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Autore: Old Fashioned    22/09/2017    24 recensioni
Siamo nel 1230. Un gruppo di pellegrini tedeschi che sta attraversando la Palestina si imbatte in una santa reliquia e decide di portarla in patria. A scortare il prezioso carico ci sono anche due cavalieri dell'Ordine Teutonico, che si troveranno, una volta raggiunto il paese d'origine dei pellegrini, a fronteggiare le incursioni di una misteriosa belva assetata di sangue e nello stesso tempo i sospetti di un inquisitore alla ricerca di vittime.
Seconda classificata al contest indetto da E.Comper sul sito, ‘Cronache di Cacciatori’.
Genere: Azione, Mistero, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FIGLIO DELL’INVERNO




Prologo

Nel silenzio della notte si udiva un sussurro: “Santa Maria Vergine, Sant’Anna e Santa Elisabetta, accogliete la mia unica preghiera...”
Al chiarore dorato di una candela, una donna pregava inginocchiata dinnanzi a un altare. Aveva i capelli biondi raccolti in una semplice treccia e i piedi scalzi, e indossava una pesante veste da camera scura.
Santa Maria Vergine,” ripeté. Si guardò intorno per accertarsi di essere sola, poi prese un involto di stoffa dal quale trasse un uovo, un mazzetto di erbe e un po’ di terra, allineò tutte quelle cose sull’altare, poi accese una seconda candela e pose anch’essa sulla superficie di pietra.
Fatto questo, intrecciò le dita così strettamente da far sbiancare le nocche. “Santa Maria,” invocò per la terza volta, “Maria, madre di Dio, ascolta la mia preghiera: fa che anch’io diventi madre.”
Chinò la testa fino a toccare con la fronte le dita intrecciate.
In quel momento echeggiò una voce maschile: “Hildegard? Sei tu?”
La donna scattò in piedi e si affrettò a raccogliere tutto ciò che aveva disposto sull’altare. Nascose l’involto nelle pieghe della veste giusto un attimo prima che un uomo biondo e imponente entrasse nella piccola cappella. “Che fai, Hildegard?” chiese il nuovo arrivato.
Stavo pregando la Vergine,” rispose la donna.
E non puoi farlo di giorno?” Si avvicinò, le circondò le spalle con un braccio.
Ella si limitò a scuotere la testa.
Fa freddo qui,” insisté l’uomo sospingendola dolcemente verso la porta, “torna a letto.”
Vorrei pregare ancora, marito.”
Per cosa preghi?”
La donna chinò la testa. “Lo sai. Per la grazia di un figlio.”
Arriverà.”
Sono tre anni che siamo sposati, e ancora non arriva.”
L’uomo la strinse a sé e nel movimento si accorse dell’involto di stoffa. “Cos’è?” chiese.
Niente.”
Fammi vedere,” disse lui allungando la mano.
La donna cercò di sottrarsi, ma nel movimento l’uovo cadde a terra. Al rumore del guscio che andava in frantumi, i due si immobilizzarono per un istante, poi l’uomo emise un sospiro e disse: “Quante volte ti avrò ripetuto che queste stupidaggini da vecchie comari non servono a niente?”
Hildegard si limitò a chinare la testa.
Torniamo a letto, su,” la esortò il marito, sospingendola verso la porta.
La donna non oppose resistenza.
Domenica, dopo la messa, chiederemo a padre Aloisius di pregare per noi.”

§

Ite, missa est,” proclamò padre Aloisius rivolto ai fedeli.
Tra i banchi della chiesa passò un mormorio, poi la gente cominciò a muoversi per uscire. Il conte Kuno von Hohenberg e sua moglie Hildegard si alzarono dai loro scanni, ma invece di percorrere la navata per dirigersi alla porta, si avvicinarono al prete.
Mentre la gente del paese sciamava lentamente verso l’uscita, il conte esordì: “Padre, dobbiamo parlarvi.”
Il religioso si voltò verso di lui, ma prima che potesse aprire bocca si udì il cigolio dei battenti che venivano spalancati. Subito dopo ci fu un attimo di trasecolato silenzio, poi una voce di donna esclamò: “Santa madre di Dio!”
Il tono era a metà fra la meraviglia e lo spavento.
Un bambino!” gridò qualcun altro, questa volta un uomo. “Un bambino in fasce!”
A quelle parole la contessa, che mesta accanto al marito sembrava indifferente a qualsiasi cosa, rialzò la testa con un movimento repentino e prese a scrutare intensamente il capannello che nel frattempo si andava formando.
Si udì un vagito.
Così lo fate piangere!” protestò una donna.
Hildegard svincolò il braccio da quello del marito e percorse rapida la navata. “Fate largo, fate passare!” diceva agitata a chiunque non fosse rapido a cederle il passo.
Il bambino cominciò a piangere forte.
Fate passare!” ripeté la contessa.
Il capannello si aprì al suo arrivo, ed ella si trovò di fronte una donna che teneva fra le braccia un fagotto di pellicce da cui proveniva un pianto disperato.
Che succede?” chiese agitata.
La donna si inchinò goffamente. “Un bambino, mia signora.”
Un bambino? Di chi?”
Non lo so, mia signora. Era sui gradini, quasi quasi Britta lo pestava quando è uscita.”
Da dove viene?”
La donna fece un altro inchino. “Iddio lo sa, mia signora. Qualcuno lo ha abbandonato.”
Hildegard aggrottò le sopracciglia senza preoccuparsi di nascondere lo sdegno. Tese le braccia. “Dammelo!” ordinò brusca. “Dammi subito quella povera creatura!”
Afferrò il viluppo di pellicce e se lo strinse al petto, poi cominciò a cullarlo dolcemente. Si sentì invadere da una sensazione di calore che quasi le fece dimenticare il gelo della neve appena caduta. “No, no… piccolino...” prese a mormorare.
Pochi attimi dopo, il conte la raggiunse, e anche lui chiese: “Di chi è quel bambino?”
La moglie sollevò lo sguardo e lo fissò nel suo. “È mio,” rispose tranquilla, “è un dono di Dio in risposta alle mie preghiere.” Sollevò un lembo della pelliccia per osservarlo meglio.
Quando il visetto del neonato fu messo a nudo, tutti, compreso il conte, si fecero indietro con un moto di orrore: per quanto apparisse vivace e robusto, il bambino era di un pallore cadaverico e aveva le ciglia, le sopracciglia e i capelli completamente bianchi. Gli occhi, di una strana fissità indagatrice, erano di un grigio bluastro che ricordava il metallo.
È il figlio di Satana!” esclamò qualcuno, segnandosi rapido. “O è frutto di stregoneria. Ecco perché lo hanno abbandonato qui.”
La folla fu attraversata da un mormorio spaventato, altri si fecero il segno della croce.
La contessa fece girare tutt’intorno uno sguardo di fuoco. “È figlio mio,” ripeté dura. “È il figlio che Dio ha voluto donarmi, e farò frustare chiunque oserà affermare il contrario.” Si voltò verso il marito.
Questi le restituì lo sguardo, quindi abbassò gli occhi sul misterioso bambino, che nel frattempo aveva smesso di piangere e stava fissando Hildegarde con l'intensità piena di meraviglia dei neonati.
Si limitò ad annuire. Stava per dire qualcosa, quando sopraggiunse padre Aloisius con fare sospettoso, la croce stretta in pugno come un’arma. Occhieggiò l’involto tra le braccia della contessa.
È tutto a posto, padre,” lo prevenne il conte. “Desidero crescere questo bambino come mio figlio.”
State attento a chi vi prendete in casa, mio signore,” lo ammonì il prete, “Il Maligno si annida nei luoghi più impensabili.”
È solo un povero innocente.”
Sotto lo sguardo dei conti von Hohenberg, padre Aloisius non ebbe il coraggio di replicare. Si limitò a inchinarsi farfugliando qualcosa in latino.
Battezzatelo, padre,” ordinò allora il conte, “così vedremo subito se è una creatura del demonio o se è un normale bambino.”
Ma...”
Se è figlio di Satana, non sopporterà i Sacramenti. In caso contrario, desidero che gli venga messo lo stesso nome di mio padre, ovvero Adalrich.”

§

Kuno von Hohenberg stava camminando lungo i bastioni. Al suo fianco si trovava Martin, il più vecchio e autorevole dei suoi sergenti, che in virtù della sua esperienza e del suo valore in battaglia, era spesso l'unico con cui il conte si confidasse su certi argomenti.
L'aria era gelida, e il respiro dei due uomini si condensava in nuvole bianche. Il cielo grigio prometteva altra neve.
E così ora avete un figlio, mio signore,” buttò lì il sergente quasi con noncuranza.
Il conte si aggiustò il mantello di pelliccia intorno al collo. Fece qualche altro passo, poi semplicemente rispose: “Così pare.”
Perché quel tono, mio signore? Il bambino è forse malato?”
L'altro crollò il capo. “È il bambino più sano che abbia mai visto: forte e vigoroso come un piccolo cinghiale. Certo che...” si interruppe pensoso e volse lo sguardo verso le campagne innevate.
Il sergente lo fissò stringendo appena gli occhi nella luce forte. “Che cosa, mio signore?”
È strano,” si decise a dire il conte dopo una lunga pausa.
L'altro assentì. “È vero quello che dicono, mio signore? Che è bianco come un morto e ha i capelli di un vecchio?” Poi, forse temendo di aver esagerato, soggiunse: “Scusate, mio signore.”
Non scusarti, Martin, è la verità.” Fece un gesto verso i campi innevati e disse: “Se lo buttassi là in mezzo, non si vedrebbe nemmeno.”
Martin non rispose, i due continuarono a camminare in silenzio per un po'. Da lontano, nitidi nell'aria tersa, giungevano i richiami di un istruttore che stava addestrando le nuove reclute. Dalle case del borgo si levavano esili fili di fumo.
Come parlando a se stesso, il conte proseguì: “Era avvolto in una pelliccia pregiata, ma non aveva alcun segno di riconoscimento, né stoffe, né ricami, né altro. Sa Dio chi può averlo abbandonato sui gradini della chiesa.”
La signora contessa è felice, mio signore?” chiese il sergente.
Kuno von Hohenberg sorrise. “Se è felice? È al settimo cielo. Non lo lascia un attimo. Non sembra nemmeno più la stessa donna.”
Prima era sempre triste, in effetti,” considerò Martin.
E adesso invece non fa altro che ridere. Forse quel bambino è davvero un dono di Dio.”

   
 
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