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Autore: Alexiel Mihawk    16/06/2009    13 recensioni
- Qui inizia la tua storia, Sam Gamgee. Fai in modo che possa durare il più a lungo possibile – glielo aveva detto Frodo prima di salire su quella nave, prima di andarsene, prima di partire per gli antichi rifugi.
Sam sapeva che aveva ragione.
E andava bene così.
Frodo non si sarebbe scordato di lui, lo avrebbe aspettato e un giorno si sarebbero incontrati di nuovo.
Ancora.
Perché le grandi amicizie non finiscono mai.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frodo, Sam
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Questa fic non è slash, né vuole esserlo o sottintenderlo in alcun modo. Quello di cui leggerete qui, è un rapporto d’amicizia. Una di quelle amicizie vere e profonde, che il tempo e la lontananza non possono distruggere. Questa storia è un tributo, è un tributo a Sam Gamgee, a mio avviso il personaggio migliore di tutto il Signore degli Anelli, libro & film, il personaggio più positivo e più profondo, senza di lui Frodo non sarebbe arrivato da nessuna parte, l’anello non sarebbe mai stato distrutto e Sauron non sarebbe mai stato sconfitto. In secondo luogo è un tributo ad alcune persone che conosco, alcune amiche insostituibili ed eccezionali, che non hanno mai lasciato il mio fianco e che, spero, non lo lasceranno mai.
A Claudia. Perché senza di lei non saprei cosa fare né a chi rivolgermi. Mi ha salvata più volte e continua a farlo tutti i giorni senza rendersene conto. Sì, certo, alle volte si litiga, ma la verità è che siamo troppo legate per dare realmente peso a qualcosa come un litigio. Sono quasi sette anni che ci conosciamo, so cosa pensa, so come ragiona e lei conosce me altrettanto bene.
A Gina. Perché se non ci fosse stata lei, non sarei mai arrivata viva fino alla fine degli esami, ma mi sarei tagliata le vene in lungo molto prima. E perché in lei ho trovato un’amica preziosa e una persona stupenda. E’ così simile a me che ogni tanto mi trovo a sapere cosa sta pensando, ed è unica. Piena di idee malvagie e meravigliose.
V’amo.
E all’amicizia, che continua a salvare le persone e il mondo, ogni giorno che passa.
 


The Wind Beneath My Wings
 
 
It must have been cold there in my shadow
To never have sunlight in your face
And you can content to let me shine
You always walked a step behind.


 
Il mio tempo è finito.
È giunto il momento che passi oltre, che abbandoni questo mondo che non mi appartiene più, per raggiungere le ultime spiagge.
L’era degli elfi e dei grandi maghi è giunta al termine.
La magia è destinata a sparire per sempre da queste lande; orchi, urukhai e creature mostruose svaniranno con il passare degli anni.
Il loro tempo è finito.
L’era degli uomini è iniziata.
E io sento di non farne parte.
Non mi è concesso.
Ho portato sulle mie spalle un fardello, Sam, un fardello che mi ha segnato profondamente.
Ora che la ricerca è finita, ora che ho fatto quello che dovevo, sento che non posso più rimanere qui.
Le mie ferite sono troppo profonde per poter essere accomodate dal tempo, la mia mente e il mio corpo sentono il richiamo degli antichi.
Devo andare, mio fedele amico, ma ti lascio questo.
Il libro che Bilbo iniziò anni orsono e che io ho quasi finito.
Il resto lo lascio a te, Sam.
 
I was the one with all the glory
While you were the one with all the strength
Only a face without a name
I never once heard you complain.


La barca si allontanava lentamente, sospinta dagli ultimi aliti di vento, una brezza leggera, antica, che portava lontano amici di sempre.
Amici che probabilmente non avrebbero visto mai più.
Sam Gamgee strinse i pugni, mentre una tristezza improvvisa lo assaliva.
Il suo padron Frodo se ne andava, la contea non sarebbe stata più la stessa senza di lui.
Pipino e Merry piangevano senza ritegno, avevano imparato che piangere non è sempre sinonimo di debolezza, perché come aveva detto Gandalf prima di andarsene:
- Non tutte le lacrime sono un male. –
Molto vero,  si ritrovò a pensare Sam, quando un fastidioso pizzicore lo fece iniziare a piangere.
Frodo era stato il suo migliore amico, il suo padrone per anni.
Insieme avevano attraversato il mondo, affrontato ragni giganti e orde di orchetti di Mordor. Avevano superato le miniere di Moria e ammirato le città degli elfi a Granburrone; avevano combattuto contro i Nazgul e conosciuto persone fantastiche; potevano vantare tra le loro conoscenze Aragorn, re di Gondor, Arwen, figlia di Elrond, Eowyn, Faramir, Tom Bombadil. Erano stati amici del più grande mago di tutti i tempi e avevano mangiato alla stessa tavola del re degli elfi, a loro la regina Galadriel, signora di Bosco Ceduo, aveva donato la luce di Elendil.
Avevano visto tanto, avevano fatto tanto.
Insieme avevano oltrepassato un esercito ostile, scalato un vulcano, combattuto un nemico invincibile e avevano vinto.
L’anello era stato distrutto, Sauron sconfitto, e la pace era tornata.
Avevano salvato il mondo.
Ma ora, non erano che ricordi.
Frodo era partito e non sarebbe tornato mai più.
I portatori dell’anello dovevano partire, Sam lo sapeva, e un giorno, molto avanti nel tempo, sarebbe partito anche lui, diretto a quegli stessi luoghi in cui si erano ritirati gli elfi.
- Qui inizia la tua storia, Sam Gamgee. Fai in modo che possa durare il più a lungo possibile – glielo aveva detto Frodo prima di salire su quella nave, prima di andarsene, prima di partire per gli antichi rifugi.
Sam sapeva che aveva ragione.
E andava bene così.
Frodo non si sarebbe scordato di lui, lo avrebbe aspettato e un giorno si sarebbero incontrati di nuovo.
Ancora.
Perché le grandi amicizie non finiscono mai.
 
It might have appeared to go unnoticed
But I've got it all here in my heart
I want you to know, I know the truth, yes i do
I would be nothing without you.


Quel giorno, quando Frodo si era svegliato, il suo primo impulso era stato di cercare Sam, ma Sam non era lì, non era in quella stanza.
C’era Gandalf, invece.
Lo sguardo affettuoso del vecchio stregone aveva riscaldato il cuore intorbidito del piccolo hobbit, che in lui aveva rivisto le verdi colline della terra di mezzo, un sole caldo e accogliente, un vecchio amico che credeva morto.
Ed erano scoppiati ridere, perché quella situazione era così assurda, così ridicola e paradossale, che ridere era l’unica situazione possibile.
Si credevano morti, entrambi.
Non credevano che ce l’avrebbero fatta, non credevano che nessuno di loro ce l’avrebbe fatta.
E poi, come a smentire quei pensieri odiosi, maligni e negativi, come a ricordare che il male era stato distrutto e che pertanto, non doveva essere ricordato, erano arrivati tutti.
Merry, Pipino, Legolas, Gimli, Aragorn, amici che Frodo non credeva avrebbe mai rivisto.
E infine, sulla porta della stanza, in una tunica elfica, con il viso ancora segnato dal viaggio e dalla fatica, Sam.
Frodo aveva sorriso e il suo giardiniere non aveva fatto altro che sorridergli di rimando, perché giunti a quel punto, dopo aver condiviso così tanto, non c’era più bisogno di dire niente.
Erano vivi, ce l’avevano fatta.
Frodo ce l’aveva fatta.
Frodo aveva distrutto l’anello.
Frodo aveva sconfitto Sauron.
Frodo era riuscito laddove anche Isildur aveva fallito.
Erano queste le voci che girarono, veloci come solo i pettegolezzi sanno essere, nelle settimane, nei mesi, negli anni successivi.
Ma solo Frodo stesso, e ovviamente Sam, sapevano cosa era successo.
E il piccolo eroe venuto dalla Terra di Mezzo, un giorno, aveva preso da parte il suo giardiniere e gli aveva detto tutto.
 
E Sam, ricordava ancora quella conversazione, non l’avrebbe scordata mai.
Sarebbe rimasta impressa a fuoco nella sua mente, scolpita nella memoria.
Indelebile, incancellabile, eterna.
 
Did you ever know that you're my hero
And everything I would like to be
I can fly higher than an eagle
Cause you are the wind beneath my wings.


 
- La verità è, Sam, che è stato merito tuo – aveva detto Frodo guardandolo dritto negli occhi, sorridendo appena.
Quel suo sorriso sghembo e un po’ timido, che tutti i suoi amici amavano.
- Cosa volete dire, Padron Frodo? – aveva chiesto l’hobbit biondo, guardandolo con aria interrogativa.
- Senza di te, Sam, io non ce l’avrei mai fatta. Se non mi avessi seguito su quella barca, tuffandoti in acqua pur non sapendo nuotare, io sarei morto tanto tempo fa. – e Frodo gli aveva appoggiato una mano sulla spalla – Senza di te, Sam, non sarei arrivato da nessuna parte. L’anello non sarebbe mai stato distrutto e l’occhio, quell’orribile occhio, sarebbe ancora là, oltre quei cancelli neri. –
Sam aveva scosso il capo, confuso.
- No, Padron Frodo, io ho fatto solo quello che era giusto. Sono venuto con voi e lo rifarei, sissignore, lo rifarei di nuovo, per la contea, per il mio vecchio Gaffiere e per voi, Padron Frodo! Rammentate quando vi chiesi, quella volta in cui incontrammo in Nazgul, se vi ricordavate le vecchie favole che ci raccontavano da bambini? Ora le ricordate nevvero, Padron Frodo? Io ho fatto solo quello che era giusto, aiutare l’eroe nella sua missione. –
- Non sono io l’eroe, Sam – aveva mormorato debolmente il compagno, guardandolo fisso e sorridendo – Sei tu l’eroe. Lo sei stato per tutto il tempo. Camminavi dietro di me, ma a proteggermi ci hai sempre pensato tu. Sei quello che mi ha difeso da Gollum, da Shelob, dagli orchetti, persino dall’anello. Sei tu che hai salvato la Terra di Mezzo, non io, Sam. Io lo so, lo sa anche Gandalf, e probabilmente anche Aragorn. Io ho portato un fardello attraverso un mondo in rovina, ma tu hai portato me, Samvise Gamgee. 
Sam era arrossito, aveva borbottato qualche parola e poi si era accorto che quel prurito fastidioso che sentiva sul viso, non erano altro che lacrime.
- Lo rifarei cento volte, Padron Frodo, altre cento volte. –
E quell’abbraccio che era seguito, nessuno di loro lo avrebbe mai scordato.
Né l’eroe senza volto, né il suo padrone.
 

   
 
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