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Autore: Artemide5775    01/09/2017    0 recensioni
Lluvia Lockser è una giovane che trova lavoro come infermiera personale per Natsu Dragneel, un ragazzo vittima di un incidente non molto grave che non lo ha lasciato completamente illeso.
È una One-shot Navia ispirata ai prompt della Navia Week.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Natsu
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ps: questa One-shot è basata sui sette prompt della Navia week 2017.

 

Infermiera

 

Navia


 


-Fare da infermiera personale a un ragazzo che s'è rotto la gamba dopo un incidente con la moto?- domandò Lluvia, perplessa da ciò che le stava dicendo sua madre.

Lluvia Lockser era un'infermiera di ventidue anni che era in cerca di lavoro dopo aver conseguito la laurea in infermieristica solo alcuni mesi prima. S'era sempre concentrata sugli studi, finendo con l'avere una misera vita privata, per non parlare, poi, di quella sentimentale... Non aveva un ragazzo dal liceo ed esso era durato meno di un mese, oltre ad essere stato il suo primo e ultimo fidanzato.

Sua madre, Elettra Lockser la guardò, confusa dal fatto che sua figlia non fosse felice per il fatto che le avesse trovato un lavoro, per di più ben retribuito. -Qualcosa non va?-

La turchina scosse la testa. -No... Va tutto bene, mamma-san. Semplicemente Lluvia è sorpresa- mormorò accennando un sorriso.

Elettra annuì posando un piatto pieno di cibo già pronto e preconfezionato che aveva semplicemente riscaldato. -Papà non vuole che cucini e perciò per stasera mangiamo quello che avevo in scatola visto che è fuori e non può cucinare lui- avvertì.

La figlia annuì semplicemente perdendosi nei suoi filmini ad occhi aperti. "Magari quel ragazzo ferito sarà il principe di Lluvia..." pensò estasiata al solo pensiero.

***

Il giorno dopo, verso l'ora di pranzo, andò a casa Dragneel. Accudire un ragazzo con una gamba rotta... non era esattamente quello s'aspettava mentre studiava medicina. Era sicura che avrebbe trovato lavoro in un ospedale, una clinica... Però, alla fine, non s'era neanche impegnata a cercare un lavoro concentrandosi a rilassarsi facendo lunghe passeggiate, andando al mare o in piscina. Voleva recuperare tutte le giornate usate per studiare e frequentare l'università.

Bussò, insicura se fosse una buona scelta. Scosse la testa. Non doveva essere schizzinosa o altro, era pur sempre un ottimo lavoro, seppur non quello delle sue fantasie.

Una donna dai capelli scuri e gli occhi del medesimo colore le aprì. Era molto bella e non sembrava neanche avere oltre quarant'anni. -Salve- salutò Lluvia accennando un piccolo inchino.

La mora sorrise. -Sei la figlia di Elettra, vero? Lluvia, giusto?- domandò cercando di ricordare il nome che la sua amica dal liceo continuava a dire a ogni partita di poker tra amiche da due decenni o più.

La turchina annuì. -Sì, signora Dragneel- le rispose mentre l'altra le faceva spazio per entrare. -Lluvia la ringrazia.-

Proprio in quel momento videro un ragazzo dalla chioma rosa correre con le stampelle. Lluvia sbatté gli occhi, sorpresa. Era quello il suo paziente...?

La signora Dragneel sospirò posando le braccia sui fianchi. -Quello è Natsu, mio figlio minore...- si fermò un attimo vedendo una bambino sui due anni e mezzo, o poco più, correre verso il rosato puntandogli una pistola finta contro. -... e quello è mio nipote Larcade. Non sappiamo bene perché ma non ama molto Natsu- le raccontò.

Lluvia era perplessa. Dove cavolo l'aveva mandata sua madre? -Oh, Lluvia capisce- sussurrò.

La Dragneel sorrise. -Non ho molto tempo per parlare. Mia nuora sta in ospedale e ha partorito stamattina. Ora andrò a trovarla con Larcade- le raccontò controllando l'orario. Uh, se si dilungava ancora per molto avrebbe finito con l'arrivare in ritardo. -Ti lascio una lista di cos'è che devi fare. Nulla di che. Voglio solo che ti assicuri che prenda le medicine, che lo porti in ospedale per i controlli e glieli faccia fare. E mentre sei qui devi assolutamente assicurarti che non salga su una moto o una macchina guidando lui- le spiegò in breve avvicinandosi a una porta dove risbucarono i due. Prese al volo il nipotino e si girò verso l'infermiera. -Puoi farlo?- domandò, seria e stanca. Era così difficile avere un figlio che non aveva intenzione di crescere e tre nipoti di cui prendersi cura perché entrambi i genitori lavoravano. Sperava solo che Mavis si decidesse a smettere di insegnare dopo il terzo figlio...

Lluvia annuì mostrando una faccia decisa. Strinse una mano in un pugno. -Lluvia ce la può fare.-

La signora annuì sorridendo. Si voltò verso il secondogenito e lo salutò. -Torno stasera- avvertì la ragazza e le diede una lista. -È il programma settimanale di Natsu- spiegò uscendo dalla casa.

La Lockser lesse velocemente quello che avrebbe dovuto far fare quel giorno al suo paziente. Nulla di che: solo prendere le medicine. Non aveva in programma visite o quant'altro. -Natsu-san...- lo chiamò camminando spaesata tra i corridoi e le stanze. Non aveva idea di dove fosse finito.

Qualche attimo prima era lì...

-Buuh!- il ragazzo spuntò da dietro una porta e l'atterrò. -Sei la tipa delle siringhe?- domandò stando sopra di lei mantenendosi con le mani. Aveva mollato per terra le stampelle perciò sarebbe stato un po' difficoltoso per lui alzarsi...

La turchina sbatté gli occhi, sorpresa. Arrossendo improvvisamente per la posizione indecente in cui era. Sotto di lui per terra... Per poco non le si fuse il cervello per i filmini mentali che ebbe. Immaginò cose dolci e anche hot, arrivando perfino al matrimonio, ai figli e all'essere seduti sul portico, da vecchi, a guardare il tramonto e i nipotini giocare.

Natsu le toccò un paio di volte il naso, premendolo, per risvegliarla. Aveva una stana faccia mentre aveva lo sguardo perso nel vuoto. Era proprio una tipa bizzarra. "La tipa delle siringhe è andata" pensò il ragazzo provando ad alzari ma, ovviamente, cadendo. Cadde proprio in mezzo sai seni prosperosi della giovane facendola così sussultare e riprendere.

Ella arrossì di colpo e si mantenne le guance rossossime e bollenti. -N... Natsu-s... san... Che sta f... facendo a Lluvia?- domandò balbettando per lo shock.

Lui mosse solo un po' la testa liberando gli occhi e il naso, non riuscendo, precedentemente neanche a respirare. Ma quanto era prosperosa? Gli era sembrato di affogare. -Cerco di alzarmi- mormorò il ragazzo, sorridendo e passandosi una mano tra i capelli rosati.

La giovane riuscì con imbarazzo ad alzarsi e ad aiutarlo a prendere e usare le stampelle. -Natsu-san dovrebbe far attenzione- gli raccomandò.

-Vuoi allentarti come me?- domandò lui non calcolando quello che lei gli aveva appena detto.

-A-allenarsi?- Lluvia lo guardò, perplessa.

Il ragazzo annuì, quasi avesse colto una sorta di assenso nell'altra che in verità non c'era. -Combattere! Sono tutto un fuoco!-

Lluvia diede una veloce occhiata al foglio dato dalla signora Dragneel. Dietro c'era scritto, tra le avvertenze, che il rosato amasse molto combattere e che ovviamente non doveva farlo. -Lluvia non sa combattere. Lluvia cura solamente... E poi Natsu-san non dovrebbe farlo e neanche ci riuscirebbe. Non con la gamba rotta- gli ricordò.

Il rosato sbuffò come un bambino. Lluvia guardò la porta accanto a sé e, soprattutto, un televisore. -E se Natsu-san e Lluvia vedessero un film? Uno con molto molto combattimento- specificò, per fargli piacere l'idea. Così lo convinse subito e non ci volle molto che si ritrovarono seduti insieme sul divano a mangiare pane e Nutella e guardare qualcosa che non aveva neanche una trama articolata ma solo troppi combattimenti, compresi quelli random.

A un certo punto Lluvia sentì qualcosa posarsi sulla sua spalla. Girò perciò lo sguardo e trovò Natsu che dormiva beatamente sorridendo. Guardò fuori dalla finestra per capire se si fosse fatto tardi o meno e notò con sorpresa che la nebbia, grazie al cielo non troppo fitta, mascherava il verde del cortile dell'abitazione.

Avrebbe avuto qualche problema a rincasare... "A Lluvia non piace la nebbia" pensò mentre tornava con lo sguardo sul ragazzo. Però... aveva una scusa per stare ancora un po', oltre il fatto che i genitori di lui non fossero ancora rientrati e non volessero che rimanesse solo per far sciocchezze.

***

Nei giorni seguenti Lluvia non fece altro che passare tante ore con Natsu, perdendo tempo, trascidandolo dentro casa, mettendolo in punizione, portandolo alle visite di controllo; le sembrava di essere diventata una mamma.

Era piuttosto stanca... la sera precendente avevano passato fino all'alba a vedere una maratona di stupidi vecchi e ridicoli film d'azione e alla fine s'era anche dovuta svegliare presto perché, secondo gli accordi che aveva preso con la signora Dragneel, sarebbe dovuta star da loro ogni mattina alle dieci.

Aveva dormito per appena qualche ora...

Si sentiva a pezzi.

Trascinò i piedi fino alla residenza degli Dragneel e bussò. Le venne da sbadigliare e perciò si coprì la bocca, per educazione. Stranamente le aprì il signor Dragneel. Era un uomo piuttosto affascinante e assurdamente somigliante a Natsu, solo più maturo fisicamente e probabilmente anche mentalmente, per quelle poche parole che s'erano scambiati di rado. -Buongiorno, signor Dragneel- mormorò lei accennando un piccolo inchino.

Il rosato le sorride, assomigliando incredibilmente al figlio. Se non fosse stato per alcune piccole rughe e per i lineamenti più maturi non avrebbe neanche potuto distinguere le due facce. -'Giorno, Lluvia- la salutò facendola entrare. Aveva un carattere allegro, ma sembrava fin troppo spesso annoiato. Da quanto aveva capito, a causa di un infortunio, aveva dovuto smettere di svolgere il suo lavoro che lei non aveva idea di quale fosse e aveva cominciato a fare lavoretti casuali per portare a casa più che l'assegno di invalidità.

Oltre che per l'aspetto troppo simile al figlio minore, aveva anche dei tratti nel comportamento che le ricordavano troppo Natsu, ma non era tanto bambinesco, fortunatamente.

-Tesoro, August vuole andare al parco.- La signora Dragneel si avvicinò al marito posandogli tra le forti braccia Larcade. -Dopo li portiamo entrambi?- domandò per poi posare lo sguardo sull'infermiera. -Oh, Lluvia, buongiorno- la salutò, sospirando. Era stanca anche lei. -Natsu dorme ancora. Se vuoi ti presto uno dei miei costumi e puoi farti un tuffo in piscina- le sorrise, cordialmente.

-Oh?- Lluvia ne rimase molto sorpresa. -Lluvia non vuole disturbare.... può aiutare in casa, se la signora Dragneel ne ha bisogno.-

La signora scosse la testa. -Non sei qui per questo.- "Veramente Lluvia non è qui neanche per usare la piscina...", pensò l'infermiera. Non era una tipa che si approfittava, perciò non era molto felice di venir pagata e non fare il suo lavoro.

-Non preoccuparti. Non credo ci vorrà molto prima che Natsu si svegli. Approfittane per un po' e poi tornerai al lavoro- la cercò di convincere il rosato.

Lluvia annuì, non molto convinta, però si arrese. Infatti pochi minuti dopo si ritrovò seduta su una sdraio a leggere una rivista di Mavis, la cognata di Natsu. -Il "-sama" è perfetro per mostrare la vostra devozione verso una persona a cui tenete molto. Soprattutto un fidanzato!- lesse ad alta voce la ragazza, pensandoci su. Non credeva di avere un qualcuno con cui usarlo. I suoi genitori? Non le piaceva l'idea. E poi, se fosse stata così formale con sua madre lei si sarebbe incavolata un mondo.

Posò la rivista e guardò la piscina. Amava nuotare, ma il suo lavoro non le stava dando tanto tempo a disposizione per il suo hobby preferito. Si guardò intorno, non notando nessuno che la potesse vedere decise di entrar in acqua. Si tolse il pareo chiaro e rimanse solamente col costume blu a due pezzi che le aveva dato la signora Dragneel. All'incirca avevano la stessa taglia e perciò quello le andava piuttosto bene.

Scese gli scalini fino a trovarsi in mezzo alla piscina. Non era molto profonda, l'acqua le arriva a metà seno, circa. Vi nuotò un po', rilassata. Solo l'acqua riusciva a calmarla. "Sarebbe bello se Natsu-san potesse nuotare con Lluvia" pensò sorridendo all'immaginarsi la scena.

Si bloccò qualche attimo dopo, quando si rese conto di chi c'era al centro dei suoi filmini. Perché proprio il rosato? Lo conosceva appena ed era solo lavoro...

Alla fine col cuore un po' in tumulto, si sedette sul bordo della piscina facendo dondolare i piedi tenendoli uniti. Da bambina amava far così, le sembrava di essere una sirena. Sorrise a quel ricordo.

Guardò il suo costume e spontaneamente si chiese cosa avrebbe detto Natsu vedendola vestita così. "Il blu non sta tanto male a Lluvia... A Lluvia piace molto, però si sente molto spoglia così vestita."

Proprio in quel momento Natsu uscì dalla sua abitazione e trovò la Lockser, come lo avvertito August, in piscina. Si fermò un attimo. Gli sembrava un tonno. Una donna-tonno, precisamente. Una di quelle come nel cartone "La sirenetta". Sentiva caldo? Perché era quasi nuda. Aveva addosso solo un bikini blu, che lui chiamava mutande e coso sopra.

Le si avvicinò da dietro e si sedette su una sdraio. Voleva tanto prenderla per i fianchi e buttarla in acqua, ma questo non era proprio possibile a causa del gesso e le stampelle. E poi... sua madre era spaventosa quando si arrabbiava, perciò rimase fermo. Però, non poteva veder la turchina così. Prese una palla che aveva lasciato lì uno dei suoi nipotini e la lanciò contro la ragazza facendola cadere nella piscina.

Rise quando la vide risalire a galla con una faccia imbronciata e i capelli bagnati a coprirle gli occhi. -Natsu-san!- esclamò con una voce un po' arrabbiata. Lo vide ridere gioiosamente, non che non lo avesse già fatto da quando lavorava per lui... ma quella volta fu diverso. Fu come se gli occhi le si fossero improvvisamente aperti. Sentì il suo cuore sussultare e un nodo attorcigliarle la gola. Non riusciva a parlare. Le sue guance sembrano improvvisamente due mele mature.

Che le stava succedendo?

Cos'era quella strana emozione a lei sconosciuta che stava provando?

Respirò un attimo, come se lui le avesse tolto ogni briciolo di aria nei polmoni. -N... Natsu-sama è proprio un bambino- dichiarò scostando una ciocca di capelli dai suoi occhi e portandola dietro l'orecchio.

Sì, aveva capito chi fosse la persona adatta per quell'onorifico. Il suo cuore s'era appena innamorato di un sorriso e una semplicità unica nel suo genere.

***

Era il fatidico giorno.

Natsu avrebbe tolto il gesso e fatto tutti i controlli neccessari. Se tutto fosse andato bene, avrebbe iniziato la riabilitazione, se no avrebbe dovuto portare ancora per un po' il gesso.

Lluvia era seduta fuori ad aspettarlo, vedendo passare pazienti di ogni tipo. Per quanto avesse studiato per lavorare in un ospedale come quello, non vi si trovava affatto a suo agio.

Era così agitata...

Si augurava che il rosato fosse guarito. Ormai s'era più che affezionata a lui e non riusciva neanche a pensare ad altro che alla sua guarigione e all'aiutarlo.

Strinse la conchiglia porta fortuna nelle sue mani, mormorando parole sconnesse cariche di preoccupazione e nervosismo.

S'era innamorata di lui prima ancora di rendersene conto. Non pensava all'essere ricambiata, anche se ovviamente le sarebbe più che piaciuto. Per lei c'era la salute del ragazzo al primo posto. Era un'infermiera, conosceva le complicazioni dovute a un infortunio ed esse potevano essere molteplici con altrettanti livelli di gravità.

Scosse la testa. Non doveva pensare razionalmente come un'infermiera. Doveva solo essere sicura che sarebbe andato tutto bene e che presto lui non avrebbe avuto bisogno di lei.

Sussultò allo sentire la porta aprirsi con violenza e interrompere l'apice dei suoi pensieri dolorosi: smettere di poter essere sempre accanto a chi ama.

-Lluvia!- esclamò Natsu avvicinandosi allegro a lei. -Mi hanno tolto il gesso!-

Lluvia sorrise mestamente, un po' ancora scossa da quello che stava per pensare. -Lluvia è molto felice- sussurrò abbassando il capo.

Il rosato si accigliò sedendosi accanto a lei con davvero poca delicatezza. -Ohi Lluvia. Tutto bene?- domandò non capendola come al solito. Ogni tanto dava di matto e sognava ad occhi aperti e altre ancora andava in ebollizione e per poco non sveniva... Era buffa. Non la capiva, ma lo faceva ridere.

Lluvia alzò la testa e lo fissò, sopresa che lui avesse solo notato che non fosse entusiasta come al solito. -Lluvia... Lluvia è preoccupata che Natsu-sama ricominci ad andare su macchine e moto e possa farsi molto più male- gli raccontò, non mentendo. In verità quello che gli aveva raccontato non era una scusa, seriamente ci aveva pensato ed era in ansia. La prima volta una gamba, e la prossima? Un punto vitale? L'osso del collo? Sarebbe potuto morire...!

Natsu incrociò la braccia dietro la testa. -Torni a sorridere se smetto?- domandò con un'insolita semplicità.

Lluvia rimase un attimo intontita, poi annuì. -Allora smetterò- le promise facendo un ampio sorriso.

-Come mai?- Lluvia era basita.

Natsu scrollò le spalle. -Non sei carina quando sei triste- disse solamente come se fosse più che naturale.

Lluvia arrossì. Non credeva che Natsu potesse sapere cosa significasse se una ragazza fosse carina o meno. -Se Natsu-sama vuole... Lluvia potrebbe stare sempre con Natsu-sama?- gli propose, imbarazzata rigirandosi gli indici.

Natsu si alzò e le sorrise. Le sembrava un sole. -Certo! Sono affamato, andiamo a mangiare?-

Lluvia annuì, alzandosi e fantasticando. Non aveva idea di cosa le aspettava, ma se sarebbe davvero rimasta con lui per sempre, sarebbe stato abbastanza per rendere tutto fantastico.

{2796 parole}


 

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Salve!

Sono un po' masochista, mi sa... ho deciso, alla fine, di usare tutti i prompt e metterli in una sola Os...
Spero che almeno sia gradevole.
Non shippo la Navia, però ho tentato una sfida personale. Volevo provare ed eccomi qua.

 

   
 
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