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Autore: Favatralenuvole    25/08/2017    3 recensioni
JASICO//BROTHERSHIP
"Chiuse gli occhi,riassumendo i punti di quell'imbarazzante dialogo con sé stesso (sarebbe stato meglio dormire e dimenticarsi di tutto).
Al Tartaro quello stronzo di Ipno".
I pensieri di un Jason insonne e piuttosto melodrammatico,ma non (proprio) solo.
Genere: Commedia, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jason Grace, Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jason Grace si sentiva in dovere di proteggere le altre persone, e prendersi cura di loro.

Non sapeva spiegare perché.

Okay, forse sì.

Sì,decisamente lo sapeva.

Innanzitutto,la sua figura materna…beh, non voleva dire che avesse fatto schifo, ma aveva decisamente ed effettivamente fattoschifo su tutta la linea.

Ops.

Quanto a suo padre, meglio non aprire proprio il discorso.

Ciliegina sulla torta, la sua infanzia priva d’amore e la sua ancora evidente mancanza d’affetto erano state coronate da un’adolescenza trascorsa al Campo Giove, che, a dispetto del nome, non era proprio un centro estivo.

Questi traumi infantili non avevano apparentemente avuto riscontri, ma in verità avevano  segretamente reso Jason una specie di mamma chioccia, cosa che poteva anche essere dolce e un po’ comica, ma che lo faceva sentire davvero a disagio.

Il succo di questa lagna era che Jason- Pretore del Campo Giove, figlio di Zeus, eroe dei due campi, semidio della profezia e blablabla-si era auto-affibbiato il compito di riportare il sorriso sul volto di Nico Di Angelo.

E okay. Circa.

Il fatto era che quest’ultimo aveva cercato di evitarlo sin dalla bellissima ed edificante (inserire tono ironico) esperienza al Palazzo di Diocleziano.

Jason non si era di certo arreso, e tutt’ora, a giorni dalla fine della guerra,non aveva intenzione di farlo.

Sapeva che Nico non stava poi così bene, nonostante persino la sua cotta per Percy fosse stata dichiarata acqua passata.

Ma va!” pensò “A chi vuole darla a bere?”

All’intero Campo, a quanto pareva, dato che TUTTI, persino Percy (anche detto Colui Che Aveva Creato Il Casino) sembravano assolutamente convinti che gli anni di sofferenza di Nico, il cuore spezzato, la morte della sorella, il Tartaro (accidenti, il Tartaro!), fossero stati cancellati da due minuti passati al Campo Mezzosangue, in infermeria peraltro.

No, decisamente no.

Era venuto per Jason il momento di indossare l’armatura, salire sul cavallo bianco e salvare il piccolo e tenero (ecco di nuovo il tono ironico) figlio di Ade.

Ciò che rendeva la situazione imbarazzante era quell’emerito idiota di Perseus Jackson. Non contento dei danni che aveva già abbondantemente causato,aveva preso la decisione di riavvicinarsi a Nico (acci),comportandosi con lui in modo impacciato (male), ma cameratesco (malissimo), generando continui palm-face da parte di Jason.

Non capiva se quella di Percy fosse semplicemente gentilezza e voglia di fare amicizia o un disperato tentativo di rimediare al modo in cui aveva gestito il rapporto con Di Angelo.

In qualsiasi caso stava funzionando. Anche troppo.

Jason non voleva vedere la verità,ma ormai si era insinuata nella sua mente e non poteva fare molto per evitarla ancora:

Nel più profondo del suo cuore- non poteva credere di star pensando davvero una cosa del genere-Jason era geloso.

Sì,geloso.

Perché lui era stato vicino a Nico, l’aveva studiato per capire come avvicinarlo e l’aveva fatto con calma, per non spaventarlo. E l'aveva spaventato lo stesso, ma dettagli.

Ci aveva costruito una parvenza di amicizia, si era impegnato per ottenerla.

Ed era geloso, un pochino,perché, pensandoci…

Percy non se lo merita, Nico”.

Ecco, l’aveva detto.

Provò una fitta di rimorso per quel pensiero nei confronti dell’amico, ma ehi, erano le due di notte, era solo nella sua cabina e poteva liberamente perdersi nelle sue elucubrazioni mentali.

Si sarebbe sentito in colpa il giorno dopo.

Non se lo merita,non ha mai fatto abbastanza. Annabeth lì, Rachel qui, Grover là e Nico era vicino a loro,solo, distrutto,innamorato e a lui non importava nulla!”

Jason sapeva di essere terribilmente (vabbè, non esageriamo) ingiusto. Non era colpa di Percy se Nico si era preso una sbandata per lui, e non era neanche stato volontariamente tanto distratto da non accorgersene.

Però, per l’Olimpo!, Nico era stato nei paraggi per ANNI e per quante fette di prosciutto Percy potesse avere sugli occhi…

E poi, è così piccolo!”

Sospirò. Il senso di protezione tornava a farsi sentire.

Sarebbe seriamente dovuto andare da uno psicologo.

Lupa qualche bacio (aka leccata) avrebbe anche potuto darmelo”

Chiuse gli occhi, riassumendo i punti di quell’imbarazzante dialogo con sé stesso (sarebbe stato meglio dormire e dimenticarsi di tutto).

Al Tartaro quello stronzo di Ipno.

“Ecco cosa succede quando sono costretto a pensare”

In una sola ora, aveva dunque realizzato che:

1)La sua infanzia aveva influito sul suo carattere più di quanto pensasse (“che vergogna).

2)Percy non meritava Nico (“Scusa, bro”).

3)Era geloso di Percy e Nico (“doppia vergogna”)

Rivelazioni sconvolgenti, che lo facevano anche sentire cattivo, ridicolo e un po’ patetico.

Stava giusto cercando di trattenersi dal prendere a pugni qualcosa, quando sentì bussare alla porta.

Parli del Diavolo…Nico Di Angelo, con addosso solo una maglietta nera di almeno tre taglie più grande, era sulla soglia della sua cabina, gli occhi incollati a terra.

-Vai sempre a letto tardi e ho pensato fossi ancora sveglio- Mormorò.

Jason cercò di non sorridere perché “Nico è venuto da me! Ha pensato a me, ha chiesto a me!” e rispose con un enfatico:

-Sono sveglissimo! Cosa ti serve? 

-Non riesco a dormire, Grace. Ho gli incubi. Contento?

Jason lo fece entrare,cercando di non fare pensieri troppo immaturi come “Prendi questa, Jackson!”.

Sul serio ,non avrebbe dovuto.

Però prendi questa ,Jackson!

-Non devi spiegarmi niente, okay?

-Perché?

Era strano ricordarsi che Nico era ancora praticamente un bambino. Uno di quelli petulanti, capaci di rispondere "perchè?" con tono testardo, e continuare fino a ottenere la risposta che desiderano.

Perché sono felice che tu sia qui, perché sono contento che mi consideri un amico, perché so quanto orgoglio hai mandato al Tartaro per venire da me, ammettere che sei ancora perseguitato dai ricordi e chiedere aiuto.”

-Perché non disturbi, Nico.

Nico si sdraiò su uno dei letti.

-A volte mi sembra di essere ancora lì dentro.

-Nel Tartaro?

-No, a casa di Biancaneve. Sì, Grace, nel Tartaro. E in quel vaso- Rabbrividì, distruggendo l'iniziale tono ironico della frase.

Jason si sentì travolto da un’ondata di rimorso.

Non volevo salvarlo” pensò, ricordandosi del suo litigio con Hazel. Si sentì orribile, e aggiunse la necessità di farsi perdonare per quell’episodio alla lista di motivi per cui prendersi cura di Nico era una grande idea (“sto davvero compilando una lista del genere?”).

-Sta tranquillo, Nick, io sono qui- Disse.

Nico chiuse gli occhi.

-Jason?

-Sì?

-Non azzardarti a chiamarmi di nuovo "Nick". E... grazie.

Jason Grace aveva un istinto paterno anomalo per la sua età, un carattere lievemente possessivo (“bro, sei la luce dei miei occhi, ma stà lontano da Nico che fai solo casini”) e andava sempre a letto tardissimo (“sia mai che qualcuno avesse bisogno di me”).

Tutto ciò aveva però anche dei lati positivi e l’avrebbe affermato chiunque, vedendolo accarezzare i capelli corvini del piccolo ragazzo addormentato accanto a lui (in pace dopo tanto tempo).

-Prego, fratellino.

 

 

 

~ANGOLO ME~

Cose che dovrei fare: studiare,magari scrivere il nuovo capitolo della mia long

Cose che faccio: scrivere una quasi-Jasico e mangiare

Ringrazio in anticipo chi magari lascerà una recensioncina e *momento spam* magari darà un’occhiata anche alla mia altra storiella in corso.

Ciauuuu <3

 

 

 

 

 

 

   
 
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