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Autore: Voldemortslostnose    20/08/2017    0 recensioni
Will aveva appoggiato la mano sul vetro, lasciando l'impronta di una manina grassoccia per la quale sua madre l'avrebbe sicuramente sgridato, ed aveva gridato "toppa libera tutti!" nell'esatto momento in cui Cecil si era girato verso di lui, gli occhi scuri spalancati in una comica espressione tradita, la curva all'insù delle labbra che lasciava comunque intuire la sua felicità.
Will si era chiesto perché fosse proprio quello il ricordo che gli era venuto in mente, prima di lanciare un'ultima occhiata al display del suo cellulare sul quale lampeggiava la scritta "CeChill" e decidersi a rispondere.
Seguito de "Terribly Faked Texan Accent". Lo so, tornare dopo tanto con una cosa del genere è imperdonabile, ma boh. Spero possa incuriosire qualcuno. Purtroppo per voi, leggere la prima storia è (più o meno) indispensabile per la comprensione di questa.
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Apollo, Leo/Calipso, Nico/Will, Quasi tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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III.
Il giorno dopo l'addio al celibato di Cecil, Will si era ritrovato chissà come steso su un divano di un pacchiano blu elettrico, un dolore sordo alla schiena e Nico sdraiato a pancia in giù addosso a lui, le gambe intrecciate alle sue e il piede destro che sfiorava il pavimento.
Will si era portato una mano alla tempia, sollevando cautamente la testa e lasciandola ricadere alla vista dei corpi addormentati stesi dappertutto.
Aveva richiuso gli occhi, imponendosi di dimenticare la scena, e di risvegliarsi dal suo incubo al tre. Aveva dovuto contare fino a tre per tredici volte di seguito prima di convincersi a riaprire gli occhi, e quando l'aveva fatto si era ritrovato davanti le calde iridi ambrate di Nico che lo scrutavano con tutta la disapprovazione di cui il suo ragazzo era capace di prima mattina. In un attimo si era reso conto di essere praticamente seminudo e di non avere nemmeno uno straccio di idea di come fosse finito in quello stato. Lo sguardo di Nico era piuttosto eloquente - sicuramente Will aveva fatto qualcosa di sbagliato la sera prima. Ma cosa, esattamente?
La sera prima qualcuno aveva fatto una battuta su uno smoking, e poi c'erano state diverse birre e una ragazza. Una ragazza? No, un ragazzo vestito da ragazza. Ecco cosa, o meglio chi lo aveva ridotto in quello stato! Ma prima che potesse congratularsi con sé stesso per esserselo ricordato, aveva realizzato che avrebbe dovuto ricordarsi di essere fidanzato. Aveva abbassato lo sguardo, colpevole, ed aveva cercato di trovare un modo per dimostrare a Nico che non si sarebbe mai sognato di fare una cosa del genere da sobrio, e che comunque non l'avrebbe più rifatto. Era rimasto a riflettere per diversi minuti, prima di sentire le lunghe dita che aveva stretto un'infinità di volte tra le sue sollevargli delicatamente il mento. Stavolta era una luce diabolica ad illuminare lo sguardo di Nico, e Will sapeva già di doversi preoccupare. Per un attimo aveva pensato di cavarsela con una battutina sarcastica, ma Nico gli aveva già preso il volto tra le mani e lo stava baciando.
Will aveva sbattuto le palpebre, confuso.
"E questo per cos'era?" aveva chiesto dopo essersi abbandonato al bacio. "Per aver allontanato quel ragazzo" aveva risposto Nico, prima di riprendere a mordicchiargli le labbra. Will non era sicuro che quella fosse la verità. Nico non si era mai esposto così tanto in pubblico - che il loro "pubblico" fosse composto da uomini addormentati stesi sul pavimento non contava, non erano comunque nell'intimità di casa loro - ed il sapore di alcool sulle sue labbra non lasciava molto spazio alla già remota possibilità che il ragazzo non fosse ubriaco.
Will avrebbe dovuto riportarlo a casa, ma nel tempo in cui si era reso conto della necessità Nico si era riaddormentato su di lui e davvero Will non aveva alcuna voglia di svegliarlo. Era piacevole, in realtà, considerato quanto poco Nico amasse il contatto fisico.
Ma, con grande dispiacere di Will, alcuni degli invitati stavano iniziando a rialzarsi, barcollando sulle gambe instabili, e farsi vedere dal suo migliore amico in quella situazione non sarebbe stato esattamente il modo migliore per uscire - anche se finalmente - allo scoperto.
"Nico, sveglia" aveva sussurrato, per poi arrendersi al fatto che il suo ragazzo non si sarebbe alzato nemmeno con le cannonate. Si era lasciato scivolare giù dal divano stando attento a non far cadere Nico, e si era rialzato.

Tre ore dopo, erano arrivati a casa. Durante il viaggio Nico non aveva detto una parola, e Will era tristemente sicuro che l'avesse fatto in quanto non era riuscito a metterlo in imbarazzo davanti agli amici di Cecil - tra i quali c'era anche il ragazzo che ci aveva provato con lui la sera prima (sicuramente inducendo il biondo a fare cose delle quali non si ricordava assolutamente ma di cui era già pentito), al quale Nico voleva dimostrare che Will fosse fidanzato. Con lui, per l'esattezza. Benché sollevato di aver evitato il teatrino, Will era consapevole di doversi scusare. E, anche se non era il momento, era consapevole anche delle gelosia di Nico - cosa che, se possibile, l'aveva fatto innamorare ancora un po' di più del suo ragazzo.
Will aveva parcheggiato la macchina sotto casa, ed aveva chiuso finestrini e portiere per un attimo. Si era slacciato la cintura e, passatosi nervosamente le mani nei capelli, si era voltato verso Nico. "Senti" - aveva iniziato, insicuro su cosa dire - "lo so che ti sembrerà un tentativo melenso di farti dimenticare tutto quello che ho fatto, ma non è così. Voglio chiederti scusa, perché non so cosa sia successo ieri sera, ma so che è quello che ti ha spinto a baciarmi stamattina non curandoti degli amici di Cecil che erano ancora intorno a noi. Se vuoi, se puoi, accetta le mie scuse. E potrà anche sembrarti una promessa vuota ma-"
Nico gli aveva messo una mano sul braccio, interrompendolo. "No, non promettere ciò che non riuscirai a mantenere. Hai detto che Apollo ha tradito tua madre? Beh, dev'essere qualcosa di genetico allora." aveva buttato fuori le parole con rabbia, e Will non sapeva cosa doversi aspettare.
L'italiano aveva riaperto le portiere, si era slacciato la cintura di sicurezza ed era uscito dall'auto, sbattendo la portiera dietro di sé. Poi aveva sembrato ripensarci, si era girato ed aveva picchiettato con le nocche sul vetro del finestrino.
Will l'aveva abbassato lentamente, e Nico aveva sbattuto diverse volte le palpebre.
"Siamo entrambi ubriachi, Will. Va' a stenderti, e pensaci su. Quando capirai per cosa ti devi scusare veramente, ti farò sapere dove trovarmi. Ma fino ad allora non cercarmi."
Will non aveva potuto fare altro che chinare la testa e sbatterla diverse volte sul volante, al quale le sue mani si aggrappavano disperatamente, come a cercare una prova tangibile dell'autenticità di quella situazione assurda. Prova che aveva, purtroppo per lui, trovato.

Erano passati tre giorni, e di Nico nessuna notizia, tranne il commento lapidario di Leo sul fatto che stesse bene e fosse al sicuro. Will era tornato al suo vecchio appartamento, che, completamente vuoto, non gli era sembrato altro che il simbolo in mattoni, calce e vernice bianca del cumulo di macerie insensate che la vita precedente al suo incontro con Nico gli aveva ricordato da due anni a quella parte.
Non se l'era sentita di chiedere subito a Leo di poter impacchettare tutte le sue cose. Un po' perché gli sembrava scortese nei loro confronti, dato che dopo averlo visto insieme a Nico per due anni quel cambiamento repentino gli sarebbe sembrato quantomeno irrispettoso dell'importanza del loro legame, come se Will passasse da un ragazzo all'altro senza battere ciglio.
In secondo luogo, poi, sperava di poter sistemare le cose con Nico prima che fosse troppo tardi. Il primo giorno aveva seguito il consiglio - o, più propriamente, l'ordine - dell'italiano e si era buttato sul vecchio divano ancora coperto da un lenzuolo coperto a sua volta di polvere e lì aveva dormito per ore, per poi risvegliarsi perfettamente consapevole del reale sbaglio che aveva commesso quella maledetta sera e di cui Nico gli chiedeva di pentirsi.
Will non aveva fatto nulla con quel ragazzo, ma aveva tradito la fiducia di Nico. Avevano discusso, dapprima scherzosamente e poi sempre più seriamente dell'infelice battuta sul matrimonio, finché, in un impeto di "libertinaggio", Will aveva lasciato Nico al bancone con la scusa di andare a cercare Cecil, ed invece si era buttato in pista. Sarebbe potuta sembrare una cosa da nulla, ma per Nico - come Will aveva avuto modo di imparare negli ultimi due anni - la fiducia che poteva permettersi di dare agli altri non era fatta per essere tradita, in nessun caso e per nessun motivo. Era la leggerezza con la quale Will aveva tradito la fiducia che l'altro aveva riposto in lui che aveva fatto arrabbiare Nico, non il gesto in sé.
Così ora Will si trovava di nuovo al punto di partenza, ma con una nuova consapevolezza.
Aveva provato a mandare all'italiano l'unico messaggio che veramente gli sarebbe importato, scrivendogli di aver capito il suo errore ed essere disposto ad accettare qualsiasi sua decisione, a patto di poterlo aiutare in qualsiasi cosa avesse avuto bisogno nel tempo a venire.
Aveva pensato molte volte di chiamarlo, o di scrivergli - un messaggio, una e-mail, una lettera, un foglio da affidare ad un piccione viaggiatore, qualsiasi cosa purché gli permettesse di entrare in contatto, seppur indiretto, con lui - ma ci aveva rinunciato ogni volta, sapendo che sarebbe solo andato a peggiorare una situazione già terribile di per sé.
Nico gli aveva risposto ore dopo, scusandosi del ritardo causato da un impegno improvviso. Senza lasciargli dire nulla – cosa di cui Will era stato grato, avendo paura di ferire nuovamente Nico con delle scuse che lo avrebbero fatto infuriare ancora di più– il moro aveva sospirato, stanco, e aveva fatto capire a Will che avrebbe dovuto impegnarsi a fondo per riconquistare la sua fiducia.
***
Cinque giorni dopo, Will era al matrimonio di Cecil e Lou Ellen. Non che sperasse di aggiustare le cose con Nico in quel contesto, ma vederlo chiacchierare con Cecil e Leo accanto all'altare prima che iniziasse la funzione gli aveva fatto piacere - oltre a fargli sentire una fitta al cuore. L'ostilità tra Nico e Cecil sembrava acqua passata, ma se non fosse riuscito a scusarsi neanche in questa ultima occasione, Nico e Cecil non si sarebbero visti mai più, perché sarebbe venuto a mancare, nella vita del corvino, ciò che li univa, ossia Will stesso.
Durante la funzione aveva lanciato di tanto in tanto una occhiata nella sua direzione, rendendosi conto ogni istante di più di quanto fossero scavate le sue guance e rossi i suoi occhi. Erano lo specchio del suo stesso viso, a dire la verità, ma Nico era innegabilmente più affascinante di lui.
I voti che Cecil e Lou Ellen si erano scambiati erano stati sinceri e pieni d'amore, e non pochi ospiti avevano dovuto asciugarsi le lacrime più volte. Gli occhi scuri della madre della sposa sembravano una cascata in piena.
Al pranzo che aveva seguito la funzione, Cecil aveva chiesto a Will di fare un discorso. Al tentativo del biondo di rifiutarsi, non avendone preparato uno, Cecil si era scusato con Lou Ellen, lo aveva preso da parte e gli aveva sussurrato di riprendersi il suo posto. Non era stato necessario dire altro, perché Will aveva già capito cosa intendesse.
Ritornati al tavolo, Cecil aveva chiesto silenzio e Will si era alzato in piedi cercando di sorridere.
"Ecco, io non sono forse la persona più adatta a parlare di matrimoni, dal momento che sono appena riuscito a fare una completa idiozia nei confronti della persona che amo." Non aveva osato alzare lo sguardo, ma sapeva che Nico aveva gli occhi fissi su di lui e, conoscendolo, si stava trattenendo dal lanciargli addosso qualcosa. "Ma conosco Cecil da quando eravamo entrambi bambini, ed è stato un ottimo amico, sempre pronto a cacciarsi nei guai insieme a me e ad aiutarmi. Quando abbiamo iniziato la scuola, è stato un ottimo compagno di classe, ha sempre avuto ottimi voti e buoni consigli da dare. Quando ha iniziato a lavorare abbiamo preso strade diverse, ma persone a me vicine mi hanno garantito che è stato un ottimo collega, sempre sorridente ed organizzato. Dio, sembra che stia facendo uno di quei discorsi che si fanno ai funerali." L'auditorio aveva riso, ed alzando un attimo lo sguardo, Will aveva notato un piccolo sorriso fare capolino anche sulle labbra di Nico.
"Ma ora" - aveva ripreso, facendosi serio - "Cecil e Lou Ellen stanno per costruire insieme qualcosa di speciale, e sono sicuro che sarà un marito premuroso e, se decideranno di avere figli - non si preoccupi, signora, la tinta alla Nimphadora Tonks non è ereditaria -, sarà un padre straordinario. Quindi, propongo un brindisi a questa coppia!" La madre di Lou Ellen aveva tirato un sospiro di sollievo perfettamente udibile nel silenzio creatosi, scatenando un nuovo accesso di risa.
Quando la testimone della sposa, la sua migliore amica, aveva completato il suo discorso, Will non se ne era quasi accorto, cercando di intercettare lo sguardo di Nico durante tutto il tempo intercorso tra l'inizio e la fine del discorso della ragazza.

Gli invitati avevano iniziato a dirigersi verso gli eleganti tavoli del buffet, e Nico si era fermato a parlare con Leo e Calipso. Will aveva cercato di farsi spazio tra i parenti e gli amici degli sposi, ma quando finalmente stava per raggiungere Nico, il cellulare che aveva in tasca aveva suonato. Aveva accettato il video che lo sconosciuto gli aveva mandato solo perché aveva intravisto, tra le ombre del fermo immagine iniziale, suo padre.
Aveva guardato il video, ascoltato le suppliche di Apollo e - dopo aver lanciato un ultimo sguardo a Nico ed aver sussurrato un "perdonami" inaudibile persino a lui - si era diretto velocemente verso la sua macchina.

Nico aveva sospirato vedendo la scena. "Ehi, amico" - aveva detto Leo con un tono che non ammetteva repliche, prendendolo per le spalle e facendo modo di guardarlo negli occhi - "ora seguilo."
Nico si era liberato con uno strattone. "Oh, sì, grande idea" - aveva detto, sarcastico - "E per fare cosa? La figura dell'idiota?"
Leo lo aveva guardato, alzando un sopracciglio, e Nico si era arreso. Aveva iniziato a correre verso l'uscita del giardino all'italiana nel quale Cecil e Lou Anne avevano organizzato il ricevimento e si era nascosto dietro una siepe, sporgendosi per vedere Will che apriva la portiera posteriore della sua auto parcheggiata nel vialetto, per poi posare dentro la giacca.
Nico aveva raccolto una manciata di ghiaia da vicino alla siepe, per poi tirarla in testa a Will, che si era girato lasciandogli il tempo sufficiente di infilarsi in macchina, non senza lasciarsi scappare un sorrisetto.
"Bah" - aveva detto Will, chiudendo la portiera - "oggi è una giornata assurda."
Si era seduto dalla parte del guidatore, recuperando un'arma dal cruscotto e infilandola nel fodero che aveva preso l'abitudine di portare alla cintura, sempre e comunque, e che ira non era più nascosto dalla giacca.
Nico aveva estratto da un doppio fondo nei sedili posteriori la valigetta che, Will gli aveva spiegato tempo prima, conteneva altre armi di riserva, ed aveva preso una delle pistole.
Will aveva messo in modo la macchina e Nico si era augurato che le armi non servissero a nessuno dei due.

Angolo Autrice
Non ho idea di cosa sia un giardino all'italiana. Chiedo perdono. Will sta facendo disastri, ma no os preocupéis, tutto si risolverà.
Forse.
   
 
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