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Autore: Saigo il SenzaVolto    26/08/2017    2 recensioni
AU, CROSSOVER.
Sequel de 'Il Pianto del Cuore'
Era una serata come tutte le altre, quando improvvisamente Naruto, assieme a Hinata, Sakura e Sasuke si ritrovò in un luogo sconosciuto senza ricordare nulla. Ma loro non sono i soli ad essere finiti lì. Direttamente dall’oltretomba infatti, anche i genitori di Sasuke e quelli di Naruto fanno la loro comparsa, insieme a due personaggi provenienti dal futuro: Sarada Uchiha e Boruto Uzumaki.
Quest'ultimo, inoltre, molto diverso dalle aspettative di tutti!
Tra dispute familiari, passati dolorosi e comportamenti inaspettati, per i nostri eroi non sarà facile andare d'accordo. Ma tutti loro dovranno riuscire ad unirsi insieme per superare molte difficoltà, poiché una grave minaccia rischia di distruggere il loro mondo.
E loro sono gli unici in grado di fermarla!
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sarada Uchiha, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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PREMESSA: alcuni personaggi ed eventi di questa storia potrebbero essere diversi dall'opera originale! Dipende tutto dalla mia immaginazione!



 

Dolore e Frustrazione


La mattina dopo, tutti i dieci ninja si svegliarono all’alba. Il cielo aveva appena cominciato a mostrare i primi raggi di sole, la brezza mattutina era fresca e piacevole. Dopo aver preso un paio di pillole a testa per colazione, Naruto e gli altri si misero a discutere su cosa fare.

“Quale sarà la prossima mossa?” domandò Fugaku, guardando con serietà tutti i presenti.

Il silenzio fu la sua risposta. Gli altri nove guardavano a terra, gli occhi chiusi nel tentativo di riflettere sul da farsi.

“Tentiamo di ragionare un attimo,” disse allora Minato, portando una mano sotto il mento. “Abbiamo recuperato il primo manufatto. L’Eremita aveva accennato che ci avrebbe guidato verso gli altri due.”

Tutti si girarono a guardare Boruto. Il ragazzo portava ancora al collo la collana preziosa sottratta dal Tesoro dei Goblin. La prese in mano, ispezionandola col suo occhio calcolatore.

“La collana non sembra avere nulla di particolare.” disse il biondo con un tono vacuo. “Non ha più emesso nessuna onda di chakra. È come se avesse perso tutta l’energia al suo interno da quando abbiamo lasciato il covo dei Goblin.”

“Neanche con il Jougan sono riuscito a vedere nulla…” pensò ancora tra sé.

Gli altri rifletterono sull’informazione. Erano praticamente tornati al punto di partenza, senza sapere nulla su cosa fare.

“Forse,” azzardò Sasuke guardando l’oggetto prezioso. “Non era questo il manufatto di cui parlava l’Eremita.”

“Cosa?” esclamò Naruto con gli occhi sgranati. “Stai dicendo che abbiamo fatto irruzione nel covo di quelle creature e rischiato la pelle per niente?”

“Non credo sia esatto.” intervenne Sarada. “La collana ha senza ombra di dubbio emesso del chakra quando l’abbiamo trovata. L’abbiamo visto tutti. Dubito che non sia realmente il manufatto.”

“Anche se fosse,” disse allora Kushina con un tono pieno di frustrazione. “Allora perché non è più successo niente da allora? Sono passati due giorni interi!”

Un’idea balenò nella mente di Minato.

“Forse,” disse agli altri il Quarto Hokage. “Se uno di noi provasse ad infondere il proprio chakra nella collana potrebbe accadere qualcosa!”

Gli altri rifletterono un attimo. In effetti l’idea era possibile. Nessun oggetto materiale poteva possedere energia al suo interno senza che qualcuno l’avesse infusa in esso. Forse, se avessero fatto lo stesso, sarebbe accaduto qualcosa. Valeva la pena tentare.

“Ci ho già provato.” li interruppe dai loro pensieri Boruto. “È da ieri che provo ad infondere il mio chakra dentro la collana. Ma per qualche motivo, qualcosa continua a respingerlo, impedendogli di entrare dentro di essa.”

“Un oggetto in grado di respingere l’energia?” domandò Mikoto, confusa. “Com’è possibile una cosa del genere?”

Il ragazzo col mantello lanciò la collana a Minato con una mano, il quale l’afferrò con facilità. “Prova tu stesso.” gli disse semplicemente.

Minato allora provò a raccogliere una piccola quantità di chakra nella mano, tentando poi di passarla e farla scorrere all’interno dell’oggetto prezioso. Appena provò ad infondere l’energia raccolta dentro di essa, però, sentì un blocco improvviso proveniente dalla collana colpire l’energia che aveva raccolto, e tutto il chakra nella sua mano di dissolse nell’aria come fumo. Sgranò gli occhi, allibito. Mai prima d’ora aveva visto una cosa del genere. Neanche un sigillo ninja riusciva a respingere del chakra esterno con una tale rapidità e forza. Cosa diavolo aveva quella collana?

“Qualcosa blocca il chakra prima che possa entrare dentro la collana.” confermò l’Hokage, accigliato.

Fugaku tirò un sospiro di frustrazione all’udire quelle parole. “Allora cosa possiamo fare?” chiese di nuovo. “Se questo manufatto non ci mostra niente, dove dovremmo andare senza nessun tipo di informazione o indizio sulla posizione degli altri due?”

Non sapevano cosa fare. La collana non stava fornendo loro nessun indizio sulla loro prossima destinazione. Eppure l’Eremita aveva chiaramente detto che il primo manufatto li avrebbe condotti verso gli altri. Aveva forse mentito? Oppure non era quello l’oggetto che dovevano cercare? La situazione era un mistero.

“Non saltiamo a conclusioni affrettate.” disse Sasuke, incrociando le braccia. “Dobbiamo analizzare la situazione con calma per riuscire a scoprire se stiamo dimenticando o saltando un passaggio.”

“Allora cosa-“ cominciò a dire Sakura, ma fu interrotta dalle improvvise parole del ninja traditore.

“Se la collana non ci permette di infondere chakra al suo interno,” disse il ragazzo guardandoli col suo occhio indifferente e distaccato. “Possiamo invece provare ad assorbirlo da essa.”

Tutti spalancarono gli occhi. Non ci avevano pensato. La collana possedeva indubbiamente dell’energia al suo interno. Assorbirla era sicuramente possibile. Ma come? Senza contare che…

“L’idea è possibile,” disse Fugaku guardandolo con sguardo serio. “Ma è anche molto rischiosa.”

“Rischiosa?” chiese Hinata, confusa.

“Assorbire chakra da un oggetto,” spiegò Minato, rivolgendosi a lei. “È una cosa che non andrebbe mai fatta senza sapere con precisione la natura dell’energia al suo interno. Se infatti l’energia che è stata accumulata dentro l’oggetto in questione è un tipo di chakra dannoso o corrosivo, i rischi sono enormi. Una volta assorbito, il corpo non può più espellere fuori il chakra dell’oggetto, ma lo sintetizza e lo modifica per farlo diventare proprio. È un processo naturale che non può essere fermato senza l’aiuto di ninja medici molto abili e precisi.”

Naruto si rivolse verso Sakura. “Sakura-chan, tu sei un ninja medico! Saresti capace di fare una cosa simile?”

La ragazza scosse la testa. “Né io né Tsunade-sama siamo capaci di farlo.” disse lei lentamente. “Riuscire a manipolare il chakra nei corpi di altre persone è una tecnica piena di rischi e misteri. Solitamente, in casi come questi, vengono creati dei sigilli che vengono poi posti sui corpi delle persone e che sono in grado di impedire ad un chakra esterno al corpo di danneggiarlo da dentro. Ma non ho mai imparato come riuscire a crearne uno prima d’ora.”

Gli altri ascoltarono la spiegazione in silenzio. Assorbire l’energia dalla collana era possibile, ma era anche un rischio enorme per tutti loro. Se l’energia al suo interno fosse stata dannosa, avrebbero potuto rischiare la vita.

“Cosa possiamo fare allora?” si domandò ansiosamente Naruto.

“È davvero una buona idea?” si chiese Hinata.

“Non possiamo restarcene con le mani in mano!” pensò Sasuke, stringendo i pugni. “Se nessuno vuole farlo, lo farò io!”

“Lo farò io!” disse però Boruto improvvisamente, anticipandolo col suo tono calmo. “Tenterò di assorbire il chakra dalla collana per vedere cosa succede.”

“NO!” urlò improvvisamente Sarada con decisione, scioccando tutti i presenti. Il biondo e la ragazza si guardarono per diversi secondi, due occhi carichi di tensione e spavento contro un occhio indifferente e privo di alcuna emozione.

“È troppo pericoloso Boruto!” disse lei con determinazione. “Non te lo lascerò fare! Potresti morire!”

La ragazza non poteva permettere una cosa del genere. Aveva promesso che avrebbe riportato al Villaggio il suo amico, e niente e nessuno l’avrebbe ostacolata. Non poteva rischiare di perderlo ancora. Non poteva. Il solo pensiero di vederlo morire le faceva sentire un dolore fitto al cuore. Non sarebbe riuscita a continuare a vivere senza di lui. Era troppo importante.

“Non morirò, Sarada.” disse lui con un tono freddo e guardandola con indifferenza. “Non sono debole come potresti pensare. Ci vuole ben’altro che una collana per riuscire ad eliminarmi.”

Gli altri non poterono fare a meno di provare fastidio all’udire ciò. Sarada aveva solo cercato di proteggerlo, di non fargli rischiare la vita perché ci teneva a lui, ma Boruto sembrava essere completamente indifferente davanti alla sua dimostrazione d’affetto. Si comportava in maniera troppo esagerata. Come se lei non significasse nulla ai suoi occhi.

Naruto sentì una fitta di collera crescere nel suo corpo.


“Sarada sta solo cercando di proteggerti!” gli urlò allora addosso con rabbia. “Perché la tratti in questo modo? Non ti importa nulla di ciò che sta provando?”

Boruto lo guardò con un misto di indifferenza e divertimento. “Non ho mai detto questo. Le sto semplicemente ricordando che sono io che decido cosa fare della mia vita, non lei.”

Naruto divenne ancora più furioso ad udire le sue parole fredde e distaccate.

“E non ti importa cosa provano i tuoi compagni? Non ti importa del fatto che possano soffrire a causa delle tue azioni? Riesci a pensare soltanto a te stesso?” domandò il giovane con lo sguardo minaccioso e facendo un passo avanti.

Boruto lo fissò con un’espressione indecifrabile. Poi, dopo alcuni secondi di silenzio, cominciò ad avanzare verso di lui lentamente, arrivando faccia a faccia davanti a Naruto.

“Non hai alcun diritto di dirmi una cosa del genere, Naruto Uzumaki.” ribatté con tono freddo e glaciale il ninja traditore, fissandolo negli occhi. “Non sai niente di me, ma come al solito salti sempre a conclusioni affrettate sulla gente, credendo di stare dalla parte del giusto.” Fece ancora un passo avanti, arrivando a pochi centimetri dalla faccia dell’altro biondo. Tutti erano immobilizzati dallo stupore.

“L’unico motivo per cui non ti ho ancora ucciso,” riprese a dire senza emozione. “È perché il demone dentro la tua pancia potrebbe esserci utile contro il drago. Ma mettiamo in chiaro questa cosa: se continuerai ad insultarmi…”

Con un movimento impercettibile, Boruto sguainò la spada, portandola al di sotto del collo di Naruto prima che potesse battere ciglio.

“…allora una volta che tutto questo sarà finito, ti ucciderò con le mie stesse mani!” terminò, fissandolo negli occhi.

Naruto era rimasto sconvolto. I suoi occhi erano spalancati a dismisura ed il corpo rigido e teso. Non riusciva a credere a quello che stava succedendo. Boruto lo stava minacciando. Quel ninja traditore proveniente dal futuro lo stava seriamente minacciando di morte. Suo figlio lo stava minacciando! Com’era possibile? Non voleva che accadesse tutto ciò! Non voleva farlo arrabbiare così! Voleva solo fargli capire che il suo atteggiamento nei confronti di Sarada era stato ingiusto. La rabbia cominciò lentamente a dissolversi, rimpiazzata dal continuo dolore che provava ogni volta che guardava Boruto. E adesso aveva visto qualcosa, nel volto del ragazzo. Ne era sicuro. Mentre lo stava minacciando, il suo occhio freddo e glaciale era mutato per un istante, mostrando per un secondo l’ombra di qualcosa che Naruto conosceva bene.

Dolore.

Lo aveva visto chiaramente. Un grande e smisurato dolore era rimasto riflesso nell’occhio azzurro del ragazzo. Una sofferenza che non aveva mai smesso di tormentarlo. Un dolore che non era mai stato risanato. Una ferita aperta. Una cicatrice eterna. Un urlo disperato.

Naruto sentì un nodo formarsi alla gola. Lui e Boruto erano uguali. Come due lati opposti della stessa medaglia. Il primo un prode ed orgoglioso Shinobi della Foglia. Il secondo un freddo e spietato ninja traditore. Entrambi costantemente perseguitati dall’incubo del dolore. In quello sguardo ricolmo di rabbia e disprezzo, in quello sguardo pieno di un odio capace di distruggere il mondo intero per due volte di fila e poi ancora una volta, c’era anche dolore. Naruto non sapeva cosa fare. Senza neanche sapere perché, gli tornarono in mente le parole che aveva pronunciato molto tempo fa Nagato, durante il loro scontro.

“Tu ed io conosciamo bene quel dolore. Tu agisci per la tua giustizia, e io per la mia. Siamo entrambi semplici umani, che cercano vendetta nel nome della giustizia. Però, se celiamo la vendetta nella giustizia, quella giustizia crescerà, portando altra vendetta, ed è così che la catena dell'odio ha inizio. Vivendo questi eventi, e conoscendo il passato, possiamo guardare al futuro. Questo è quello che fa la storia. E da essa impariamo che gli esseri umani sono incapaci di capirsi a vicenda! Il mondo degli Shinobi è governato dall'odio."

Soltanto ora cominciò a comprendere le parole del suo ex nemico.

Boruto era come Pain. Anzi, Boruto era Pain. Un uomo che ha sofferto troppo. Un uomo che ha vissuto troppo dolore ingiustamente. Un uomo che era caduto nel baratro della crudeltà e della disperazione. Un uomo che cercava di farsi giustizia secondo i suoi ideali. Un uomo morto dentro, incapace di chiedere aiuto agli altri.

Non poteva accettarlo. Doveva salvarlo da tutto quell’odio. Sentiva questa responsabilità addosso.

Dopotutto, era suo padre.


“Boruto…”

Durante il loro scambio di battute tutti gli altri erano rimasti tesi ed immobili, troppo spaventati per riuscire a muovere un muscolo ed intervenire. Quel ragazzo era troppo forte, troppo spaventoso. Nessuno osava andare contro di lui.

Nessuno tranne Kushina.

“Smettetela, tutti e due!” urlò improvvisamente la donna, mentre i suoi capelli ondulavano minacciosamente dietro la testa. “Vi comportate come due bambini! Il nostro mondo è in pericolo, non possiamo metterci a litigare tra di noi adesso!”

Il ragazzo col mantello si voltò leggermente a guardarla, per niente intimorito.

“Non dirmi cosa devo fare, Uzumaki.” rispose lui con disinteresse. “Mi ha insultato, ed io ho risposto. Insegnagli a tenere a freno la lingua se ci tieni alla sua vita.”

Kushina fece per rispondere a tono, ma accadde qualcosa di inaspettato. Boruto si girò di nuovo a guardare l’altro biondo, ed il suo occhio sinistro si aprì leggermente dallo stupore.

Naruto si era chinato con la schiena davanti a lui, nel gesto di chi chiede perdono.

“Perdonami!”

Gli altri erano rimasti letteralmente a bocca aperta. Naruto si stava scusando con Boruto davanti a tutti loro! Lui che mai prima d’ora aveva chiesto scusa a nessuno in quel modo, nonostante potesse spesso agire d’impulso e con aggressività. Naruto aveva chiesto al Nukenin di perdonarlo per le sue azioni, nonostante quello che Boruto gli aveva detto e fatto!

“Hai ragione,” continuò a dire il ragazzo rivolto a terra. “Ho esagerato! Come al solito, non ho pensato a quello che stavo per fare ed ho agito d’impulso! Ti chiedo scusa, Boruto!”

Il ragazzo del futuro rimase immobile per quella che parve un’eternità. Per diversi secondi lo fissò intensamente, la sua espressione indecifrabile.

Poi sospirò, e chiuse gli occhi.


“Scuse accettate.” disse alla fine senza calore nella voce, voltandosi dall’altra parte. “Ma non farlo mai più se ci tieni alla pelle.

Naruto sorrise, sollevando poi lo sguardo.

“Non è ancora tutto perduto…” pensò con sollievo.

“Adesso basta chiacchiere,” riprese a dire il ragazzo del futuro improvvisamente, rivolgendosi a tutti. “Quarto Hokage, dammi la collana. Proverò ad assorbire il chakra che contiene per vedere cosa succede.”

Minato esitò un secondo, insicuro sul da farsi.

“Boruto,” cominciò a dire, preoccupato. “È pericoloso. Potresti-“

“Non mi accadrà niente.” assicurò il biondo con un tono di finalità. “Sono capace di difendermi da un po’ di chakra estraneo nel mio corpo. Non perdiamo altro tempo.”

L’Hokage lo fissò negli occhi per alcuni istanti, prima di passargli finalmente la collana. Boruto la prese e la osservò di nuovo per un secondo. Non c’erano dubbi. Il rubino incastonato nel medaglione era la parte che conteneva l’energia. Lo riusciva a percepire con chiarezza.

Non esitò neanche per un istante.

Si sedette a terra, ed evocando un kunai nella mano destra colpì con forza il centro del rubino, scalfendolo e facendo fuoriuscire un’onda azzurra di chakra che lo investì in pieno petto prima che potesse muoversi. L’effetto fu immediato. Il suo corpo s’irrigidì all’istante e strinse i pugni con forza e tensione, gli occhi e la bocca serrati nel caso dovesse accadere qualcosa di doloroso, la testa rivolta in basso. Tutti gli altri si radunarono attorno a lui, osservandolo attentamente e con preoccupazione.

Quello che provò non era dolore. Una miriade di sensazioni diverse ed estranee a lui lo investirono di colpo. Suoni, immagini, emozioni e ricordi gli balenarono davanti agli occhi con la velocità di un fulmine. Una serie complessa di immagini e luoghi diversi si fece largo nella sua mente, e all’improvviso un’immagine in particolare gli si soffermò nella testa. L’immagine di una montagna innevata alta migliaia e migliaia di metri. Ai piedi di essa, una specie di castello. Una voce parve sussurrargli in testa.

Monte Meru.
Fortezza di Alkatraz.
Nord.


Per diversi secondi nessuno si mosse. Naruto, Sasuke e gli altri osservavano intenti la figura immobile del ragazzo del futuro senza sapere cosa stesse succedendo. Poi, senza preavviso, il biondo alzò la testa.

“Boruto? Tutto bene?” chiese Sarada, guardandolo con incertezza.

Il ragazzo aprì l’occhio sinistro e si rialzò. Voltandosi senza guardarli, si mise a fissare l’orizzonte. Verso Nord.

“So dove dobbiamo andare.”
 


 

Note dell'autore!!!

Salve a tutti! Sono tornato e non vedevo l'ora di ricominciare! Ecco a voi il nuovo capitolo! Spero vi sia piaciuto. Grazie mille in anticipo a chi leggerà e soprattutto a chi commenterà! Ci vediamo presto ;)
   
 
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