Film > Cenerentola
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Autore: Meramadia94    30/08/2017    1 recensioni
Rivisitazione del film del 1950, con un'aggiunta.
Ginevra è la terza figlia di Madame Tremaine che non ha nulla a che vedere con la madre e le sorelle, e condivide molte cose con la sorellastra, di cui è una grande e forse unica amica.
Insieme si aiuteranno nei momenti difficili e troveranno il loro lieto fine.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia, Cenerentola, Genoveffa, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Proprio come le due ragazze avevano immaginato, la punizione ( immeritata) che Lady Tremaine diede a Cenerentola fu molto dura.
Quando finalmente, la poverina venne congedata da Madame Tremaine, Ginevra andò subito a cercare l'amica, preoccupata per la sua sorte.
E ne aveva ben ragione, purtroppo.
Una volta che la bionda le ebbe elencato tutti i lavori che avrebbe dovuto svolgere per punizione, Ginevra stessa fu costretta ad ammettere che si trattava di un'impresa a dir poco impossibile.
'' Va bene così.''- fece Cenerentola.
'' No, che non va bene...''- fece Ginvra -'' Non può punirti per qualcosa che non hai fatto.''
O per lo meno, di qualcosa di cui non aveva alcuna responsabilità. L'unico responsabile era Lucifero e la sua mania di dare fastidio ai topolini, messa in pratica più per fare dispetti e mettere nei guai Cenerentola che per '' istinto di sopravvivenza''.
'' L'ha fatto però... ma non è un problema, dico davvero, io ci sono abituata.''
'' Ed è proprio questo il problema... sono anni che questa situazione va avanti, loro fanno le prepotenti, sanno che tu sei troppo educata per dire loro quello che si meritano e ne approfittano.''
Cenerentola sorrise, mettendole una mano sulla spalla -'' Ginevra, sei molto gentile a preoccuparti per me, so che vuoi solo aiutarmi... ma credimi, non c'è n'è alcun bisogno. Me la caverò. Sul serio.''
Subito dopo se ne andò sospirando, pensando al duro lavoro che l'attendeva.
Ginevra però non era affatto convinta.
Le cose non sarebbero cambiate, almeno sino al momento in cui Cenerentola non avesse avuto la forza di dire '' No'' e chiedere di essere trattata con il titolo che le spettava, ovvero di figlia al pari di lei e delle sue sorelle e come legittima padrona ed erede di quel poco che era rimasto della fortuna del suo defunto padre.
E purtroppo, era qualcosa che non sarebbe accaduto tanto presto.
Perciò avrebbe dovuto pensarci lei a tentare di cambiare le carte in tavola.
Peccato che questo implicasse di tentare l'impossibile: convincere sua madre a rivedere le proprie convinzioni e cambiare idea.
'' Più semplice credere che domani il cielo sarà verde.''- pensò la ragazza dirigendosi verso la camera da letto della madre.
Bussò.
'' Chi è?''
'' Mamma, sono Ginevra.''
'' Entra, tesoro, entra pure.''
Quando la giovane entrò, la madre era seduta alla toeletta intenta a truccarsi e pettinarsi, ancora in camicia da notte e vestaglia.
'' Buongiorno madre.''- salutò rispettosamente Ginevra.
'' Buongiorno a te, mia cara...''- fece la donna sistemando una forcina -'' a che devo questa visita?''
'' Ecco... riguarda quanto è accaduto stamattina...''
'' Roba da matti, non trovi?''- fece Lady Tremaine -'' Impiegare tempo  da usare per pulire la casa per fare scherzi così stupidi...
Avresti dovuto vedere tua sorella, era talmente provata che è dovuta andare a stendersi per riprendersi dallo spavento.''
Per un attimo, Ginevra fu tentata di dire che non era poi così provata se era riuscita a lamentarsi e spettagolare al riguardo, ed aveva abbastanza forza da reggersi in piedi per gongolare e gioire all'idea che la sorellastra fosse severamente punita, ma lo tenne per sè.
Forse con un tono dimesso e gentile avrebbe avuto più possibilità.
'' Madre... io non credo che Cenerentola abbia fatto una cosa del genere... lo sai, non è capace di fare certe vigliaccate.''
'' Oh, andiamo... è lei che si occupa della cucina e di preparare i pasti. Non può essere stata altri che lei.''
'' E se non ne fosse stata al corrente...?''
'' E' suo preciso compito, sapere quello che va e quello che non va qui dentro.''
'' Ok...''- fece la ragazza ingoiando e sforzandosi di stare calma -'' ma non potresti essere comprensiva, per una volta?''
'' Ginevra, questo tono e questa tua affezione per la servitù iniziano a non piacermi per niente.''- fece la madre guardandola male -'' L'ho tenuta in casa, vestita, nutrita, cresciuta, il minimo che può fare è aiutarmi nella gestione della casa senza lamentarsi.''
'' E quando si lamenta?''- fece la ragazza sarcastica -'' Non fa che lavorare senza dire mai una parola, è sempre cortese e gentile, anche se la fate lavorare come una schiava e le date da mangiare il minimo indispensabile... per non parlare del fatto che...''
'' ADESSO BASTA!''- fece la madre scattando in piedi, stufa da quella conversazione con la figlia minore -'' Il modo in cui gestisco la servitù e l'andamento della casa non sono affari tuoi.
Se davvero sei tanto ansiosa di avere delle serve da gestire, inizia a prendere in seria considerazione l'idea di prendere marito. Come le tue sorelle. Puoi andare.''
La giovane non potè fare altro che uscire dalla stanza, assaporando il sapore amaro della sconfitta, mentre Lucifero sogghignava.
'' Stupido gatto.'' - fece lei tra i denti.
Un buco nell'acqua in piena regola... non che avesse aspettative diverse. Sua madre aveva poche idee, spesso errate, ma quando se le faceva era inutile sperare che cambiasse idea.
E la sua idea principale era che le figlie dovevano avere un'apparenza estetica perfetta per attirare un pretendente, che doveva essere nobile e ricco. Non le importava molto di chi avrebbero sposato, l'unica cosa che per lei era importante era che questi fosse un nobiluomo dotato di grandi ricchezze.
Le sue sorelle non vedevano l'ora che un duca, un conte o un marchese bussasse alla loro porta per chiederle in sposa e vivere di rendita per tutto il resto della loro vita.
Per lei invece... quella prospettiva pareva più una visita delle guardie reali che venivano a prenderla per condurla in catene nelle prigioni del regno.
Era questo che le veniva in mente quando pensava alla sua futura vita da moglie di un nobile... una sensazione di vuoto che l'assaliva e non le lasciava scampo.
C'erano solo due cose che la tiravano su.
Suonare il suo violino, lasciandosi trasportare dalla musica , in luoghi lontani... e parlare con la sua migliore amica, condividendo con lei speranze, sogni, paure... entrambe si invidiavano a vicenda.
Ed entrambe, se lo avessero saputo, sarebbero state sorprese ed incredule nel sapere di essere oggetto di invidia da parte dell'altra.
Cenerentola invidiava Ginevra perchè, malgrado avesse conosciuto prima di lei il dolore per la morte del padre, aveva ancora sia la madre e le sorelle. Una famiglia. Che le voleva bene... anche se in modo un po' contorto.
Ginevra, da parte sua, invidiava la sorellastra perchè seppur nella miseria della sua condizione era riuscita a farsi amare dai suoi piccoli amici, che la adoravano e la amavano senza che lei dovesse avere determinati comportamenti o senza dire determinate parole, e qualsiasi cosa lei facesse o quale decisione prendesse... cosa che lei non poteva dire della sua famiglia.
'' La verità...''- fece Cenerentola quando la sorellastra più giovane le aveva confessato quello che angustiava il suo cuore -'' E' che la vita degli altri sembra migliore solo da lontano... ma se guardi più da vicino, i problemi ci sono per tutti.''
...
...
...
Anche il re aveva i suoi problemi.
O meglio, il suo consigliere nonchè Granduca ne aveva.
Sì, perchè il principe del regno non faceva altro che viaggiare per la sua sete di conoscere tutto ciò che vi era al mondo, e come quasi tutti i figli del mondo aveva bisogno di costruirsi la propria vita ed un mondo in cui ritrovarsi e fare suo... da cui purtroppo, spesso e volentieri, i genitori erano esclusi.
Era giovane, amante della vita, e voleva assaporarla minuto per minuto e non voleva ritrovarsi all'età di suo padre con la sensazione di essersi perso qualcosa.
Ma il re iniziava ad avere una certa età, ed il suo più grande sogno era di avere dei nipotini da coccolare e vezzeggiare oltre ogni dire prima di ricongiungersi alla sua amata regina e spesso confidava questi timori al Granduca, che suo malgrado era costretto a sorbirsi ogni giorno la stessa manfrina.
Non era un peso per lui ascoltare le confidenze che il re gli faceva, anzi ne era lusingato ed era sinceramente affezionato al monarca... peccato che questi, quando si preoccupava era facile all'ira che lo portava a lanciare oggetti sul primo malcapitato che passava per scaricare la sua rabbia.
Perciò prese una decisione. Quella sera, con la scusa di festeggiare il ritorno del figlio dall'ennesimo viaggio, avrebbe organizzato un grande ballo a cui tutte le ragazze in età da marito, nobili e popolane, avrebbero dovuto prender parte.
'' Il principe dovrà pur trovare interesse, per una di loro. NO?!?''- fece il re al suo consigliere con un tono che non ammetteva risposte negative, se o ma come risposte.
Il granduca non potè fare altro che annuire e dichiararsi d'accordo, seppur trovasse assai improbabile che il principe s'innamorasse di una donna vista per la prima volta nell'arco di una sola serata, al punto di volerla sposare su due piedi, per poi iniziare subito a lavorare per l'organizzazione della festa che per ordine del re si sarebbe tenuta la sera stessa.
...
...
...
'' Prendete il laaaa.''- fece Madame Tremaine accompagnando le figlie con il pianoforte. Genoveffa cantava, Anastasia suonava il flauto mentre Ginevra suonava il violino.
Per chiunque le avesse viste, sarebbero sembrate delle figlie e delle sorelle molto affiatate tra loro che assieme alla loro madre condividevano la passione per la musica desiderose di passare del tempo assieme.
Niente di tutto questo.
Madame Tremaine, per quanto potesse essere malvagia, opportunista, ed ingiusta e parziale, era una donna dotata di grande intelligenza, ed anche se non faceva altro che vezzeggiare e ripetere alle figlie che nel regno non vi era una sola ragazza che potesse competere con la loro bellezza ed avvenenza, e le ricoprisse di regali costosi per farle sempre più belle...  era conscia che le scarpe, i vestiti ed il trucco aiutavano entro un certo limite.
Perciò, non potendo puntare sulla bellezza estetica per tutte e tre, cercava di aumentare le loro possibilità di farsi corteggiare e sposare da un nobile corteggiatore, affinando le loro abilità nel canto, nel ballo, nella musica, nelle cultura e in tutte le arti.
Con risultati alquanto discutibili.
Genoveffa era stonata come una campana, Anastasia era dalmente goffa che le si incastravano i polpastrelli nei fori del flauto e quasi sempre, durante la lezione le due iniziavano a bisticciare accusandosi a vicenda di boicottaggio a ad aggredirsi verbalmente e fisicamente per decidere chi delle due avesse sbagliato e chi delle due fosse stata la più brava.
Ginevra, dal canto suo, chiudeva gli occhi e si concentrava sulla musica del suo violino, come se fosse sufficiente a far sparire il resto del mondo.
'' Che spettacolo indecoroso...''- fece la più giovane di fronte all'ennesima lite delle due scoppiata per una banalità.
'' Ginevra ha ragione, ragazze smettetela.''- fece la madre richiamandole al'ordine -'' ricordate... una vera signora deve sapersi dominare...''
Si udì bussare alla porta.
E la matrigna, visibilmente irritata pestò con rabbia la tastiera del pianoforte gridando -'' SIIIIIIIIII.''
'' Le ultime parole famose...''- sorrise Ginevra, sollevata dalla vista dell'amica. Almeno aveva interrotto una tortura corale che andava avanti da un'ora.
'' Cenerentola!!!''- fece Lady Tremaine fissando la figliastra con rabbia -'' Quante volte dovrò ripeterti che...''
'' Ma è appena arrivato un telegramma dal palazzo reale.''- si giustificò la ragazza.
In un attimo, nella stanza si scatenò il putiferio: Anastasia e Genoveffa si gettarono sulla busta come api sul miele per vedere di che cosa si trattava.
Alla fine fu la madre a leggere quanto contenuto nel telegramma.
Quella sera erano state invitate a recarsi al ballo in onore del ritorno nel regno del principe ereditario, ed ogni fanciulla del regno in età da marito era tenuta ad intervenire alla festa.
'' Allora è per noi.''- cinguettò Genoveffa euforica.
'' Io sono così da marito.''- le fece eco la sorella.
Anche Cenerentola era entusiasta della notizia -'' Allora potrò venirci anch'io...''
Le due sorellastre la squadrarono immediatamente.
'' Forse non hai capito... s'intende TUTTE le ragazze da marito, ad eccezione delle sguattere.''- gracchiò Anastasia scambiandosi una risatina d'intesa con la sorella.
Cercò anche l'approvazione della minore, la quale invece l'aveva fulminata con lo sguardo e che sembrava stesse per dire delle parole assai poco adatte ad una gentildama.
Cenerentola stavolta fu più veloce di lei.
'' Veramente, l'invito dice... ogni ragazza del regno in età da marito dovrà intervenire... perciò se ci andate voi, perchè non dovrei andarci anche io?''
Le reazioni delle sorellastre e della matrigna furono differenti.
Lady Tremaine, sebbene fosse piuttosto seccata che '' una servetta stracciona'' avesse osato contraddire ciò che le era stato detto, aveva mantenuto un' espressione calma e neutra.
Anastasia e Genoveffa sbiancarono per la gran sopresa, incredule che a pronunciare parole tanto decise, ferme e determinate fosse la stessa ragazza alla quale per anni avevano fatto ogni genere di cattiverie senza che questa emettesse mai un lamento o una parola e che sopportava tutto in silenzio.
Ginevra invece la guardò piena d'orgoglio, ma era anche preoccupata per lei. Se dal suo punto di vista quella era la dimostrazione di una donna che si era ricordata di essere forte e coraggiosa e che lottava per dimostrare di non avere niente da meno in confronto alle altre ragazze in quanto a diritti... per sua madre sarebbe stato un chiaro ed inequivocabile '' ammutinamento della servitù''.
La donna, con molta calma fece -'' Ma certo... certo, che la nostra cara Cenerentola potrà venire... se avrà finito in tempo tutte le mansioni domestiche e avrà trovato un vestito adatto all'occasione... perchè mai non dovrebbe venire?''
Le sorellastre di Cenerentola, Ginevra inclusa, erano incredule di fronte alla decisione della madre, mentre la giovane domestica dopo aver ringraziato mille volte la matrigna, corse via, felice come non l'avevano mai vista.
Anastasia e Genoveffa lo erano un po' meno.
'' Mamma!!!''- piagnucolarono quasi in coro -'' Ma ti rendi conto di quello che hai fatto?''
'' Già...''- fece Anastasia -'' Chi vuoi che ci guardi con lei nei paraggi?''
'' Non preoccupatevi bambine...''- fece la loro madre sorridendo perfidamente -'' Io ho detto che potrà a venire a patto che abbia svolto tutti i suoi lavori e trovato un abito.... certo, sarebbe un peccato se fosse talmente occupata a pulire la casa e lavare la biancheria sporca... tanto da non poter trovare nulla di adatto... non trovate?''
Le due sorelle sogghignarono, ben  contente di aver trovato un'altra occasione per divertirsi alle spalle della sorellastra, e l'immaginare il viso della ragazza deluso e rigato dalle lacrime una volta che avrebbe realizzato che era stata una vera sciocca a credere davvero a quella possibilità le fece scoppiare a ridere di cuore.
Ginevra, quando ebbe capito quali erano le intenzioni reali della madre e delle due sorelle maggiori non ce la fece più.
Vero, era la più piccola della famiglia, e quindi doveva loro rispetto ed obbedienza... ma come si faceva a rimanere in silenzio di fronte ad una tale meschinità?
'' Non posso credere alle mie orecchie... ''- fece Ginevra -'' Madre, non potete dire sul serio.''
'' A che ti riferisci, cara?''- fece la donna fingendo di non capire a cosa la figlia si stesse riferendo.
'' Illuderla di permetterle di venire al ballo, sapendo quanto lo desidera, e poi fare in modo che non possa venire... è una cosa disgustosa anche solo a pensarla...''
'' Non avrai davvero creduto che le avrei permesso di andare da qualche parte con la deplorevole condotta che ha avuto questa mattina... guarda tua sorella com'è pallida, ancora provata per lo spavento... non è vero cara?''- fece cingendo le spalle ad Anastasia.
'' Oh si mamma...''- pigolò la rossa -'' è stata un'azione imperdonabile.''
'' Ma è stato solo un incidente, un caso... ''- anche se doveva ammettere, era stato anche dannatamente divertente, -'' e poi mi sembra che sia già stata punita.''- anche se non lo meritava affatto, avrebbe voluto aggiungere, ma lo tenne per sè -'' ed anche se lo avesse fatto di proposito, si sarebbe trattato solo di uno scherzo... non ha certo giocato con i vostri sentimenti... non potete fare una cosa del genere...''
'' Mettiamola così Ginevra.''- fece Genoveffa -'' Nessuna di noi ha la minima intenzione di umiliarsi, portando ad un evento così importante la sguattera.''
'' Appunto.''- la appoggiò la madre -'' e poi questa lezione le servirà: le passerà la voglia di fantasticare e proporsi obiettivi irraggiungibili. Lo so che ti sembra meschino, cara, ma è per il suo bene che lo facciamo.
E' bene tenere i piedi per terra.''
'' In tal caso...''- fece Ginevra -'' Non contante su di me.''
Le tre donne la guardarono con occhi sgranati, non troppo certe di aver capito bene.
'' Ti spiace ripetere...?''- fece Genoveffa.
'' Non ho la minima intenzione di rendermi complice di una simile infamia.''- fece Ginevra. Era la più piccola, e forse avevano ragione a dirle che l'ingenuità delle sue parole e delle sue '' fantasie'' erano a causa della sua giovane età, ma quello che sua madre aveva in mente era imperdonabile.
Un conto era obbligare una povera ragazza a sgobbare tutto il giorno come la peggiore delle serve, ma giocare con i suoi sentimenti in quel modo come per dirle che per loro valeva così poco al punto di ritenersi libere di ferire anche quel poco di dignità che le avevano lasciato era abietto ed imperdonabile.
'' Allora, stamattina non mi sono spiegata tanto bene.''- fece Lady Tremaine avvicinandosi alla figlia con un'espressione minacciosa -'' Quando avrai una sguattera tua potrai trattarla come vorrai. Fino ad allora, starai alle mie regole.''
'' Ma...''
'' Ginevra, ti avverto.''- fece la donna -'' Non una parola di più. O quella stracciona non sarà l'unica tanto stupida da illudersi di partecipare ad una festa per poi essere delusa.''
'' Non temete madre.''- fece la giovane avviandosi verso la porta con una dignità per nulla infantile -'' Se farete una cosa così abietta, mi ritiro dal partecipare fin da adesso.''
E se ne andò sbattendo la porta, lasciando le sorelle incredule e sgomente da quel comportamento.
Si chiedevano come si potesse essere talmente stupide da rischiare e decidere in libertà di non partecipare ad una festa al palazzo reale e rinunciare alla possibilità di diventare la consorte dell'erede al trono... e per che cosa poi? Per difendere una sguattera buona solo a pulire il camino e che non aveva niente da spartire con loro.
'' Mamma, hai sentito cos'ha detto?''- fece Genoveffa -'' Dovresti impedirle veramente di partecipare al ballo.''
'' Già, così impara, quella presuntuosetta.''- si associà Anastasia.
E per un attimo, Lady Tremaine fu davvero tentata di impedire alla figlia minore di partecipare alla festa, tanto per ricordarle qual'era il suo posto e chi era a comandare in casa... ma poi le venne in mente che Ginevra era di gran lunga più carina ed aggraziata di quanto le due figlie maggiori sarebbero mai state... difficile che il principe scegliesse tra loro due. O che lo facesse un altro nobile.
Senza di lei sarebbero sfumate le sue possibilità di far sposare almeno una delle figlie con un nobiluomo.
Ergo, anche se non tollerava l'affezione della figlia più piccola per la loro sguattera ed il suo contraddire ogni cosa che diceva... doveva trovare il modo di convincerla a venire alla festa.
Non poteva essere tanto difficile... in fin dei conti, era una madre.
Convincere i figli a ragionare e far capire loro che i genitori avevano sempre ragione, era una dote innata.
  
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