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Autore: idrilcelebrindal    30/08/2017    2 recensioni
La Battaglia dei Cinque Eserciti è terminata, ed è stata una strage; ed anche se nessuno dei Durin ha trovato la morte sul campo, i Nani sono privi di guida. Thorin, menomato dalle ferite, in preda a spaventosi rimorsi e sensi di colpa, straziato dall'ansia per la sorte dei suoi ragazzi, medita di rinunciare al Trono per cui ha tanto combattuto.
Kili, privato di suo fratello disperso in battaglia, profondamente deluso dallo zio, si aggrappa disperatamente alla vita; in questa lotta, ha come solo conforto la presenza della sua dolce Liatris, e la convinzione che Fili non è morto, e prima o poi tornerà.
E intanto, molto più ad ovest, gli Orchi in fuga trascinano con loro alcuni prigionieri: uno, con un'astuta messinscena, prepara una rocambolesca fuga, senza sapere quali ostacoli incontrerà e se l'impresa non gli costerà la vita; un altro, alla disperata ricerca del suo passato, scoprirà che l'amicizia può fiorire anche in luoghi e momenti del tutto inaspettati. Non sa che questa amicizia lo trascinerà su una via oscura e piena di pericoli, ma anche di sorprese, ed alla fine potrebbe anche ritrovare se stesso ed il suo destino.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bilbo, Fili, Kili, Nuovo personaggio
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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56 Fratello e sorella
56 Fratello  e sorella

Un lieve bussare alla porta strappò la principessa dai suoi pensieri. Dìs sorrise tra sè: avrebbe riconosciuto quella bussata tra mille.

“Buonasera, sorella. Mi aspettavo una tua visita, anche se devo dire che non sono ansioso di sentire quello che hai da dire, ma non ti ho vista, quindi… fuori il dente, fuori il dolore, come si dice.”
“Che ne dici di qualcosa da bere, per iniziare?”
Thorin annuì, e si avviò verso il camino, osservando nel frattempo l’appartamento.
“Soddisfatta della sistemazione?”
Dìs annuì.
“Molto. Devo ancora capire come è possibile che quasi tutte le cose di mamma siano ancora qui, in perfetto stato.”
“Un miracolo di Dori. Non era stato toccato nulla dal drago, solo dal tempo, e lui ci sa fare. Avrai notato che mancano gli zaffiri di mamma…”
“Ho visto dove sono finiti. Approvo.”
 
Quando i fratelli si furono  sistemati su due comode poltrone accanto al camino, Dìs lasciò  passare qualche momento mentre assaporava il vino fruttato.
“Ottimo. Era tanto tempo che non ne assaggiavo, la pace con gli Elfi ha i suoi vantaggi…”
Thorin  annuì.  Alla fine Dis parlò  sottovoce.
“Thorin, ho passato molte sere del viaggio a comporre un discorso che riassumesse il mio parere su quello che è  accaduto, ma  alla fine… beh, è  inutile . Ti stai già  biasimando  da solo molto più  e molto meglio di come avrei potuto fare io. Anzi… non è  tempo di metterci una pietra sopra? Bilbo  ti ha perdonato, mi hai detto; ed anche Kili, credimi. Gli ho parlato.”

“Sei felice, vero?”
Da un po’ Dìs stava ascoltando suo figlio mentre parlava della sua sposa e del suo bimbo in arrivo. Gli occhi splendenti dicevano alla madre tutto quello che c’era da sapere.
Era davvero cresciuto, il suo cucciolo; ed anche se sotto sotto il cuore le faceva un po’ male, Dìs era contenta, perché era cresciuto bene. Aveva visto giusto: quel fuoco che c’era dentro di lui non era spento; le difficoltà avevano bruciato via tutto il superfluo, ed era rimasto l’oro puro. E poi… beh, tra poco avrebbe avuto un altro cucciolo da coccolare. E poteva sempre sperare che fosse una cucciola!
“Della mia vita? Sì, E quando Fili sarà tornato a casa, tutto sarà perfetto. Intendiamoci: governare in fondo mi piace, ma è un gioco che alla lunga non fa per me. Troppo lavoro!” ridacchiò. “Saprò rendermi utile, certo; mio fratello potrà sempre contare su di me, ma…
“… ma hai bisogno di aria.” Concluse Dìs.  Come tuo padre.
Il silenzio tra loro era confortevole. Tranne che… c’era ancora un argomento.
“Cos’è successo, Kili? Veramente?”

Il giovane principe versò un altro poco di vino. Ne aveva bisogno, dopo aver raccontato alla madre tutto quello che era successo con Thorin prima della battaglia.
“E adesso?”
Dopo aver formulato la domanda Dìs tacque, perché sapeva che Kili aveva bisogno dei suoi tempi per elaborare quello che voleva dire; ad alla fine lui fu pronto.
Sospirò, e si alzo, muovendo qualche passo fino alle vetrate.
“Sarebbe facile dire che l’ho perdonato, ma è più complicato di così. Di sicuro non provo più rancore per lui. La stagione dell risentimento è finita da un pezzo.  La delusione… quella non passerà tanto in fretta, ma ho imparato a conviverci: ed in fondo nessuno è perfetto, l’errore è stato mio che ho creduto che lui lo fosse. Ho passato quasi tutta la mia vita ad ammirarlo ed a cercare di dimostrarmi degno della sua stima, invece è stato lui a dimostrarmi che la mia era mal riposta… no, non è vero nemmeno questo. Era solo eccessiva.”
“E’ un errore comune dei giovani, Kili; e tuo zio ha i suoi difetti, ma resta comunque un grande Nano.”
“Lo so! Per queso dico che l’errore è mio, e quindi mi passerà. Quello che fatico ancora ad accettare è che lui ci è venuto meno nel momento più difficile: a me, a Fili, alla compagnia, alla nostra gente. Specie a Fili. Quello che ha detto a Fili…”
“Non credo che lo pensasse davvero.”
“Non lo so, mamma. Forse.”
“Non credi che sia pentito di quello che ha fatto?”
“Ne sono sicuro! Vedo anche come si è messo a disposizione di tutti, facendo quello che sa fare meglio, e non solo:  prestando la sua esperienza politica, le sue conoscenze…  credo che ci voglia solo del tempo perché mi passi. Aver rinunciato al Trono è stato un gesto importante… ed anche quello che sta facendo adesso lo è.”
Sospirò di nuovo e si passò la mano nei capelli, un vecchio gesto che esprimeva  difficltà a far chiarezza nei suoi sentimenti. Ed imprecò tra i denti quando le dita si impigliarono nelle trecce.
“Liatris aveva davvero ragione. Devo lasciar passare del tempo. Col tempo so che rimarrà solo l’affetto che ho per lui, perché quello non sparisce.”

“Tuo figlio è  incapace  di portare rancore…”
“Mio figlio ti vuole bene, Thorin. Non sei più  il suo modello perché  ormai non ne ha più  bisogno; non sei più  il suo re; ma sei suo zio. E tanto basta. Anche  se perché  tutto sia proprio finito deve vedere che fai ammenda con Fili.”
“Anch’io  desidero spiegarmi con Fili sopra ogni altra cosa; ma sul resto, sorella, ti sbagli.”
Dis sollevò  un sopracciglio.
“Su cosa?”
“Tanto per iniziare, sul biasimo. Ho fatto  degli errori, e non lo dimenticherò. Però…A lungo mi sono crogiolato nel rimorso e nei sensi di colpa, con il risultato che sono diventato più che inutile: un peso. Ma è sbagliato. Non posso tornare  indietro e non posso porre rimedio a quello che è stato; e certo non sarà facile, ma   ho capito che un eterno rimorso non ha senso, se non è accompagnato dall’espiazione. Molto più  utile fare quello che posso per aiutare, non credi?”
“Chi sei tu e cosa ne hai fatto di mio fratello? Sai, quello scontroso che si faceva carico di tutte le colpe del mondo…? Quello che ha rinunciato ad un trono perché  pensava di non meritarlo?”
Thorin  fece una risatina e si  versò  un altro goccio di vino.
“È  questo che pensi?”
“Lo pensano tutti.”
Thorin  si alzò  con il bicchiere in mano; si avvicinò  al camino e rimase  a  contemplare  le fiamme per qualche momento.
“Sai cosa è  successo, vero? L’ossessione  per il tesoro… come il nonno?”
Dìs annuì.
“Ho sentito parlare anche dell’Arkengemma. “
“Ah, sì. La verità ? Se anche è stata la pietra a influenzarmi non me ne sono mai accorto. Per me, era tutta farina del mio sacco. Kili ne percepiva la presenza e ne era disgustato. Dàin ha detto di averne sentito il richiamo, ma io…” Scosse il capo.
“Sia come sia, non ha importanza,”  proseguì  dopo qualche momento Dis. “Te ne sei liberato, no?”
“È  questo il punto. Non sono stato io a rinsavire; sono stati  i tuoi figli a liberarmi dalla follia.”
Dìs sollevò  le sopracciglia. Questa era nuova.
“Spiegati. Cosa c’entrano Fili e Kili?”
“Sai che sono venuti a parlarmi, quel giorno? Quando la battaglia  era già  in corso? “
Dìs annui.
“Kili mi ha detto che non li hai nemmeno ascoltati.”
“Non è  vero.”
Thorin  tornò  a sedersi e guardò  la sorella dritto negli occhi.
“Ho sentito ogni parola. E l’effetto è  stato immediato e devastante …. Specie Fili.”
Proseguì dopo un attimo di silenzio.
“Fili mi ha umiliato. Mi ha mostrato come si comporta un re; ed una lezione del genere da un Nano con la metà  dei miei anni, uno a cui ho insegnato ad allacciarsi  gli stivali, è  stato… mi sono vergognato come un ladro. E a quel punto è  stato tutto chiaro. In un momento  ho visto tutti i  miei errori… ed il primo sentimento che ho provato è  stato orrore. Puro e semplice. Avrei potuto gettarmi sulla mia spada… se non  fosse stato per Kili.”
Dìs ascoltava la voce del fratello maggiore, e rapidamente  rivedeva le convinzioni  che si era formata ascoltando i racconti degli altri.
“Kili,” proseguì  Thorin, “ha fatto appello al mio cuore; e mi ha fatto  capire che non potevo semplicemente  scappare, che qualcuno aveva delle aspettative che non potevo deludere. E così  ho agito.” tacque per un momento, meditando.
“Ho avuto tempo per riflettere, dopo la battaglia; e alla fine ho capito che non potevo tenere il trono. Non era una questione di colpa o di merito; solo, è  risultato evidente che sia Fili che Kili avrebbero governato molto meglio di me. Soprattutto Fili, che aveva già  fatto quello che io una volta non avevo avuto il coraggio  di fare; ma anche Kili… l’unico Durin che ha osato  distruggere  l’Arkengemma.”
“Spiegati meglio. Cosa ha fatto Fili che tu non …”
“Azanulbizar. Tutti noi, io, nostro padre, Balin, Fundin … tutti sapevamo che tentare di riprendere Khazad-dum era una follia. Ma nessuno osò  affrontare il nonno; mentre Fili non ha temuto di affrontare me. E ha funzionato!”
Dis iniziava a capire.
“Ma perché  tu? E gli altri? “
Thorin  scosse il capo.
“Se l’avesse fatto nostro padre, i Longbeards si sarebbero spaccati. Sarebbe stata la fine per tutta la gente di Durin. Il nonno non avrebbe ascoltato gli altri. No, toccava a me perché  ero l' unico che poteva farlo. E lo sapevo, ma non ho osato.”
“Avresti  rischiato l’esilio,  o peggio.”
“Proprio  come Fili. Ma avrei potuto riuscirci,  come ha fatto lui.”
“Non lo sapremo mai.”
“No. Ma io so che Fili sarà  un grande Re … molto meglio di me.”

Nessuno aggiunse nulla, ma le parole non dette rimasero ad aleggiare nell’aria.
Se tornerà mai a casa.

“Adesso faccio qualcosa che mi piace, mi dà immensa soddisfazione e sono più utile così che come Re,” proseguì Thorin. Dìs lo giardò con aria  interrogativa.
“Le Grandi Fucine sono il mio regno, ora. Dopo tutto sono sempre un Maestro Fabbro, ed ora ho cinque fabbri e dodici apprendisti che lavorano sotto i miei comandi. Non potrò più battere il martello sull’incudine, ma posso sempre insegnare: nessuno meglio di me sa dosare i metalli per formare le leghe, o forgiare il miglior acciaio della Terra di Mezzo; non è necessaria la forza per lavorare di cesello e di bulino per le parti di precisione;  e con la ricostruzione ci sono enormi necessità di attrezzi e componenti. Sono onorato per la mia arte, e ringrazio Mahal per questo.”


ANGOLO AUTRICE
No comment.
Solo un sentito ringraziemento alle due / tre che ancora leggono, ed uno particolare a Stella del Vespro 5. Un bacio grande
Idril
  
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