LA STORIA DI PINSTRIPE POTOROO
Un giorno, un giovane potoroo si trovò in un posto strano. Fino ad allora egli aveva vissuto in una gabbia, in una stanza buia, buissima. Non si vedeva niente, e niente di niente era illuminato. Il posto era così buio che il potoroo non riusciva a capire quando tenesse gli occhi aperti e quando li tenesse chiusi. Riusciva a distinguere le cose solo toccando. Non conosceva i suoi genitori, ma solo delle particolari persone. Lui non conosceva il loro aspetto, ma la loro voce, si. Il potoroo, tuttavia, in quel posto era... utilizzato per varie cose. Non erano esperimenti. Non si può ben descrivere quello che gli faceva. L'unica cosa sicura è che lui non era normale: riusciva a parlare, provava sentimenti umani. Era come un umano nel corpo di un animale. Ma il fatto è che lui non sapeva nemmeno cosa fosse un umano. Lui non li conosceva. Tuttavia, presto lo avrebbe scoperto. Egli infatti pensava che colore che lo tenevano prigioniero fossero solo degli animali come lui,dei potoroo. Solo più grandi. Ogni volta che sentiva anche di striscio i loro passi, chiudeva gli occhi: erano coloro che lo spaventavano più al mondo; ed anche gli unici, visto che conosceva solo quegli uomini. Essi gli andavano a fargli visita solo per dargli da vivere e prenderlo per fare esperimenti. Un giorno, uno degli umani chiese:”Perché non apri gli occhi quando ci siamo noi? E vedi di rispondermi, so che sai parlare, e mi irriteresti particolarmente se non lo facessi!”. Lui inizialmente non rispose, ma appena sentì qualcuno prendere un qualcosa, rispose.”Perché ho paura di voi. Ora fate i vostri esperimenti e poi lasciatemi in pace” gli disse, con tono molto spaventato. Gli uomini ci risero sopra, per poi cominciare gli esperimenti.
Lui non si era importato di sentire che quei maledetti dicevano, e neanche di quello che faceva se ne importava molto. L'unica cosa di cui si importava era quella di uscire da quel posto, sperando che un qualche salvatore fosse lì, per toglierlo dalle grinfie i quei maledetti; tuttavia, non sapeva che colui che quella notte considerò un salvatore era solo un assassino.
L'ultimo esperimento era stato probabilmente una burla, e ciò era supportato non solo dal fatto che il potoroo non sembrava essere cambiato di una virgola e di aver sentito sul corpo solo dei leggeri tocchi di dita; non solo. Mentre era lì con gli occhi chiusi, aveva sentito quelli sussurrare qualcosa, che lui capì come:”Povero sciocco, non sa che ci siamo presi gioco di lui! Ahhhh”. Non c'erano dubbi. Si erano presi gioco di lui. Il povero potoroo si sdraiò sulla gabbia, quando udì dei rumori. Ma non erano rumori qualsiasi. Erano rumori di passi, ma più veloci. Il cuore del potoroo cominciò a battere all'impazzata, e egli chiuse gli occhi quando sentì delle voci provenire dalle bocche degli uomini.”Dannazione! Quello scienziato e quelle sue luride gelatine verdi hanno messo K.O tutti i nostri compagni! Siamo rimasti solo noi!” disse un uomo, e da quelle parole, il potoroo poté capire che l'uomo non era solo. C'era di sicuro almeno un altra persona con lui, che presto parlò, dicendo:”Ma non avrà quello che desidera! Non dobbiamo fargli prendere il potoroo a qualsiasi costo!”. Così, l'animale sentì la porta sbattere, e dei passi avvicinarsi sempre di più alla sua gabbia. Poi, sentì una terza voce, che non apparteneva a nessuno dei due uomini.”Il Cortex Commandos non fallirà, ma mi serve quel potoroo! Cortex dominerà il mondo, e nessuno sarà capace di sconfiggerlo. Contro di lui nessuno di voi ha la minima speranza!” disse la terza voce, in un tono molto maligno.”Lo vedremo!” disse in tono furente e di sfida uno dei due uomini. Poi, il potoroo avvertì una strana sensazione: era come se qualcuno avesse preso la sua gabbia, e si apprestasse a lanciarlo via.”Cosa sta succedendo?” chiese impaurito l'animale. Uno dei due uomini si infuriò molto, e gli disse:”Zitto, non osare fiatare!”. Poi, il potoroo sentì di essere stato lanciato. Poi, sentì il rumore di qualcosa rompersi. E poi, ebbe l'impressione di volare. Non era un sogno: uno dei due uomini l'aveva scaraventato contro la finestra, rompendone il vetro. Egli non capiva cosa stesse succedendo. Ma sta di fatto che, dopo pochi secondi di volo, sentì di cadere; e molto rapidamente. Il suo cuore batté all'impazzata. Non poteva non avere timore, poteva finire in un posto stano, in un posto sconosciuto, dove magari c'erano esseri ancora più maligni degli uomini con cui aveva vissuto per molto tempo. Poi, la gabbia cessò di cadere, atterrando violentemente. Il potoroo aprì quindi gli occhi.
La sua gabbia si era rotta, e davanti a lui c'era un essere in posizione eretta. Era un essere umano. Era la prima volta che vide un essere umano. Era una ragazza, che guardava l'animale con aria stupita. L'esserino indietreggiò, spaventato: forse anche lei voleva fargli del male? Tuttavia, ben presto cambiò idea, quanto la ragazza parlò:”Perché non vieni da me?”. Allora, il potoroo rispose:”Ho paura. Per un bel po' di tempo degli esseri probabilmente appartenenti alla tua razza hanno fatto esperimenti su di me, prendendomi anche in giro, insultandomi”. Questa volta fu la ragazza ad indietreggiare. Un animale parlante? E quando mai ne aveva visto uno.”Sei veramente strano... sai parlare?” chiese la ragazza, in tono innocente. Ella si avvicinò alla gabbia ormai rotta, osservando il piccolo animale, che riuscì ad inquadrarla per bene: era una ragazza magra, con dei corti capelli biondi. Riuscendo a capire i sentimenti umani, la trovava... carina. Strano a dirsi, ma si fido subito di lei. Iniziarono a discutere. Il potoroo gli parlò di tutta la sua esperienza in quel posto. Gli aveva raccontato di quegli uomini che lo avevano preso in giro e sfruttato per i loro esperimenti. La ragazza fu molto felice che l'animale si fosse liberato, anche se non capiva bene il motivo del perché stesse lì.Come aveva fatto a scappare. La ragazza cominciò a chiedergli assiduamente dettagli sulla sua fuga. Ma il potoroo era cosciente del fatto che quello che avrebbe detto alla ragazza l'avrebbe spaventata. Ma riuscì a superare la paura, e parlò.”Vedi, non sono fuggito. Uno dei due uomini mi ha scaraventato fuori da quel posto, mentre un uomo ancora più pazzo di loro li stava inseguendo. Ma ora voglio dimenticare. È stato terrificante. Piuttosto, che posto è questo?” disse il potoroo. La ragazza gli spiegò che il posto in cui si trovavano era un bosco. Erano in mezzo a degli alberi, che venivano mossi appena dal vento, abbastanza debole I due parlarono per tutto il tempo. Era notte fonde, e i due parlarono per tutto il tempo. La ragazza gli spiegava come funzionava il mondo umano e la società. Inoltre, cercava di consolarlo, appena vedeva nei suoi occhi anche solo un pizzico di parola. Voleva farlo sentire al sicuro. I due avevano fatto amicizia, ma in verità, lui provava qualcosa di più. Avendo sentimenti umani, cominciò ad amare quella ragazza. I suoi modi gentili lo rendevano felice. Desiderava essere umano, o incontrare qualcuno come lui: un animale capace di provare emozioni. Voleva anche provare a dirlo alla ragazza. Però, proprio quando stava per pronunciare parola, si fermò. Aveva paura che la ragazza pensasse che lui fosse un qualcosa di pericoloso. Ciò non avrebbe senso, perché mai doveva spaventarsi? Ma no, era meglio non rischiare. L'avrebbe trattata come un amica. In fondo, però, giurò nella sua testa di proteggerla da qualunque pericolo.
”Non pensare di scappare tanto facilmente da me! N.Brio è pronto a catturarti!” disse la stessa voce maligna udita poco prima. La ragazza fu terrorizzata, e si guardò subito introno, per cercare di trovare il possessore di quella voce. Il potoroo subito le disse di chi era quella voce.. Lei lo prese in braccio velocemente e... lui si senti bene. E felice. Voleva veramente chiedere a quella ragazza se a lei lui piaceva. Era una domanda stupida, però: come poteva una ragazza essere attratta da un animale del genere? Il potoroo guardava spesso indietro alla ragazza, e vedeva orribili cose verdi inseguirli. Dietro di loro, la sagoma di un uomo basso stava ferma, ad osservare quelle viscide bestie, che si stavano sempre più avvicinando a loro. Il potoroo non resistette all'idea, e balzò fuori dalle braccia della ragazza, pronto a fronteggiare quelle gelatine.”A quanto pare ti catturerò più facilmente di quanto pensassi” disse la voce dell'uomo basso, che se ne stava sempre in lontananza. L'animale fu subito pronto a combattere, quando la ragazza lo afferrò velocemente e continuò a correre.”Non potrai correre in eterno! Ti acciufferò!” disse l'uomo basso, mentre le gelatine si muovevano sempre più velocemente. Il potoroo diventò di colpo felice. La ragazza lo aveva velocemente preso, segno che ci teneva a lui. Forse c'era una possibilità a lui per esprimere ciò che provava per lei. Ma ciò fu purtroppo distrutto dalle parole della giovane, che gli disse:”Stai più attento la prossima volta! Potresti finirci secco!” disse. Ma poi, improvvisamente, lo buttò a terra violentemente. Poi, un urlo disumano entrò nelle sue orecchie. E vide lei a terra, priva di vita; e non era un sogno. Subito si avvicinò a lei, colpendola ripetute volte, ma lei non dava segni di vita. La guardò in viso, e da morta sembrava ancora più bella. Il potoroo vide poi un uomo prenderlo per la coda, e rinchiuderlo in una gabbia.”Missione compiuta. Adesso parlerò con Cortex”.
Isola di Cortex:
Brio:”Cortex, ho catturato un potoroo! E sembra anche saper parlare e comprendere le emozioni umane!” Cortex:”Complimenti Brio, complimenti. Mi aspettavo di peggio. E invece mi hai portato un qualcosa che potrebbe essere significativo per la riuscita del nostro piano... dimmi un po', animaletto, che rapporto hai col genere umano!?” Potoroo:”Lasciatemi andare e ridatemi lei!” Brio:”Lei chi? Ah, quella ragazza. Un po' strano che un animale provi qualcosa per un umana” Potoroo:”Non vi obbedirò mai se non mi darete una bella ragazza!” Cortex:”E va bene, e va bene! Brio, cerca anche un animale femmina... anzi, cercalo ORA! E non osare fallire! Anche se ormai, dubito di un tuo fallimento. Ed ora va. Buona fortuna”.
Un giorno dopo:
Brio:”Rieccomi, Cortex” Cortex:”Bene bene, guarda chi abbiamo qui. Un esemplare femminile di bandicoot... ed addirittura un altro bandicoot maschio! Io ti avevo chiesto solo la femmina, ma tu ne hai catturato anche un altro. Bravo Brio, bravo” Potoroo:”Sbrigatevi, fate qualcosa! Rendetela capace di provare emozioni umane!” Cortex.”Zitto! Come ti permetti di mancarmi di rispetto? Volevo farti generale, ma per ripicca, lo sarà questo bandicoot!” Potoroo:”Maledetto”.
Dopo
un po' di giorni dalla sconfitta di Cortex per mano di
Crash:
Pinstripe:”Oh, Towna, sapevo che lo avresti lasciato?
Quel coso pieno di peli non è degno di te!”
Tawna:”Già! Tu sei
molto più bello e romantico. Anche se sei malvagio... mi
piaci”
Pinstripe:”A me tu non piaci. A me tu PIACI DA
MORIRE!” (Nella
testa di Pinstripe: Crash Bandicoot, alla fine ti ho battuto. Dovevi
essere un generale, ma hai perso l'occasione. E per giunta ora ho
anche la tua amata. Questa è la mia vendetta, Crash
Bandicoot! Hai
fallito...).
ANGOLO AUTORE: Ed ecco la quarta storia di questa serie. Allora. Ho un paio di cose da dirvi riguardo alla serie:1 Ho finalmente stabilito un piano più preciso per le prossime storie di questa serie. In ordine, avremo le storie di:Tiny, i Komdo Bros, N.Brio, N.Gin, Tawna e Crash. Alla fine, ho deciso di introdurre anche N.Brio e N.Gin, e anche Tawna e Crash. Inizialmente, questi ultimi due non li volevo mettere, ma siccome in fondo N.Brio ha cercato anche loro... li metterò.
2 In questa storia ho provato a mettere un po' di romantico, anche se fatto male, per dare una spiegazione al perché Tawna fosse mutata. So che forse non sarà molto buona la parte romantica, ma principalmente volevo rendere Pinstripe un personaggio capace di amare una ragazza già da non mutante, per via di alcuni esperimenti eseguiti in precedenza.
Che dire. Spero che la storia vi sia piaciuta. Noi ci vediamo alla prossima. Ciau!