Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: Ninfea Blu    19/06/2009    5 recensioni
Questo è un argomento che mi interessa e mi coinvolge molto. Non credo di essere dissacratoria, ma ho una visione molto personale delle cose. Io mi pongo sempre un' infinità di domande, forse inutili, forse superflue, forse ingenue... ma non riesco ad evitarlo. Le lascio scorrere liberamente e non è detto che per voi abbiano senso, non è detto che abbiano un filo logico. E' una mia necessità intima, forse per mettere un po' d'ordine. Se volete, provate a rispondermi...
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dio se ci sei…

Dio se ci sei…

 

 

Batti un colpo mi verrebbe da dire. Ma non vorrei sembrare irriverente.

Ma dove sei?

Che cosa sei?

Sì, lo so.

Sono secoli che l’umanità ti pone sempre le stesse domande. Sarai anche stufo di sentirle e di rispondere sempre allo stesso modo a gente che non capisce niente, io mi annovero tra quelli che non capiscono niente.

Cosa vuoi farci sono un po’ testarda.

Zuccona forse è la parola esatta.

O forse arrivo con l’ultimo treno e non ho sentito quello che hai detto fin’ora e devi ripetere tutto da capo.

Ma sono troppe le cose che avrei da chiederti, troppi i dubbi, troppe le perplessità.

Si dicono tante cose su di Te, si sono dette e chissà quante ancora in futuro se ne diranno. Però devi ammettere che tante, troppe sono assurdità. Anche la Bibbia è piena di contraddizioni; in fondo, è stata scritta da uomini che hanno solo tentato di darsi delle risposte... oh Dio, non è che io l’abbia letta con attenzione, solo qualche brano qua e là. Ma gli uomini sono fallaci. Sempre. Anche quando sono ispirati da Te, o pretendono di esserlo.

La parola ispirata da Dio.

Parola divina.

Parliamone di questa ispirazione che giungerebbe da te.

Sono quasi certa che sia vera, anzi ammettiamolo pure; l’ispirazione, intendo quella che fa produrre all’uomo capolavori come la Cappella Sistina di Michelangelo, o fa costruire le piramidi, o scrivere tomi di letteratura e poesia è una scintilla che arriva da altrove. Che cos’è questo altrove?

Esiste una regione dello spazio, dell’universo, un’ energia che contiene tutto?

Dove tutto si genera?

E perché io sto qui a pormi domande che sono incomprensibili?

Sì, forse la parte migliore di noi viene da Te.

Non in questo caso però, io non mi sento particolarmente ispirata e forse sto usando l’ironia per tentare di avvicinarmi a un essere che mi pare distante dal mio mondo.

Chissà se Tu apprezzi l’ironia.

Devi apprezzarla per forza, visto che è una componente umana.

Sei Tu che ci hai creati così, dicono.

Ma non divaghiamo, perché con Te è facile uscire fuori tema, mi è successo troppe volte.

A noi in realtà che cosa arriva? Quale parte del messaggio?

Forse non arriva tutto, perché tra noi c’è un filtro non facile da superare, insito nella stessa natura umana così come Tu l’hai creata. Forse non è canonico come pensiero, forse è poco spirituale, ma mi capita di pensare a Te come a una radio che manda dei messaggi; le tue “onde sonore” arrivano a noi filtrate e forse distorte dal nostro limite, da un canale troppo stretto perché possa passare tutto quello che Tu ci mandi. Ed ecco che a noi arriva il messaggio, ma è distorto, frammentato a causa della nostra limitata capacità di “sentire”.

Noi cosa sentiamo in realtà? Quanto siamo in grado di sentire e soprattutto, quale organo dovrebbe sentire questo messaggio che arriva da Te? Se di organo si può parlare… anima forse?

È la prima volta che penso all’anima come a un organo, qualcuno penserà che sono pazza.

Un organo che non si vede e non si sente.

Perché, i nostri organi noi li vediamo? Li sentiamo? Solo quando fanno male, quando il cuore batte furiosamente come dopo una corsa o per un emozione. L’anima la sentiamo quando fa male.

Come se potessimo avere coscienza di noi solo nel dolore.

In effetti le sensazioni più forti si hanno quasi sempre attraverso la sofferenza.

Sto di nuovo divagando. Ma neppure tanto, in realtà.

Stavo dicendo che a tutti noi arriva una parte del messaggio e tutti crediamo che sia quella vera, giusta. Tutti crediamo di avere la verità in tasca. E siccome siamo tutti convinti di questo, ecco che pretendiamo di portare agli altri la “nostra” verità, pensando che sia l’unica possibile e reale.

E troppe volte gli uomini si sono vantati della convinzione di aver capito tutto, di possedere tutte le risposte. Allora, forti di tale certezza, tutto diventa legittimo, imporre un’ idea o un concetto pensando che sia assoluto. Perché gli uomini non si rendono conto di essere solo un canale imperfetto. Anche la teoria secondo cui la creazione divina era perfetta in origine, Signore concedimi, fa acqua da tutte le parti.

Come fa una cosa che è perfetta a guastarsi col tempo?

Allora non era perfetta…

Per definizione, la perfezione è qualcosa che non si evolve, è immutabile e statica.

Ma se per perfezione noi volessimo intendere altro? Evoluzione magari?

Se perfetto fosse qualcosa che si evolve, che muta, si adatta, cambia forma, colore e pensiero?

Io sono più d’accordo con Darwin che con le teorie bibliche sull’origine del mondo.

La verità.

Che cos’è questa benedetta verità?

La verità vi renderà liberi.

Già… ma da cosa dobbiamo liberarci?

Di noi stessi magari? Di cosa siamo prigionieri? Dell’illusione che governa tutto il nostro mondo?

Dalle forme e dagli archetipi che la società ci impone? Dal fare tutto quello che fanno gli altri? Amare come amano gli altri? Vivere come tutti, nello stesso modo, interessarsi alle stesse cose?

Ma poi esiste davvero la libertà? Non è forse anche lei un’ illusione?

Ci penso spesso al libero arbitrio, che per comune definizione è la libertà di poter scegliere tra bene e male.

Sai, io dubito che esista. Non la vedo questa libertà, non la sento.

Di fatto non ce l’ho. È un illusione, una bella illusione che forse è necessaria a farci vivere un po’ meglio di come vivremmo altrimenti. Ho troppi vincoli nel contesto in cui vivo che non mi permettono di essere libera.

Godiamo di una libertà finita, limitata, ristretta dalle regole e dal nostro stesso limite fisico. Il tempo stesso in cui siamo collocati ristringe la nostra libertà d’azione; quante volte sento dire - vorrei che la giornata avesse trentasei ore - Eppure ancora non ci basterebbe.

Liberi di fare, liberi di pensare, di parlare. Troppo educati per dire veramente quello che pensiamo, troppo legati al mondo e ai suoi ritmi imposti da altri, per agire come veramente vorremmo.

Almeno questa regola vale per la maggior parte di noi.

Vale anche per me in realtà.

Io credo di essere libera, ma troppo spesso mi accorgo di non esserlo.

Troppo spesso vorrei ciò che non posso avere, non faccio quello che vorrei  e faccio ciò che non vorrei.

Ma come si fa a gioire delle piccole cose quotidiane? Perché non ci bastano le piccole gioie e cerchiamo quelle più grandi, più lontane? Perché stare male per ciò che non si può avere?

Perché desideriamo, perché tendiamo costantemente verso altre sponde e non ci accontentiamo mai del luogo in cui siamo, nasciamo, viviamo?

Cos’è quest’ansia di sapere, di conoscere l’inconoscibile, se poi non è alla nostra portata?

E dobbiamo accontentarci di questa spiegazione; tu uomo non puoi sapere…

Non puoi capire…

Non puoi concepire…

Non puoi immaginare…

E ci resta questo grande ignoto davanti che ci inquieta, un grande buco nero dove cadono i nostri sogni.

Sì, lo so, potrei pormi queste domande per sempre, per il resto della mia misera vita e non troverei mai le risposte. Lo so che non le troverei, ma sono masochista e continuo a chiedere, a chiedere senza trovare qualcuno che mi dica qualcosa… o forse trovo tante risposte diverse e io devo solo scegliere quella che mi fa più comodo, che mi sembra più adeguata, più sensata in quel momento, che poi tra un anno, un mese, un ora o un giorno, tutto cambierà di nuovo per me.

Dove sta il senso di tutto? Il senso della vita?

Ha un senso la vita?

Qualcuno è pronto a dire di sì.

Fare tanti soldi, vivere nel lusso, avere sempre il meglio.

Ma non è per tutti…

Già… troppo scontato, lo so.

Non sarai d’accordo con me, ma la vita non ha senso tranne quello che gli diamo noi.

La vita di un missionario ha senso finché può andare in Africa ad aiutare gli altri, quella di un politico ha senso finché può fregare il prossimo, magari con la scusa di aiutarlo. Ma non tocca a me, giudicare le vite altrui…

la mia vita ha senso… perché?

Perché mi alzo la mattina e vado a lavorare, faccio il mio dovere, pago le tasse, preparo il pranzo e tante altre cose banali e quotidiane?

Io dovrei trovare un senso in tutto questo?

L’amore, sì. L’amore.

Mi pare di sentirti, io che non sento niente.

Sì, l’amore è l’unica cosa che da senso a tutto.

Ammettiamolo sono d’accordo.

Ma per me il fatto non cambia; la vita fine a se stessa non ha senso.

Non ne ha proprio, o forse sono io che non lo trovo?

Forse ha senso solo perché esiste la morte?

L’hanno già detto altri prima di me…

In fondo non dico nulla di nuovo…

 

Forse siamo liberi solo col pensiero, che spesso non mostriamo, resta chiuso dentro i confini del nostro cervello per i motivi più diversi; paura, incomprensione, magari poco coraggio.

Quindi, di fatto non siamo liberi. Almeno non totalmente.

Poi, della libertà di scegliere tra bene e male che me ne faccio?

Io non sceglierei mai il male volontariamente.

Forse è la volontà di comprendere che mi manca. Eppure ci sono persone che scelgono il male di proposito.

Che godono nel vedere gli altri soffrire… perché hanno bisogno di questo?

Perché il mondo ha bisogno di questo per capire la differenza?

Pace e guerra, amore e odio, potrei continuare all’infinito con i contrasti e gli opposti.

Il bianco senza il nero, capiremmo che è bianco?

Oppure non sapremmo dare un nome a quel colore?

Ho pensato spesso alla verità come a un puzzle; tante tessere sparse in giro per il mondo qua e là. Frammenti che Tu hai sparpagliato come briciole di pane a questa umanità che corre, si danna, si dispera nel vano tentativo di cercare chissà cosa. E noi, convinti di avere nelle mani il frammento giusto, quello mancante per risolvere tutto, per capire ogni cosa e svelare tutti i misteri. Ci affanniamo, lottiamo uno contro l’altro da secoli.

Siamo come piccioni che lottano per le briciole di pane che un vecchio, seduto tranquillo alla panchina di una stazione, ci elargisce.

Forse ti diverti ad osservarci, siamo il tuo passatempo.

Penserai; ma guarda quanto sono stolti! Ma li ho fatti io così?

Così presuntuosi da credere di essere i soli custodi della verità, abbiamo sprecato il tempo a fare guerre sante, crociate, abbiamo bruciato donne come streghe e condannato chi è diverso.

Non è un bel pensiero questo.

Ma è quello che sento adesso…

Dov’è questa evoluzione? A me sembra che il mondo vada avanti sempre nello stesso modo…

 

 

Continua, forse…

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Ninfea Blu