Cap 35 Sangue
sporco
Elena, Nick e
Lara
erano in piedi sull’orlo del precipizio mentre osservavano la
scena ammutoliti,
per due di loro era la prima volta che assistevano ad eventi del
genere, quasi
ipnotizzati non riuscivano a staccare gli occhi dal Re e il loro
silenzio era più
che altro da attribuirsi al forte stupore, Elena invece era paralizzata
dalla
paura. Il re era immenso, molto più simile ad un gigante che
ad un umano e completamente
tappezzato d’oro sembrava invulnerabile, la sicurezza con cui
brandiva il
tridente poi, le fece accapponare la pelle. Come un flash
ricordò il loro primo
incontro, allora il re era seduto sul suo trono e sembrava molto meno
grande e
minaccioso di quanto non fosse adesso.
“È
lui?” chiese Nick
a bassa voce.
“Si”
disse Elena.
Avevano provocato il Tritone sbagliato. Pensò.
Piano piano il
mulinello si acquietò, la carrozza sospinta da un velo
d’acqua rimase sospesa
sulla sua superficie come per incanto. Il re scrutò con lo
sguardo tutti i
presenti, poi dal buio della foresta un umano si fece avanti.
“Re
Tritone, la
corte dei cacciatori ti ha convocato per una trattativa.”
L’uomo parlò con voce
chiara scandendo bene, doveva essere il capo o comunque una persona
importante
se gli era stato affidato il compito di parlare con il Re.
Quest’ultimo
strinse
gli occhi come per mettere a fuoco quella figura su due gambe che si
trovava
sulla terra ferma.
Come se
l’uomo non
avesse parlato, il Re l’ignorò e si
voltò verso Aris.
“Caro
nipote…che
circostanze interessanti per un
incontro,” Re tritone parlò con una voce pesante e
possente che rimbombò in
tutto il bosco.
“E non
sei da solo a
quanto vedo” lasciò le redini per fare un gesto
teatrale con la mano, i cavalli
rimasero immobili quasi potessero percepire la paura
nell’aria.
“Re
Tritone!” gridò l’uomo
sentendosi ignorato. “Il vostro erede al trono è
nostro prigioniero,” detto
questo la catena che aveva portato Aris verso il centro del lago fu
riazionata
per riportarlo indietro.
“Consegnateci
gli
Anelli di Alimede e nessuno si farà male.”
Tritone strinse
il
tridente tanto forte da poterlo quasi spezzare, scagliò un
tuono contro la
carrucola che si incrinò e si spezzò. Il metallo
si fuse come burro al sole, la
gabbia di Aris si bloccò all’istante attaccata per
metà ancora alla struttura.
“Come osate rivolgermi la parola, feccia umana. COME OSATE DARE DEGLI
ORDINI A ME!!” Il suo gridò fu così
potente da scuotere acqua cielo e terra,
come un terremoto fece vibrare ogni cosa, il re agitò il
tridente e richiamò a
sé un'altra scarica di elettricità dal cielo, poi
la scagliò contro quel povero
umano a cui era stato affidato il compito di mediare.
In un istante il
povero malcapitato divenne un mucchietto di cenere sotto gli occhi
esterrefatti
di tutti i presenti.
Lara aveva preso
a
tremare, si era inginocchiata per terra e con le mani tenute sulla
testa
tentava di ricacciare via quei brutti ricordi che avevano preso a
riaffiorare.
Nick le aveva messo le mani sulle spalle tentando di tranquillizzarla
ma Elena
si accorse che persino lui stava tremando.
Gliel’aveva
detto,
lei li aveva avvisati. Avevano giocato con il fuoco e adesso tutti
sarebbero
rimasti bruciati.
Tritone che non
aveva staccato gli occhi dai cacciatori nella radura, trovò
un momento per
rivolgere un occhiata di sfuggita al nipote, quando vide le sue gambe
sguazzare
in quel modo innaturale nell’acqua la collera prese
nuovamente il sopravvento.
“Hai
abbandonato il
tuo regno, hai ingannato il tuo Re e cosa ancora più
grave,” indicò con il
tridente le sue gambe. “Gambe umane.”
Il
suo disgusto risuonò forte nell’aria.
“Tu
non sei mio
nipote!” gridò a tutta la radura, “avete
sentito bene? LUI NON CONTA NULLA PER
ME!”
Dalla radura
altri
due uomini si fecero avanti. “Non siete nella posizione di
negoziare nulla,
uccidetelo pure, tanto dopo toccherà a tutti voi.”
Li guardò uno ad uno. “Mi
riprenderò ciò che mi è stato
sottratto e renderò giustizia a tutti gli
oceani!” alluse ai restanti anelli.
“Non
finché ci
saremo noi!” esclamarono gli uomini puntandogli contro le
loro armi.
“Non
durerà molto,”
sorrise con un ghigno “io ripulirò il mondo dalla
feccia umana, ed incomincerò
da voi!” il re scagliò un altro fulmine ma quelli
riuscirono a scansarlo per
miracolo, l’albero che ricevette il colpo al posto loro prese
fuoco illuminando
il resto dei cacciatori rimasti nell’ombra.
Aris si
voltò verso
la foresta, gli occhi che vedeva erano preoccupati e molti sembravano
confusi
dalla reazione del Re, si erano illusi che avrebbe fatto carte false
per lui ed
invece non era stato così. Avevano un piano B?
Perché se non fosse stato così
tutti loro si potevano già considerare morti, Re Tritone
avrebbe mantenuto la
sua minaccia, avrebbe raso al suolo l’intero bosco in un solo
battito di
ciglia.
“Vi
eravate illusi
che mi avrebbe rivoluto con sé, ma Re tritone non ha un
cuore, lui non ha
bisogno di nessuno.”
Il re lo
guardò
serio, quelle gambe umane avevano sancito la rottura con il mondo degli
abissi.
“Alto tradimento Aris, da questo non si può
tornare indietro.” Alzò il braccio
verso il cielo per caricare il suo tridente.
“Uccidimi
pure, dopo
aver ucciso tua figlia Ariel, uccidere tuo nipote sarà una
passeggiata” gli
gridò contro il ragazzo. Ebbene sì, se quelli
dovevano essere gli ultimi
istanti della sua vita non avrebbe permesso a Tritone di conservare la
sua
immagine di Re senza macchia davanti ai suoi sudditi, avrebbe detto a
tutti
cosa lui avesse fatto.
“COME
OSI?!” Tritone
agitò i pugni chiusi verso il basso e subito un enorme onda
si alzò dal centro
del lago inondando tutti i presenti.
“Tutto
quello che ho
fatto l’ho fatto per il regno!”
Tutti
assistettero
pietrificati alla battaglia verbale tra il re e il principe, Elena
fissava
sempre più impaurita la scena, Aris non avrebbe dovuto
provocarlo così, non ne
sarebbe venuto niente di buono…
“Ho
ucciso tua
madre, è vero.” E quell’ammissione
lasciò i cacciatori e i soldati di Atlantica
completamente spiazzati.
“Ed
è stata la cosa
più difficile che abbia mai fatto, ma come sovrano non
potevo fare altrimenti,
lei voleva portarti via da me. Ed io non avrei mai permesso a nessuno
di farlo,
nemmeno al tuo insulso padre umano.”
Aris strinse
talmente forte le sbarre tra le mani che queste sbiancarono
d’un colpo, era
sconvolto, la conferma di un piccolissimo sospetto che aveva avuto era
arrivata
in maniera così diretta che a stento poteva crederci,
Tritone aveva davvero
sterminato tutta la sua famiglia.
Elena
guardò Nick e
Lara confusa e scossa, aveva creduto che suo padre fosse morto per un
tragico
incidente, non avrebbe mai ricollegato la faccenda al Re di Atlantica.
“Stai
dicendo di
aver ucciso anche mio padre?!” incalzò il rosso.
“Avrei
fatto di
tutto per non perderti Aris, tu eri il figlio maschio che avrei tanto
voluto
avere. Ho ucciso la mia stessa figlia e secondo te avrei dovuto
risparmiare un
umano per cui provavo ribrezzo?! Ti volevo Aris, volevo che fossi il
mio erede
più di qualunque altra cosa al mondo, ma adesso tutto
cambia.” Guardò le sue
gambe umane alzando nuovamente il tridente in aria.
“Come
è successo?!”
Gli gridò il ragazzo.
“Ha
importanza? Beh,
non per me.” Gli rispose. “Hai tradito la mia
fiducia e questo è molto più
grave” gli disse in tono solenne il re, quasi fosse ferito,
quasi fosse lui la
vittima in tutto quello.
“Assassino!”
Aris
era sconvolto “Sei solo un assassino!” lacrime
salate presero a scendergli
dagli occhi annebbiandogli la vista, suo padre, Eric, l’unica
persona che oltre
a sua madre l’aveva amato per quello che era, aveva pagato a
caro prezzo questo
sentimento per mano di suo nonno.
Il re parve fare
finta di non sentire “avevi tutto, fama, potere, persino
bellezza. Hai gettato
tutto in pasto agli squali per quella insulsa ragazza umana.”
Il tridente
emanò
scintille dorate, “e dov’è adesso questa
ragazza?” rise malignamente il re,
Aris strinse i pugni contro le sbarre della cella.
“Dov’è la ragazza che ha
causato tutto questo?” finse di guardarsi intorno e
ciò fece irritare il rosso
ancora di più.
Nick stava
tenendo
Elena saldamente. “Non fare sciocchezze Elena, se salti da
questa altezza morirai
sicuramente!” il ragazzo l’aveva afferrata nel
momento in cui Re Tritone
l’aveva chiamata in causa, la bionda aveva fatto due passi
avanti pronta a
saltare giù, il ragazzo doveva ammetterlo, in quel momento
lei aveva più
coraggio di chiunque altro in quella radura.
“Lasciami
Nick!
Lasciami andare!” gli gridò lei in risposta, era
rabbiosa, Re Tritone stava
minacciando Aris usando lei come arma, e non glielo avrebbe permesso!!
Il re
continuò a
parlare. “Potevi essere come me, ed invece sei stata la mia
più grande
delusione.”
“La
mia più grande
delusione è sapere che condivido una parte del mio sangue
con un assassino come
te!” Gridò Aris tra le lacrime.
“…avrei
dovuto capirlo
prima che eri solo sangue sporco”
sussurrò
poco prima di scagliare il suo attacco contro la gabbia.
Ma quelle sole
parole
ferirono Aris più della batosta che ricevette.
Elena
gridò dimenandosi
contro Nick che continuava a trattenerla disperato, Lara chiuse gli
occhi, non
poteva sopportare di rivivere la morte del padre, una serie di spari
squarciarono il silenzio nell’aria, un tentacolo gigante
schizzò fuori
dall’acqua spostando la gabbia prima che il colpo la
distruggesse.
“TU!?”
il re guardò
schiumante di rabbia la strega.
“Non
ti permetterò
di prenderti anche lui,” gridò Ursula emergendo
completamente dall’acqua. La
sua forma era immensa, grande quasi quanto Tritone ma molto
più terrificante.
“Dovrai
passare sul
mio cadavere prima” gli sorrise ghignando la strega del mare.
Le sue vere sembianze
avevano intimorito tutti i presenti, non solo i cacciatori ma persino
l’esercito del Re era trasalito non appena la sua figura era
emersa dal lago.
Ursula non possedeva tutti gli effetti speciali di Tritone ma la sua
figura da
sola incuteva abbastanza timore, il Re la guardò a denti
stretti dall’alto in
basso, sapeva che non sarebbe stata un problema ma di certo non aveva
previsto che
lei combattesse al fianco di Aris.
I tentacoli
viola si
mossero nell’aria e nell’acqua minacciosi, Ursula
si stava frapponendo tra il
re e Aris ancora imprigionato in quella struttura metallica adesso
tutta
deformata, il colpo improvviso aveva abbassato tutta
l’impalcatura dentro
l’acqua e adesso il ragazzo si ritrovava completamente
immerso nel lago.
Il re le sorrise
malignamente mentre la strega metteva al riparo il ragazzo.
“Ancora non hai
imparato da quale parte stare Ursula…”
“Sto
dalla parte di
Aris, e se Aris sta con gli umani io sto con lui.” Gli
rispose minacciosa
Il re aveva gli
occhi in fiamme dalla rabbia, guardò la strega ferma davanti
a lui, alle sue
spalle sulla terra ferma vi era un esercito di umani con pistole e armi
appuntite che avevano già scagliato contro di lui fallendo
miseramente; neppure
per un istante il dubbio della sconfitta sfiorò la sua
mente. Non ebbe il
minimo timore di poter perdere quella battaglia, avrebbe guidato il suo
esercito in capo agli oceani verso la vittoria su quei miseri bipedi,
la prima
di una lunga serie.
Con un solo
cenno
del tridente il suo esercito si scagliò sulla terra ferma
contro gli umani.
Il re
caricò il suo
tridente e lo puntò contro la strega, Ursula e Aris
sarebbero stati suoi.
“Tu e
gli umani
siete già morti.”
Dopodiché
l’ennesimo
lampo illuminò la radura.
****
Elena era
pietrificata dalla vista di quella serie di eventi appena successi,
“Ti
prego Nick, ti
supplico, liberami, devo salvarlo, lui lo
ucciderà!” era terrorizzata da talmente
tante cose che era difficile capire per che cosa avesse preso a
piangere.
Il ragazzo la
tirò
indietro verso l’interno della sporgenza, lasciarla andare
voleva dire
condannarla a morte, lì invece avevano ancora una parvenza
di sicurezza lontano
dalla battaglia.
“Elena
calmati, per
favore” cercò di parlare con tono rassicurante, ma
la bionda non voleva sentire
le sue parole, le uniche parole che voleva sentire erano quelle di Aris
e
nessun altro.
Lara giaceva
ancora
a terra troppo sconvolta e spaventata per poter fare qualsiasi cosa,
era
confusa e quando alzò gli occhi per un momento lesse la
stessa confusione negli
occhi di Nick, quando il re aveva calato il tridente contro Aris i
cacciatori
avevano fatto fuoco ma nessuno dei colpi sparati avevano scalfito la
sua
corazza o la sua pelle. Re Tritone era davvero invincibile come aveva
detto
Elena? Loro non l’avevano previsto, avevano pensato a tutto
nei minimi dettagli
ma non avevano calcolato un particolare del genere, che grosso errore
era
stato!
Lara si
tastò il
fianco e ne uscì un mazzo di chiavi, ne scelse una
apparentemente a caso e la
diede ad Elena.
“Non
ti sto facendo
alcun favore.” Le disse quella tagliando poi le funi che la
legavano. La bionda
guardò la ragazza bruna con riconoscenza.
Nick era
confuso,
“che stai facendo Lara? Non possiamo lasciarla
andare!” con una mano le afferrò
il polso che ancora brandiva il coltello. “Se va
là sotto, morirà!”
“Questa
notte
moriremo tutti ugualmente,” gli rispose lei, poi
guardò Elena dritto negli
occhi, “perciò tanto vale che tu gli dica
addio.”
Elena non
esitò un
istante, afferrò la chiave e di slanciò
abbracciò Lara in preda alle lacrime.
“Grazie”
bisbigliò.
Probabilmente
quella
ragazza aveva ragione, sarebbero morti tutti nel giro di un paio
d’ore, ma se
fosse dovuta morire, l’avrebbe fatto al fianco della persona
che amava. Non
perse un solo istante ed iniziò a scendere il più
possibile dalla rupe,
avvicinandosi alla parte d’acqua in cui la gabbia deformata
era stata spostata,
prima o poi avrebbe fatto il suo salto e pregò con tutte le
sue forze affinché
non si rompesse l’osso del collo.
Lara
girò le spalle
e prese la balestra che aveva portato con sé, non sarebbe
rimasta ferma lì con
le mani in mano mentre gli altri combattevano, avrebbe dato il suo
contributo e
sarebbe morta in battaglia proprio come tutti gli altri.
“Perché
l’hai fatto?
Credevo l’odiassi e alla fine l’hai lasciata
andare” Nick la guardò turbato.
“Perché
credo che
sia giusto dire addio alle persone che si amano prima di
morire.”
Era vero, Lara
aveva
odiato Elena profondamente ma solo adesso si rendeva conto di quanto
l’avesse
giudicata male, pensava fosse una nemica, ma non per i motivi che
credeva Nick.
Lara sapeva della missione del ragazzo di conquistare la fiducia della
bionda
con ogni mezzo possibile e ne era stata gelosa, per un periodo aveva
davvero
creduto che Nick se ne fosse addirittura innamorato ma senza ottenere
da lui
mai una conferma diretta. Il piccolo mostro della gelosia aveva
continuato a
tormentarla vedendo il castano comportarsi gentilmente nei confronti di
Elena,
ma quando l’aveva vista parlare di Aris e quando a sua volta
aveva visto Aris
parlare di lei a quel modo aveva capito che quei due si amavano
moltissimo e
che i suoi timori erano stati infondati.
Nick
rifletté per
qualche istante mentre Lara caricava la balestra, l’avrebbe
seguita anche lui
in battaglia, non si sarebbe arreso senza combattere.
La ragazza dai
capelli bruni prese un respiro profondo e si avvicinò al
ragazzo, tra qualche
momento nulla sarebbe più importato, sarebbero morti
entrambi prima dell’alba. Se
non l’avesse fatto se ne sarebbe pentita per il resto dei
suoi ultimi attimi di
vita.
Senza
più paura di
venire respinta prese il coraggio a due mani, si sporse e lo
baciò.
“Addio
Nick” furono
le sue ultime parole.
Poi
voltò le spalle
e camminò verso il precipizio, sapeva che era il modo
più veloce per
raggiungere la costa del lago, come Mezzacoda avrebbe avuto molte
più chance di
sopravvivere ad un salto del genere di un comune umano.
Camminò spedita senza
voltarsi, non voleva neppure vedere la sua espressione, era ferito? Era
sorpreso? Magari era solo disgustato da quel gesto.
Strinse la
balestra al
corpo e fece il suo salto nel vuoto.