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Autore: Mizu Ryu    11/09/2017    0 recensioni
La storia inizia 18 anni dopo dalla storia precedente (I Custodi della Vita II-Over the Heaven), ma se anche è un sequel si può leggere come storia a sè.
Sono passati quasi vent'anni da quando Michael e Lucifer sono precipitati all'Inferno.
Un giorno, Gianluca incontrò un ragazzo con la stessa collana dell'amico; era quasi certo che fosse lui.
Il ragazzo si chiamava Mario però non sapeva che grazie a quella collana il suo destino cambierà...
Ecco a voi l'inizio del terzo ed ultimo arco narrativo de "I Custodi della Vita"
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Allora sei sicuro di voler andare? D’altronde non dai nessun impiccio.» disse l’uomo a Mario.
«Sono sicuro, grazie che vi siete presi cura di me fino ad ora.» rispose il ragazzo inchinandosi mentre i suoi lunghi capelli biondi e ricci seguirono quel gesto.
La madre lo abbracciò per non fargli vedere le sue lacrime.
«Anche se sono tua madre adottiva, per me sei stato come un figlio che ho partorito.» gli sussurrò la madre.
Il biondo fece un sorriso e la baciò sulla guancia.
«Per me sarete sempre i miei genitori. - disse - Vi sarò sempre grati che mi avete allevato.» rispose Mario.
«In questa casa ci sarà sempre un tetto dove ti potrai rifuggiare.» disse il padre adottivo.
Il giovane gli sorrise e si allontanò per sempre da quella casa in cui aveva vissuto.
Mario era un orfano che fu affidato alla famiglia Caruso all’età di 2 anni, non è mai stato un ragazzo molto socievole però sapeva stare con le persone; è stato sempre molto portato a scuola e, quando la ebbe finita ed ebbe compiuto 20 anni, decise di andare via di casa per vivere la propria vita.
«Ora dove vado?…» sbuffò tra se e se il ragazzo fermandosi su una panchina del bus.
Uscì il rubino dalla camicia e lo fissò.
Quando vorrai sapere qualcosa su quella collana fai una preghiera all’Arcangelo Gabriel.
Quella frase detta da quell’estraneo due anni fa gli balenò in testa.
Mario prese lo smartphone e cercò la preghiera.
«O glorioso Arcangelo San Gabriele, io condivido la gioia che provasti nel recarti quale celeste Messaggero a Maria, ammiro il rispetto con cui ti presentasti a lei, la devozione con cui la salutasti, l'amore con cui, primo fra gli Angeli, adorasti il Verbo Incarnato nel suo seno e ti prego di ottenermi di ripetere con gli stessi tuoi sentimenti il saluto che allora rivolgesti a Maria e di offrire con lo stesso amore gli ossequi che allora presentasti al Verbo fatto Uomo, con la recita del Santo Rosario e dell'Angelus Domini. Amen.» sussurrò il ragazzo recitando la preghiera.
Tutto intorno a lui si fece bianco.
«C-Che cosa succede!» esclamò alzandosi ed impaurito.
Fu questione di pochi secondi quando il ragazzo riuscì a vedere qualcosa.
Mario riaprì gli occhi e vide che era un posto semplice con un cielo dipinto di un azzurro puro, guardò a terra e vide che poggiava i piedi su delle nuvole; anche se era spaventato non riusciva ad esprimerlo pienamente, quel posto gli portava quiete nel suo cuore.
«Sembra come se tutti i pesi della vita siano scomparsi.» sussurrò il ragazzo guardandosi le mani.
Le apriva e le chiudeva, voleva capire se era un sogno o se era tutto reale… oppure la cosa peggiore… che era morto.
«Eccoti…» disse una voce.
Il biondo si guardò intorno per vedere chi era, ma non vedeva nessuno e non sentiva nessun passo.
«D-Dove sei?!» domandò balbuzientemente il ragazzo.
«Guarda in alto.» rispose la voce facendo una risatina.
Mario alzò lo sguardo e lo vide, non riuscì a vedere bene per via del sole dietro ma vedeva.
Era un umano con grandi ali…
«Sei un Angelo…» sussurrò meravigliato il giovane, mentre l’ Arcangelo atterrava.
«Più precisamente sono un Arcangelo.» corresse l’essere angelico.
Aveva lunghi capelli dorati, indossava un’armatura che gli proteggeva solo il tronco, spalle ed avambracci color argento con i bordi color glicine; dalle spalle partiva un lungo mantello verde; dalla vita gli scivolava una soffice e lunga toga blu alice ed infine aveva grandi ali color smeraldo.
«T-Tu chi sei?» domandò il ragazzo allibito più che mai.
«Sono colui in cui dimora lo Spirito Santo: sono l’Arcangelo Gabriel.» rispose lo spirito angelico.
Il ragazzo lo squadrò bene finché non assimilò quelle parole.
«A-Allora vuol dire… c-che… che sono morto?!» domandò con sgomento.
In un primo momento l’Arcangelo rise per poi ritornare serio.
«No, vuol dire che tu sei la reincarnazione di un Arcangelo. – rispose indicandogli la collana – E quella è la risposta.»
Mario prese l’accessorio e lo fissò.
«Sicuro? Io l’ho da quando sono nato.» rispose l’umano; Gabriel non disse nulla e, con un cenno di capo, gli ordinò di seguirlo.
Arrivarono davanti una porta di legno dipinta di bianco con degli epigrafi in oro, Mario ci passò sopra il dito.
«C’è scritto-»
«”Paratus ad animas suscipiedas” significa “Pronto a ricevere le anime”.» disse il ragazzo interrompendolo.
«Vedo che sai il latino.» appuntò l'Arcangelo facendo un sorrisino.
«Mi sono diplomato in un liceo classico col massimo dei voti, anche in pagella avevo il massimo.» rispose il ragazzo.
«Ora prendi il rubino della tua collana, alzalo al cielo e dí “Paratus ad animas suscipiedas!”; così ti trasformerai anche tu in un Arcangelo.» disse Gabriel.
In un primo momento Mario guardò l'Arcangelo pensando se era serio, ma poi si mise a ridere pensando che era tutto un sogno.
«Ahahahahah ora ne sono certo mi sarò addormentato prima di uscire da casa!» disse ridendo il ragazzo.
«Allora maggior ragione di provare oh Custode della Vita.» rispose a tono Gabriel.
«Custode della Vita?» fece da eco l’umano.
«I Custodi della Vita sono i sette Arcangeli che proteggono il prezioso gioiello che è la vita.» rispose l’essere angelico.
«Ed io sarei uno di loro?»
«Si.»
«E che Arcangelo dovrei essere?» domandò Mario.
«Trasformati e vedrai.» rispose Gabriel facendo un mezzo sorriso.
L’umano guardò la gemma preziosa, la fissò per svariati secondi.
Alla fine era in un sogno che gli poteva mai succedere?
Fece spallucce, si levò la collana e la alzò.
«Paratus ad animas suscipiedas!» esclamò il ragazzo.
Diversi fasci di luci lo inondarono trasformandolo completamente.
«WOOOOOW!» disse allibito Mario ormai trasformato in Arcangelo.
Non aveva più i propri vestiti, ma una luccicante armatura dorata con i bordi scarlatti che sembravano un intreccio di steli di rose, lasciava i bicipiti e le cosce scoperti, ma quest’ultimi vennero ricoperti da un pezzo di stoffa color rosso carmino.
«Ora sei l’Arcangelo Michael… credi ancora che sia un sogno?» domandò Gabriel mentre il giovane Michael si scrutava attentamente.
Quest’ultimo scosse la testa ed a quel gesto il primo aprì la porta.
I due entrarono e videro altri cinque Arcangeli in cerchio che parlavano.
Erano tutti lì… Raphael, Uriel, Sealtiel, Jaudiel e Barachiel; i cinque Arcangeli rimanenti erano lì a parlare di qualcosa.
«Rieccomi ragazzi!» esclamò Gabriel aggiungendosi agli altri.
Appena sentirono quella voce il brusio delle loro voci si fermò per dar spazio a del chiasso allegro.
«Chi è lui?» domandò Jaudiel facendo fermare quell’allegria.
«Ehm… - disse Gabriel mettendosi di fianco al nuovo Arcangelo – ecco… qualche mese fa incontrai questo giovanotto e… ed è il nuovo Michael.» disse balbuzientemente il biondo mettendo una mano dietro al nuovo arrivato.
«COOOOOSA?!» domandarono i sei in coro (era compreso anche Michael).
«S-Sono l’Arcangelo Michael?!» continuò a domandare il nuovo Michael visto che poco prima non aveva sentito le parole dell’Arcangelo.
«Ragazzi calmatevi… - cercò di dire Gabriel mettendosi le mani di davanti – lui aveva la sua collana e l’età combacia.» spiegò l’Arcangelo.
«Che vuoi dire?» domandò il giovane Michael.
«Beh alla fine combacia.» disse Sealtiel non facendo caso alla domanda di prima.
«E poi il suo nome è Mario, vero?» domandò il biondo guardando il giovane.
«S-Si, mi chiamo Mario-»
«Non mi importa, per me non sostituirà lui. – disse, quasi furibondo, Uriel avanzando – Per me potrà realmente essere il nuovo Michael, ma io non lo accetterò mai, per me esiste soltanto un Michael e quello non sei tu!» esclamò quello con i capelli color antracite mettendosi di fronte al nuovo arrivato.
Michael era intimorito da quell’Arcangelo, si sentì piccolo come una formica di fronte ad un enorme balenottera azzurra. Allorché Uriel spalancò le sue lunghe ali dorate e volò in alto sperdendosi nel cielo.
«Uff che bel caratterino che ha Uriel.» disse Gabriel mettendo una mano sulla spalla del ragazzo.
«Lascialo stare, è un Arcangelo burbero. – disse Barachiel il più bello di tutti gli Arcangeli – Comunque piacere, sono Barachiel.» si presentò il moro.
«I-Il piacere è tutto mio...» rispose Mario con un pò di timidezza.
«Io sono Sealtiel!» esclamò Sealtiel alzando la mano.
«Ed io sono Jaudiel...» si presentò cercando di sorridere.
«Benvenuto nel gruppo; io sono l'Arcangelo della medicina, sono Raphael» disse quello con i capelli bianchi presentandosi.
«…e quello che se ne è andato è Uriel.» finì di dire Gabriel.
Continuarono a parlare finché pian piano se ne andarono tutti facendo rimanere soli Gabriel e Michael.
«Non devi andare a casa?» domandò Gabriel guardando il ragazzo.
«Ma che ore sono?»
«Le 20 circa…» rispose l’Arcangelo.
«Posso dormire qua? Sono appena andato via di casa.» rispose l’altro.
«Vediamo… - disse Gabriel pensandoci su –puoi stare nella mia vecchia casa.» propose.
«Perché un Arcangelo dovrebbe avere una casa sulla terra?» domandò perplesso Michael.
«Uffa le solite domande... "Perchè viviamo?", "Qual è il significato della vita?", "L'universo è realmente infinito?" - disse ironico l'Arcangelo - Comunque, noi non siamo stati sempre Arcangeli, all’inizio eravamo dei semplici ragazzi come te… anzi… - disse il biondo e dei ricordi gli iniziarono a fiorargli nella mente – eravamo più piccoli di te, ancora dovevamo fare gli esami quando ci siamo trasformati per la prima volta… perciò ho una casa.» disse ritornando in se.
«Allora andiamoci…» dice Michael annuendo.
 
«Sarà un po’ impolverata.» disse Gianluca entrando nell’appartamento.
Mario lo seguì e rimase allibito da quella visione, era un po’ più piccola della casa in cui aveva abitato fino a qualche ora fa, ma era davvero stupenda.
«E ci abitavi da solo?» domandò il ragazzo chiudendosi la porta alle spalle.
«Si, perché?»
«Sembri uno disordinato.» rispose francamente Mario.
Gianluca lo guardò come se si sentisse preso in giro, Mario divenne rosso dall’imbarazzo e si scusò.
Gianluca gli fece vedere tutta la casa, gli disse alcune regole del condominio e se ne andò lasciando il nuovo Arcangelo nella sua nuova abitazione… anzi, nella sua nuova vita.
 
 
 
 
 
 
ANGOLO AUTORE 
Ciao ragazzi!!!!! 
Eccomi con il primo capitolo (sepur in ritardo, ho avuto dei problemi ieri), comunque, come vi è sembrato? Vi ho incuriosito un pò? Spero di sì xD
Bhè come avrete capito in questo nuovo arco narrattivo il protagonista è il "nuovo Michael" di nome Mario (Mario... Marco... insomma non mi allontano con i nomi infatti cambiano solo 2 lettere xD) che quasi tutti lo hanno accettato, tranne Uriel.
Per chi lo volesse sapere l'ho fatto reagire così perchè in passato mi hanno detto che shippavano Marco (Michael) con Ulysses (Uriel) e, quando hanno letto il finale del secondo arco narrattivo mi hanno detto che ci sono rimasti male perciò ho rimediato xD
Comunque, bando alle ciance, spero che vi sia piaciuto e che mi perdoniate gli errori di grammatica o di battitura ^^
Se volete lasciate qualche recenzione ^-^

XOXOXO MIZU RYU
   
 
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