Eccomi di
nuovo qua. Ho diversi capitoli pronti, quindi dovrei aggiornare abbastanza
frequentemente. Però mi piacerebbe sapere se la storia vi incuriosisce e se ci
sono delle pecche nella trama. Per quanto stia cercando di rendere tutto
plausibile, qualche cosa del telefilm posso non averla compresa o persa per
strada e la storia potrebbe non reggere e dovrei cambiare dei particolari.
Oppure se avete
qualche secondino fatemi sapere la vostra opinione.
A volte i
capitoli saranno corti, altri più lunghi, perché avevo iniziato a scrivere la
storia senza intenzione di pubblicarla, quindi non era prevista una divisione
in capitoli e ho diviso il testo più o meno dove mi sembrava che potesse
esserci uno stacco.
Bhe buona lettura.
Neko
Capitolo 3
Quel giorno Emma decise di fare una
sorpresa al figlio e decise di andare a prenderlo a scuola. Amava passare il
pomeriggio con Henry e sentire cosa aveva fatto durante la giornata e fare con
lui qualcosa di speciale. Qualcosa anche di banale, l’importante era che
fossero solo lui e lei.
Sentì dall’esterno la campanella
della scuola, segno che da li a poco Henry sarebbe uscito.
“Mamma!” disse infatti Henry, che
dopo aver salutato Violet, corse verso di lei “Non ti
aspettavo!”
Emma alzò le spalle e avvolgendo un
braccio intorno alle spalle del figlio disse “Avevo voglia di vederti e ho
deciso di passare. Cosa ne dici di un bel gelato?”
“Dico che è una grande idea!” disse
il ragazzo felice.
Dopo che entrambi erano fuori dalla
gelateria e camminavano tranquillamente per le strade di Storybrooke,
Henry domandò “Mamma, non che non sia contento di vederti, ma c’è qualcosa che non va? Non lo
so, mi sembri un po’ strana!”
“Sembra la frase del giorno!” disse
Emma esasperata.
“Forse perché si vede lontano un
miglio che qualcosa ti preoccupa. C’è un nuovo nemico?” chiese Henry curioso.
“No, ragazzino. Non che mi risulti!”
disse Emma per poi tornare a guastare il suo gelato. Fecero soltanto pochi
passi, prima che Emma si bloccò di scatto e guardò davanti a sé. Henry la
guardò confuso, per poi guardare nella stessa direzione in cui guardava la
madre.
“Chi è quello?” chiese Henry, vedendo
in mezzo alla strada una figura nera incappucciata.
Emma sussultò “Lo vedi anche tu?”
chiese spostando lo sguardo dalla figura al figlio e viceversa.
“C-certo!” disse Henry stranito dalla
domanda della madre.
Emma si accorse che tutte le persone
in giro in quella strada, lo vedevano e tra di loro parlavano cercando di
capire chi fosse costui.
Emma, nonostante sentisse dei brividi
percorrere lungo la schiena, decise di fare il suo mestiere da sceriffo e
avvicinandosi alla figura, mantenendo comunque una certa distanza, gli domandò
chi fosse e da dove venisse.
L’essere incappucciato, di cui non si
riusciva nemmeno a intravvedere il volto, non disse niente. Ma una risata tetra
si poté sentire. Una risata fredda e malvagia che scaturì nuovamente in Emma la
solita visione.
Prese nuovamente a tremare e ora
Henry poteva veramente affermare di essere preoccupato per la madre.
Emma al sentirsi chiamare dal figlio
tornò in sé e istintivamente lo spinse dietro di sé per proteggerlo. Pose le
mani in avanti come a mettere in guardia la figura, che bastava una mossa
sbagliata e lei avrebbe reagito.
La figura però non si muoveva, ma con
una voce dura e roca disse “Pensi davvero di poter proteggere tuo figlio da me,
salvatrice!”
Quelle parole confermarono in Emma,
quello che l’aspetto indicava, quell’essere era un nuovo nemico, probabilmente
anche più insidioso della fata nera e di quelli precedenti.
“Non ti permetterò di fargli del
male!” disse Emma cercando di nascondere il suo timore.
“E tu pensi di potermi fermare in
quelle condizioni?” chiese la figura incappucciata, notando il tremore delle
mani di Emma “Hai paura! Scelta saggia salvatrice, perché non ho nessuna
intenzione di andarci leggera con te!”
“Henry!” disse una voce alle spalle
del ragazzo. Regina aveva sentito qualche cosa nell’aria e usando il suo potere
si era teletrasportata sul luogo dove aveva percepito la magia.
“Henry voglio che tu adesso vada
da Regina!” disse Emma, non staccando
gli occhi dalla figura.
“Ma…”cercò di obbiettare il ragazzo.
“Ora!” ordinò Emma, dandogli una
rapida occhiata che non ammetteva repliche.
Regina abbracciò il figlio, per poi
tornare a guardare Emma e la figura incappucciata. Sembravano studiarsi, ma
l’agitazione della salvatrice era palese, diversamente dalla figura
incappucciata, che immobile sembrava solo aspettare una mossa dal suo
avversario.
Emma cercò di calmarsi e di prendere
dei respiri profondi. Non riuscì a cacciare via i brividi alla schiena che
quell’essere le provocava, ma bastò tanto da riuscire a tenere le mani ferme e
concentrando la propria magia, scaglio un’energia magica contro il proprio
avversario.
Regina, Henry, Emma e tutte le
persone intorno che si erano nascoste, ma che comunque lanciavano un occhio a
quello che stava avvenendo, sussultarono quando videro che il potere della
salvatrice non aveva avuto il minimo effetto.
“E questo è il modo in cui pensi di
contrastarmi salvatrice? Mi deludi! Vuoi vedere il vero potere?” chiese la
figura incappucciata prima che, con un gesto della mano, facesse volare Emma
contro una macchina.
“Mamma!” La voce di Henry fu l’ultima
cosa che la donna sentì prima di perdere i sensi.