. E’ la Guardiana dei Ricordi.

Sandman: spesso abbreviato in Sandy. Non parla, ma comunica tramite attraverso illustrazioni di sabbia che fa comparire sul capo. E’ l’omino del sonno e, di conseguenza, Guardiano dei Sogni.
   
 
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