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Autore: Sempreverde03    14/08/2017    5 recensioni
Tutti gli abitanti del castello, dopo la maledizione, si erano resi conto di quanto spesso si ritrovassero a raccontare quella storia. La storia della bellissima ragazza che li aveva salvati dalla maledizione innamorandosi di una bestia.
Eppure l'avventura non era ancora finita: se si hanno le persone giuste è la vita di tutti i giorni a rivelarsi imprevedibile!
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adam, Belle, Chicco, Nuovo personaggio | Coppie: Adam/Belle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                 PER SEMPRE FELICI E CONTENTI
                                                                            Un arrivo inaspettato

Quel giorno Belle decise che sarebbe andata al villaggio per stare con suo padre, visto che il tempo era tornato bello. Missis Bric la aiutò a preparare dei tramezzini per pranzo, lei li avvolse dentro a dei fazzoletti e li ripose nelle tasche del suo abito da contadinella.
Una volta arrivata davanti all'entrata del paese si sentì pervadere da una strana sensazione. Si riscosse velocemente ed entrò.
All'inizio tutto normale:ognuno faceva le cose di sempre, senza preoccuparsi di niente. Eppure appena si resero conto della sua presenza cominciarono a comportarsi in modo strano. Alcuni  le venivano incontro salutandola, ma altri si chiudevano, facevano finta di non vederla, bisbigliavano tra di loro quando passava.
"Possibile che ancora mi trovino strana dopo tutto quello che é successo?"
Continuò a evitare quelle occhiate fino a che non si ritrovò davanti un volto familiare.
- Pére Robert!- esclamò sorridendo calorosamente.
Appena lui la vide abbandonò tutto quello che stava facendo e le venne incontro.
- Riecco l'unico topo di biblioteca della città.- disse abbracciandola
- È un piacere rivederla. Cosa stava facendo?
Lui le mostrò la vernice e i pennelli che aveva in mano poco prima:
- Stavo ridipingendo la facciata della chiesa. Ormai é tutta scrostata. Avrebbe bisogno di qualche lavoro di manutenzione, ma le offerte sono sempre minori e ci mancano i soldi.
Mentre diceva questo lui e Belle presero a passeggiare nel piccolo borgo, tra i colori, gli odori e le voci di sempre.
- Ma non dobbiamo parlare di questo!- fu svelto a tornare sereno l'uomo.- Dimmi come ti senti, mia cara.
La ragazza sorrise, non senza un discreto imbarazzo. Sapeva bene a cosa si riferiva con quella domanda.
- Un po' scombussolata a dire la verità. - furono le uniche parole che le vennero in mente.
- É uno scombussolato positivo?
- É molto positivo! É... Soddisfacente.
- E questa é la cosa più importante.
Dopo questa conclusione ci fu un breve silenzio, interrotto sempre dal prete.
- Invece tu dove stai andando adesso?
- Pensavo di passare da mio padre. Sa, la separazione tra un padre e una figlia non é mai una cosa facile, soprattutto se é così inaspettata.
Pére Robert annuì con un sorriso sincero.
- Mi metta al corrente delle ultime novità che riguardano il paese.- propose Belle con un'insolita curiosità per quell'argomento.
- Buco di provincia era e buco di provincia é rimasto.
Le scappó un lieve sorriso. Di questo era più che sicura, ma quello che voleva realmente sapere era la questione dell'ostilità di certa gente. Sembrava quasi che da quando si era fidanzata tutti avessero da ridire su qualcosa.
- Mi riferisco alle persone.- spiegò infatti- Come hanno preso il cambiamento, tutto quello che é successo dopo... Quella notte?
Il prete capì al volo a cosa si stava riferendo.
- Se ti riferisci alla morte del capitano Gaston, meglio di quanto mi aspettassi. Molti lo lodano ancora, questo é vero, ma lo hanno superato. Persino il suo amico intimo LeFou.
- Sono molto contenta.
Mentre rispondeva però, Belle tornò con la testa tra le nuvole e quel senso di inadeguatezza riprese il sopravvento.
- C'é qualcosa che ti turba, Belle?- domandò l'uomo dopo essersene reso conto.
Lei non era sicura di poter rispondere. All'apparenza andava tutto bene, la prospettiva della sua nuova vita era favolosa, ma in profondità sentiva che appartenere a quel nuovo mondo le avrebbe reso l'accesso alla sua vita precedente quasi impenetrabile. E non le sarebbe mancata per niente se non fosse stato per suo padre e per altre poche persone.
Alla fine prese coraggio e si decise:
- Ho come l'impressione che tutti mi stiano andando contro. É quasi peggio di quando vivevo qui!- si passò una mano sul viso per calmarsi- É chiaro che nessuno apprezza le mie scelte, ma almeno conoscendo i dettagli della storia potrebbero provare a rispettarmi come persona.
Sì, ora si era sfogata e si sentiva molto meglio.
Intanto lei e il prete erano ritornati vicino alla casa di Maurice, avendo fatto il giro, e si erano fermati in quel punto.
- Belle, il loro atteggiamento é solo il frutto dei troppi pettegolezzi.- la rassicurò lui con assoluta convinzione.- lascia trascorrere un po' di tempo e vedrai che le voci si calmeranno. Di questo sono assolutamente sicuro.
Sorrise, nonostante non fosse del tutto convinta. In fin dei conti aveva bisogno di aggrapparsi a questa verità e sicuramente parlare con Pére Robert le aveva fatto bene.
- Bene, ora ti lascio, tuo padre ti starà aspettando.- concluse l'uomo. - Abbi cura di te, Belle.
- Anche lei, mi raccomando.
D'istinto Belle lo abbracciò, sapendo che non avrebbe potuto trovare un amico migliore.
L'uomo stava per allontanarsi quando la ragazza lo richiamò:
- Mi piacerebbe aiutarla a sistemare la chiesa. Vorrei occuparmi io di pagare la manutenzione.
E allora il prete esibì un sorriso assolutamente smagliante, sempre stupito dal buon cuore della giovane.
- Sarebbe il più bel regalo di sempre.- rispose.
Anche Belle sorrise.
- Arrivederci, signore.
- Arrivederci, Belle. Grazie.

Attraversò l'orticello in cui per tanti anni aveva coltivato verdure di ogni tipo. Oltrepassò l'angolo in cui razzolavano abitualmente le galline. Salì le scale e bussò alla porta.
Maurice aprì dopo un attimo di attesa. Appena vide che aveva sua figlia davanti sgranò gli occhi senza sapere bene cosa fare. Dopo uno degli stupendi sorrisi di Belle la abbracciò di slancio accarezzandole i capelli.
- Ciao papà.
Il momento di commozione iniziale terminò e l'uomo la fece entrare in casa.
Era leggermente più disordinata di quando c'era lei e Belle non poté fare a meno di sorridere per questa cosa.
- Non ti aspettavo oggi Belle. Sono felice che tu sia venuta.- sorrise Maurice.
Si sedettero a tavola in evidente imbarazzo.
- Volevo salutarti. Mi sei mancato in questi giorni.
A quelle parole gli occhi di suo padre si illuminarono. Sembrava stranamente sull'orlo delle lacrime. Aveva un aspetto più trasandato del solito, era agitato e lei non capiva il motivo.
Instintivamente si alzò per cercare qualcosa nella cucina, senza sapere di cosa si trattasse, ma incentivata da un presentimento.
- Lui ti tratta bene?
- Lui ha un nome.- disse Belle seriamente mentre rovistava tra i cassetti.
- Cosa stai cercando?- domandò Maurice vedendola.
Lei lo guardò con i grandi occhi marroni e mise a posto tutte le stoviglie che aveva tirato fuori scuotendo il capo.
- Niente.
Sorrise in maniera tirata. Si sedette a tavola e si mise a fissarsi le mani, senza sapere cosa dire.
- Mi tratta molto bene. Ora però é andato a Parigi e tornerà domani pomeriggio.
Cercava di parlare normalmente a suo padre, ma percepiva una barriera di diffidenza non indifferente. Era strano per lei dover dosare le parole, sceglierle accuratamente così come le cose da raccontare. 
Con suo padre.
Prese un bel respiro e lo guardò cercando di mantenere la calma:
- Stiamo pensando di visitare qualche città dopo il matrimonio. Beh, in verità l'ha buttata lì mentre ci scrivevamo, però a me piacerebbe molto. Tu lo sai che io adoro viaggiare...
Niente, nessun segnale di via libera da parte di suo padre. Solo occhiate assenti. Non riconosceva più quel genitore apprensivo che voleva sempre sapere tutto di quello che faceva, ma che era anche genuino e interessato quando le chiedeva qualcosa.
- Papà, va tutto bene?
Maurice sembrò risvegliarsi in quel momento.
- Vorrei che non parlassi più del matrimonio se ci sono io, visto che non lo condivido assolutamente.
Belle si alzò velocemente. Poi annuì con rabbia.
- Ora é chiaro. É per questo che sei così strano.
- Non capisco come TU possa considerare il denaro tanto importante da sposare un uomo per arricchirti! 
Lei strabuzzò gli occhi.
- Stai scherzando, vero?!
- Non é così che ti ho educata, lo sai bene Isabelle!
Il tono dell'uomo era aggressivo e Belle non riusciva a capacitarsene.
- Come puoi pensare questo?!
- Non posso credere che ti piaccia davvero.
- Non lo conosci!
- Esatto, non lo conosco! Tutto quello che so di quest'uomo é che é stato maledetto per il suo egoismo, ti ha tenuta prigioniera e adesso vuole sposarti.
- Ti ho già detto chi é e cosa ha fatto per me, stai solo cercando scuse! Ed é stupido e controproducente che tu abbia dato il tuo consenso alla nostra unione sé nutrivi questi dubbi!
- Abbassa i toni signorina.- disse Maurice on voce severa, ma tornando calmo.
Belle cercava di parlare, ma era sconvolta. Sentiva che da lì a poco avrebbe perso l'equilibrio, in bilico tra la rabbia e lo sconforto. Alla fine si fece forza e cercò di essere risoluta, ma non era sicura che funzionasse.
- Tesoro.- la chiamò l'uomo vedendola tanto turbata.- Io mi fido di te, ma non mi fido di lui. Non ho niente per dire che sarà un marito fedele, un'unione positiva o altro. Non ho niente che mi assicuri che tu sarai felice. Prova a metterti nei miei panni.
E per un momento Belle volle abbracciarlo, ma durò solo qualche secondo. Avrebbe tanto voluto, se lui le avesse detto che era contento, che era orgoglioso del fatto che avesse preso in mano la sua vita, che tutto sarebbe andato per il meglio.
Invece suo padre, il suo unico confidente da diciassette anni a questa parte, si stava comportando come i bigotti del paese con una mentalità ristretta. E come i completi sconosciuti della borghesia e della nobiltà che credevano di conoscerla solo perché il suo matrimonio sembrava automaticamente diventato di dominio pubblico.
- Io mi metto nei tuoi panni. Sei tu che hai un'opinione e non ti sforzi di ampliarla. Adam si é scusato con te, noi due abbiamo parlato, mi hai ribadito più e più volte tutto il tuo disappunto senza capire che mi arrecavi dolore, ma dopo tutto questo non sei ancora dell'idea che io possa scegliere per me stessa!
L'uomo sembrò spiazzato da quella rivelazione, ma qualunque cosa pensasse in quel momento si riprese dopo poco.
- Io so che puoi decidere per te, non fraintendermi su questo.- fece una pausa- Tuttavia non posso essere tranquillo. Ho parlato con Missis Bric un mesetto fa...
- Hai parlato con Missis Bric?! E sentiamo, lei cosa ti ha detto?
- Calmati, Belle.- lo ammonì subito.
La ragazza fece un sospiro e incrociò le braccia al petto, innervosita.
- Mi ha detto, ovviamente, cose molto positive. Ha detto che lui é intelligente, colto, che stravede per te, che state sempre insieme...
- E questo ti preoccupa!- commentò Belle con una punta di acidità.
Suo padre era imbarazzato, ma alla fine sostenne lo sguardo della figlia e parlò:
- Temo che possiate sviluppare una sorta di dipendenza fisica, o...
- Dipendenza fisica?! Ma lo sai con chi stai parlando?!
- Sto parlando con te, ma mi riferisco a lui.
Belle sentiva di stare per impazzire. Quella discussione non aveva senso per lei, non voleva continuarla.
Doveva avere coraggio e affrontare suo padre se necessario.
- Prima stavo effettivamente cercando qualcosa.- disse con semplicità mentre guardava ancora la dispensa.- C'era puzza di alcol quando sono entrata. Mi aspettavo di trovare boccali di birra vuoti, bottiglie rotte o altre cose che usano gli alcolizzati.
Suo padre spalancò gli occhi e la sua espressione divenne sempre più severa.
- Che c'è, ti sei ridotto a bere o ubriacarti?- esplose Belle con decisione senza lasciargli il tempo di giustificarsi.
- Belle, non dire assurdità.- controbatté lui.- Sbagli se associ il bere allo stress. E in ogni caso mi é capitato due volte  di andare alla taverna, non mi sembra tragico.
Diceva la verità, ma lei non poteva esserne certa.
Era sull'orlo delle lacrime e non poteva credere di essere così fragile e impotente in quel momento così come in tutto quel periodo.
- Annulla il matrimonio, tesoro.
Suo padre pronunciò quella frase come se non volesse dire niente, mentre lei scuoteva il capo sempre più in preda al dolore e con il viso infuocato.
- Almeno posticipalo, prendi tempo.
- No!- esclamò con una freddezza che non avrebbe mai pensato di riservare a suo padre.- E non perché lui mi ricatti o qualsiasi altra cosa che tu possa pensare. Io non voglio annullarlo, né posticiparlo, perché amo Adam.
Maurice ascoltò quella frase e si lasciò cadere sulla sedie come in trans.
- Questo non l'avevi mai detto.- bisbigliò con fatica guardando gli occhi lucidi di sua figlia.
- Non pensavo che ce ne fosse bisogno. Non avevo idea che pensassi queste cose, mi ero convinta che andasse tutto bene.- si impose di continuare a parlare.- Quando ti dico che lui é cambiato non lo dico tanto per dire. É una persona buona, a attenta agli altri, generosa. E anche se ha qualche difetto, come ogni persona di questo mondo, amo anche i suoi difetti. Ci capiterà di litigare a volte, ma so che anche nei momenti peggiori non avrò dubbi sul nostro rapporto.
- Perché non mi hai mai parlato in questo modo?
Ora Maurice era addolcito. Guardò il volto di sua figlia, così sincero e delicato e si pentì di aver detto quelle cose.
- Te l'ho detto, non pensavo. E poi ero anche un po' imbarazzata all'idea di dirti queste cose.
Per un attimo nessuno disse niente. Semplicemente rimasero immobili, Belle in piedi con qualche calda lacrima a coprirle il viso e Maurice sulla sedia con le mani tra i capelli e un grande senso di colpa.
- Papà, io è lui siamo davvero simili.- continuò Belle interrompendo un silenzio di tomba.
Poi rise leggermente coprendosi il volto con le mani.
- E siamo anche così testardi!
Sentì anche suo padre ridere leggermente, mentre gli occhi is arrossavano. L' uomo allargò le braccia e Belle si precipitò ad abbracciarlo. Piangeva tra le braccia di suo padre e sembrava che in quei giorni tutti avessero voglia di piangere.
- Perdonami, bambina mia.- sussurrò Maurice accarezzandole la testa.- Non credevo che tu lo amassi così tanto. Se é così non ho nulla da ridire, so che sarete felici insieme.
Era vero, lo sapeva.
Per un attimo tutte le preoccupazioni di Belle smisero di perseguitarla. Per tutti i quindici minuti in cui restò abbracciata al suo papà.

Nel tardo pomeriggio era quasi arrivata al castello. Il tragitto a piedi non era affatto breve, ma era contenta di tornare a piedi per poter scaricare la tensione.
Si sentiva come ci si sente dopo una brutta litigata: mal di testa, cuore che diventa quasi pesante, viso incandescente... In ogni caso era orgogliosa di aver risolto la situazione.
Appena entrò dentro casa fu accolta da sguardi allarmati.
- Madmoiselle, grazie al cielo siete qui!- le venne incontro Lumière.- É qui e vuole vedervi subito!
- Chi?- domandò la ragazza perplessa.
- Tesoro, eccoti!- intervenne Missis Bric compiendo lo stesso gesto di Lumière- Non ha voluto sentire ragioni, abbiamo detto che non c'eri, ma...
- Calma, calma.- la fermò Belle con dolcezza.- Chi vuole vedermi?
Ci fu un attimo di esitazione, che però parve interminabile.
- La Duchessa Eléonore.



ANGOLO AUTRICE:
Chi ha riconosciuto la citazione di "Orgoglio e pregiudizio" del 2005?
Cooooomunque, rieccomi con il quarto capitolo, dopo ben tre tentativi di copiatura di cui due finiti male.
Vi dico già che da adesso per un po' mi sarà molto difficile pubblicare. Io ci proverò, mi impegnerò con tutte le mie forze, ma non vi prometto niente. Nella peggiore delle ipotesi mi rifarò viva i primi di settembre e da lì continuerò tranquilla. 
In ogni caso ditemi cosa ne pensate di questo capitolo e di tutto il momento padre-figlia. Non penso che Maurice si ricreda troppo in fretta, voi che ne dite?
Mi sono resa conto che il mio stile si concentra maggiormente sui dialoghi e poco sull'azione. Spero che questa cosa non vi annoi. Io sono una tipa molto riflessiva, quindi penso che sia normale. Sono una specie di scrittrice da quattro soldi dell'Ottocento che si ritrova nel 2017. Prevedibilmente aggeggi sconosciuti come l'automobile, il telefono cellulare e la pizza mi disorientano.
Ok, la smetto. Vi saluto tutti e grazie per la pazienza!

 
   
 
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