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Autore: Saigo il SenzaVolto    20/09/2017    1 recensioni
AU, CROSSOVER.
Sequel de 'Il Pianto del Cuore'
Era una serata come tutte le altre, quando improvvisamente Naruto, assieme a Hinata, Sakura e Sasuke si ritrovò in un luogo sconosciuto senza ricordare nulla. Ma loro non sono i soli ad essere finiti lì. Direttamente dall’oltretomba infatti, anche i genitori di Sasuke e quelli di Naruto fanno la loro comparsa, insieme a due personaggi provenienti dal futuro: Sarada Uchiha e Boruto Uzumaki.
Quest'ultimo, inoltre, molto diverso dalle aspettative di tutti!
Tra dispute familiari, passati dolorosi e comportamenti inaspettati, per i nostri eroi non sarà facile andare d'accordo. Ma tutti loro dovranno riuscire ad unirsi insieme per superare molte difficoltà, poiché una grave minaccia rischia di distruggere il loro mondo.
E loro sono gli unici in grado di fermarla!
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sarada Uchiha, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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PREMESSA: alcuni personaggi ed eventi di questa storia potrebbero essere diversi rispetto all’opera originale! Dipende tutto dalla mia immaginazione!


 

 

Uchiha e Volpe


Sarada se ne stava seduta sulla riva del fiume, ascoltando il rumore dell’acqua che scorreva ininterrottamente. Il sole era quasi scomparso all’orizzonte, ed il buio della notte cominciava a scendere sulla silenziosa terra di Eldia.

La ragazza strinse le braccia attorno alle gambe, osservando il proprio riflesso nel fiume. La sua faccia era una maschera di dolore, ed i suoi occhi erano rossi e gonfi dopo tutto il tempo passato a piangere.

Incapace di sostenere quella vista, affondò la faccia nelle ginocchia.

Erano riusciti a raggiungere il fiume descritto da Sasuke dopo due giorni di marcia e adesso, secondo la visione che il giovane aveva avuto, avrebbero dovuto scorgere una specie di muro tra qualche giorno, continuando ad avanzare. Si stavano avvicinando al loro obiettivo.

Eppure, neanche la consapevolezza di ciò riusciva a placare e distrarre il cuore di Sarada. La giovane Uchiha non aveva più parlato con Boruto dopo la loro discussione, ed il ricordo delle sue parole continuava a tormentarla ogni giorno. Ogni giorno, il suo cuore le faceva male nel petto. Ogni giorno, i suoi occhi versavano lacrime.

Sarada odiava Boruto.

No, non era vero. Sarada amava Boruto. Sarada odiava se stessa perché si era permessa di innamorarsi di lui. Sapeva bene che i suoi sentimenti non erano ricambiati, l’atteggiamento del Nukenin non lasciava alcun dubbio al riguardo, ma lei non riusciva ad accettarlo. Non riusciva ad andare avanti. Non riusciva a smettere di amarlo.

O meglio, non poteva.

Doveva essere qualcosa legato al suo clan, aveva scoperto, qualcosa legato ai suoi occhi. Suo padre le aveva spiegato qualcosa sull’amore un tempo, qualcosa che riguardava un segreto del loro clan.

Gli Uchiha erano l’unico clan al mondo che metteva l’amore sopra ogni cosa, talmente tanto che una volta perduto il loro corpo e la loro mente cambiavano visibilmente. L’amore era ciò che donava forza agli Uchiha, e la sua perdita era ciò che li malediva.

Era ciò che faceva nascere lo Sharingan.

Una volta sperimentato l’amore, un Uchiha non può più dimenticarlo, neanche con la morte. Una volta sperimentato l’amore, un Uchiha non può più liberarsene. Lo Sharingan era proprio la prova di questo. I loro occhi mutavano a causa del trauma mentale che la perdita dell’amore causava dentro di loro. Quegli occhi erano il riflesso della ferita lasciata nel loro cuore.

L’amore era l’arma più potente del loro clan. L’amore era ciò che li benediva con un potere unico al mondo, un potere che li rendeva temuti da tutti i ninja di ogni Villaggio. Era un’arma talmente potente che in pochi potevano resistere al potere dei loro occhi. L’amore era il potere ultimo degli Uchiha.

Ma era anche la loro ultima maledizione.

Perché un Uchiha non può mai liberarsi dell’amore. Una volta provato, non può dimenticarlo.

Ecco perché Sarada non riusciva a smettere di amare Boruto.

La ragazza non sapeva se essere felice o disperata. A causa del suo sangue, non poteva innamorarsi di nessun altro. A causa del suo sangue, non poteva impedire a se stessa di inseguire un criminale.

Ma, nel suo cuore, lei sapeva che Boruto non era un criminale. Ne era certa. Non c’erano dubbi al riguardo.

Perché Boruto era una persona che ha sofferto per tutta la sua vita. Il suo amico d’infanzia aveva sofferto troppo, proprio come lei stava soffrendo adesso. Ma lui non si era mai arreso, non si era mai lasciato vincere dal dolore, ed aveva lottato ogni giorno per riuscire ad andare avanti. Era questo il motivo per cui Sarada si era innamorata di lui, molti anni prima. Ed era questo il motivo per cui neanche lei poteva permettersi di mollare adesso.

Boruto, per tutta la sua vita, non aveva fatto altro che desiderare una famiglia. Non desiderava altro che trovare l’amore. E, per quanto Sarada avesse sempre voluto donargli il suo di amore, era arrivata tardi. Lei e quel suo amico la avevano preceduta. E, adesso, era troppo tardi per poter rimediare al passato.

La ragazza sorrise amaramente. Boruto aveva ragione. Il mondo era un luogo crudele e spietato. La realtà non permetteva ai sogni di avverarsi. Era stata una sciocca per riuscire a credere all’illusione che il suo amico potesse un giorno tornare a casa.

Ma lei non avrebbe ceduto.

Sarada non si sarebbe mai arresa. Non poteva farlo. Andava contro la sua stessa natura. Anche se Boruto non l’avrebbe mai amata, lei avrebbe continuato ad amarlo. Anche se lui fosse scappato, lei lo avrebbe seguito. Dopotutto, entrambi erano stati maledetti da un destino crudele. Sarada amava Boruto, ed era intenzionata a salvarlo da quella maledizione. Anche se alla fine lui non fosse tornato dalla sua famiglia, anche se alla fine lui avesse reso il mondo intero suo nemico, lei lo avrebbe salvato dalla maledizione.

Anche se, per farlo, avrebbe dovuto ucciderlo.

“Posso sedermi?” fece una voce alle sue spalle.

Sarada si voltò di scatto. Naruto era dietro di lei, con un sorriso triste in faccia e le mani alzate in segno di non ostilità. Appena vide i suoi occhi, la ragazza sentì un nodo formarsi nella gola.

Sarada adorava quegli occhi azzurri, erano una delle cose che le piaceva di più di Boruto e Naruto. Erano così profondi, così belli, ed emanavano sempre sicurezza, gioia e confidenza. Vedere quegli occhi spenti e privi di calore, mentre di solito erano così intensi e vivaci, la riempì di rammarico. Vedere quegli occhi pieni di dolore ed incertezza, le fece sentire una fitta al cuore. Era lo stesso sguardo che il Settimo Hokage aveva assunto da quando Boruto era scappato dal Villaggio, lo stesso sguardo che da anni aveva rimpiazzato la sicurezza e la gioia in quegli occhi.

Lo stesso sguardo che anche Himawari ed Hinata-sama avevano ogni giorno.

Sarada annuì debolmente, tornando a fissare il suo riflesso nell’acqua. Naruto si sedette lentamente alla sua destra, e cominciò a fissare anche lui la sua immagine riflessa nel fiume. Rimasero in silenzio per diverso tempo, ascoltando il rumore dell’acqua che scorreva ritmicamente. Il cielo si faceva sempre più buio, e ormai era diventato impossibile per i due vedere la propria immagine nel fiume.

Eppure nessuno parlava. Il silenzio regnava sovrano. L’aria stessa sembrava essere carica di tristezza attorno a quei due.

Dopo un bel po’, Naruto si decise a parlare.

“Come ti senti?”

La giovane non rispose, limitandosi a stringersi ulteriormente le gambe al petto. Per qualche motivo, la voce del futuro Hokage le diede fastidio. Naruto-sama era da sempre stato il suo idolo, era la persona che le aveva fatto nascere il sogno di diventare Hokage. Ma udire la sua voce adesso era come ricordare le parole che lui le aveva detto qualche giorno prima di finire in questo mondo. Quelle parole piene di dolore e sconforto che le spezzarono il cuore. Sarada credeva di averci fatto l’abitudine, ma vedere che il suo eroe non era così intoccabile come credeva la fece soffrire molto.

Naruto fece un sorriso triste. “Già, anche io mi sento così.” disse ancora sommessamente. “Era una domanda stupida. Perdonami.”

Sarada posò lentamente lo sguardo sul biondo accanto a lei.

“Come mai ti senti così?” gli domandò a sua volta lei con voce bassa.

Naruto continuò a fissare il fiume. “In questi giorni ho avuto un presentimento.” spiegò. “E, alla fine, credo che i miei sospetti siano piuttosto fondati.”

La ragazza lo fissò attentamente. “Un presentimento?”

Il biondo annuì lentamente. Passarono diversi secondi prima che lui rispondesse. “Io sono una di quelle tre persone.”

Non era una domanda.

Sarada abbassò lo sguardo a terra. Sapeva bene a cosa si stava riferendo.

“Come fai a saperlo?” chiese lei dopo alcuni secondi di silenzio. “Come puoi esserne così sicuro?”

Naruto sorrise amaramente. “Non lo so,” rispose. “Ma per qualche motivo ne sono certo.”

Sarada strinse i pugni. I suoi occhi cominciarono a prudere. Naruto aveva ragione. Lui, Hinata-sama ed Himawari erano la causa per cui Boruto era diventato la persona fredda di oggi. In passato, Sarada aveva persino urlato in faccia all’Hokage quando lo aveva scoperto, lanciandogli insulti e maledizioni per quello che era stato capace di fare a suo figlio. Ed il ricordo di quelle emozioni passate le faceva ancora venire voglia di dare la colpa a lui ed alla sua famiglia a volte.

Sarada avrebbe voluto odiarli. Avrebbe voluto addossare tutte le colpe a loro tre. Avrebbe voluto provare sempre risentimento nei loro confronti, come Boruto. Ma adesso non ce la faceva più a odiarli, non ce la faceva a provare risentimento.

Perché? Perché anche loro, proprio come lei, stavano soffrendo la mancanza di Boruto. Perché lei aveva visto ogni giorno la loro sofferenza, il loro pentimento ed il disgusto per le loro azioni. Il dolore della famiglia Uzumaki era evidente per tutti, e nel Villaggio nessuno voleva ormai causare altra sofferenza a quei tre.

Le loro azioni avevano distrutto la loro famiglia, e niente era riuscito a rimetterla insieme.

Ancora oggi, la giovane Uchiha si chiedeva come avessero potuto quei tre comportarsi in quel modo nei confronti del suo ex amico. Non riusciva proprio a capire. Tutti coloro che li conoscevano sapevano che Naruto ed Hinata erano entrambe persone buone, generose e con un grande cuore, e persino adesso, in questo mondo dove erano ancora dei ragazzi, la loro bontà era evidente agli occhi di Sarada. Anche Himawari aveva sempre avuto un cuore d’oro, ed aveva fatto di tutto negli ultimi tre anni pur di riportare il suo fratellone a casa.

Ma allora, come mai lo avevano trattato in quel modo? Sarada non lo avrebbe mai potuto capire.

Dopo alcuni minuti di silenzio, la giovane Uchiha parlò.

“Lei è sempre lo stesso, Naruto-sama.” disse con un sorriso triste.

Il biondo si voltò verso di lei, colpito. “Naruto-sama?” ripeté, confuso.

Sarada annuì, continuando a fissare l’acqua.

“Sono davvero diventato il Settimo Hokage nel futuro?” domandò Naruto.

La ragazza posò lo sguardo su di lui. “Sì,” rispose. “Lei diventerà Hokage.”

Naruto la fissò negli occhi per diversi istanti senza dire nulla, la sua espressione indecifrabile. Poi riprese ad osservare il fiume in silenzio, assorto nei suoi pensieri.

“Hai detto che sono sempre lo stesso,” cominciò a dire di nuovo. “Che cosa vuoi dire?”

Sarada sorrise. Questa era una domanda facile. “Lei è sempre generoso ed intraprendente, e non si dà mai per vinto. Il suo coraggio e la sua forza sono conosciuti in tutto il mondo. E poi…”

Naruto la ascoltava con attenzione. Sarada lo stava dipingendo molto meglio di quanto lui si fosse immaginato nel futuro in precedenza. La cosa lo rese stranamente più felice.

“E poi?” chiese impazientemente, sporgendosi verso di lei. “Cosa c’è ancora?”

La giovane rise sommessamente. “… e poi è sempre impaziente e maldestro! Nel futuro la chiamano Nanadaime Bukiyo-sama! (il Settimo Re dei Maldestri)” rispose, tenendo una mano sulle labbra per fermare le risate.

Naruto fece una faccia confusa per qualche secondo, prima di scoppiare a ridere e grattarsi il collo con una mano. Il suo volto era rosso per l’imbarazzo.

“Eheh… Davvero?” disse, ridendo nervosamente. “Eppure credevo di essere diventato meno maldestro negli ultimi anni!”

“Mi ha detto esattamente la stessa cosa una volta.” disse ancora la giovane con un sorriso.

Rimasero a ridacchiare per qualche secondo. L’atmosfera si era fatta meno tesa tra i due adesso. Eppure non poteva durare a lungo.

“Se dici che sono sempre lo stesso,” riprese a dire Naruto seriamente. “Allora come ho potuto permettere a Boruto di diventare quello che è oggi? Come ho potuto farlo divenire un Nukenin?”

Sarada non rispose subito, continuando a fissare l’acqua che scorreva davanti a sé.

“Non lo so,” disse alla fine con voce sommessa. “Io stessa non riesco a capacitarmene.”

Naruto la fissò con intensità. “Puoi spiegarti meglio?”

La ragazza scosse la testa. “Se lo facessi finirei per rivelare qualcosa su Boruto, e non sarebbe giusto nei suoi confronti. Se non vuole che il suo passato venga rivelato, non posso fare nulla.” Poi abbassò lo sguardo a terra. “Non voglio causargli altro dolore…” aggiunse sommessamente.

Naruto sorrise un po’. “Lo ami davvero tanto, vero?” chiese.

Lei annuì solamente, senza rispondere.

“Mi dispiace vedere come ti tratta, sai.” disse ancora il biondo. “E non posso fare a meno di domandarmi che razza padre sono diventato nel futuro nel vederlo agire in questo modo. Ma se non vuoi rispondere, va bene così Sarada-chan!”

Sarada alzò lo sguardo su di lui.

“Capisco come ti senti,” continuò Naruto lentamente. “Anche io e Sasuke eravamo nella stessa situazione fino a qualche settimana fa. E per anni ho cercato di riportare tuo padre al Villaggio dopo che era scappato per andare da Orochimaru. Dovresti saperlo anche tu, vero?”

Lei annuì ancora una volta.

Naruto sorrise con confidenza. “Però, da quando siamo giunti qui, lui si è pentito e le cose stanno andando meglio tra noi due e Sakura-chan! Sono certo che anche tra te e Boruto le cose si sistemeranno un giorno! E se hai bisogno di aiuto, io sono qui! Ed anche tutti gli altri possono darti una mano! Hai la mia parola!”

Le sue parole colpirono profondamente Sarada. Questa era la vera forza di Naruto Uzumaki. La sua empatia, la sua costante voglia di non arrendersi mai, il suo coraggio e la forza di volontà erano ciò che lei ammirava così tanto in lui. Persino adesso, mentre entrambi erano in un mondo sconosciuto e pieno di pericoli, lui sorrideva ancora e cercava di sollevarle il morale.

Ed incredibilmente, ci riuscì.

Sarada sorrise genuinamente. Naruto-sama aveva ragione, e anche lei non si sarebbe arresa. Lo aveva già deciso prima, e adesso era più che mai determinata a non lasciarsi scoraggiare. C’era ancora speranza. Questa missione era l’occasione perfetta per riuscire di nuovo ad avvicinarsi al suo amico. Non poteva tirarsi indietro.

“Grazie, Naruto-sama.”

Continuarono a scambiarsi qualche parola per diversi minuti, finché Sarada decise di raggiungere il resto del gruppo, mentre Naruto rimase ancora un po’ a fissare il fiume ed a godersi il silenzio della notte.

‘Bel lavoro, Nanadaime Bukiyo-sama!’ fece una voce nella sua testa.

“Stà zitto, Kyuubi!” disse mentalmente Naruto, tentando di nascondere il suo imbarazzo. Anche se era felice del fatto che la Volpe avesse improvvisamente deciso di aiutarlo, due giorni fa, a volte i suoi commenti sarcastici lo infastidivano non poco.
 



FLASHBACK

‘Sei veramente patetico, moccioso.’

Naruto si ritrovò improvvisamente in un luogo familiare, davanti ad una gigantesca gabbia di ferro al cui centro era presente il sigillo che suo padre, il Quarto Hokage, aveva creato per rinchiudere il demone dentro di lui quando era ancora un neonato.

Il biondo guardò attentamente il Bijuu che si trovava dietro le grosse sbarre, confuso dal fatto che la bestia avesse deciso di rivolgergli la parola. Il suo gigantesco corpo era seduto, le nove code danzavano in tutte le direzioni dietro la sua enorme figura. La Volpe lo fissava con i suoi grossi occhi rossi, lo sguardo truce ed i denti snudati in un sorriso ferale e maligno.

“Era da tempo che non mi richiamavi qui dentro, Kyuubi!” disse Naruto con un tono serio. “A cosa devo il piacere?”

Il Kyuubi allargò il suo sorriso bestiale. ‘Ah! Il moccioso è diventato più sicuro di sé, vedo! Riuscire ad ottenere il mio chakra ti ha dato confidenza, oppure semplicemente non sei dell’umore giusto per parlare?’

Gli occhi di Naruto si ridussero a due fessure. “Che cosa vuoi?” domandò.

Il Bijuu puntò un dito verso di lui, il suo sguardo improvvisamente freddo e crudele. ‘È da più di due settimane che non sento altro che i tuoi pensieri su quel moccioso di nome Boruto Uzumaki! Non ce la faccio più a sentire tutte le tue preoccupazioni e le tue insulse fantasie su quel tipo!’

Il ragazzo rimase a bocca aperta. La Volpe era a conoscenza dei suoi dubbi su Boruto?

“Come fai a saperlo?” chiese, sbalordito.

Il Kyuubi ghignò maliziosamente, abbassando la testa al suo livello da dietro la gabbia. ‘Dimentichi forse che qui siamo dentro la tua mente?’ rispose il demone. ‘Sono sempre stato in grado di sentire i tuoi pensieri, specialmente quelli più intensi! E devo dire che mi sono stufato di sentire la tua inutile preoccupazione sul passato di quel ragazzo! Sono disgustato!’

Naruto era più stupito di prima. Non ci aveva pensato, ma il Kyuubi era sempre stato dentro di lui per tutto questo tempo. Aveva sentito tutta la sua curiosità, tutto il suo interesse ed il suo struggimento per scoprire la verità su Boruto. Appena la realizzazione lo colpì, il biondo non sapeva come reagire.

“E perché la cosa dovrebbe darti fastidio?” domandò ancora dopo essersi calmato. “Perché ti infastidisce il fatto che io voglia conoscere Boruto?”

La Volpe lo guardò rabbiosamente. ‘Perché ti sta distraendo dalla tua missione!’ rispose con forza. ‘I tuoi pensieri ed il tuo interesse nei confronti di quel moccioso ti stanno lentamente facendo dimenticare il vero motivo per cui sei finito in questo modo!’

Naruto rimase a bocca aperta.

‘Dovrai affrontare un drago!’ continuò il Bijuu. ‘Una delle creature più potenti che esistono! Ed al tuo attuale livello di forza non saresti mai in grado di sconfiggerlo! Neanche utilizzando quella misera quantità del mio chakra che mi hai strappato!’

Il biondo non sapeva cosa dire. Il Kyuubi aveva ragione. In questi giorni non aveva fatto altro che pensare a come approcciarsi al suo futuro figlio, senza badare al fatto che lui e tutti gli altri si stavano inevitabilmente avvicinando ad affrontare un drago capace di distruggere interi mondi. La sua curiosità ed il suo interesse per Boruto lo avevano portato a dimenticarsi completamente della loro missione. Eppure, qualcosa puzzava nelle parole del demone.

“E perché ti interessa, Kyuubi?” chiese improvvisamente il giovane.

Il demone lo osservò per alcuni secondi in silenzio, stupito dall’improvvisa domanda.

“Perché ti da tanto fastidio il fatto che io abbia dimenticato la missione?” domandò ancora Naruto, fissando la Volpe negli occhi. “Finora non ti sei mai curato dei miei pensieri, né tantomeno dei miei problemi. Cos’è cambiato improvvisamente?”

Il Bijuu non rispose per diverso tempo. Il ragazzo ed il demone codato si fissarono per un lasso di tempo indefinito, studiandosi a vicenda. Alla fine, la Volpe ghignò feralmente.

‘Eh! Vedo che se vuoi riesci ad usare la testa ogni tanto, moccioso!’ disse con un tono sarcastico. ‘Finalmente hai detto una frase sensata che non riguardasse quel ragazzo del futuro!’

Il giovane continuò a fissare la Volpe.

‘Il motivo per cui ho deciso di chiamarti qui,’ fece il Kyuubi assumendo un tono ed uno sguardo serio. ‘È perché ho deciso di aiutarti a sconfiggere il drago!’

Naruto rimase a bocca aperta. “COSA?” urlò, sconvolto. “Che cosa stai dicendo? Perché vorresti aiutarmi? A che gioco stai giocando, Kyuubi?”

Il demone batté una zampa a terra, facendo tremare il pavimento. ‘Silenzio, moccioso!’ sbottò furiosamente. ‘Non ho finito di spiegare!’

Il ragazzo si acquietò all’istante.

‘Come stavo dicendo,’ riprese a dire il Bijuu. ‘Ho deciso di aiutarti, ma non di mia spontanea volontà!’

Naruto rimase confuso dalle sue parole. “Cosa vuoi dire?”

‘Ho ricevuto qualche ora fa un messaggio dall’Eremita delle Sei Vie,’ spiegò la Volpe seriamente, fissando il ragazzo coi suoi occhi rossi. ‘E mi ha rivelato che senza il mio aiuto tu ed il resto dei tuoi compagni non riuscirete a sconfiggere Vrangr!’

“Un messaggio dall’Eremita?” esclamò Naruto. “Com’è possibile? Come può essere?”

Il Kyuubi puntò una zampa verso di sé. ‘L’Eremita è colui che ha creato me e gli altri Bijuu da ciò che restava del Juubi, e proprio per questo io e gli altri demoni abbiamo un legame speciale che ci permette di comunicare con lui se attivato.’ spiegò lentamente. ‘E l’Eremita mi ha detto che per riuscire a vincere contro il drago avrai bisogno del mio aiuto!’

Naruto ascoltò la spiegazione del Bijuu con attenzione. “E perché hai deciso di aiutarmi dopo che l’Eremita te lo ha chiesto?”

Il Kyuubi alzò un po’ la testa. ‘L’Eremita è l’unica persona a cui noi Bijuu diamo retta e di cui ci fidiamo!’ rispose. ‘Senza contare che è incredibilmente potente! Perciò non voglio andare contro le sue parole, anche se la cosa può non piacermi!’

Il giovane rimase in silenzio per alcuni secondi, cercando di meditare le informazioni ricevute. “E come avresti intenzione di aiutarmi?” domandò.

‘Ho intenzione di fondere il nostro chakra insieme,’ disse il demone, fissandolo attentamente. ‘Similmente a come hanno fatto l’Hachibi e quell’umano di nome Killer Bee! In questo modo, sarai in grado di utilizzare tutto il mio potere e di comunicare con me in ogni istante, entrando nella modalità Bijuu completa!’

Dire che Naruto rimase stupito era riduttivo. Il Kyuubi gli stava offrendo la possibilità di entrare in pieno controllo del suo potere. Lo scopo finale dei jinchuuriki era quello di riuscire a controllare tutto il chakra dei Bijuu, ma coloro che ci erano riusciti erano pochissimi. E adesso la stessa Volpe a nove code gli stava proponendo di unire le forze insieme. La quantità di chakra del Kyuubi era enorme, ed il suo potere era il maggiore tra i demoni codati. Sarebbe stato sicuramente un gigantesco vantaggio nello scontro che avrebbero affrontato in futuro.

“E a te sta bene?” chiese allora Naruto, avvicinandosi alla gabbia del sigillo. “Ti sta bene affidarmi il tuo potere soltanto perché l’Eremita te lo ha chiesto?”

La Volpe lo fissò attentamente per qualche secondo. ‘Come ho già detto, non ho intenzione di contrariare Hagoromo,’ rispose lentamente. ‘Anche se la cosa non mi piace, lo farò! Senza contare che se tu dovessi morire, morirei anche io. Ed il nostro mondo andrebbe distrutto!’

Il biondo si fermò davanti la gabbia. I suoi occhi azzurri scrutavano con intensità quelli rossi del Bijuu e viceversa. Prendendo coraggio, Naruto attraversò la gabbia passando attraverso le sbarre.

Il Kyuubi continuò a fissarlo in silenzio.

“Se quello che dici è vero,” disse lentamente il ragazzo, avanzando verso il Bujuu. “Allora accetterò ad una sola condizione!”

Il demone abbassò la testa verso di lui, mostrando i denti. ‘E quale sarebbe?’

Naruto si fermò proprio sotto l’enorme testa del Kyuubi, guardandolo con confidenza.

“Voglio diventare tuo amico!” disse con un sorriso.

La Volpe emise un suono gutturale d’incredulità appena udì le sue parole. Poi, come se fosse stato insultato, portò di scatto la testa a pochi centimetri dal corpo di Naruto, fissandolo col suo occhio destro rabbiosamente.

‘Non prendermi in giro!’ esclamò con furia. ‘Non ho intenzione di diventare tuo amico! Io non mi metterò a scodinzolare davanti al mio jinchuuriki come l’Hachibi! Io sono la Volpe a nove code! Sono il demone che ha distrutto il tuo patetico Villaggio ed ha ucciso i tuoi genitori, moccioso! L’unico motivo per cui ti darò il mio chakra è per riuscire a sconfiggere il drago!’

Naruto continuò a fissare l’occhio del Bijuu con determinazione durante il suo discorso, senza proferire parola. Poi, lentamente, abbassò la testa finché i capelli gli oscurarono gli occhi.

“Allora grazie tante, ma non mi interessa!” disse il giovane con freddezza, voltandosi improvvisamente ed incamminandosi verso la gabbia. “Non ho intenzione di usare il tuo potere come se tu fossi un’arma a mia disposizione!”

Il Kyuubi sgranò gli occhi all’udire ciò. ‘Che cosa stai-’

“La cosa patetica,” continuò a dire Naruto senza voltarsi. “È che tu stesso ti stai trattando come un’arma. Come una risorsa da usare nel caso di pericolo. Come un potere da attivare al comando di qualcuno.”

‘…’

“Pensavo avessi più rispetto per te stesso, Kyuubi!” disse Naruto con un tono glaciale, voltandosi leggermente a fissarlo col suo occhio destro. “Pensavo che tu fossi una creatura vivente proprio come noi uomini, trattata ingiustamente perché ritenuta pericolosa per il suo potere. Ma sembra proprio che mi sbagliavo sul tuo conto.”

‘…’

“Non ho intenzione di usare il tuo potere come se tu fossi un’arma!” ripeté il ragazzo. “Anche se tu stesso ti consideri tale, non ne approfitterò solo per un guadagno personale. Se dovessi fallire a causa di ciò, ne sarò responsabile per l’eternità.”

La Volpe non disse nulla.

Naruto si voltò di nuovo e riprese a camminare. “Continua pure a dormire, Kyuubi. Non ti disturberò più!”

Un suono improvviso alle sue spalle lo fece fermare di scatto. Naruto si voltò lentamente verso il Bijuu, e rimase sbalordito.

Il Kyuubi stava ridendo.

‘Bwahahahahahahahah!’

Naruto rimase in silenzio e con gli occhi sgranati, osservando per un minuto intero con confusione e stupore la Volpe a nove code che rideva a crepapelle piegata a metà.

‘Sembra proprio che avevo ragione sul tuo conto, moccioso!’ disse il Kyuubi con un ghigno ferale. ‘Sei proprio diverso dagli altri! Hai superato la prova!’

“Uh? Prova?” disse il biondo, allibito. “Quale prova?”

‘L’Eremita mi aveva detto di cercare di essere amichevole nei tuoi confronti,’ spiegò il demone. ‘Ma volevo essere certo che tu fossi quello giusto con cui avrei potuto collaborare! Per questo ho detto quelle parole prima, per vedere se tu fossi come quei patetici umani che pensano soltanto al potere!’

“Quindi vuoi diventare mio amico?” chiese Naruto, stupito.

Il sorriso del Kyuubi scomparve di botto. ‘Ora non esagerare, moccioso!’ disse con un tono rabbioso ma privo di astio. ‘Diciamo che adesso posso anche tollerare la nostra collaborazione futura in vista dello scontro col drago!’

Il ragazzo sorrise. “Lo sapevo che in fondo hai un cuore buono, Kyuubi!” esclamò con gioia.

Il demone sbuffò di derisione. ‘Bah! Fossi in te non canterei vittoria. Un giorno potrei assumere il controllo del tuo corpo…’

“Sono certo che non lo farai, Palla di pelo!” disse il giovane con un tono sarcastico. “Da oggi in poi, io e te saremo una squadra!”

Fece appena in tempo a balzare di lato per evitare una zampata puntata conto di lui.

‘COME MI HAI CHIAMATO?’ ruggì il Bijuu rabbiosamente, tentando di agguantare la piccola peste prima che potesse uscire dalla gabbia.

“Ahah! Che succede, Palla di pelo? Sei troppo lento!” urlò scherzosamente Naruto, scappando in tutte le direzioni mentre il demone tentava di colpirlo.

‘Stupido moccioso! Ripensandoci, ti farò fuori adesso!’

La buffa caccia tra la volpe ed il giovane andò avanti per diversi minuti. Durante il resto della giornata, mentre Naruto e gli altri continuavano ad avanzare nel mondo esterno, nella sua mente il biondo e la Volpe continuarono a conoscersi a vicenda, parlando della loro missione ed imparando il modo corretto per unire insieme il loro chakra.

‘Per riuscire ad unire il nostro chakra,’ spiegò il Kyuubi. ‘Dovremo essere in perfetta sintonia l’uno con l’altro. Solo in questo modo saremo in grado di attivare la modalità Bijuu completa.’

Naruto annuì. “Cosa dobbiamo fare?”

La Volpe puntò un dito sul ragazzo. ‘Per prima cosa, dovrai rimuovere il sigillo che ci separa,’ disse lentamente. ‘Così il tuo corpo ed il tuo chakra saranno in grado di adattarsi alla mia presenza, aumentando gradualmente la nostra connessione. Se provassimo adesso ad unire il nostro chakra, la modalità Bijuu durerebbe appena qualche minuto, perciò suggerisco di far adattare il tuo corpo al mio chakra per qualche giorno prima di provare ad attivarla.’

Naruto annuì di nuovo e si posizionò subito davanti alla gabbia del sigillo, poggiando una mano sopra al suo stomaco. Il Kyuubi lo fissava attentamente.

Era giunto il momento.

Evocando la chiave ricevuta dai rospi con un rapido movimento del braccio, il biondo ruotò la mano sopra il suo sigillo, aprendolo con un suono secco e metallico.

La serratura a spirale cominciò ad aprirsi lentamente.

“Da oggi, tu non sei più il demone della Volpe a nove code.” disse Naruto lentamente, mentre il sigillo continuava ad aprirsi.

Il Kyuubi continuava a fissarlo in silenzio.

“Da oggi, tu sei uno dei miei compagni della Foglia!” continuò il giovane con decisione, voltandosi verso di lui. “Da oggi, tu sei un mio amico!”

Il Bijuu sorrise lievemente. La serratura era stata aperta.

Le porte di ferro si spalancarono contemporaneamente.

“Da oggi, noi due saremo inarrestabili!” esclamò Naruto con un sorriso pieno di determinazione. “Vero, Kyuubi?”

Il Bijuu ghignò. ‘Keh!’


 



Note dell’autore!!!

Salve gente! Ecco a voi il nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto. Il prossimo dovrebbe uscire tra il 23 o il 24 settembre. Grazie a tutti quelli che leggeranno e a quelli che commenteranno! A presto! ;)

   
 
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