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Autore: xNexttoLarryx    23/08/2017    0 recensioni
In cui Harry soffre di una grave malattia e gli restano solamente alcuni giorni di vita. Louis cercherà di esaudire tutti i suoi desideri più assurdi in sole due settimane.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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17 settembre 2013

Quel giorno Harry non stava per niente bene. Durante tutta la notte aveva vomitato anche l'anima,mentre si sentiva svenire da un momento all'altro.

I coniati iniziarono verso le due e continuarono così fino alle sei di mattina.

Lui piegato sulla tazza mentre la madre gli teneva i capelli indietro e con movimenti lenti e forti gli accarezzava la schiena.

La madre piangeva silenziosamente. Sussurrava dei dolci 'resisti piccolo mio'. Ma sapeva che ormai la battaglia era persa.

Si sarebbe aspettata questa conseguenza da un momento all'altro. Lei lo sapeva. Non lo sperava per niente,ma lo sapeva.

E se ne dava tutta la colpa. Era per colpa sua se ora suo figlio stava ad un passo dalla morte. Era colpa sua, perchè se l'avesse saputo prima niente di questo sarebbe successo.

Se avesse passato più tempo con i suoi figli invece che a lavoro tutto il giorno, ora sarebbe tutt'apposto.

Ora starebbero tutti e quattro seduti sul divano. Harry starebbe ridendo con la testa appoggiata sulla gamba del suo ragazzo, mentre Louis raccontava a lei e Gemma le figure che faceva il più piccolo.

Invece no.
La vita è stata cattiva con Harry Edward Styles.

Ma non è sempre stato così.

Se Anne dovesse dare una parola per descrivere suo figlio,lo nominerebbe come pazzo.

Prima della malattia amava sperimentare. Quanti guai faceva passare alla madre. Era così felice e attivo con Liam,amava mettersi nei guai.

Le mancava così tanto quel Harry. Le mancava così tanto quel sorriso puro e felice sul suo volto,quei occhi verdi che brillavano e quella risata così dolce.

Ora invece ne rimaneva solo un piccolo Harry triste e vulnerabile.

Portò Harry in camera,mentre il ragazzo continuava a singhiozzare per il dolore.

Si stese accanto a lui,appoggiò la sua testa contro il suo petto e,accarezzandogli i capelli ricci, gli cantava delle dolci canzoni.

Harry si addormentò sfinito,mentre la madre continuava a guardare quel suo viso così bello. Gli lasciò un bacio sulla fronte e si addormentò stringendolo tra le braccia.

Ma Harry si accorse che quelle braccia non erano quelle su cui amava addormentarsi.

*

Louis bussò ripetutamente alla porta di casa Styles.

Era fermo sulla soglia da qualche minuto,aspettando che Harry o Gemma si degnassero di aprirgli.

Vide le finestre della camera di Harry aperte e da lì intuì subito che c'era qualcuno in casa.

"Hey Louis. Scusami se non ti ho aperto,ma avevo le cuffiette."

Gemma aprì la porta e vedendo Louis controllare le finestre,rise.

"Non preoccuparti, Harry è a casa. Ah,mamma ti vuole parlare due secondi. Ha chiesto se puoi raggiungerla in cucina."
Gli rivolse un sorriso, lasciando la porta aperta e tornando sul divano in soggiorno.

Louis arrossì violentemente ed entrò velocemente chiudendosi la porta dietro di se.

Lasciò il suo giubbotto sull'attaccapanni del salotto color crema e velocemente si avviò in cucina.

Trovó Anne seduta intorno al tavolo,con la testa abbassata e dei fogli tra le mani.

"Signora Styles." La chiamò Louis è quando lei alzò la testa, Louis fece una faccia confusa.

Era ridotta peggio del solito. Le occhiaie si erano moltiplicate, diventando di un colore tendente al viola.

Sulle guance delle lacrime secche erano visibili e gli occhi erano rossi e gonfi.

Ma sorrise appena vide Louis. Posò i fogli sul tavolo.

"Louis, ci conosciamo da tre anni e tu mi chiami ancora signora. Smettila,sono solo Anne." Disse abbracciandolo.

Lui sorrise e una volta staccatosi, le chiese il motivo dell'incontro.

La madre lo fece sedere dalla parte opposta alla sua e gli passò alcuni fogli.

Lui le rivolse uno sguardo confuso e cominciò a leggere.

Settembre 2013. Irreducibile. Paziente numero centoquarntadue. Nessuna cura. Impossibile.

Quelle erano le parole evidenziate in quei fogli.

"C-cosa significa questo?"

"Durante la notte Harry non si è sentito per niente bene,così questa mattina l'ho portato in ospedale." Prese dei respiri profondi. Sentì gli occhi pizzicare di nuovo, per colpa delle lacrime.

"Non c'è niente da fare. Da oggi non potrò dargli neanche le sue medicine. Dobbiamo lasciargli fare... la sua strada in modo naturale."

Il ragazzo rimase pietrificato.

Lacrime calde scendevano copiosamente mentre, in silenzio, pensarono a lui.

*

Arrivarono all'ospedale,e sul volto di Harry si dipinse un espressione e confusa.

"Come mai siamo in ospedale?"

Chiese rivolgendosi al ragazzo seduto di fianco a lui.

Louis spense la macchina e,girandosi verso Harry, prese la mano e incastrò le dita nelle sue.

"Hai detto che volevi fare del volontariato. In verità non dovevamo venire qui, ma visto che oggi non ti sei sentito bene ho dovuto scegliere un posto non lontano dalla tua famiglia." Disse sorridendo.

Harry, ancora con i sintomi di vomito, sorrise per la prima volta in tutta la giornata.

*

"Hey Harry,hanno chiesto se vogliamo aiutare nel reparto bambini. Ci andiamo?" Gli sussurrò Louis,vestito con una camicia bianca e i guanti di plastica blu.

Harry era vestito uguale a lui,e appena sentì nominare i bambini i suoi occhi brillarono. Annuì velocemente,mentre le fossette si iniziarono a notare velocemente sulle sue gote.

Passarono il pomeriggio tra i bambini malati,a giocare con loro nella 'stanza arcobaleno' ovvero una piccola camera colorata piena di giochi e libri per bambini.

Grazie a sua madre, Louis era riuscito ad ottenere un pomeriggio all'ospedale e i dipendenti erano più che felici di avere dei volontari ad aiutarli anche nelle cose più piccole.

Erano gli unici adulti nella stanza.

Louis era seduto ad una sedia poco lontana da Harry, mentre quest'ultimo stava giocando con dei bambini alle bambole.

Louis sorrise a quella scena.

Harry era seduto a terra,una bambina sulle spalle che pettinava i suoi ricci e almeno dieci bambini che volevano giocare con lui. Lui sorrideva come non mai,mentre rideva rumorosamente.

Louis aveva in braccio un bambino,stava dormendo. Aveva un grande cerotto sulla fronte e la guancia destra era gonfia rispetto all'altra.

Sfortunatamente tutti quei bambini che si trovavano lì stavano passando dei momenti difficili.

Marcus (che scoprì essere il nome del bambino) aveva fatto un incidente stradale,perdendo i suoi genitori e sua sorella che era morta cercando di proteggerlo al momento dello schianto contro un'altra auto.

Aveva subito provato compassione per quel bambino che aveva da qualche giorno cinque anni. E al bambino piaceva Louis,gli ricordava molto la madre dai suoi occhi azzurrini.

D'altra parte quasi tutti i bambini della stanza preferivano Harry a Louis,ma quest'ultimo non si offese per niente. Nessuno poteva resistere a quello sguardo così dolce,quei ricci morbidi e quelle fossette ai lati della bocca.

Dopo qualche minuto, una dottoressa entrò nella stanza con alcuni genitori, esclamando che l'orario del gioco era ormai finito da tempo.

Dopo alcuni pianti i bambini lasciarono Harry, abbracciandolo e chiedendogli di ritornare ancora per giocare con loro.

Lui sorrise e annuì.

Poco dopo la stanza fu vuota, lasciando all'interno solo i due ragazzi e la dottoressa.

"Hey Sandra,posso riportarlo io Marcus in camera? Non voglio svegliarlo." Chiese gentilmente alla ragazza,amica stretta di sua madre.

"Va bene, Louis. La stanza è la 103 al primo piano. Portala entro dieci minuti che devono controllarlo." Gli sussurrò per non svegliare il bambino.

Lui annuì e subito dopo la ragazza uscì dalla stanza.

Harry gli andò vicino,sedendosi di fianco a lui e accarezzando la guancia paffuta del bambino.

"Tra qualche giorno lo dimettono. Mi ha detto Perrie che lo portano all'orfanotrofio, come era programmato." Disse tristemente, guardando il bambino con compassione.

Louis fece una faccia confusa.
"Come, non ha parenti o cose del genere?"

"Da quel che so non ha nessuno. I nonni materni sono morti qualche anno fa mentre i nonni paterni si sono rifiutati di prenderlo in custodia."

Louis si sentì malissimo. In quelle tre orette passate con lui,aveva scoperto che per essere un bambino di soli ciniqe anni aveva la mentalità di un bambino già grande.

Si era affezzionato, e sapere che quel bambino debba sopportare chissà quanti anni in quel posto orribile gli fece rivoltare lo stomaco.

"Sai per un pò ti ho invidiato quando lo hai preso in braccio." Rise Harry.

"Perchè?"

"Lui è il mio bambino preferito. Appena fatto l'incidente ero di stanza di fianco alla sua e i dottori non lo mandavano mai nella stanza arcobaleno" Disse guardandosi intorno." Così la notte andavo a trovarlo io, e ci facevo quattro chiacchere. È così bravo" Esclamò accarezzando la guancia del bambino. "So che può sembrare una cosa stupida,ma mi fa pensare al nostro di bambino."

E così si baciarono. E sembrano per un momento la famiglia perfetta.

*
Alla fine prima di portarlo in camera Marcus si era svegliato.

Il corpo magrolino era ricoperto da un pantalone e una maglietta grigia. Fece una smorfia di dolore per colpa del cerotto e gli occhi verdi si ricoprirono subito di lacrime. I capelli castani erano spettinati e la pelle bianca riprendeva un colore naturale.

Lasciarono il bambino alla dottoressa, ma non prima di averlo salutato ed abbracciato.

Mentre camminavano per il corridoio con le mani intrecciate a quelle del ragazzo, Louis sentì una piccola voce gridare 'Non dimenticatevi di inviarmi al vostro matrimonio!'

Una volta in macchina Harry disse a Louis di aver passato una magnifica giornata,ed insieme finalmente poterono ritornare a casa per coccolarsi.

Harry sorrise.

  
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