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Autore: LilyBennet    27/08/2017    0 recensioni
Hermione Granger e Draco Malfoy sono follemente innamorati. O almeno così sembra.
Ai due è stata sbadatamente somministrata una pozione d'amore, che finisce per avvelenarli entrambi e causargli dei brutti effetti collaterali. Con il viso di un sinistro color viola lei, e delle disgustose pustole verdi su tutto il corpo lui, si ritrovano a condividere la stessa sorte ad appena un letto di distanza, separati da una sottile tendina dell'infermeria. Non ci vuole molto a capire cosa abbia spinto i due eterni nemici ad agire in un modo così insolito, ma ormai il danno è fatto, e tutta Hogwarts li ha visti girare mano nella mano e scambiarsi tenere effusioni.
In una scuola dove niente rimane segreto troppo a lungo, i due caposcuola si ritrovano a dover far fronte a pettegolezzi di ogni genere, fidanzati gelosi, e rivalità tra case che perdurano da secoli.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Dean/Ginny, Draco/Hermione, Draco/Pansy, Harry/Ginny
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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L'aria era pervasa dal profumo dolciastro di una candela alla cannella, stregata in modo tale che levitasse in giro per la stanza. La ragazza, nonostante fosse ad Hogwarts da circa ventiquattro ore, era già indaffarata con i compiti di astronomia. Il suo migliore amico, Harry Potter, era in sala comune con il suo ragazzo, Ronald Weasley, a giocare a scacchi magici.

Scosse la testa soltanto ripensando a lui: lo aveva raccomandato di mettersi di impegno e iniziare a studiare come Godric comanda, ma tutti i suoi avvertimenti gli erano entrati da un orecchio e gli erano usciti dall'altro.

 

 

« Ron, è l'anno dei M.A.G.O. » aveva ripetuto a pranzo, lasciando cadere pesantemente un tomo di aritmanzia sul tavolo, che aveva fatto tintinnare i bicchieri degli studenti più vicini. Per tutta risposta, il suo ragazzo aveva grugnito qualcosa, si era ficcato in bocca una forchetta carica di polpettone, e non aveva sollevato gli occhi dal piatto.

« Herm, capisco tutta questa preoccupazione, ma siamo solo al primo giorno, rilassati » le disse Ginny, poggiandole una mano sulla spalla. La nata babbana, invece che respirare profondamente come le era stato suggerito, si voltò verso l'amica con un'espressione che non aveva nulla di rassicurante. La piccola Weasley si ritirò come se si fosse scottata.

« Ginny! » la riprese infastidita.

« Sto zitta » replicò quest'ultima mettendo le mani in alto.

Hermione finalmente si sedette al tavolo. Allungò le braccia verso lo stufato di manzo, e ne versò un po' nel suo piatto.

« Mi auguro che quest'anno tu abbia intenzione di impegnarti » continuò in direzione del rosso, soprannominato “Re” dagli altri compagni di Grifondoro, « sai, ci tengo alla tua istruzione »

« sì, Herm »

« non dire “sì, Herm” con me » si inacidì lei. Il giorno precedente aveva scoperto che, non solo le era stata negata nuovamente una giratempo per poter frequentare tutti i corsi che la scuola offriva, ma in più doveva pure condividere il ruolo di caposcuola con quel borioso di Malfoy. La stessa pena era stata inflitta anche agli altri due caposcuola delle altre due case, Ernest Mcmillan e Padma Patil, ma Hermione si sentiva comunque perseguitata. E ora che il Serpeverde in questione le si era parato davanti agli occhi, sentiva la rabbia ribollirle in corpo.

« Herm, va tutto bene? »

Oh no, certo che non andava tutto bene. Lei sapeva benissimo a che gioco voleva giocare quel furfante, sapeva perfettamente quale sarebbe stata la sua prossima mossa, rimaneva solo da domandarsi a discapito di chi l'avrebbe fatta.

« Lasciala in pace »

Forse avrebbe atteso di sorprendere qualche ragazzino del primo anno con una merendina marinara, arrivata direttamente dai Tiri Vispi Weasley?

Strinse le dita attorno la forchetta per il nervoso.

Le era sembrato maturato sulla carrozza del treno, non aveva nemmeno lasciato trasparire alcun segno di tedio; ma lei sapeva benissimo di non poter abbassare la guardia.

« In ogni caso, ho dato un'occhiata alla consegna del tema di erbologia... »

Certo! Come aveva fatto a non pensarci? Perchè punire un undicenne per un insulso pasticcino svenevole, quando avrebbe potuto tirarsi addosso della cacca di drago e accusare un Grifondoro a caso? Magari lei stessa, tanto per tentare di screditarla.

Lo guardava da quindici secondi buoni e, il rampollo di casa Malfoy, se inizialmente aveva ricambiato lo sguardo con altrettanto fastidio, adesso iniziava a sentirsi in soggezione.

« ...non penso di esserne in grado »

Non gli avrebbe mai permesso di sottrarre punti con scuse stupide come al quinto anno, quando gliene tolse cinque iniziali per aver parlato male della Umbridge, e successivamente altri dieci per essere una mezzosangue. Giurò a sé stessa che mai e poi mai avrebbe lasciato che Malfoy abusasse della sua carica di caposcuola – a costo di tenerlo sotto stretta sorveglianza ventiquattro ore su ventiquattro e di andarlo a denunciare alla Mcgranitt.

« Nemmeno io. Hermione- »

« No! Assolutamente no! » esclamò la Granger dilatando le narici, « non aiuterò nessuno di voi, fatevelo da soli questo tema! »

E con questo si alzò, si lisciò l'angolo stropicciato del mantello, afferrò il tomo di aritmanzia e si defilò su per le scale, diretta al suo dormitorio.

 

In sala grande un confuso Ronald Weasley stava scambiando con il suo migliore amico sguardi perplessi.

« Io volevo solo chiederle di passarmi le patate » dichiarò sconcertato Harry.

 

Nei sotterranei di Serpeverde l'umore che si respirava era nettamente diverso: si era sentito frustrato il giorno precedente, quando era stata appurata un'informazione facilmente deducibile – perchè di certo non avrebbero mai nominato quel tonto di lenticchia come caposcuola – ma adesso iniziava a sentirsi felice come un bimbo di fronte ad un giocattolo nuovo.

« Sembri allegro » constatò Blaise Zabini, seduto sul divano di pelle nera, godendosi il torpore del camino.

« E lo sono, effettivamente » replicò gaio Draco. Si lasciò cadere su un divanetto non troppo lontano, e si stese come in procinto di dormire un lungo sonno ristoratore.

« La Granger, come già saprai, è stata nominata caposcuola » si gongolò lui, sospirando profondamente e portandosi le mani dietro la nuca.

« Nulla che contribuisca alla riuscita di un buon patronus, insomma » sentenziò l'amico, « quella ragazza mi snerva » concluse stirandosi sul posto in modo stanco.

« Ed è proprio qui che casca l'ippogrifo, mio caro »

« Dove casca, questo ippogrifo? » si aggiunse Theodore Nott, saltando il divano dove si era accomodato Blaise, e sedendosi sul tappeto.

« La Granger è caposcuola » ripeté Malfoy, ridendo sotto i baffi. Nott lo guardò come si fosse appena messo a urlare che l'acqua è bagnata.

« E cosa ti aspettavi, scusami? » domandò cauto.

« Quella mi odia » continuò lui divertito.

« Non lo fa forse tutta la casa dei Grifondoro? »

« Cercherà di farmi diventare matto » proseguì.

« Gli è cascato in testa, questo ippogrifo » si voltò Theodore, guardando Zabini come se Malfoy fosse stato effettivamente coinvolto in un brutto incidente.

« La Granger è già riuscita nel suo intento » constatò Blaise, guardando l'amico come un pietoso malato irrecuperabile.

« Non avete compreso » disse Draco guardando i suoi amici dritto negli occhi.

« La mezzosangue mi odia, mi farebbe sparire con un Avada Kedavra, se solo fosse legale e se solo il suo stupido buon cuore da Grifondoro glielo lasciasse fare » cominciò lui.

« Sì...sì, lo sappiamo già » lo interruppe Blaise, con lo stesso tono che si rivolgerebbe ad un bambino duro di comprendonio. Blaise era da sempre il più riflessivo dei suoi amici, Theodore il più impulsivo e attaccato al divertimento, Draco invece era un po' un misto di tutti; tuttavia, ora si vedeva costretto ad etichettarlo come “fuori di testa”, al pari di Gilderoy Allock di ritorno dalla camera dei segreti.

« Non mi interrompere » lo guardò seccato Draco, voltando la testa in sua direzione.

« Il fatto è » riprese solenne, « che non potendomi seppellire sotto tre metri di terra, in una bara di marmo, nel cimitero di famiglia, farà di tutto per incastrarmi con qualcos'altro »

Theodore si fece meditabondo.

« E quindi? Vuoi riservare solo a te stesso il piacere di ballare sulla sua lapide? »

« Oh, sarebbe molto allettante, ma non ho abbastanza contatti al ministero per sfuggire al bacio dei dissennatori... » replicò Draco accarezzandosi il palato con la lingua. Non era affatto male l'idea di farla sparire, ma lui aveva ben altri piani in testa.

« Insomma, l'avete vista tutti come ha osato guardarmi durante l'ora di pranzo » continuò infine, ritrovando il filo del suo discorso.

« Ti avrebbe ammazzato » rispose Blaise mellifluo.

« Oh no, te lo dico io cosa vuole fare quella: vuole farmi diventar matto » si ostinò il rampollo di casa Malfoy, rizzandosi a sedere sui morbidi cuscini del divano in pelle, « Ma non le sarà possibile se la faccio impazzire prima io » concluse ghignando in direzione dei suoi amici, che adesso avevano afferrato dove volesse andare a parare il giovane Serpeverde.

« Non mi resta che attendere l'inizio delle ronde notturne o la prossima lezione di pozioni »

   
 
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