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Autore: Jist    10/09/2017    2 recensioni
Dal capitolo uno:
"Ma quello scenario non avrà facile continuazione, poiché la fine è solo un’illusione, un miraggio che cela un infinito susseguirsi di eventi altrettanto oscuri."
Si lo so, è una vita che non mi faccio viva, ma dopo la delusione della terza serie, ho "abbandonato" temporaneamente il mondo di Huntik. Circa un mese fa mi è capitato di rivederlo tutto e la mia passione è tornata in auge. Ho dunque deciso di proporvi una mia visione sul futuro che attende i cercatori, inoltre ho notato che questo fandom si sta un po' spegnendo purtroppo. Non nascondo che mi piacerebbe ricevere vostri pareri, perciò fatevi sentire! Buona lettura.
Genere: Avventura, Introspettivo, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Zhalia, svegliati. Siamo arrivati.-
La mora sentì una mano sulla sua spalla che la toccava dolcemente, come se fosse un pezzo di cristallo.
Sicuramente agli occhi di Dante lei lo era, eccome.
Tuttavia anche lei si sentiva fragile: dopo lo scontro con la Spirale e la presunta morte del rosso, Zhalia si rese conto di aver alimentato un sentimento nascosto dentro di lei, lo stesso sentimento di smarrimento provato in seguito all'abbandono dell'Organizzazione.
La sua infanzia traballante e complessa l'aveva trascinata in un vortice di sensazoni negative, un gorgo difficile da superare, per lo meno da sola.

Zhalia dischiuse gli occhi lentamente, rivelando un sottile strato umido in essi, quasi stesse per piangere senza motivo apparente.
Si passò una mano sul viso, sfregandolo delicatamente, mentre un'altra mano continuava a far presa sul suo dorso.
Due sguardi si incontrarono e senza proferire parola, Dante cinse un fianco della donna con l'altra mano.
Fu un abbraccio più lungo del solito, non durò solamente pochi secondi, ma minuti. Il tempo si era come arrestato, lasciando la precedenza allo scorrere della vita, permettendo loro qualche istante di condivisa solitudine.
La mora chiuse gli occhi cercando di mandare via quella membrana liquida che le opacizzava la vista.
A staccarsi fu lui, però senza mai perdere il contatto visivo, non riuscendo a desistere allo sguardo di lei.
- Allora andiamo?- Fece il rosso colmando quel silenzio.
Zhalia afferrò il suo olotomo e lo mise in una borsa e fece un cenno di consenso.
Non riusciva ancora a parlare, si chiese se ciò fosse causato dal fatto che si era appena destata, oppure dal motivo più ovvio, Dante.

Stranamente era una giornata prova di nuvole e le strade di Londra pullulavano di persone: è affascinante la vita alle prime luci dell'alba, si conosce un modo che spesso è celato dalla nebbiosa notte.
Persone intente ad acciuffare la metropolitana in tempo, uomini seduti fuori dai bar che si gustano una veloce colazione e ancora, figure che vagano senza una chiara meta e donne mattutine che pascolano i loro cani nei parchi vicini.
La fauna umana è in costante movimento, come ingranaggi inarrestabili, tutti con uno scopo in testa.
Anche i due cercatori camminavano tra la gente come se nulla fosse, poichè anche loro non erano diversi dagli altri, bensì semplici e comuni individui con un fine chiaro.
Facendosi largo tra la marea di persone, Zhalia e Dante raggiunsero la biblioteca della fondazione, dove libri aspettavano di essere letti, dove scoperte ed ideali andavano spolverati.
- Ci sono un sacco di volumi! Da quali iniziamo?-
La mora passeggiò tra corridoi di scaffali e finalmente trovò lo spazio dedicato a miti e leggende, dove manuali da copertine suggestive la richiamavano attraendola.
Zhalia amava i libri, amava tenerli in mano, annusare le pagine e perchè no, tagliarsi con la carta; i libri sono stati sempre al suo fianco, la facevano sentire viva anche in brutte situazioni, poichè poteva abbandonare l'ardua vita per immergersi in storie magiche, sopportabili.
- Qui ci sono dei volumi sulle divinità della mitologia norrena.- Dante richiamò l'attenzione della compagna.
- Fammi dare un'occhiata.- Disse afferrando il libro che il rosso custodiva in mano.
- Immagino si riveleranno utili.- Affermò infine.
Dopo una dozzina di minuti i due uscirono da quel paradiso letterario, per tornare a mischiarsi tra la folla.
Zhalia sospirò, poichè sapeva che presto le loro strade si sarebbero divise e in quell'istante lasciare Dante era l'ultima cosa che voleva.
Lui le afferrò la mano e ricevette uno sguardo un po' confuso, ma grato da parte della donna.
Sembrava l'unico in grado di far apparire la realtà più tollerabile, l'unica storia da leggere rimanendo ancorata al mondo reale, un'esistenza fatta di pagine e capitoli immaginari, di cui non si tiene il conto.
E tra la nebbia alzatasi in quella tersa mattina, due figure si dirigevano all'aereoporto della Fondazione, senza mai lasicare andare la presa delle loro mani.

 
   
 
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