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Autore: Artemide5775    31/08/2017    2 recensioni
Cornelia Alberona si sentiva così annoiata quel giorno... finché non arrivò Gildarts Clive a farle battere il cuore.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cornelia Alberona, Gildarts
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La barista di Waterlily



La barista di Waterlily
 

Cornarts



 

Cornelia non ce la faceva più. Quella città era noiosa. Fin troppo. Bevve un altro boccale di saké, probabilmente il terzo, quel giorno. Reggeva così bene l'alcol che era ancora quasi del tutto sobria. Sospirò, delusa.

Doveva ammettere che quel posto fosse davvero vuoto senza il mago bizzarro che ogni tanto passava da quelle parti. Lui, almeno, dopo qualche bicchiere, portava un bel po' di allegria, e anche un po' di malizia, in quella vecchia locanda.

Poi, quel giorno, faceva davvero un caldo assurdo! Sospirò, come ogni anno, a Giugno, l'aria era così calda da fa togliere ogni voglia di far altro, perfino di lamentarsi.

S'alzò per tornare al suo posto dietro al bancone: aveva sentito tintinnare il campanello vicino alla porta, perciò avrebbe dovuto scoprire cosa volesse chiuque avesse varcato la soglia di quel posto. Infatti, era una barista. Precisamente, la figlia del proprietario.

Con i suoi occhi di un viola scuro, appena dietro il banco, osservò la situazione intorno a lei. Mh, nella norma per una mattina da quelle parti: solo qualche anziano e uno o due forestieri che erano lì per far colazione.

Che noia, davvero...

Il suo sguardo, poi, si spostò sulla persona che si apprestava a sedersi sul sgabello davanti a lei. Riconobbe subito quei capelli di un castano particolare, uno di quelli che sembrava quasi arancione. -Di nuovo da queste parti, Gildarts?- domandò con un leggero sorrisetto stampato sul volto. Ormai erano a Giugno, quand'era stata l'ultima volta che lo aveva visto? Forse ad inizio Maggio?

-Cornelia, sembri improvvisamente di buon umore- alzò gli occhi su di lei. Aveva un sorriso malizioso dipinto sul volto, probabilmente riferito all'ultima volta in cui si erano visti e in cui, sicuramente, non avevano giocato a carte. Già... avevano fanno ben altro sul letto della camera affitata da lui per il suo soggiorno a Waterlily.

-E ti dispiace, Gildarts?- domandò la ragazza posando le braccia sul bancone e piegandosi. Così mise in mostra il seno prosperoso, facendo deglutire il mago di Fairy Tail.

Gildarts sorrise ampiamente al solo ricordare il corpo nudo della giovane. Aveva avuto altre avventure, ma quella in particolare la ricordava bene. Cornelia sapeva come lasciare  il segno. -Per nulla.-

La castana sorrise, divertita dallo sguardo un po' da babbeo dell'uomo. Chiaramente rapito dal ricordo del corpo di lei e voglioso di averlo ancora. -Cosa ti porta da queste parti?- domandò passandosi le dita a sfiorare il labbro inferiore, rimanendo il pollice sotto il mento. Era un chiaro segno di sensualità che aveva imparato crescendo in un posto come quello. Lì, le donne, raramente volevano solo bere per conti loro. Già già...

-Sono in missione. E, già che c'ero da queste parti, sono venuto a trovare la mia barista preferita, felice?- Gildarts portò una mano sotto il mento e il braccio sul bancone. Chiaramente ci stava provando.

Cornelia non era stupida, ben che meno una donna di facili costumi. Era attratta da quel giovane mago sopra la ventina. Era bello, un vero avventuriero. Un gran cascamorto... ma era certa che, se si fosse innamorato, sarebbe stato al guinzaio come un cane fedele. -E cosa vuoi che ti servo?- domandò, ignorando volutamente il "felice?" che lui aveva aggiunto poco prima.

Lei era felice di averlo lì?

Ovvio che sì.

Non osava parlare di amore, cotte o quant'altro, ma ovviamente non era indifferente a lui.

E poi, era così annoiata quel giorno... sperava che lui si fermasse almeno per qualche ora.

Il mago stava per far un commento piuttosto spinto, ma, in quel momento, vide passare accanto a loro il padre della giovane, un omone robusto con lo sguardo sempre arrabbiato. Si mise dritto come il miglior cadetto al mondo. Cornelia ridacchiò. -Sei un mago e hai paura di mio padre?-

Gildarts era forte, con un fisico allenato. Ma di certo non avrebbe potuto usare la magia contro qualcuno che non l'aveva, perciò, se quell'omone da una tonnellata e mezza lo avesse preso a botte, avrebbe dovuto rispondere a suon di pugni. Pugnetti, nel suo caso. Soprattutto confrontando la sua forza fisica a quella di un essere gigantesco come il signor Alberona.

-No... Certo che no- mentì l'uomo, riprendendo la sua solita aria felice e un po' da ruffiano. -Dammi qualcosa da mangiare. Non mangio nulla da ieri pomeriggio- dichiarò. Alle sue parole, un suono, proveniente dallo stomaco di lui, confermò che aveva detto la verità.

-Siamo un po' a secco, oggi pomeriggio papà va a far scorta di viveri. Perciò, accontentati con un po' di pane e marmellata.- Lo guardò negli occhi con un leggero sorrisetto sul volto, notando subito come lui non avesse neanche intenzione di replicare. Faceva così con ogni donna che provava a star a capo del loro rapporto?

-Certo, tutto mi va bene- le sorrise, destabilizzandola un po'. Lei si mordicchiò il labbro e lo servì subito. -Grazie, Cornelia- le disse appena lei gli posò davanti il piatto con le fette di pane e la marmellata già spalmata sopra, dopo che lei stessa gliel'aveva messa prima di dargliele.

Era una donna premurosa, anche se non voleva sembrarlo.

-È il mio lavoro.- Posò di nuovo le braccia sul bancone, piegandosi, e lo fissò divorare il cibo. Aveva davvero tanta fame. -Non ti sei portato degli alimenti da casa?- domandò, nel profondo preoccupata per lui. Ovviamente non lo avrebbe mai ammesso, almeno che non fosse diventata una questione seria.

-Uh?- Ingoiò. -Sì, ma ho finito tutto in qualche giorno, non credevo che la missione durasse tanto.-

-Dovresti essere preparato a situzioni così dopo anni- gli fece notare.

-Non sono mai morto di fame in qualche modo- le sorrise prendendole una mano e posandola stesa sul bancone. La guardò negli occhi. Credeva davvero che lei avesse dei magnifici occhi viola. Peccato che non sarebbe stato romantico dirle che erano gli stessi occhi di quel gigante in carne del padre.

Cornelia lo fissò, il suo cuore aveva leggermente sussultato al tocco di lui.  Si allontanò dalla sua presa, mettendosi dritta e distogliendo lo sguardo. -Non dovresti sfidare la sorte.-

Proprio allora fu chiamata da dei clienti appena entrati. Si allontanò per qualche minuto e quando tornò, Gildarts stava già raccogliendo le proprie cose per andarsene e aveva lasciato una manciata di monete sul bancone. -Te ne vai senza salutare?- lo guardò malamente, incrociandò le braccia sotto il seno prosperoso.

Il mago fece una faccia paragonabile a quella di un bambino beccato con le mani nella busta di caramelle proibita. -Ovvio che no... Cornelia- le si avvicinò stringendola a sé e baciandole l'angolo delle labbra. -He he... come potrei dimenticarmi di salutare te...-

Cornelia sospirò. -Mi raccomando, non perdere la strada- gli disse improvvisamente.

Il Clive si accigliò. -Che intendi?-

-Torna a casa sano e salvo. Quando finirai il cibo durante una delle tue missioni, la mia locanda sarà sempre aperta per te- gli sorrise. In verità, la sua frase precendete significava anche un'altra cosa "Non dimenticare come si arriva a questa locanda, cioè a me. Voglio rivederti."

Seppur non avesse fatto nulla di particolare, l'aveva strappata via alla noia, in qualche modo. Infatti, dopo non fece altro che pensare a lui stando con la testa tra le nuvole.

-Non preoccuparti, tornerò sempre- con queste parole il Clive se ne andò, però tornò molte altre volte. Fece di Cornelia la signora Clive.

Sua moglie.

Gildarts non aveva perso la strada.

{1265 parole}

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Salve!

Pacchetto GILDARTS💚CORNELIA:
• Luogo: Locanda
• Mese: Giugno
• Cibo: Pane e Marmellata
• Problema: Noia
• Frase: “Mi raccomando, non perdere la strada.”

FanFiction partecipante alla challenge “With Canon, We Can” indetta dal FairyPiece – fanfiction&images

 

   
 
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