Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Azaliv87    30/08/2017    12 recensioni
E se Jon avesse la possibilità di riportare in vita una persona importante? E scoprisse di non essere ciò che era? E se anche Dany avesse questa possibilità? Questa è la domanda che mi sono posta, e da quest'idea mi è venuta in mente la storia che vi narrerò. Parto a raccontare le vicende dalla fine della sesta serie televisiva, grosso modo, quindi (avviso chi non ha visto questa stagione) potete trovare degli spoiler. Per il resto è tutta una mia invenzione. Dopo essermi immersa nel mondo di Martin ed essermi affezionata ai suoi personaggi con Tales of Wolf and Dragon, ho deciso di cimentarmi in questo What if e vedere fino a che punto può spingersi la mia fantasia.
Per chi avesse già letto l'altra mia ff, ritroverà conseguenze, personaggi e riferimenti alla prima storia.
Buona lettura e non vi preoccupate se ogni tanto rallento la pubblicazione, non sono mai bloccata, ma ho periodi in cui devo riordinare le idee e correggere ciò che ho già scritto prima di aggiornare!!
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen, Jon Snow, Lyanna Stark, Rhaegar Targaryen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aveva osservato Spettro trascinarlo con foga verso i battenti della porta delle mura interne di Grande Inverno. Aveva strattonato il mantello per cercare di liberarlo dalle sue fauci per frenare quell’assurda pretesa.
In un primo momento aveva pensato che avesse fame, o che volesse solamente costringerlo a fargli aprire le porte per permettergli di andare ancora in giro per i boschi attorno al castello. Era stato uno dei suoi ultimi emendamenti, concordanti con la Regina Daenerys, poco dopo che i due gruppi erano partiti in missione. Fintanto che l’ultimo uomo, o donna, non fosse tornato a Grande Inverno, nessuno avrebbe più varcato quelle mura; animali compresi, ad esclusione dei draghi che ovviamente avevano il compito di sorvolare i cieli o andare a caccia, per concrete ragioni, fuori nelle lande castello.
Spettro, notando la sua titubanza, lo spinse allora verso un cavallo attaccato ad un piolo del muro e carico di legna per la manutenzione di un tratto delle scale esterne della fortificazione. Jon accarezzò il muso dell’animale da traino e continuò ad osservare confuso il metalupo, eppure dentro di lui gli fece capire che stava cercando di metterlo in allarme su qualcosa. Cosa senti Spettro? Quali tormenti incutono la tua anima? Jon provò a mettergli una mano sul dorso, ma la bestia corse via. Il ragazzo scosse la testa provando a scacciare ogni più brutto pensiero che lo stava tormentando nel suo inconscio. Era perennemente in pena per sua madre e per tutti gli uomini che aveva mandato in quelle pericolose missioni. Dovevo andarci io, non mandare loro. Se qualcuno dovesse non tornare, non me lo perdonerei mai.
Stava rimuginando su quelle terribili riflessioni, quando il metalupo tornò con qualcosa tra le fauci. Qualcosa che Jon aveva visto molto spesso in quegli ultimi mesi. Qualcosa che all’istante gli fece gelare il sangue nelle vene. Una rosa blu.
-Che mi vuoi dire, Spettro? – chiese allarmato. Riguardò i punti in cui lo aveva diretto: la porta, il cavallo… comprese. Doveva raggiungerla, forse, anzi sicuramente era in pericolo.
Ebbe un attimo di smarrimento, ma subito comprese ciò che doveva fare. Si doveva dirigere nelle scuderie per sellare Shadowice, il suo stallone nero. Strada facendo ordinò ad alcuni uomini di seguirlo, maledicendosi nello stesso istante di quello che stava chiedendo loro, ma se voleva trovare sua madre, avrebbe dovuto mettere in campo molti uomini per perlustrare tutta la zona. Alle sue spalle arrivò qualcuno che lo afferrò per una spalla e lo fece trasalire.
-Jon. – la riconobbe ancora prima che i suoi occhi incontrassero l’ametista dei suoi. Daenerys Targaryen lo stava fissando con un’espressione dispiaciuta e determinata al tempo stesso. Una leggera vena di amarezza nel constata con quanta facilità lui le aveva sorriso, quando ultimamente non si erano più rivolti la parola, mentre fino a pochi giorni fa…
Jon scosse il capo, sperò solo che non riprendesse ancora quel discorso che per lui si era concluso nei sotterranei del castello, anche se il suo cuore non sembrava essere del suo stesso parere.
-Bran mi ha convocata e mi ha mostrato… - disse con voce tremante, lanciando un’eloquente occhiata al meta lupo bianco e a ciò che aveva tra le fauci – deduco che il tuo lupo, mi abbia anticipato… -
-Mia madre è in pericolo. – annunciò serio. Gli occhi grigi fissarono quelli della regina con una risoluzione immensa.
-Sì. – ammise Dany, anche se lui non le aveva posto davvero una domanda – hai bisogno del mio aiuto. – Jon sbarrò gli occhi e fu scioccato dalle sue parole.
-No! – urlò – non voglio che tu… - notò che il suo tono aveva attirato troppa gente – che voi, mia regina, mettiate in pericolo la vostra vita. –
-Anche la vita di mio fratello è in pericolo. Devo fare qualcosa, non starò ferma qui ad aspettare. Io devo andare da lui, tanto quanto voi dovete raggiungere vostra madre. – Dany mostrò di saper controllare la tensione molto meglio di lui.
-Non sapete impugnare una spada e non sapete combattere! – provò ancora a farla ragionare, non la voleva nel campo di battaglia.
-Starò a cavallo di Drogon, non scenderò a terra se è questo che temete. – accettò lei.
-Avete intenzione di usare i draghi? Perché? – c’era ancora qualcosa che non afferrava in quell’assurda decisione.
-Un gruppo di Estranei è nei pressi della Foresta del Lupo. – il cuore di Jon perse un colpo, Dany lo notò e cercò di rincuorarlo – penso sia arrivata l’ora di riscaldare l’ambiente gelido che ci circonda, non trovate mio Re del Nord? – gli sorrise, fingendosi tranquilla – non possiamo permettere che loro pensino di avere vita facile nelle nostre terre! – il modo in cui lei disse le ultime due parole, gli fece provare uno strano calore in un punto preciso del petto, da cui scaturì un’esplosione di fiamme che solo in rari momenti aveva sentito. E quegli istanti li aveva trascorsi sempre con lei.
 
La pira funeraria era stata sicuramente un’ottima soluzione per commemorare il ricordo della loro compagna di viaggio, Dasira, eppure in quel momento nessuno di loro la pensava così.
Circa mezz’ora dopo che le fiamme si erano estinte, avevano sentito uno stridio agghiacciante e un ruggito lugubre. Si erano apprestati a raggiungere i loro cavalli e a spronarli ad una velocità impressionante. Lyanna era in groppa alla sua puledra ora, non voleva più essere di peso a nessuno, men che meno al principe Viserys. Lo vedeva soffrire per la ferita riportata al petto, che non aveva voluto farle vedere. Lyanna si accorse che la luna era alla loro destra, non era convinta che la direzione fosse giusta, ma l’unica cosa che volevano, era mettere più leghe possibili tra loro e gli Estranei che infestavano quel tratto di foresta. Come diamine hanno fatto a superare la Barriera? Si era domandata più volte. C’è ancora qualcosa che ci separa da loro?
Alle loro spalle si sentì un rumore di ghiaccio spezzato e di zoccoli che battevano sul terreno ammorbidito dalla neve. Gli stessi fragori li raggiunsero anche sulla sinistra. In breve si trovarono circondati. Fermarono i cavalli su una rupe rocciosa e si schierarono in cerchio. Un piccolo commilitone di non-morti ed Estranei li circondarono. Alcuni di loro cavalcavano orsi polari e cervi dagli occhi di ghiaccio, l’esercito era a piedi o barcollava per stare in posizione eretta.
-Tenete lo schieramento. – ordinò Brienne con voce tremante. Sentirla insicura rendeva inquieto tutto il gruppo.
-No. – affermò invece il principe – datemi la vostra spada, lady Stark. Li affronterò da solo e voi porterete la vostra lady via da qui. – le ultime parole le pronunciò guardando Elanon e Tessa.
-Non potete sperare di farcela, mio principe – disse caparbia la donna, anche Lyanna si inserì nel discorso.
-Non ho alcuna intenzione di lasciare indietro nessuno! E se gli dei vogliono che questa sia la nostra fine, vorrà dire che moriremo da eroi con le spade in pugno! –
-Non lo capite che non abbiamo alcuna speranza di sopravvivere? –Viserys le urlò contro – Se riuscissi a distrarli, voi potrete tentare di fuggire. – cercò di farle ragionare – solo le vostre due lame sembrano essere efficaci contro di loro. –
-O il fuoco. – affermò Meera guardando un punto distante nel cielo.
Proprio in quel momento sentirono dei tuoni rombanti spaccare in due le tenebre e un’ombra nera apparve sopra le loro teste. Fiamme rosse caddero dal cielo come lava, e poco dopo Drogon scense proprio in quello spiazzo di terra bruciata. Un tonfo assordante fece tremare il suolo sotto i loro piedi. Alcuni alberi vennero abbattuti dal peso della bestia, altri invece avevano preso fuoco. L’enorme drago dalle scaglie nere come l’ossidiana era atterrato. Sul suo dorso vi era una figura con una maglia di ferro dorata, un’armatura nera e sul petto portava il simbolo della casa Targaryen. Vestiva una lunga casacca in pelliccia pensante nera come le scaglie del suo drago e un mantello cremisi. I suoi capelli argentati risplendevano in quella notte buia.
-Dany. – sussurrò appena il principe, poi improvvisamente venne pervaso da un bruciante terrore –scendete tutte da cavallo! Presto! – ordinò alle sue compagne di viaggio.
In un primo momento le donne rimasero interdette, poi Lyanna capì ciò che lui intendeva. Se il drago sputerà fuoco contro gli avversari, i nostri cavalli potrebbero imbizzarrirsi, farci cadere a terra o peggio ancora portarci troppo vicini alle fiamme. Scese immediatamente dalla sua puledra e le sue compagne la imitarono.
Dal crostone est, arrivarono a cavallo anche diversi uomini, tra cui il Re del Nord, con la sua pelliccia bianca sulle spalle. Brillava esattamente come i capelli della regina e del principe, rischiarati da una luna che da poco aveva deciso di illuminare la zona in una spettrale atmosfera pallida. Essi ingaggiarono subito battaglia con gli Estranei. Daenerys ancora non diede ordine al drago di combattere, voleva attendere che loro fossero in salvo. Alla loro sinistra arrivò anche Rhaegal, atterrò con appena più leggerezza di suo fratello. Viserys diede le redini del proprio stallone a Brienne e si affrettò a raggiungere il suo drago. Lyanna passò le briglie di Whitefog a Meera e lo seguì. Dopo neanche dieci passi, Viserys si voltò e la prese per un polso, costringendola a fermarsi.
-Cosa state facendo? Tornate dalle altre! – le disse con crudeltà. Si era accorto di averla dietro di sé, ma era chiaro che la volesse al sicuro.
-Vi servirà la mia spada. – gli rispose, arcuando la schiena e pronunciando a fatica quelle parole. L’aveva stretta troppo e allentò immediatamente quella pressione, condannando la propria anima alla redenzione eterna per quell’insensato gesto.
Proprio in quel momento due non-morti si avvicinarono a loro e alzarono le asce per attaccarli. Viserys in un’abile mossa, prese l’arma dalla mano di lei, e portò la donna alle sue spalle. Roteando poi su se stesso, colpì il primo avversario con Regina di Ghiaccio. Lyanna rimase dietro di lui, immobile e spiazzata dalla sua incredibile velocità e abilità. Non lo aveva mai visto combattere in quel modo. Lei invece si sentiva impotente, era debole, senza armi e senza alcuna possibilità di difendersi. Vide che altri mostri si stavano avvicinando a loro. Viserys si levò in fretta il pugnale dallo stivale e glielo lanciò, con un gesto deciso e calcolato.
-Tenete, potrebbe tornarvi utile! – lei lo afferrò al volo e se lo rigirò tra le mani. La lama era scura. È in acciaio di Valyria. Pensò felice.
Poco distante Rhaegal stava addentando alcuni non morti che provavano a stuzzicarlo col lance e daghe. Jon notò la precarietà della loro posizione e si avvicinò con un gruppo di suoi compagni. Lungo Artiglio si faceva strada tra i corpi dei suoi avversari. Era un guerriero impavido e letale. Era la prima volta che Lyanna lo vedeva combattere e ne rimase meravigliata, ma al tempo stesso impaurita. Stava mettendo a rischio la propria vita per salvarla. Si sentì prendere nuovamente per un polso e con forza venne trascinata verso destra. Viserys l’aveva spostata dalla traiettoria di una spada. Un estraneo era giunto a fronteggiarli.
-Rimanete dietro di me, per favore. – le ordinò – e prestate più attenzione a ciò che vi circonda, senza farvi distrarre. – Lyanna si sentì colta nell’orgoglio. Non era mai stata così impacciata come in quel momento. Si impegnò nella battaglia, resistendo meglio che poteva ai non morti che cercavano di attaccare il principe alle spalle. Ma i suoi occhi non potevano spostarsi da suo figlio, imprigionato nella battaglia proprio di fronte a loro. Il principe attaccò un suo avversario e lo colpì ad una gamba che si liquefece all’istante. Il mostro cadde a terra tra di loro senza più sostegno. Lyanna inginocchiandosi su di lui, gli diede il colpo di grazia al petto col pugnale. Un’esplosione di schizzi d’acqua ghiacciata li avvolse. Viserys le porse un braccio per aiutarla a rialzarsi e si misero schiena contro schiena.
-Ottimo lavoro, mia lady. – lei emise solo un cenno d’assenso come risposta. I suoi occhi continuavano a venir attirati da qualcun altro. Viserys affrontò nello stesso momento cinque non-morti. L’ultimo lo trafisse al petto con un gesto secco, ansimando a guardandola, le sorrise. Era sana e salva, ma la traiettoria dei suoi occhi argentati era chiara. Il Re del Nord era in pericolo.
Jon nel frattempo stava fronteggiando un avversario ben più temibile. Un estraneo dall’armatura di ghiaccio a cavallo di un orso, si stava apprestando a raggiungerlo con lenti movimenti. Lyanna sbarrò gli occhi quando se ne accorse e si mise una mano di fronte alla bocca.
-Jon! – urlò. Il principe di voltò di scatto e guardò pure lui in quella direzione. Per un attimo rimase incerto sul da farsi, poi sembrò prendere una decisione. Afferrò Lyanna per una mano e la costrinse a correre verso destra, proprio nella direzione dove c’era il drago verde. La donna, però, provò a divincolarsi, contrariata. Non era quella la direzione che voleva prendere, Jon stava esattamente di fronte a loro.
-No, devo andare da mio figlio! È in pericolo! – e puntò i piedi a terra, costringendo anche il principe a fermarsi.
-Voi non andrete certo ad aiutarlo! – la rimproverò irremovibile – raggiungerete invece il mio drago e gli rimarrete vicino. Vi proteggerà. –
-Non starò ai vostri ordini! Andrò da lui, ridatemi la mia spada! – gli porse indietro il suo pugnale, la sua voce era ferma e nei suoi occhi c’era una forte determinazione.
-Andrò io da lui! Voi pensate a mettervi in salvo! – anche nella voce del principe c’era la stessa risolutezza.
Un urlo alle loro spalle li fece trasalire. Jon era stato atterrato da un colpo del suo avversario, fortunatamente non era stato ferito. Lyanna fece per raggiungerlo, ma Viserys la trattenne.
-Fate come vi ho detto! Mi state solo facendo perdere tempo! – le urlò, ma si pentì quasi subito, quando vide negli occhi grigi della ragazza far fronte a tutta la sua disperazione. Calde lacrime si stavano facendo strada. Viserys si voltò a guardare se la via fosse libera per portarla personalmente verso il suo drago, ma si accorse inaspettatamente che la bestia si stava spostando.
Rhaegal senza nessun preavviso si era mosso in direzione del giovane Re del Nord. Proprio in quel momento emise un ruggito assordante contro l’Estraneo e la sua cavalcatura bianca. Viserys e Lyanna rimasero immobili ad osservare allibiti il gesto inusuale della creatura verde che continuava ad avvicinarsi a Jon. Il drago circondò col suo corpo il ragazzo a terra e incrociò la coda col collo per impedire al suo avversario di poterlo attaccare. L’Estraneo rimase per qualche istante sgomento, ma poi decise di fronteggiarlo ugualmente, ordinando all’orda di non-morti alle sue spalle di attaccare. Rhaegal in tutta risposta sputò fiamme arancioni e gialle con leggere venature verdi, bruciando tutto ciò che incontravano nel loro passaggio.
Viserys strinse Lyanna tra le sue braccia, per proteggerla dal calore provocato da quelle lingue di fuoco, osservando quella scena ammutolito. Pochi istanti dopo arrivò anche Daenerys in groppa a Drogon che liquefecero il resto degli avversari. Con la coda dell’occhio, si accertò che le altre loro compagne erano state soccorse dagli uomini del nord.
Quando tutto ebbe fine, Lyanna lasciò le braccia del principe e si precipitò a raggiungere suo figlio che era ancora a terra stordito. Tutt’attorno a lui le fiamme avevano formato un cerchio. Jon stava proprio al centro esatto di quell’anello di fuoco. La terra carbonizzata terminava a pochi centimetri da lui, la neve si era sciolta creando una nebbiolina di vapore caldo e umido.
Jon impietrito, osservava con uno sguardo sconcertato il drago verde che ancora lo sovrastava. Lyanna non sembrò minimamente preoccuparsi di essere nella traiettoria di quell’enorme bestia e si premurò piuttosto di constatare le condizioni di suo figlio.
La regina scese dalla sua cavalcatura e si avvicinò invece al fratello, con passo deciso e adirato.
-Hai dato tu l’ordine a Rhaegal? – gli chiese scrutandolo con un cipiglio sul volto.
-No. – rispose lui ancora incredulo – Ha fatto tutto di testa sua. – Dany assottigliò lo sguardo e lo puntò verso Jon che cingendo le spalle di sua madre, li stava raggiungendo.
-Grazie per avermi salvato la vita. Vi sono debitore. – disse  porgendo loro la mano in segno di ringraziamento. Dany non rispose e continuò a guardarlo minacciosa. Ritornò sui suoi passi e salì in groppa al suo drago. Sembrava vistosamente alterata, Lyanna non riuscì a comprenderne il motivo, stranamente pure suo figlio era silenzioso, ma lui lo poteva anche comprendere. Era appena scampato alla morte. Viserys spostò il volto verso sua sorella, e la guardò allontanarsi, ma si rivolse al ragazzo.
-Non ci devi ringraziare. Io e mia sorella non abbiamo dato alcun comando a Rhaegal.  – disse autoritario, poi tornò a guardarli – deve aver sentito il richiamo del vostro sangue. – Lyanna guardò esterrefatta l’uomo con la maschera di fronte a sé. Un gelido soffio di paura le attraversò la schiena. Il drago che è in lui si sta svegliando?
-Com’è possibile? Siete voi il suo padrone. – espresse stupefatto, Jon non capiva.
-Sono i draghi a scegliere i loro padroni.– nella sua voce non c’era rammarico, ma più una nota di ammirazione – sembra che ora la sua lealtà l’abbia riposta in voi. – abbassò il capo in segno di rispetto e spostò la sua attenzione verso la donna al suo fianco, aveva notato il suo sgomento. Jon guardò ancora la bestia allibito, questa si stava leccando una zampa ferita. Poi sentì la mano di sua madre, accarezzargli una guancia.
-Stia bene Jon? Non sei ferito? – nei suoi occhi ancora i residui di alcune lacrime.
-Stai tranquilla, madre. Ti ho già detto che sto bene. – e le prese i polsi, portandosi le mani alle labbra. Diede un leggero bacio su entrambe, poi la guardò intensamente con i suoi occhi grigio scuro – vieni, torniamo a casa. C’è una sorpresa! –
 
Daenerys e i draghi sorvolarono i cieli, controllando che l’esercito sottostante non ricevesse altri attacchi nella strada del ritorno. Jon cavalcava in testa, Lyanna alla sua destra, cominciava a sentire di nuovo la stanchezza nelle ossa. Come si era immaginata, ora che l’adrenalina stava scendendo ne pagava le conseguenze. Ma non voleva dare a vedere a suo figlio la sua fragilità, così camuffò il suo malessere, ricambiando il suo sguardo con un sorriso. Il principe Viserys era alla loro sinistra, cavalcava il suo destriero nero, in silenzio, di tanto in tanto scrutava i cieli. La sagoma di Drogon era appena distinguibile, ma si potevano intravvedere i capelli candidi della regina sul suo dorso. Rhaegal li seguiva e spesso portava il muso verso la pianura sottostante, come se fosse alla ricerca di qualcosa. O di qualcuno pensò il principe.
Dopo qualche ora di viaggio, videro in lontananza le mura di Grande Inverno rischiarate dalle prime luci dell’alba. Lyanna emise un urletto di felicità. Jon le sorrise.
-Arya mi ha detto che eri molto bravo a cavalcare. Vuoi fare una gara a chi arriva primo? – gli propose.
-Madre non penso che sia il caso… - ma lei non lo stette a sentire.
-Ora che sei re, non hai più tempo per queste frivolezze? Dì la verita, non è che ti sei rammollito? – lo guardò di traverso – o hai paura di perdere contro tua madre? – spronò la sua puledra al galoppo.
-Tengo io il comando. Seguila pure. – disse il principe tranquillo. Jon rise e puntando i talloni negli stinchi del suo stallone nero, le corse dietro. Viserys li guardò cavalcare felici sulla landa innevata. Dietro la maschera le sue labbra si incurvarono a quella tenera visione, prima che una fitta lo facesse trasalire.
 
Quella cavalcata li rese di ottimo umore ed entrambi arrivarono al cortile interno del castello col fiatone. Lyanna raggiunse la corte in anticipo e fece un intero giro prima che anche Jon varcasse la soglia. Avevano già riposto i cavalli nella stalla, quando arrivarono anche gli altri. Il principe Viserys aveva condotto il plotone fino alla fortezza. Dany era atterrata poco distante e aveva ordinato ai suoi draghi di rimanere nei dintorni vigilando sulle mura.
-Sei incredibilmente veloce, madre! – le sorrise con ammirazione.
-Anche tu non te la cavi poi male! – rispose lei arruffandogli sgraziatamente i capelli con affetto, lui tentò di scostarsi – Ma ti devi allenare ancora per poter anche solo pensare di battermi! – continuò lei.
-E’ sempre stato impossibile per chiunque batterti sorellina, solo Brandon ti teneva testa! – una voce allegra si espresse alle sue spalle – e non osare toccargli ancora quei capelli altrimenti ti sbrana! – Dany e Viserys dalle loro differenti posizioni, osservarono quel personaggio sugli scalini di fronte la fortezza. Si scambiarono appena uno sguardo. Dany aveva riconosciuto una particolarità che vedeva spesso in suo fratello, esattamente come il re del nord: “Non permetteva a chiunque di toccargli i capelli”. Erano le parole di Barristan, quando lei aveva proposto di fargli dare una sistemata ai suoi capelli e il principe Targaryen aveva protestato.
Quelle parole però non avevano attirato l’attenzione solo dei draghi, ma anche dei lupi. Lyanna si era voltata sorpresa. C’era un tono di sarcasmo in quella voce che aveva riconosciuto. L’uomo che aveva parlato era vestito in nero, anche se i suoi abiti erano ridotti a brandelli e imbrattati di rami secchi, aghi di pini e per lo più di neve. Il suo volto era maturo, duro e spigoloso ed in parte ricoperto di cicatrici e di una colorazione del tutto innaturale, più simile alla pelle morta di un cadavere ghiacciato, anche se gli anni erano trascorsi, a Lyanna bastò guardarlo negli occhi per capire chi fosse. Quegli occhi azzurro acciaio, li avrebbe riconosciuti dovunque.
-Benjen! – urlò, camminando dapprima verso di lui, ma poi gli corse incontro come una bambina. – Fratellino! – l’uomo la strinse tra le sue braccia sollevandola da terra.
  
La regina si allontanò dai suoi draghi, ma rimase al centro del cortile e continuò ad osservare in cagnesco il giovane Re del Nord, restando in silenzio. Il principe Viserys era sceso da cavallo e si stava levando i guanti. Il suo sguardo era posato sull’abbraccio dei due fratelli che si erano appena ritrovati. Affidò il suo cavallo ad un giovane stalliere e si diresse verso l’entrata del castello. Quando gli passò di fianco, Dany si accorse che camminava incerto e sembrava sofferente. Non fece nemmeno in tempo di formulare una domanda che lo vide perdere l’equilibrio proprio di fronte a lei. Lo afferrò prima che cadesse rovinosamente a terra. Non era abbastanza forte per sostenere il suo peso e stava per cedere. Sentì la sua mano intrisa di liquido vischioso e quando se la guardò, era interamente coperta di sangue.
-Sei ferito, fratello… – disse preoccupata e maledicendosi di non essersene accorta prima, troppo concentrata su se stessa per guardare oltre il suo naso.
-Lasciate che vi aiuti. – Jon accortosi della situazione ed essendo il più vicino, si era accostato a loro. Prese un braccio del principe e se lo mise attorno al collo. Riuscendo a tenerlo in piedi. Viserys guardò il giovane e gli fece un vago sorriso che si tramutò in un sussultò di dolore.
-Dany… - sussurrò poi, afferrando con le sue ultime forze la mano della sorella, attirando così la sua attenzione – solo te… ti prego… - emise un sospiro e perse conoscenza. Jon si ritrovò a sostenere tutto il suo peso improvvisamente da solo, per poco non caddero entrambi. Ser Barristan arrivò a dargli una mano e lo trascinarono dentro la fortezza. Benjen e Lyanna li lasciarono passare, guardandoli preoccupati. La donna però afferrò il braccio della regina, prima che questa le sfuggisse e senza accorgersene le aveva strappato una delle cuciture sul polsino. Lei guardò la sua mano e poi le si rivolse con rabbia.
-Non osate toccarmi… – nei suoi occhi brillava una fiamma viola – …se non volete che la prossima volta diriga le fiamme di Drogon verso di voi, e vi faccia fare la fine di vostro padre. – le disse minacciosa.
Lyanna abbandonò la presa infastidita. Perché la regina ce la deve avere con me in questo modo? Temeva di conoscere la risposta; lui era scappato per seguire lei, lasciandola lì sola, in quel castello straniero. Decise di ignorare la cosa, in quel momento le premeva di più la vita del principe.
-E’ stato ferito dalla lama di un estraneo. – spiegò, gli occhi della regina si ingrandirono di preoccupazione – non ha voluto che gliela controllassi. – le disse dispiaciuta abbassando il capo.
Per qualche istante rimasero in silenzio, poi la Regina dei Draghi esplose di rabbia.
-E’ solo colpa vostra! Se voi non vi foste mai avvicinata a mio fratello, tutto questo non sarebbe mai successo! – le urlò contro ogni con tutto il rammarico che provava, prima di affrettarsi a raggiungere il gruppo che stava trasportando Viserys.
Lyanna guardò con sguardo triste, i boccoli argentati ondeggiare a ritmo della sua corsa. Mio fratello… non c’era bisogno di aggiungere un nome, aveva capito a chi si stava davvero rivolgendo.
-Ha ragione. – disse mestamente più rivolta a se stessa che all’uomo che era appena giunto alle sue spalle. Benjen le accarezzò le spalle.
-La Lyanna che conoscevo non avrebbe permesso a nessuno di parlarle così. – sorrise amaramente.
-La Lyanna che conoscevi è morta. – affermò cupa lei.
 
Il corpo inerme del principe venne adagiato delicatamente sul letto nelle sue stanze. Li raggiunse anche Sam, che era tornato dalla barriera assieme a Benjen. Cominciò a trafficare con la maglia di Viserys, ma la regina lo fermò in tempo.
-Mi dispiace, ma prima devono uscire tutti. – ordinò ferma.
-Mia regina, vi prego, potrebbe non esserci tempo. – cercò di convincerla lui.
-E’ un ordine! – urlò la donna severa. Jon capendo la sua preoccupazione, mandò via tutte quelle persone che risultavano essere inutili. Dany lo fissò addolorata.
-Anche tu, Jon, mi dispiace. – il ragazzo si voltò a guardarla allibito.
-Puoi continuare a fidarti di me, Daenerys, non tradirei mai la tua lealtà… – ma lo sguardo della donna non ammetteva repliche. Così Jon si ritrovò costretto ad uscire, abbassando le spalle, varcò la soglia degli alloggi riservati ai draghi. Dany spostò i suoi occhi a terra, vederlo andarsene ancora da lei, era un tormento.
 
-Sei ghiaccio eppure in te sento anche un potente fuoco bruciare… - disse Dany. I capelli sciolti ondeggiavano sulle acque calde. Il suo corpo candido e liscio si muoveva ancora sinuoso tra i suoi fianchi. Erano entrambi spossati. Mai prima d’ora era stato così. Intenso, profondo e incredibilmente magico. Dany si era presentata qualche ora prima nel suo studio. Jon l’aveva vista entrare e chiudersi la porta alle spalle.
-Cosa fate qui? – le aveva domandato preoccupato e incerto sul tono da usare – ci sono novità? – la guardò con un sorriso abbozzato.
-Nessuna. – gli aveva detto lei, una lieve angoscia nella voce – mi mancavi. – aveva aggiunto prendendogli una mano e portandola su una sua guancia – non usare ancora il tono formale quando siamo soli. Te lo devo ordinare, perché te lo metti in testa? – Jon aveva guardato le loro mani unite, poi aveva spostato lo sguardo su quegli astri viola, che si stavano avvicinando a lui con fare lascivo e provocante. Erano gli alloggi di Ned Stark e si trovano in quello che un tempo era stato il suo studio. Sentì come se gli stesse mancando di rispetto. Suo nonno e suo zio Brandon erano stati uccisi dal padre di lei, suo fratello maggiore aveva rapito sua madre, anche se lei continuava a sostenere il contrario… ma di una cosa era certo: Quando la neve cade e i venti gelidi soffiano, il lupo solitario perisce, ma il branco assieme sopravvive. Rhaegar Targaryen aveva violato una delle prime leggi dell’inverno che gli Stark mai scordavano, e sua madre ne aveva pagato le conseguenze.
-Non ora. E non qui. – aveva sussurrato lui concreto, ma non aveva fatto i conti con lei. La Regina dei Draghi fino ad ora aveva sempre ottenuto tutto ciò che voleva, chi era lui per fermarla?
Lei dapprima cercò di convincerlo facendo gli occhi dolci e accostandosi ancora di più a lui. Erano entrambi in piedi. L’uno affianco all’altra. Dany gli allungò una mano e gliela posizionò al centro esatto del suo petto, pian piano scese verso il suo ombelico e ancora non sembrò voler fermare la sua corsa. Raggiunse il cavallo dei suoi pantaloni, già teso, gonfio e pressante. Non sarebbe occorso molto tempo, prima che i suoi stimoli cominciassero ad prendere il sopravvento anche della sua mente. Emise un sospiro guardandola con leggero rammarico.
-Sai che ho anche un castello da tenere in piedi, vero? – l’aveva rimproverata, ma gli angoli della sua bocca stavano già sollevandosi verso l’alto.
-E’ rimasto in piedi per secoli, non cadrà certo stanotte. – continuò ad accarezzarlo istigandolo – se tanto ti preoccupa farti trovare in mia compagnia nelle tue stanze, allora portami da qualche altra parte… magari nelle fondamenta così controlliamo che non ci siano crepe lì sotto e che il castello sia sicuro almeno da quell’angolazione! – scherzò lei, ignorando la sua apprensione.
-Non sono uomo che genera bastardi mia regina. – lei lo fissò interdetta, prima di rabbuiarsi.
-Con me allora non hai di che preoccuparti. L’unico figlio che ho generato è morto diverso tempo fa, portandosi via anche la mia facoltà di procreare altri eredi. Allo stato attuale sono i miei draghi, gli unici figli che gli dei mi hanno concesso. – Jon la fissò serio.
-Come fai ad esserne certa? – “Quando il sole sorgerà a occidente e tramonterà ad oriente. Quando i mari si seccheranno e le montagne voleranno via nel vento come foglie morte. Quando il tuo grembo sarà di nuovo fecondo e tu darai vita a un figlio vivo. Allora, e solo allora, lui farà ritorno.”
-Una maji, una strega di un villaggio di Essos, mi ha predetto che avrò partorito un figlio, solo quando il mio defunto marito sarebbe tornato da me… - si rabbuiò, allontanandosi da lui e voltandogli le spalle. Si strinse le braccia al petto - …all’epoca non mi interessava, né mi ero preoccupata della cosa, ma ora… -
-Non pensi che sia stata solo una sorta di scherzo di pessimo gusto? Magari per intimorirti e basta? – Jon le si avvicinò da dietro e la strinse a sé in un protettivo e tenero abbraccio.
-L’ho pensato anch’io. – gli rispose voltandosi appena verso di lui con espressione afflitta – ma… ho giaciuto con altri uomini nel frattempo. – si fermò ancora prima di proseguire – il mio grembo è rimasto secco. –
-Mi dispiace. – scosse lievemente il capo – non volevo farti tornare alla mente brutti ricordi. –
Lei gli sorrise cercando di dimenticare i tormenti del suo passato e si girò completamente verso di lui.
-Un uomo ha molti mezzi per permettere ad una donna di dimenticare persino il proprio nome. – lo vide alzare gli occhi al cielo e poi riposarli sui suoi – se questa stanza non la possiamo usare per salvaguardare una tua assurda morale, temo tu mi debba portare altrove. – gli prese una mano. Lui piegò il capo per guardarla, sorridendo.
-Ora che me lo fai pensare, c’è un posto dove ti potrei portare. – le disse prendendo un candelabro e costringendola a seguirlo.
Era così che l’aveva condotta davvero nei sotterranei di Grande Inverno, era una delle gallerie che aveva scoperto giocando con Robb, quando erano ragazzini e non volevano che Theon li seguisse. Di fronte a loro vi erano enormi saloni interamente circondati da pietre e colonne, con pozze d’acqua calda e numerose rocce calcaree. Stalattiti scendevano dal soffitto, alcune erano grosse più della testa di un gigante. Dany era rimasta a bocca aperta di fronte a quel santuario color cipria. Le acque avevano un colore rosato, e da esse salivano delle piccole spirali di vapore.
-E’ qui che hai portato tutte le tue conquiste, mio re? – gli chiese lei, mentre gli agganciava le braccia al collo. Jon le sorrise e si portò una mano sul retro del capo in imbarazzo.
-No… penso che fosse uno dei posti che usava mio cugino Robb a quel fine – affermò timidamente – qui a Grande Inverno non ho mai… - ma lei gli mise una mano sulle labbra.
-Shhh… - sussurrò leccandogli il lobo di un orecchio – non è rilevante il passato... ma il presente che si sta radicando. Condividiamo assieme il piacevole ricordo di aver approfittato di questo luogo meraviglioso lontano da tutto e da tutti. –
 
Era stata la notte più incredibile della sua vita. Non avrebbe mai creduto che tutto potesse essere così perfetto. Con lei tutto diventava semplice e naturale. Qualcosa lo teneva stretto a lei, anche ora che non erano più uniti in un’unica cosa, ma le loro anime non riuscivano a separarsi, come nemmeno i loro corpi. Jon era immerso fino alla cintola. Il petto e le braccia erano fuori dall’acqua. Dany invece era semidistesa su di lui, tra le sue gambe, praticamente immersa fino ai seni in quella brodaglia calda. Lui la stringeva a sé e lei aveva incrociato le sue dita tra le sue. Con l’altra delineava alcune delle cicatrici che portava sul petto. I segni del tradimento. I segni della sua morte. Ma lì con lei c’era solo rinascita. Il volto delicato della ragazza era abbandonato su una sua spalla. Sembrava così soffice e leggera. Avrebbe potuto sollevarla con estrema facilità, ma non voleva staccarsi da lei. Non ne aveva alcuna voglia. Sarebbe rimasto così con lei per sempre.
-Cosa faremo quando tuo fratello tornerà? – le aveva chiesto, senza nemmeno quasi rendersene conto di averlo detto a voce alta.
-Forse sarà contrario… - aveva risposto lei fin troppo pacata, forse sfiancata dall’attività appena compiuta – ma vuoi che sia sincera? Non mi interessa. Lui ha fatto le sue scelte all’epoca, io ora faccio le mie. – Dany aveva espresso i suoi pensieri con sincerità. Jon ci pensò un attimo poi parlò ancora.
-Serbi rancore per quando ti ha venduta al khalasar dothraki? – le accarezzò una spalla e poi gliela baciò, Dany aveva trattenuto il respiro – non gli permetterò più di fare una cosa del genere. Qui a Nord, quando un uomo vende altri uomini, viene esiliato o peggio ancora decapitato. –
-Lo so, Ser Jorah Mormont mi ha raccontato il motivo del suo esilio. –
-Quindi di cos’altro hai paura? – le domandò ancora lui – è un tipo geloso? Ti vuole per sé? –
-E’ molto protettivo e tra di noi c’è un forte legame… – tentò di rassicurarlo lei, ma non sapeva se stava usando le parole giuste – …diciamo che per certi versi è indissolubile… lui ha molto a cuore le persone della sua vita. – nella sua voce una vena di rammarico e delusione, che a Jon non scappò.
-Ti vuole molto bene, l’ho visto. Forse da quanto lo hai riportato in vita, ha preso più in considerazione il tuo ruolo e ti rispetta maggiormente. Io vedo che ti guarda con stima e affetto. –
-Lo stesso fa con te. – rispose lei in automatico.
-Ma io sono suo nipote, non un fratello. C’è differenza. – Jon era convinto di ciò che diceva, eppure Dany non poteva dargli ragione. Purtroppo lei conosceva la verità. Jon non era nipote di Viserys, perché Viserys non era chi diceva di essere, lui era Rhaegar Targaryen e Jon era suo figlio. Abbassò lo sguardò lambendo con un mano la superficie dell’acqua. Poi afferrò la candela e se la portò vicino.
-Ti mostro una cosa. – disse lei cercando di cambiare argomento – era un gioco che faceva mio fratello quando ero ancora piccola; guarda. – e fece colare la cera sul suo avambraccio. Jon fece per bloccarla, ma lei lo rimproverò con lo sguardo. Le gocce di crema cerosa colarono come lava incandescente sulla sua cute, ma lei non emise alcun segnale di dolore. Gli diede la candela in mano e gli mostrò che anche levando la cera ormai solidificata, la sua pelle non mostrava alcun segno di bruciatura.
-Chi ha sangue di drago nelle vene può vantare questa peculiarità. Viserys non lo ha mai avuto. – gli spiegò – si bruciava tutte le volte e io ridevo. –
-Quindi mi vuoi dire che ti teme perché sei immune al fuoco? – Dany rise a quell’affermazione e gli diede una sonora pacca sul braccio. Esattamente lo stesso braccio su cui teneva la candela. Alcune gocce di cera caddero ora sul suo petto. Jon fece per alzarsi, già aprendo la bocca per urlare di dolore. Eppure non sentì la benché minima avvisaglia. Anche Dany accortasi dell’incidente, si stava premurando a togliergli in fretta quella colata sul petto, per impedirgli di avere altre cicatrici. Lui le afferrò le dita. La cera continuava a solidificarsi tra le mani di entrambi. Gli occhi grigi di lui incollati in quelli viola di lei.
-Anche tu… quindi… sei un vero drago? – gli domandò incredula.
-Impossibile. – rispose lui stizzito. Gli alzò entrambi i palmi delle mani per mostrargli le cicatrici – mi sono scottato molto tempo fa, ne porto ancora gli sfregi… - rammentò quel giorno lontano in cui aveva salvato la vita al Lord Comandante dei Guardiani della Notte.
-Forse da quando sei rinato le cose sono cambiate… - disse lei in un sussurro, quasi cercando di convincere più se stessa che lui. Jon ebbe un pensiero molesto.
-Se quel che dici è vero potrebbe essere avvenuto lo stesso a tuo fratello però. – affermò tetro – se ha osato mentirti per tutto questo tempo, giuro che gliela farò pagare! – Dany trattenne il fiato per qualche istante, poi gli portò una mano sul petto.
-No, promettimi che non ti metterai mai contro di lui. – gli chiese – è una cosa… famigliare. –
-Non faccio parte della famiglia anch’io? – domandò abbattuto. Dany si sentì strappare il cuore dal petto, quando lui gli fece quello sguardo da cucciolo abbandonato.
-Jon certo che fai parte anche tu della famiglia… - disse dispiaciuta – è complicato da spiegare… -
-Capisco. – rispose freddo – dopotutto sono solo un bastardo anche per voi! Non sono un vero drago… come non sono un vero lupo. – si scostò da lei e si alzò in piedi. L’acqua percorse tutto il suo corpo nudo scivolando a terra. Dany cercò di fermarlo.
-Aspetta Jon – allungò una mano verso di lui e tentò di mettersi a sedere sulla roccia – non era ciò che volevo dire. –
-So quello che volevi dire! – affermò lui colpito nell’orgoglio. Se c’era una cosa che non sopportava era quando qualcuno lo faceva sentire inadatto al suo ruolo. Per anni lo avevano sempre tenuto distante da tutto ciò che era un titolo nobiliare o un semplice mantello sulle spalle con un dannato stemma. Lui era uno Snow, un maledetto bastardo. E gli emblemi di famiglia non li poteva avere. Né che fossero lupi, né draghi – guardiamo in faccia la realtà: mia madre era l’amante di tuo fratello. Sono nato e lui già non respirava più. Non mi ha riconosciuto come suo legittimo e chissà se mai lo avrebbe fatto davvero! Ho idea che a lui piacesse tanto avere figli, ma non crescerli a quanto pare. Si stufava in fretta delle famigliole felici. Una l’aveva già abbandonata alla capitale per spassarsela con mia madre a Dorne! Ha lasciato morire il suo sangue come carne da macello. Sua moglie è stata stuprata prima di essere uccisa, e lo stesso sarebbe toccato al cadavere di mia madre, se mio zio non l’avesse portata con sé a Nord. – si era rivestito pronunciando quelle parole di puro odio. Mai aveva mostrato i suoi veri pensieri, ma ora tutto stava scaturendo.
-Jon non essere così duro. – cercò di pregarlo a calmarsi.
-Perché lo dovresti difendere se nemmeno lo hai conosciuto? – continuò irato – dopotutto sei stata mandata in esilio per causa sua, a causa della sua stupidità, e dei suoi atteggiamenti depravati. – ormai la bufera aveva invaso la sua anima.
-Non puoi sapere le motivazioni delle sue scelte… e non puoi nemmeno sapere cosa avrebbe fatto se fosse tornato vivo da quella guerra. – Daenerys non permetteva a nessuno di attaccare suo fratello. Aveva fatto inginocchiare ogni dorniano che aveva provato a giudicarlo, ma ora non voleva fare lo stesso con Jon – se tua madre si fosse sposata con l’usurpatore e non lo avesse stregato… -
-La colpa quindi sarebbe di mia madre? – non ci vedeva più dalla rabbia. Se c’era una cosa che sopportava ancora meno era che qualcuno potesse proferire anche solo una calunnia nei riguardi di sua madre. Lui non aveva mai osato criticarla e aveva impedito a chiunque in quel castello di dire qualcosa, anche il più piccolo commento su di lei. Daenerys non sarebbe stata differente.
-Non osate Regina Daenerys! Non ardite a parlare male di mia madre in mia presenza! – una ferocia inaudita si era impossessata di lui.
-Dico ciò che voglio di lei! Tanto nulla cambia, perché se anche mio fratello accettasse ciò che è nato tra noi, tua madre non lo farebbe mai! È del nord ed è di una cultura troppo ristretta, per cui non accetterà mai che tu abbia una relazione con me. Alla fine sono la sorella di tuo padre. – Dany si era avvolta nel suo mantello e si era avvicinata a lui. Jon la stava guardando dalla sua altezza, con aria ancora vistosamente contrariata. Erano rimasti ad osservarsi a lungo, il gocciolio di qualche stalattite interrompeva quel silenzio.
-Pure io sono del Nord. – la fissò tremendamente offeso – e dovrei dare ragione alla morale con cui sono stato cresciuto. – assottigliò lo sguardo – d’altronde cosa ha ottenuto lei unendosi ad un drago? – domandò tetro – sofferenza, disperazione e solitudine; gliel’ho visto nei suoi occhi, giorno dopo giorno il suo cuore era sempre più freddo e questo solo grazie al tuo dannato fratello! –
-Ma ha avuto anche te. – Dany era tenace e sembrava non demordere.
-Già, bella cosa… - rispose amaramente – non sono diverso da lui a quanto pare… pure io le ho dato solo la morte. – spostò lo sguardo di lato, disgustato da se stesso – Fuoco e Sangue, questo è il vostro motto, perché dovunque i draghi vanno, scoppia una guerra. Io non voglio appartenere ad una famiglia del genere. Preferisco le terre gelide del nord, le nevicate e gli inverni rigidi, almeno noi sappiamo cosa significhi appartenere ad una famiglia e sostenerci a vicenda. –
-Stai quindi dicendo che mai potremmo vivere ciò che ci unisce alla luce del sole? – lei era sconvolta – temi così tanto il giudizio di tua madre da rinunciare a me? –
-Avrei dovuto rinunciare a te da subito. L’esperienza di lei mi doveva bastare come lezione. Addio Daenerys Targaryen. – e fece per allontanarsi.
-Ti stai rendendo conto dello sbaglio, impertinente di un lupo albino? – era sdegnata e impettita – oltre ad essere assurdo, è ancora più irragionevole, finchè viviamo nello stesso castello! Stai rifiutando a qualcosa di bello, solo per la donna più egoista e ribelle che io abbia mai conosciuto! – aveva puntato un piede a terra e serrato i pugni lungo i fianchi. La stola che prima la ricopriva era caduta ai suoi piedi – voltati quando ti parlo almeno, Jon! – gli aveva urlato ancora.
Il Re del Nord si era fermato, ormai già una trentina di passi li distanziarono. Volse solo metà del busto nella sua direzione. La guardò con espressione contrariata e triste, le sue labbra si incurvarono leggermente, ma i suoi occhi rimasero in quella dannatissima espressione malinconica che spesso aveva visto anche a Rhaegar.
-Sai che quando fai così, le assomigli molto? – rise lui, ma quando si voltò riprese a camminare e sparì nel corridoio buio, lasciandola sola mentre le lacrime le scorrevano sulle guance e cadendo su quegli stessi seni che poco prima lui aveva baciato con passione e trasporto. Ora tutto ciò che fine avrebbe fatto?
 
Dany chiuse gli occhi un paio di volte tornando alla realtà. Si accorse che era rimasta sola con Ser Barristan e Samwell Tarly. Prima di permettere a Sam aprire la casacca di suo fratello, lo guardò titubante. Il giovane maestro se ne accorse e decise di svelargli la verità.
-So che temete che io scopra chi sia davvero l’uomo che si cela dietro questa maschera, ma vi posso assicurare che non ho alcuna intenzione di dirlo a Jon. –
-Voi… sapete? – lo guardò incredula.
-Sì, è stato Bran a dirmelo, prima di tornare alla barriera. Anche lui mi consigliò di non rivelargli la verità. –
-Anche lui? – lo guardò incredula prima di rendersi conto della facilità in cui quel ragazzo poteva conoscere i fatti – ma certo, come ho fatto a non pensarci? Le sue visioni. – disse Dany sedendosi sul letto abbattuta.
-Mi lasciate il permesso ora, di curare vostro fratello? – Sam ancora esitava – avrei una certa urgenza per appurare la gravità della ferita. –
-Certo. – disse lei allungando una mano e levandogli la maschera.
Il volto di suo fratello era piegato dalla sofferenza. Gli accarezzò la fronte e gli tenne una mano.
-Rhaegar, ti prego non lasciarmi. – le lacrime le rigarono il viso e inorridì quando Sam aprì con un paio di forbici la camicia mostrando la ferita. Era impregnata di sangue e la pelle sembrava come bruciata dal ghiaccio.
-Riuscirai a curarlo? – chiese al ragazzo. La lunga catena di anelli tintinnò al suo collo.
-Mia regina, ferite come queste non sono facili da curare, ma non è brutta come temevo. Forse il fuoco che alimenta il suo sangue ha creato uno scudo contro l’arma. Vedrò ciò che posso fare. – e cominciò a ripulirgli la ferita, mentre gli occhi di Daenerys non si staccarono mai da lui.
Rhaegar non abbandonarmi, ho ancora bisogno di te. Ora che sono di nuovo sola… più che mai.
 
Note dell’autore:
 
Giungo da voi col cuore colmo di tristezza perché la settima stagione è già terminata e quindi ho deciso di inaugurarla con un capitolo di Cronache, nella speranza che troviate allettante ancora la mia particolare versione della storia.
In questo capitolo finalmente abbiamo l’arrivo di Lyanna e il principe a Grande Inverno, non prima però di un duro scontro con gli Estranei, dove è accaduto un fatto molto particolare. Rhaegal ha difeso Jon da un Estraneo senza alcun comando da parte di Viserys (premetto di sottolineare che il mio principe ha i capelli lunghi… molto più lunghi di quello della serie tv, e come potete immaginare sono rabbrividita al pensiero che nella serie abbiano accorciato tutte le capigliature dei fratelli Targaryen in modo così assurdamente netto, per non parlare della parrucca di Rhaegar se sembrava avesse un moccio in testa!). Tornando a noi tenete a mente questo particolare comportamento del drago smeraldino perché comporterà delle conseguenze significative.
L’arrivo di Benjen penso sia una cosa inaspettata per tutti, quando l’ho visto nella scorsa puntata ho pensato che avesse nuovamente un po’ di spazio in più… per morire l’istante dopo che lo avevo pensato. Certo vi porrete alcune domande su come sia possibile che lui sia nuovamente a Grande Inverno, ma nel prossimo capitolo ne parlerò più approfonditamente.
Ora ho voluto appositamente incentrare il problema sulla ferita riportata da Viserys, e quindi alla preoccupazione di Daenerys. Che la vediamo per tutto il capitolo comportarsi in modo scostante e contraddittorio, ma solo alla fine, grazie al ricordo nei sotterranei del castello, capiamo perché sia così combattuta con se stessa. Ah, voglio precisare una cosa, il dialogo tra Jon e Dany sulla sua presunta o effettiva sterilità, l’ho creato prima di vedere l’ultima puntata (a dirla tutta io sto scrivendo ora 30 capitoli avanti a questo) quindi non voglio che pensiate che sto copiando la trama della stagione appena andata in onda. Ammetto che ho leggiucchiato i leak l’anno scorto che si erano diffusi in internet, solo per capire che strade avrebbero preso, come anche ora ho dato una sbirciata a quelli presumibili dell’ottava stagione, ma vi avviso, la mia storia sarà differente. Ci sono delle cose che mi hanno ispirata, anche perché pensavo a come eliminare personaggi scomodi, quali Varys, che invece nella serie lo mantengono ancora nel fittizio mondo del mulino bianco, quando in realtà nei libri è ben altro che un caro e fedele consigliere… e poi c’è pure da dire che io ho inserito personaggi, come Arianne, Gerold Dayne… e altri che vedrete più avanti, e ho fatto tornare in vita Lyanna e Rhaegar per dei motivi ben precisi, quindi è normale che non potrò seguire le loro sceneggiature, che a dirla tutta non mi entusiasmano poi così tanto, insomma coi soldi che ci spendono e che ci guadagnano potrebbero benissimo fare di meglio. Se penso che per il Signore degli Anelli hanno fatto uno spettacolo di trilogia, facendo dei film di tre ore per ogni libro e qui una serie tv di almeno 10 puntate di un ora ciascuno per ogni libro, se ci pensiamo potevano aggiungere molto di più e seguire anche meglio la trama, ma lasciamo stare, è solo un mio pensiero e tutto sommato mi consolo col fatto che almeno mi hanno mostrato i miei due ammmori durante il loro matrimonio… quanto ho amato il soffietto che Rhaegar fa a Lyanna dopo il bacio e il modo dolce con cui la guarda, come anche lei che si stringe nelle spalle quando lui la sta per baciare… tanti cuoricini sono usciti dai miei occhi in quel momento delizioso, rovinato ripetutamente dal corvo a tre occhi che continuava a riapparire… uff!!
 
Scusate questo mio sfogo, ma con qualcuno dovevo parlare della puntata o meglio degli ultimi 10 minuti. E qui arriviamo al dunque: Dany e Jon.
Allora so che molti possono non amare questa ship, ma vi dico io l’avevo intuita fin dalla prima stagione televisiva, come anche dai libri. Era chiaro che fossero destinati fin dall’inizio: lei continuava a chiedere di Rhaegar a chiunque e guarda caso lui era proprio il figlio di suo fratello in cerca di un posto nel mondo (Ah Aegon Targaryen, vittoria!!! Ho indovinato pure su quello, ma troverete quel nome in un capitolo molto più avanti… intorno al 70°! :-P ) quindi questa scena l’avevo già pensata e scusate la modestia, ma la preferisco a ciò che hanno messo nelle serie. Lì Jon e Dany arrivano a letto senza dirsi nemmeno una parola e voglio dire in tutte queste 7 puntate hanno si e no spiccicato due parole. Nei miei capitoli è vero non ho mostrato molto di più di ciò che saltuariamente ho scritto di loro, perché ero più incentrata nel viaggio di Lya e Vis, però ho provato a rendere quello che pian piano si era creato tra loro, a piccoli step, per arrivare a questo epilogo. Un disastro completo quindi e tutto per la diversità di cultura in cui sono cresciuti. Dany bene o male è di larghe vedute e il fatto che Jon sia suo nipote non le crea problemi, ma quello che davvero non transige è Lyanna ed il suo rapporto con Rhaegar. Se vogliamo è pure gelosa di lei, perché ora non solo le sta involontariamente portando via il fratello, ma ora pure l’uomo per cui prova dei sentimenti. Jon invece dal suo canto è più chiuso, anche se si è lasciato trasportare dai sentimenti che lo spingevano verso di lei. Fintanto che mammina e papino erano distanti, l’idillio che si era creato fra loro poteva anche durare, ma era destinato a vacillare nel momento in cui avrebbero dovuto confrontarsi con il ritorno dei genitori. O forse è solo Jon che si sente di non farcela a sostenere quel peso e quindi rinuncia a ciò che ritiene più una distrazione, facendo un passo indietro e lasciando Dany, che ora ha solo suo fratello a cui aggrapparsi.
Beh, ditemi che ne pensate, d’ora in poi avremmo di nuovo tutti sotto lo stesso tetto quindi ne vedremo delle belle! In più avremmo pure Benjen che io ho adottato una versione più o meno simile, ma ovviamente più matura del ragazzino che avete conosciuto in Tales, e che io amo particolarmente.
Vi avviso, pubblicherò più capitoli di Tales e a tempo perso questi di Cronache, ma molto più lentamente, perché fra poco arrivano dei personaggi che altrimenti non comprenderete chi siano, visto che in Tales prenderanno corpo.
Un abbraccio caloroso, alla prossima! 
   
 
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