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Autore: Dioni    14/09/2017    1 recensioni
Giappone,sengoku jidai,mentre il paese del sol levante percorre il suo periodo più caotico,un giovane yokai vive la sua vita,inconsapevole che la sua esistenza sarà turbata dall'arrivo di un nuovo nemico,più forte e temibile di quanto lo siano stati i suoi nemici precedenti,ma in suo aiuto interverrà un umano molto particolare,proveniente da una terra lontana.
Tra intrighi e battaglie,personaggi famosi e luoghi dimenticati,una storia prende vita,una storia dove niente e quello che sembra e che alcuni segreti e meglio che rimangano tali.
Buona lettura.
(crossover Inuyasha/Assassin's Creed.)
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattinata per Sesshomaru era stata costellata solo da insuccessi e pessime notizie,prima era stato colpito,per l'ennesima volta,da un maestro assassino,poi gli era stato detto che in realtà Akira probabilmente non era chi sembrava e per di più gli era stato rivelato che possedeva la connessione,qualunque cosa fosse lui la possedeva...e che un giorno avrebbe potuto ucciderlo.

Se il buongiorno si vedeva dal mattino,il suo era stato decisemente brutto e come se non bastasse doveva vedersi con Ezio nel pomeriggio,cosa aveva fatto di così brutto per meritarsi tutto questo?

Era giunto alla soglia della casa del libro che poco prima di superare luscio gli tornarono alla mente le precedenti parole di Yuki,calme come un ruscello,profonde come gli abissi del mare,il cui segno era marchiato più in profondità di una cicatrice,certamente non avrebbe mai ammesso che lei potesse aver ragione,ma non poteva nascondere che tutto ciò che gli aveva detto quella donna non lo avesse preso alla sprovvista,cosa che da un pò gli capitava frequentemente.

E quel suo sfogo di rabbia,ora si pentiva di essersi comportato in quel modo,lui non voleva mostrarsi così,non in quel modo,non in quella maniera,ma era da giorni che aveva accumolato solo rabbia e frustrazione,poi altra rabbia e altra frustrazione e ancora e ancora e ancora,fino a che quelle emozione,quei sentimenti,si erano accumolati a tal punto da far uscire tutto e con forza massiccia,come un vulcano dormiente che all'improvviso esplode in tutta la sua potenza,pura,caotica ed improvvisa.

Non poteva negare a se stesso che quello sfogo non gli avesse fatto bene,alla fine era esploso,ma forse sarebbe stata solo questione di tempo,già il giorno prima con Toran aveva dato segni di cedimento,ma più tardi verso sera si era calmato,forse il parlare con lei lo faceva star bene,in fin dei conti lui l'aveva sempre vista come una donna combattiva,energica,insomma si sentiva a suo agio,in fondo era stata l'unica persona all'infuori di lui ad essere rimasta invischiata in questa storia,forse era una delle poche creature al mondo che non riteneva un totale spreco di tempo,non sapeva dire se la sua fosse una simpatia per la pantera,ma se non altro condividevano un interazione sociale,per di più sotto lo stesso tetto,non male per un cane solitario come lui.

Con questi pensieri nella testa uscì dal locale diretto verso la sua casupola,ora la gente del posto sembrava essere aumentata tutta d'un tratto,gente che andava e gente che veniva,subito ci si gettò dentro,di mala voglia,ma la tentazione di andarsene da li era veramente forte e quindi,col cappuccio in testa e lo sguardo basso,si mescolò anche lui al resto della folla.

Negozi,negozietti e bancarelle avevano aperto da poco che già cominciavano a chiamare,o urlare a seconda del tipo di venditore,i probabili clienti della giornata,voci,suoni e rumori che si mescolavano,in modo confuso e disorganizzato,caos variegato,vario e difficile da sopportare.

Si destreggiava come poteva in quel fiume di persone che andavano da una parte e si dirigevano in un altra,corpi su corpi che si scontravano frettolosamente,come formiche che avanzano con vorace fretta,a lui tutto questo dava solo fastidio,per tanto pensava solo a come agevolare il suo percorso,senza dare troppo nell'occhio.

Il suo corpo magro ed allenato lo aiutava a spostarsi nei punti in cui le persone lasciavano uno spazio,un singolo spiraglio che lui subito ci si spostava dentro,per poi andare avanti sempre nello stesso modo,con agilità e tempismo.

Ma dopo qualche minuto cominciò ad abituarsi a quel via vai di gente cambiando di conseguenza i suoi movimenti,anzi chè cercare un punto vuoto nella folla gli venne in mente,chissà per quale motivo,il moto di un fiume,i cui pesci all'interno si muovevano in modo disorganizzato,ma in tutto ciò; non potè non notare un ordine ben preciso nelle similitudini di tutta quella marmaglia,tutti si comportavano allo stesso modo, con piccole differenze,ma tutto li acquistòun senso nel nuovo pensiero che l'inuyokai si era fatto.

Questa volta non si sarebbe fatto strada con la sola agilità,avrebbe seguito la corrente.

Invece di farsi strada attraverso le persone che venivano nella sua stessa direzione,optò per la situazione opposta,sfruttare il passaggio che le persone di fronte a lui gli avrebbero agevolato il percorso,certamente avrebbe potuto saltar via dalla folla come nulla fosse,ma a lui non piaceva attirare l'attenzione,non gli piaceva avere gli occhi di qualcuno puntati sulla sua schiena,tanto valeva stare calmi,di emozioni quella mattina ne aveva più che a sufficienza.

Dopo un pò i suoi movimenti in quegli spazi angusti erano migliorati,in quel momento però,gli venne in mente un episodio avvenuto il giorno prima,i movimenti di Ezio all'interno della folla,sembravano così precisi,rapidi,una lama nella folla,come gli aveva detto il maestro assassino.

E nel ripensare a quell'episodio cominciò a nutrire un sospetto riguardo a quello che stava facendo lui adesso,diede una breve occhiata al suo modo di spostarsi in mezzo a tutte quella gente,e la cosa lo preoccupò.

Se i suoi sospetti erano veri e quella storia sulla connessione fosse altrettanto reale,allora voleva dire che quello che stava facendo non era stata un intuizione nata sul momento,ma più semplicemente un blanda imitazione di Ezio,era solo un sospetto,un piccolo dubbio,eppure non poteva non accorgersi di quello che stava facendo nella folla,stava imitando gli stessi movimenti di Ezio,la cosa preoccupante e ci stava riuscendo veramente bene.

Dopo una decina di minuti riuscì a tornare al suo alloggio,aprì la porta e ci si buttò dentro nel minor tempo possibile,per poi richiuderla e isolarsi dal mondo,era successo così,senza il che ben che minimo preavviso,certo preoccuparsi di una simile cosa sembreva certamente una stupidaggine.

Ma se da una parte sentiva di preoccuparsi troppo,dall'altra credeva che la connessione fosse la vera causa di alcuni movimenti,azioni involontarie della quale lui no aveva il ben che minimo controllo,ma come si poteva spiegare il tutto? E perché mai si manifestavano solo in determinati momenti?

Più ci pensava e più gli si contorceva la mente,se era vero che ogni azione,ogni mossa,ogni movimento legato con quegli incappucciati,era dovuto ad un qualche collegamento tra lui e la setta degli assassini.

E se la sua supposizione era esatta c'era un solo elemento in comune tra lui e la manifestazione di quei comportamenti.

Ora che era giunto alla soluzione del suo nuovo dubbio,potè rilassarsi notando solo un attimo dopo che la pantera non era nella piccola casetta,tanto meglio,almeno non avrebbe dovuto spiegare quello che avrebbe fatto dopo.

Si poggiò contro il muro,posizionandosi sotto la finestra così che la luce del sole non potesse dargli fastidio,appena si mise comodo cercò subito di contattare il probabile responsabile del suo nuovo problema.

- Tu lo sapevi,vero?

Disse Sesshomaru tutto d'un tratto,con nessuno che lo stesse ascoltando...apparentemente.

- Si,mi stupisco che tu ci sia arrivato tanto in fretta.

- Non'è stato difficile,la tua comparsa coincide esattamente con i cambiamenti che sto subendo,compresa la guarigione rallentata e le strane cose che mi succedono quando dormo,per tanto voglio entrare nella mia testa e parlare direttamente con te.

- Non posso farlo.

- Perchè no? infondo sei tu che vivi dentro di me.

- Tu non capisci,non posso farlo perchè non'è una cosa che decido io.

- Spiegati meglio.

- Io sono un ospite all'interno della tua mente,sono solo un osservatore degli eventi e solo quando realmente necessario posso intervenire in tuo aiuto,posso farti da guida,ma per tutto il resto,sei da solo.

Lo yokai appoggiò la nuca contro il muro,chiuse gli occhi ed infine sbuffò dalle narici,era stanco,per la prima volta in tutta la sua vita sentì il bisogno di aggrapparsi a qualcosa,qualcosa che lo salvasse da tutto quello,un arpiglio,un appoggio,un ancora che lo aiutasse a non andare alla deriva.

Sentiva che il mondo intero si stava scagliando contro di lui,troppo cose da sopportare tutte d'un colpo,troppa tensione da dover trattenere,doveva trovare un pò di pace,doveva trovare un angolo di mondo che fosso solo il suo,quel qualcosa che forse cercava già da lungo tempo,da prima anche ancora che questa storia ebbe inizio.

Ma proprio mentre il suo quotidiano distacco dal mondo era iniziato,sentì qualcuno che aprì la porta,era Toran.

Per un brevissimo istante lei entrò con sguardo distratto,come se la sua attenzione fosse da un altra parte,quasi avesse la testa fra le nuvole,subito dopo si accorse della presenza del suo compagno di stanza,sempre se così si potesse definire.

- Sesshomaru,pensavo fossi andato ad allenarti con l'umano,è successo qualcosa?

- Ho finito prima,più tardi ricomincio.

- Ah capisco,senti,stavo giusto andando ad allenarmi,so che c'è un fiume più a valle dove sembra non ci vada nessuno,mi farebbe comodo un compagno di allenamento,quindi se vuoi venire....

- Va bene.

Toran si sentì presa alla sprovvista,sicuramente si sarebbe aspettata un rifiuto,conoscendolo bene avrebbe potuto prenderla di forza e cacciarla via come un gatto randagio,eppure aveva acconsetito alla sua richiesta,una piccola,semplice,insignificante richiesta.

- Davvero?

- Ovunque e meglio di questo posto,se non altro da come l'hai descritto sembrava un luogo tranquillo.

- Beh veramente non ci sono mai stata,ma penso di si.

- Allora fai strada.

E detto ciò lo yokai si alzò,nella speranza che allontanarsi da quel villaggio di matti,dove alcune persone portavano un cappuccio in testa mentre tutto ciò che avevano di cui parlare riguardavano storie su fantasiose connessioni,civiltà dimenticate e tutte le altre fesserie che gli avrebbero rifilato d'ora in avanti.

Ma in cuor suo sapeva che allontanarsi da li,anche se per breve tempo,gli avrebbe fatto bene,poichè si stava per distanziare da cose che in quel momento non capiva e che forse,aveva timore di capire.

Dopo un oretta buona di cammino i due continuarono per la loro strada,buona parte del loro percorso passava per la foresta,cosa che che a lui non dispiaceva poi molto,l'assenza di persone che vanno e che vengono,i suoni del bosco e i versi degli animali in sottofondo,la quiete che si percepiva tutt'attorno,cos'altro si poteva desiderare?

Li,lontano dal caos del villaggio,lontano dai problemi che da tempo lo affliggevano,lontano da tutto e da tutti,tutti tranne lei,era curioso come già da subito avesse dovuto rifiutare la proposta di accompagnarla fin li.

Ma nel pronfondo della sua coscenza sentiva che seguirla era la cosa giusta da fare,non sapeva perché;,l'averla vicino a se,non lo infastidiva,di certo la cosa non lo divertiva,ma non poteva dire di star male con lei accanto,passeggiavano,l'uno accanto all'altra,nessuno dei due parlava,si scambiavano qualche sguardo di sfuggita,lei con i suoi occhi azzurri che ogni tanto sbirciava il dorato e rigido sguardo di lui.

Non che lui ogni tanto non ricambiasse la cosa,poche volte,seppur di sfuggita,le aveva dato qualche rapida occhiata,per poi tornare con lo sguardo verso la sua direzione,il loro sembrava quasi un gioco,ma se da una parte lei controllava che la seguisse,dall'altra lui sembrava solo voler capire dove diavolo lo stesse portando,ma tutto sommato era meglio trovarsi a girovagare in mezzo al verde,piuttosto che star chiuso in quella casa a rimuginare su problemi che lo tormentavano,come uno sciame di zanzare che si accanisce su un vittima di passaggio.

- Posso farti una domanda?

Chiese Toran di punto in bianco.

- Se proprio devi.

- Non ti sembra strano? cioè,me e te,insomma,c'è stato un tempo in cui abbiamo cercato di ucciderci a vicenda,mentre adesso dormiamo sotto lo stesso,sai,ogni tanto ripenso a quella notte,in cui vendicasti i miei fratelli,uccidendo il nostro signore e subito dopo riportandoli alla vita.

- Uccisi il tuo signore solo per concludere quella storia assurda sulla vendetta delle pantere,per quanto riguarda i tuoi fratelli non accettavo il modo in cui erano morti,la mia non'è stata pietà,semplicemente non accettavo l'idea che fossero morti in un modo così vile e senza ritegno,un comandante in capo non dovrebbe uccidere i suoi seguaci,sopratutto se questi lo servono lealmente.

- Non ti facevo così premuroso.

- E io non ti facevo così chiacchierona.

Toran osservò il suo accompagnatore con sguardo cagnesco,quasi fosse offesa da quella risposta,ma tutto sommato sapeva che quello era il suo carattere,il suo modo di esprimersi,diretto e senza troppi giri di parole,ma poteva biasimarlo? Infondo i loro clan si erano combattuti per secoli e adesso pretendeva di averci un contatto diretto come se nulla fosse?

A pensarci bene era stata un pò precipitosa con lui,ma d'altro canto lui non era la creatura più sociale di questo mondo,Sesshomaru aveva l'emotività di un sasso,e le rare volete che cambiava espressione era solitamente per rabbia,cosa che ultimamente gli veniva abbastanza spesso.

Per tanto,data la situazione e rancori ormai passati,la ragazza cercò ancora una volta di parlargli.

- Quello che sto cercando di dirti,beh...ecco io....grazie,per quello che hai fatto.

Lui girò la testa da tutt'altra parte,quasi sembrasse disinteressato alla questione,lei in risposta abbassò lo sguardo,si sentì così stupida nell'aver rivelato quel suo pensiero ad uomo così insensibile,solitario e scontroso,proprio non sapeva spiegarsi perchè glielo voleva dire.

- Prego.

Non riusciva a credere alle sue orecchie,alzò la testa posando il suo sguardo sulla sua chioma argentata,non riuscì a vederlo in volto,ma in quel momento seppe per certo,che non era disiteressato a quello che lei che gli aveva detto,quella di Sesshomaru fu una risposta breve,eppure le aveva risposto,piccole soddisfazioni,piccole,ma intense.

A quel pensiero,sulle labbra di Toran comparve un sorriso,ma fu subito dopo che arrivò la notizia più bella,all'inizio si sentì leggermente,poi via via che si avvicinavano il rumore si fece più forte,era lui,l'avevano trovato.

Ci misero poco a superare gli ultimi alberi e gli arbusti che crescevano selvatici in quella zona,ed infine lo videro,il fiume,ampio,lungo e circondato da una natura incontaminata,mentre le montagne facievano da sfondo,completando quello che sembrava ai loro occhi uno spettacolo degno di nota.

- Guarda,che meraviglia,allora che ne pensi?

- Non'è male,almeno siamo lontano da tutti quegli umani,sanno fare solo chiasso,se non altro qui c'è un pò di quiete.

- Hai ragione,ci voleva un pò di pace.

- Concordo,quindi,iniziamo con l'allenamento?

- No,o meglio,non subito,primo ho bisogno di provare alcune cose,tu intanto dovresti riposarti,visto che ti sei già allenato con gli assassini ed oggi ti allenerai ancora,penso che per ora dovresti riposare,quando ho bisogno di chiamo.

Sesshomaru era rimasto quasi di stucco nel sentire Toran fare certe insinuazioni,lui stanco? Di certo dove ammettere che la sua precedente visita alla casa del libro lo aveva leggermente distrutto,ma tutto sommato si era ripreso dal colpo ricevuto da Yuki,ma tutto sommato gli ci voleva un momento di pigrizia.

Senza dir nulla si appoggiò ad uno dei tanti alberi presenti alla riva e ci si appoggiò,finalmente un momento di completo ristoro,allungò le gambe e poggiò la nuca al tronco,ora si che poteva dirsi in pace col mondo,ma sopratutto con se stesso.

Era questo ciò che cercava da un pò di tempo,quiete,pace e quiete,pace del corpo,pace dei sensi,riposare lontano da tutto il resto,ma proprio quando sentì il bisogno di chiudere gli occhi,si fermò sull'immagine di lei.

La pantera si era tolta gli stivalli e aveva legato la parte inferiore della veste usando i due lembi come nodo provvisorio,scoprendo la parte che andava da i piedi al ginocchio,le sue gambe sembravano lisce come seta,eppura era impossibile non notare una parvenza di muscoli,polpacci abituati a correre per miglia e miglia se necessario.

Poi Toran cominciò a chiudere gli occhi e subito dopo le sue mani cominciarono ad eseguire movimenti lenti,in senso circolatorio,mentre al contempo le dita si muovevano delicatamente,quasi stessero suonando uno strumento a corda,ma era ciò che scaturiva da i suoi movimenti era la cosa più impressionante.

Dall'acqua vennero fuori dei sottili fili d'acqua,ognuno corrisponndente a un dito alla quale si andò ad unire su ogni polpastrello,subito dopo ogni filo si ghiacciò restando così attaccati ad ogni estremità,poi,all'improvviso,tirò con forza verso di se allungando ulteriormente i fili e mentre tutto ciò accadeva,le pietre che sporgevano fuori dall'acqua si scontrarono coi fili,venendo così tagliate come se fossero erba.

Sesshomaru non lo diede a vedere,eppure era rimasto impressionato dall'abilità di lei di poter manipolare in quel modo un elemento tanto sfuggente instabile come l'acqua,la cui struttura era indefinibile,strana cosa l'acqua,pur non avendo una forma propria,nelle giuste mani poteva rivelarsi uno strumento più che pericoloso.

Subito dopo Toran fece cadere i fili passando così al prossimo trucco da mostrare a Sesshomaru,del tutto differente dallo spettacolo precedente.

Prima portò le mani verso l'alto,le chiuse a pugno ed infine li battè entrambi contrò l'acqua più forte che potè,ne scaturì uno spesso muro di ghiaccio che bloccava lo scorrere del fiume,ma appena tolse i pugni dall'acqua il muro cedette,tornando a far scorrere l'acqua normalmente.

- Allora Sesshomaru,che ne pensi?

Il cane da parte sua non si emozionò più di tanto,ma dal suo sguardo si poteva intuire che la cosa lo aveva soddisfatto,eppure aveva anche quell'espressione in volto di chi sta a pensare qualcosa.

- Interessante non c'è che dire,però adesso mi sorge un dubbio,durante il nostro scontro...

- So cosa mi stai per chiedere...è la risposta e no,quello che hai visto adesso è il massimo delle mie capacità,in questo stesso momento sto cominciando a perdere le energie,finchè posso fare qualcosa di semplice come una punta o un sottile strato di ghiaccio su un terreno solido o sul letto di un fiume non ho problemi,ma è quando devo modellare il ghiaccio a seconda dei miei desideri non'è così facile,devo tenere a mente la forma che voglio,il modo in cui intendo usarlo,quanto tempo riesco a tenerlo in quello stato,non'è facile,te lo garantisco.

Sesshomaru rimase interdettò per un pò,per quanto la cosa gli desse da pensare,ora n'è aveva la conferma,aveva usato tutte le sue energie per combatterlo al meglio,certo,alla fine era risultato lui come vincitore,eppure non poteva ignorare il modo in cui aveva cercato di tenergli testa,il modo in cui aveva sfruttato il suo vanataggio e il suo elemento naturale al massimo delle sue capacità.

Ora poteva confermarlo a se stesso,quella donna meritava il suo rispetto,un rispetto che forse non gli aveva mai fatto notare,era stata una dei suoi pochi avversari ad avergli tenuto testa.

- Non n'è dubito,però adesso riposati,lo noterebbe anche un cieco che sei stremata.

Toran uscì dal fiume e slacciò la veste,facendola tornare com'era in origine,tutta via non si rimise gli stivaletti,camminando sulla riva del fiume a piedi nudi,per poi raggiungiere Sesshomaru e poggiandosi al suo stesso albero.

L'inuyokai rimase immobile,però il fatto che la pantera gli stesse così vicino lo faceva sentire strano,non era sua abitudine condividere i suoi spazi personali con qualcuno,apparte Rin o in rare occasioni anche Jaken,ma apparte loro due nessun'altro,lui era un tipo piuttosto riservato,amava i suoi spazi e non tollerava che qualcuno potesse oltrepassare i confini che lui stabiliva.

L'espressione sul volto di lui cambiò da inespressivo a leggermente infastidito,la guardò con sguardo tagliente,ma apparte quello nulla di più,Toran invece si sentiva a suo agio con lui,infondo era l'unica persona che conosceva tra tutti quei tipi strani,non che Sesshomaru fosse un campione di cordialità,ma almeno era qualcuno di cui si poteva fidare,era lontana dal suo clan,dalla sua famiglia e da tutto ciò che la riguardava,l'unica cosa che si collegasse a lei era lui.

Che ironia,tanto tempo sprecato per uccidersi l'un l'altro,solo per poi ritrovarsi li,vicino a quel fiume a un oretta buona da quel villaggio di matti coi cappucci bianchi.

- Con tutto lo spazio che avevi a disposizione,ti dovevi mettere proprio qui?

- Vedo che qualcuno e geloso dei propri spazi e poi lo sai che non mi fai alcuna impressione,dico bene?

Disse lei in tono quasi scherzoso,ma lui da parte sua non sembrò gradire molto la sua spiritosaggine,in effetti non era tipo da risate,a pensarci bene non ricordava di aver mai riso molto nella sua vita,forse in gioventù,quando era ancora un cucciolo,in quei rari momenti di svago,in cui suo padre si occupava di lui,una delle poche creature con la quale aveva vissuto un contatto reale.

- Sesshomaru,mi senti?

Lui tornò con lo sguardo su di lei, dopo che si era lasciato trasportare dai ricordi di un passato ormai lontano.

- Tutto bene?

- Si...sto bene.

- Non si direbbe,avevi una aria strana,cosa ti è successo.

- Niente,nulla di rilevante.

Toran staccò un attimo il suo sguardo dal volto dell'Inuyokai,si fece pensosa,poi tornò a guardarlo,con uno sguardo più dolce.

- Da quando ti conosco sei sempre così serio,sempre arrabbiato,come se dovessi combattere col mondo intero.

- E questo improvviso interesse per il mio stato d'animo da dove esce? Non'è un problema tuo.

- Dormiamo sotto lo stesso tetto,controllo che la notte non ti succeda qualcosa di strano,tutto quello che voglio e che tu stia bene,sopra tutto con te stesso,lascia che ti aiuti.

- Non ho bisogno di supporto morale.

- Quello di cui hai bisogno e riposarti,rilassarti,trovare un pò di pace.

- Pace,come posso trovare pace con tutto quello che mi sta succedendo? Ho troppe domande che non hanno una risposta...tu non capisci come mi sento.

- Hai ragione,non posso capirlo...

La pantera,spinta da chissà quale impulso,appoggiò una sua mano su quella più vicina di Sesshomaru,il suo tocco sembrava così leggero,morbido,come neve appena caduta dal cielo,ma allo stesso tempo bruciante,quasi fosse fuoco,sapeva che era solo una sensazione,un gioco dei sensi,ma allora perchè gli sembrava così reale.

Lo sguardo della pantera era più penetrante di un cristallo di ghiaccio,più potente di una bufera,qualunque cosa muovesse le parole e le azioni della ragazza era certamente forte e per nulla facile da abbattare,la cosa certamente lo lasciò stupefatto.

- Ma puoi aiutarmi a comprendere,non sei da solo in questa battaglia,non finchè ci sarò io.

Lo sguardo di lui si addolcì,quasi fosse divenuto più tenero,sentì il contatto con la sua pelle come un incendio,come se quel contatto fosse più potente del veleno che si celava nei suoi artigli,avrebbe potuto staccarsi da lei e andarsene come se nulla fosse successo,eppure non ci riusciva,se ne restava li,con un peso che non gli permetteva di alzarsi.

- E da tutta la vita che sono da solo, per non parlare che ci conosciamo appena,apparte gli scontri a malapena ci siamo incontrati,tu non sai nulla di me e io non so nulla di te,ma allora perchè stai facendo questo?

Lei non seppe cosa rispondere,ma i suoi occhi non si staccavano da quelli dell'Inuyokai,due sguardi tanto carichi di volontà,quanto di enrgia,difficile dire chi dei due era il più motivato a voler ragione.

- C'è stato un tempo,in cui io e te ci siamo combattuti fino allo stremo,ricordo ancora come abbiamo provato a ucciderci a vicenda,eppure io non avevo nulla contro di te,per molto tempo tutto ciò che mi bastava sapere e che i cani e le pantere  erano in guerra,questo per me era una motivazione sufficiente.

- Non capisco dove vuoi arrivare.

- Una volta eri soltanto un ragazzo arrogante,borioso e sicuro di se,ma da quando ti ho rivisto,sembri diverso,ieri sera me ne hai dato una prova.

- Che vuoi dire?

- Sesshomaru...non ti rendi conto di quanto male tu ti stia facendo,il peso che porti nel cuore rischierà di ucciderti se non te ne liberi...e tu sai qual'è il nome di quel peso.

Nel sentirla pronunciare quell'ultima parte di frase capì immediatamente a chi si stava riferendo e subito gli venne in mente lui,quell'oscura figura che ormai si era trasformato nel suo tormento,la sua nuova ragione di odio,il nuovo mostro da abbattere.

Akira.

Sesshomaru si alzò staccando brutalmente il suo contatto fisico con lei,se prima nel suo sguardo c'era confusione per ciò che vedeva negli occhi della pantera,ora la guardava con astio,fissava lei,ma pensava a un altro.

- Aspet....

- Cosa? Cosa dovrei aspettare? Che ti ascolti? Che anche tu mi dica cosa devo fare?

- No non'è questo e solo....

- Mi hai portato fin qui,solo per rammentarmi questo? Allora lascia che ti dica una cosa,sono sempre stato solo,fin da quando ne ho memoria non avuto altro che me stesso a sostenermi,sono nato solo e morirò solo,riuscirò nel mio intento di diventare lo yokai più forte di tutti e quando accadrà state pur certi che ci riuscirò da solo.

La fissò un ultima,poi si girò di spalle e fece i primi passi per andarsene,ma prima che la sua lontananza divenisse tale,un mano lo prese per una manica e parole sussurrate con tristezza giunsero alle sue orecchie.

- Tu sei come una katana senza fodero,puoi colpire tutti i nemici che vuoi,ma quando avrai perso il tuo filo,quando sarai divenuto solo ruggine,non potrai più essere riparato,resterai a terra,finchè non sarai divenuto polvere e verrai spazzato via per questo vasto mondo.

Sesshomaru si fermò per un attimo,restarono in silenzio,nell'attesa che l'inuyokai le dicesse qualcosa,una leggera brezza soffiò attorno a loro,come a indicare che il loro silenzio era come un linea sottile da non oltrepassare,come se il pronunciare un altra parola fosse un peccato mortale,una dolorosa conseguenza di poche parole dette di troppo.

E tra loro,fu proprio lui a infrangere quel frammento di pausa beata e al contempo maledetta.

- Allora arruginirò,perchè non conosco altro all'infuori del combattere.

Infine lo disse,ciò che pensava davvero,lei inconsapevolmente lasciò la presa su di lui e non potendo far altro per trattenerlo lo vide andar via,in direzione della foresta,dove lui tanto amava perdersi.

Lei abbassò lo sguardo e tristemente abbassò la testa,potendo confidare solo a se stessa pensieri che non avrebbe mai avuto il coraggio di rivelare a nessuno.

- Perchè non vuoi essere salvato?Perchè ti ostini a restare nella tua solitudine....perchè....non mi vuoi al tuo fianco?

Nel mentre lei pensava a quelle parole,una singola goccia d'acqua cadde da uno dei suoi occhi,che gli scese su una guancia,per poi finire a terra,segnando la fine di un amara conversazione.
  
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