DISCLAIMER:
I personaggi sotto
presentati non mi appartengono.
Questa storia è stata scritta
senza alcun scopo di lucro.
Autore:
Manto/Laodamia94
Fandom:
Fairy Tail
Titolo:
Nella Luce (Qui con Me)
Introduzione:
{StingYu}
Dal testo: “È
così speciale nella sua semplicità, Yukino;
bastano poche frasi, o
una carezza che si trasforma in abbraccio, per placarlo. Più
i giorni passano, più lui non riesce a immaginare la gilda,
la
sua stessa esistenza, senza
la presenza della maga; e se solo potesse farle capire come si senta
quando è con lei… quasi fosse nato proprio per
vivere al suo
fianco.”
Personaggi:
Sting Eucliffe, Yukino Aguria
Rating:
Giallo
Frase: 08 >
“Right
now, I don’t know if I want to kiss you or shove you off a
bridge”
“Can I pick?”
Non concorro per il punto bonus.
Eventuali
note dell’autore: Cuuu *^*
Bene, che dire? Volevo prendermi una
pausa dalle mie storie classiche (ovvero, dall’angst
totale e senza ritorno… anche se un po’
l’ho infilato pure qui
-.-) e provare qualcosa di più leggero, che comprendesse una
buona
dose di dolcezza; siccome una delle mie OTP più sweet
è la StingYu,
ecco che mi sono cimentata in una fic che non spingesse tutti a
strapparsi i capelli per la disperazione... sperando di esserci
riuscita. Già.
Importante:
entrambe le due sezioni della storia inizieranno con una frase tratta
dalla canzone “Il mio nuovo sogno”, presente in Rapunzel.
Siccome mi è stata di fortissima ispirazione, non potevo non
inserirla.
Non
mi resta altro da dire... ora tocca a voi ♥
Nella Luce (Qui con Me)
I ~ È Con Te che Voglio Stare
A
volte, quando il giorno sta svanendo e il crepuscolo tinge le pareti
della gilda di sfumature ametista, Sting cerca solamente la
solitudine. Non
parla, non osserva nessuno; chi lo incontra per i corridoi di
Sabertooth gli lancia appena un’occhiata
e prosegue oltre, percependo e rispettando il suo desiderio di
silenzio.
Guizzi
di lampi e ombre si alternano nello sguardo cobalto mentre il Drago
Bianco vaga senza una meta precisa, in una battaglia intima,
estenuante, che si smorza unicamente quando gli occhi di Yukino
incontrano i suoi.
A
quel punto il giovane si ferma, come davanti a un evento che gli
sfugge o a qualcosa che non riesce a spiegarsi nemmeno dopo tanto
tempo; o quasi cercasse il coraggio per rivelare i suoi tormenti, e
temesse di non trovarlo. In un certo senso è questa la
risposta
giusta: perché quando il fuoco che arde nel suo petto si
fonde con
il sentore di quella chioma nivea, parte della sua energia si quieta,
e la voce impiega qualche istante a esplodere.
“Perdonami.”
L’espressione
della maga è sempre leggermente confusa.
“Perché ti stai
scusando, Sting-sama?”
Lui
spesso non risponde subito; poi sospira, le si fa più vicino.
“Io…
quando guardo la sala principale, quando osservo tutti voi…
non so
bene come spiegarlo, ma a volte il presente si ferma e lascia spazio
ai ricordi. Rivedo Jiemma, il lato più spietato della dama
Minerva,
la tensione che aleggiava su tutti noi… la parte peggiore di
me, di
cui provo sempre vergogna.
Quel
me di tanto tempo fa è così…
così…”
Le
parole mancano, tanta è la rabbia che contengono; ma poi
subito
riprendono forza, quando giungono al punto che più preme a
chi le
pronuncia. “E poi… poi vedo te.
Sei
in un angolo, a guardarci con quel pizzico di tristezza che non sei
mai riuscita a nascondere del tutto ma che nessuno voleva notare; e
non c’è uno sguardo, non una voce che si rivolga a
te con
sincerità… anche se tu neghi di aver percepito la
menzogna.
Anche
se tu sei così diversa da noi, così nobile, da
continuare a sperare
in un cambiamento e sorridere a ogni gesto che riveli uno spiraglio
di luce. Quando rivedo ciò… mi chiedo come sia
potuto accadere, e
perché tanto a lungo.
Come
è stato possibile smarrirci così da dimenticare
noi stessi? Non
me lo spiego; e in parte non riesco ancora a perdonarmi.
Tu
puoi farlo?”
In
quegli istanti, il tepore gentile che proviene da Yukino aumenta; e
Sting rimane sempre sorpreso di quanto sia delicato il tocco
dell’albina mentre gli prende le mani nelle sue. Gli astri si
riflettono nelle sue iridi chiare, donandogli un angolo di cielo in
cui poter liberare le proprie paure, e mentre fissa quegli occhi in
lui si fa strada la sensazione, sempre più profonda mano a
mano che
i giorni scorrono, che in loro si celi qualcosa di simile al Destino.
È
nel riflesso delle luci che le anime si incontrano e intrecciano i
propri fili.
“Sbagli
a sentirti così, Sting-sama.
Abbiamo
fatto tutti degli errori, in molti modi; ma attraverso ciò
che
abbiamo vissuto siamo diventati una famiglia, e ora quel
passato, per me, è come il ricordo di un brutto sogno: a
volte fa
ancora paura, ma è finito e non tornerà
più.
Non
è questo che importa? Grazie a te e al tuo coraggio, tutti
noi
stiamo ricostruendo i nostri sogni e riprendendo le nostre vite;
quindi non soffrire più, non ce n’è
necessità.”
È
così speciale nella sua semplicità, Yukino;
bastano poche frasi, o
una carezza che si trasforma in abbraccio, per placarlo. Più
i giorni passano, più lui non riesce a immaginare la gilda,
la
sua stessa esistenza,
senza la presenza della maga; e se solo potesse farle capire come si
senta quando è con lei… quasi fosse nato proprio
per vivere al suo
fianco.
In
fondo, è stata lei a salvarlo: il suo dolore,
l’umiliazione,
l’ingiustizia hanno incrinato la bara di cristallo che
intrappolava
i sentimenti più caldi e sinceri – quelli che per
troppo tempo ha
riservato solo a Lector e Rogue – e ha stretto il suo cuore
fino a
spremere tutte le false convinzioni e iniziare la purificazione.
La
temporanea perdita del suo amato exceed
e l’esempio di Fairy Tail – la prima, vera famiglia
che abbia
incontrato sulla sua strada – hanno infranto completamente la
sua
prigione d’apparenze, permettendogli di ricominciare a
respirare;
ma senza Yukino la consapevolezza di ogni errore commesso sarebbe
giunta più lentamente, e di certo non con la stessa forza.
Che
cosa sarei diventato senza di te, figlia delle stelle?,
si chiede il giovane quando la sera avvolge entrambi in un unico
manto; e nel lampo di un sorriso e di un desiderio, un’altra
domanda fiorisce:
Che
cosa diventerò insieme a te? Ogni volta che mi guardi nasco
nei tuoi
occhi, e ora che so quanto avrei perso senza te, lo prometto, non ti
lascerò più andare, né gioire o
soffrire da sola.
Tu
sei il mio cuore.
II ~ La Tristezza non c’è Più
A
volte, quando la notte inizia a svelarsi, Yukino fissa il cielo a
lungo. Le stelle sono parte di lei fin da prima che i suoi occhi le
sapessero riconoscere, non c’è
da stupirsi se sente il bisogno di camminare nella loro luce e
ascoltarne il silenzio; perché quello,
di silenzio, non lo teme.
Là,
tra quei mille diamanti che la osservano senza chiedere nulla in
cambio, contempla l’altra
parte del suo mondo e le infinite strade, forse visibili solo a lei,
che si diramano tra le nuvole e dalle costellazioni raggiungono il
suo cuore, per unire e collegare l’uno all’altro
tutti quelli che
più ama.
In
tal modo può intravedere il volto di Sorano, il cammino che
sta
affrontando per eliminare dall’anima le ultime tracce delle
sue
colpe e iniziare a vivere serenamente; vicino a lei
c’è quello di
Lucy, la bella fata
che sente come una seconda sorella, e quelli di Kagura e Minerva,
questi ultimi sempre più brillanti mano a mano che il Tempo
avanza
e, curando le ferite, allenta le catene dei rimorsi.
A
poca distanza, più vicino alla Luna e al suo chiarore
rispetto agli
altri, c’è anche quello di Rogue. Le ombre sono al
suo fianco, ma
non sembrano fargli paura come prima; e anche lei riesce a sorridere
loro, mentre
si intenerisce
al pensiero del silenzioso e gentile nakama.
C’è
solamente
un volto che la maga non riesce a trovare; perché lui
non deve cercarlo, è così parte e causa del suo
essere che basta
tacere per percepirne la presenza. Già, perché
Yukino non ama solo
il lucore degli astri: ci sono altre gemme, azzurre come il mare e la
volta mattutina, che quando incrociano il suo sguardo la spingono a
sorridere, qualunque sia il suo umore.
Ha
sognato per tanto tempo di scoprire e abbracciare la luce che quegli
occhi irradiano: ne è stata attratta fin da quando questa
era ancora
velata da malsano orgoglio e freddezza, e per lei non c’era
posto
in essi; per questo ha pianto di felicità quando, infine,
l’ha
vista libera di falsità, più consapevole e
profonda.
Al
palazzo del Re, davanti alle parole di Sting – quella
è stata la
prima
volta che ha sentito
il Drago Bianco tremare, che ha visto i suoi occhi abbassarsi
– che
l’hanno implorata di restare, la maga ha compreso quanto
avesse
atteso
quell’istante;
e che in nessun luogo sarebbe potuta e dovuta stare, se non
all’interno di quella gilda di tigri pronte, finalmente, a
liberarsi dalle proprie gabbie, con tanta strada da fare per
diventare realmente
forte, ma tesa e pronta a divenire più unita.
Il
silenzio è allora esploso in lacrime e sorrisi,
esorcizzandola dal
demone della solitudine; e perdonare è stato più
semplice di quanto
pensato… ricominciare, insieme, meno difficile.
Spesso
ripensa a quella stessa notte, e ricorda come il Drago Bianco,
risolta la bizzarra
contesa scoppiata tra le gilde proprio a causa sua, ha lasciato da
una parte i balli per andarla a cercare; e una volta trovata nei
grandi giardini del palazzo reale, le ha preso le mani urlando il suo
nome. “Allora? Ritornerai con noi, vero?
Prima
non hai risposto... ritornerai alla gilda?”
Quanti
tremiti in quella voce, quanta urgenza nella preghiera; ed è
stato
in quell’istante, davanti a quello sguardo animato dal timore
di un
rifiuto, che inattese parole le hanno invaso la mente.
Sting-sama…
proprio ora, non so se voglio baciarti o gettarti giù da un
ponte!
Hmm,
posso scegliere?
È
rimasta immobile per qualche attimo, il tempo che l’eco di
quel
dialogo interiore e così naturale da sembrare voluto
– lo
è stato da sempre
– ha impiegato a spegnersi nel suo animo; poi è
arrossita, e
infine ha sorriso. “Tornerò alla gilda, da voi. Te
lo prometto.”
Ha
osservato l’espressione di Sting rilassarsi, illuminarsi di
una
luce più calda; e quando lui le ha porto la mano,
l’ha presa quasi
senza indugio, e seppur mantenendo una certa distanza si è
lasciata
condurre nuovamente nel palazzo.
“Sarà
tutto diverso, ora”, le ha sussurrato il Drago Bianco prima
che la
confusione e l’allegria generale li ingoiasse, “la
promessa che
io faccio a te è che non dovrai più temere di
essere sola. Siamo
tutti stanchi di fingere, e io… io devo rimediare in tante
cose.”
Yukino
lo sa e lo vede tuttora quanto abbia mantenuto la sua promessa, come
grazie all’impegno di tutti la gilda abbia mutato volto;
serba
sempre nella mente tutti gli ostacoli superati insieme, il coraggio
con cui ognuno ha sfidato i propri limiti, il legame sempre
più
solido che li spinge a non aver paura di nulla.
Proprio
ora, non so se voglio baciarti o gettarti giù da un ponte!
Posso
scegliere?
Non
sa ancora quando riuscirà a rendere reali quelle parole,
scritte su
centinaia e centinaia di pagine, quasi potessero volare via dalla sua
mente e abbandonare un sogno così caro; ma solo trovarsi al
fianco
di quel ragazzo così spettacolare nella sala principale di
Sabertooth, o sotto il pallore della Luna a cui regalano le loro
risate, le fa realizzare a poco a poco.
Niente
che sia duraturo e stabile, o unico, è stato mai realizzato
senza
l’aiuto dell’attesa; e così lo scorrere
delle ore,
l’intrecciarsi degli eventi, lo svelarsi lento ma graduale
dell’anima rende salda la sintonia che lei sente con Sting. In
questo modo sa di poter diventare
ancora più
forte, ma di esserlo realmente solo se voltandosi incontra lo sguardo
energico e sicuro del suo drago, e allora trova in sé stessa
tutto
quel coraggio che ha cercato per anni.
No,
ora non è più sola, ora la sua voce viene udita,
ascoltata,
compresa; quando avrà paura, sa che ci sarà una
mano che stringerà
la sua per ridarle impeto e forza, che un paio di braccia saranno
sempre pronte ad afferrarla se un abisso si aprirà sotto ai
suoi
piedi; sa
che la sua felicità è al sicuro.
È
pronta a tutto perché quel sorriso mascalzone non scompaia
mai dal
viso del master; e nella quiete della notte, quando le stelle
palpitano e il suo cuore le parla, lei risponde sempre che non
importeranno le difficoltà, le prove che la insidieranno e
minacceranno di farla cadere: se lui sarà al suo fianco, ci
sarà
sempre un nuovo giorno.
E
indossata l’armatura
qual è il suo amore, diventa invincibile.