Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Layshaly    19/06/2009    7 recensioni
La ricerca della verità è un percorso che in pochi possono compiere. Spesso si rivela dolorosa, intricata e difficile da comprendere. Come reagirà Watanuki a tutto ciò? E se la sua personalissima verità fosse esattamente l'opposto di quanto aveva sempre creduto?
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kimihiro Watanuki , Shizuka Dômeki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo specchio della mente
Cap2

«Allora..» Domandò la strega osservando il suo lavoratore part time con sguardo divertito. «Come sta procedendo il lavoro con lo specchio?»
Erano passati tre giorni da quando Watanuki aveva accettato l'inatteso favore da parte della donna, una simile domanda era quindi più che ovvia. Ciò nonostante, nel sentirla arrivare il ragazzo non riuscì a non indispettirsi.
«Quello specchio non mi sta aiutanto per niente.» Borbottò, terminando di disporre la cena sul basso tavolino di mogano.
Yuuko si accomodò sul suo cuscino, osservando gli antipasti con aria assorta.
«Cosa hai fatto esattamente?» Si informò con aria indifferente.
«Quello che ha detto lei.» Commentò l'altro in tono sfiduciato. «Mi sono rilassato, ho preso lo specchio e ho iniziato a fissarlo.»
La donna lo ascoltò portando alla bocca il primo antipasto. «Tutto qui?» Domandò, visibilmente soddisfatta dal sapore della sua cena.
«Che? Ma allora mi prende in giro!» Sbottò il ragazzo. «che altro dovevo fare?»
Ignorando la gravità della situazione anche Mokona si unì alla cena, saltellando silenziosamente fino al piatto contenente gli anpan.
«Per cominciare, potevi chiedergli cosa farti vedere.» Proseguì la strega, continuando a gustare la cena.
Watanuki la fissò per qualche secondo, sul volto l'espressione di chi stava cercando di afferrare il senso di quelle arcane parole.
«Ma... lei questo non me l'aveva detto.» Mormorò.
Yuuko accennò un lieve sorriso. «Sinceramente, Watanuki... Come pensi di interrogare uno specchio se neanche tu sai ammettere ciò che desideri sapere?»
«Eh?»
«Lascia perdere...» Sospirò la donna vuotando il bicchiere di sakè, «chiedigli di mostrarti qualche momento del passato di Doumeki-kun, piuttosto.»
Quell'osservazione sembrò spiazzare il ragazzo. «Ma come faccio se non so niente di lui?»
Yuuko ricambiò lo sguardo scettico di Mokona. «Conosci i momenti che avete condiviso, no?» Replicò, tornando a fissare il suo assistente con aria spazientita. «Prova ad interrogarlo su quelli.»
«Tsè» Watanuki strinse con forza il vassoio che aveva in mano, voltando la testa dall'altra parte. «Come se pensasse a qualcosa che non sia il cibo, quando siamo insieme!» Commentò con sarcasmo.
«Watanuki!» Lo incalzò la donna, il tono perentorio obbligò il ragazzo a voltarsi e a prestarle attenzione. «Se sai già a cosa pensa, mi dici a cosa ti serve lo specchio?»
Incapace di rispondere, Watanuki le lanciò uno sguardo di sfida. «E va bene. Farò come ha detto!» Borbottò contrariato.
A quello, Mokona si avvicinò al suo bersaglio preferito. «Watanuki non sa usare lo specchio!» Esclamò divertito.
«Zitto tu!» Replicò l'altro in tono offeso.
«Non che Mokona abbia torto...» Commentò la strega senza smettere di fissarlo. «Fa come ho detto e... ricordati delle conseguenze...»


°*°

Una volta a casa, nonostante il desiderio di lasciar perdere, Watanuki decise di fare un ultimo tentativo. Così, preso con se lo specchio, abbassate le luci e sistemate le candele, si posizionò sul fouton obbligandosi alla calma.
Quando dopo diversi tentativi riuscì a liberare la mente, iniziò a fissare lo specchio osservandone la superficie opaca e concentrandosi sul gioco di luci che le candele proiettavano su di essa.
Cosa posso chiedergli?
Nonostante i tanti momenti passati insieme all'arciere, sceglierne uno apparentemente più significativo degli altri era decisamente difficile.
«Ci sono!» Esclamò di colpo, osservando con aria soddisfatta l'oggetto tra le sue mani. «Mostrami cosa pensava Doumeki quando ha deciso di andare da Yuuko ad offrirle metà del suo occhio.»
A quella domanda lo specchio prese a scaldarsi. Di colpo emise un forte bagliore che, in pochi attimi, sembrò risucchiarlo in un tunnel di luce abbagliante seguita da un'oscurità paralizzante. Un momento dopo scene a lui sconosciute presero ad inseguirsi davanti ai suoi occhi. Quando quel treno di ricordi sembrò fermarsi, Watanuki, quasi costretto da una forza esterna, si ritrovò improvvisamente ad aprire gli occhi.

«Il posto è questo.»
Davanti a se poteva vedere il luogo dove sapeva esserci il negozio di Yuuko: Uno spazio erboso delimitato da uno steccato piuttosto malandato e, apparentemente, privo della particolare abitazione della strega.
"Che strano. Forse non lo vedo perché lui non può vederlo..." Pensò. "Quindi è così che funziona. Riesco a vedere solo quanto vede Doumeki, nulla di più..."
Leggermente incoraggiato da quel primo risultato, Watanuki decise di andare avanti osservando la storia dal punto di vista dell'arciere.
Passarono diversi minuti in cui nulla sembrò cambiare, un lasso di tempo che Doumeki lasciò scorrere senza la minima traccia di un pensiero.
"Provare a sentire quelli in sottofondo, eh?" Pensò il ragazzo con ironia.
In quel preciso istante qualcosa sembrò mutare.
"Attenderò anche fino a domani se necessario. Io... devo aiutarlo."
Quel pensiero improvviso e del tutto inatteso scosse Watanuki, portandogli un po' di confusione.
La risolutezza, il desiderio fortissimo di essergli d'aiuto. Erano tutte emozioni che non aveva mai visto sul volto di Doumeki. Eppure, in un modo che non riusciva a spiegarsi, gli erano giunte nel momento stesso in cui aveva udito quelle parole.
Poi, finalmente, vide Yuuko uscire dal punto in cui sapeva esserci il negozio.
La donna salutò l'arciere con un sorriso, puntando lo sguardo nei suoi occhi dorati, in modo tale da poter fissare anche quelli di Watanuki.
Spaventato da quello sguardo, il ragazzo si domandò per un attimo se la strega non fosse consapevole anche della sua di presenza.
Eppure lui si trovava nel passato. Non poteva esser visto, no?
«Watanuki non riavrà più il suo occhio, vero?» La voce di Doumeki lo spinse ad interrompere il via vai di pensieri. «Quando si è specchiato nella vetrata della scuola.» Lo sentì continuare. «Ha detto qualcosa come... non lo riavrò mai più.»
La donna scrutò il ragazzo che aveva davanti per un istante.
«Perché me lo chiedi, pensi di poter fare qualcosa a riguardo?»
«Vorrei esprimere un desiderio.»
Yuuko gli sorrise tristemente. «Ti ho già detto che non posso esaudire due desideri in contrasto tra loro.»
Doumeki strinse i pugni e, nello stesso istante, Watanuki sentì una fitta allo stomaco.
«Eppure deve esserci un modo.»
Yuuko annuì. «Si...» Ammise. «Ci sarebbe. Dovrai darmi qualcosa in cambio però, forse più d'una.»
Il ragazzo la guardò con aria decisa. «Mi dica cosa.» *

Tensione, dolore non espresso a parole, paura per la sorte dell'amico... Quell'insieme di emozioni sembrò espandersi rapidamente all'interno dell'arciere, giungendo fino a Watanuki. Travolto dall'inattesa forza di quei sentimenti, il ragazzo si scoprì incapace di reagire. Così rimase immobile a subire quel peso schiacciante, fino a quando il dolore non fu tale da sbatterlo fuori dal ricordo.
«Yuuko-san poteva dirmelo che era così difficile.» Borbottò, quando si scoprì ancora una volta sul suo fouton.
Indeciso sul da farsi, ripose ogni cosa al suo posto osservando il cielo volgere all'imbrunire. Rimase così per qualche minuto, guardando dalla finestra, le prime luci della sera.
D'un tratto fu come se un velo di tristezza fosse calato su quanto appena avvenuto, obbligandolo a ricacciare indietro un'amarezza priva di nome e di significato.
Non si attendeva tanta preoccupazione da quell'essere solitamente incapace di comunicare qualcosa che non fosse indifferenza.
Che si fosse sbagliato nel giudicarlo?
No, impossibile. Lui conosceva bene Doumeki. Quel ragazzo era sicuramente capace di azioni incredibili ma, da qui ad ipotizzare che avesse delle emozioni degne di un essere umano, ce ne passava.
Eppure...
"Sembrava così preoccupato per me. E tutto quel dolore... Possibile che fosse... il suo?" Pensò.
Stanco per quanto appena avvenuto, decise di sdraiarsi continuando a tormentarsi senza tregua su quell'interrogativo. Qualche momento più tardi la stanchezza sembrò avere la meglio su di lui che, stremato dalle troppe emozioni, finì per crollare in un sonno privo di sogni.



Ed eccoci alla fine di questo secondo capitolo, per il quale ri-ringrazio Harianne per aver fatto da beta reader! ^.^

*Nei ricordi di Doumeki, il dialogo tra lui e Yuuko è preso dal manga. Quindi quella parte (prettamente dialogosa) appartiene alla Star Comics ed ovviamente alle Clamp cui appartiene tutto eccetto Doumeki. :P Sisi, anche lui lo so. ;_;

Ma andiamo alle vostre recensioni sempre graditissime! *-*

Yusaki
: Mi fa piacerissimo che anche questa nuova fanfic ti stia piacendo. Tra l'altro cel'ho tutta in mente con diversi capitoli già scritti. E devo dire che guardare nella mente di Dou ha un che di affascinante. Quanto al tuo dubbio.... Ihihih lo scoprirai presto. :P Ma sai che anche io lo chiamo Haruka_sama? XD

Doremichan: Sono felice di saperti interessata. Spero che anche questo capitolo abbia avuto lo stesso effetto. :P

Nako-chan: Come darti torto. Credo che anche le Clamp provino rabbia nel vederlo tanto testardo ed imbranato. Il fatto non sarebbe Wata senza questa sua indole che, chissà perchè, piace tanto a Doumeki :P
Riguardo l'inizio si, l'effetto era voluto e mi scuso se ha provocato giramenti di testa ma aveva lo scopo di far comprendere al lettore la rapidità degli eventi che hanno reso Wata pià frastornato del solito. Ahahah anche se Wata è frastornato di suo :P

Roy4ever: La storia continua eccome. :) Spero di leggerti ancora e che l'evolversi della trama ti piaccia.



Mi raccomando fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo. Il prossimo arriverà a breve! :)
Un abbraccio collettivo.

   
 
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