Capitolo 5
Dopo un paio di giorni Emma venne
dimessa dall’ospedale, ma la notizia di una nuova aggressione verso la sua
persona, preoccupò decisamente tutti a Storybrooke,
in quanto l’intera popolazione della cittadina ormai era venuta a conoscenza
della comparsa di un nuovo e temibile nemico, che nemmeno la salvatrice
riusciva a fronteggiare.
Regina dalla sera stessa della prima aggressione
si era messa all’opera, cercando informazioni sul misterioso individuo, con
l’aiuto di Henry e Zelena. Anche Belle, informata da
Gold di quanto stesse succedendo, decise di dare una mano. Inoltre Regina aveva
cercato di inventare qualche nuovo incantesimo di protezione più potente
rispetto a quelli del passato, i quali erano stati aggirati da streghe dalla
potenza di sua sorella Zelena, quindi era certa che
tali incantesimi, non avrebbero avuto effetto su essere insidioso come la
figura incappucciata.
Emma era davvero grata ai suoi
famigliari per l’impegno che ci mettevano, ma lei non voleva essere da meno e
dato che era lei la diretta interessata della minaccia rappresentata da
quell’essere, non perse tempo e si mise a fare ricerche.
Killian l’aiutava come poteva, ricoprendo
anche il suo turno alla stazione dello sceriffo e anche David di tanto in tanto
riprendeva il suo ruolo da sceriffo.
Tutti avevano notato come quella
minaccia aveva drenato l’energia di Emma, soprattutto Killian
che la trovava addormentata nei posti e momenti più strani. La sua amata era
una donna in grado di non dormire per giorni quando vi era una minaccia e
trovava strano questa sua stanchezza, ma legata anche allo stress a cui era
sottoposta, Killian lo trovava comunque
comprensibile.
Per fortuna di Emma non vi erano più
stati attacchi, ma non vi erano stati passi avanti nello scoprire chi fosse
veramente quel tipo.
Quella mattina Killian
e la salvatrice decisero di unirsi a Regina in biblioteca, per dare un’occhiata
ad alcuni libri che Gold aveva procurato loro dal suo negozio.
Belle avrebbe voluto aiutare, ma
erano giorni che non passava del tempo con Gideon ed
Emma non voleva che per causa sua, i suoi amici e parenti stravolgessero la
loro vita.
Emma si sedette al tavolo e afferrò
uno dei libri per cominciare a sfogliarlo quando Killian
disse “Che informazioni abbiamo di questo tizio fino ad ora?”
“Che vuole Emma morta per assorbirne
i poteri. Non ce l’ha detto chiaro e tondo, ma sono d’accordo con Gold su
questa ipotesi. Sappiamo che proviene da un altro mondo. Se fosse della foresta
incantata lo sapremmo! Non abbiamo fatto passi avanti con le ricerche” disse
Regina sospirando “Sembra uscito dal nulla!”
“Sappiamo anche che è molto potente e
che è in grado di schiacciarmi come un insetto!” disse Emma picchiettando
nervosamente le dita sul tavolo. Se lei non poteva fermarlo, come poteva
difendere la sua famiglia e i cittadini di Storybrooke.
Era impensabile che quell’essere una volta assorbito i suoi poteri,
semplicemente andasse in giro a farsi una vacanza e sparisse nel nulla. Aveva
di sicuro intenzioni malvage.
“Questo solo perché sei spaventata,
love!” disse Killian.
“Certo che sono spaventata, abbiamo
visto quanto è potente quell’essere. Al momento non mi sento la salvatrice.
Come posso proteggere tutti se mi paralizzo quando lo vedo? ” disse Emma
esasperata.
Regina incrociò le braccia al petto e
guardando Emma disse “Dobbiamo allenarci affinché tu riesca a dominare i tuoi
poteri anche in condizioni di stress e paura!”
“Ho la netta sensazione che sia più
facile a dirlo che a farlo. Non sono quasi mai riuscita a dominare il mio
potere sotto stress!” disse Emma portandosi una mano sulla fronte. Non si
sentiva bene. Era stanca e nervosa e aveva l’impressione che quella giornata
sarebbe andata peggiorando.
“No, non sarà facile Emma, ma
sappiamo che puoi farcela. Devi solo credere in te stessa!” disse Regina, prima
che un telefono cellulare squillò. Emma riconobbe la sua suoneria, ma non il
numero sul display. Sperava vivamente che non ci fosse nessuna emergenza da
parte di qualche cittadino. Rimase sorpresa quando sentì la voce dall’altro
capo del telefono e cosa volesse.
“Cosa succede love?” chiese Killian vedendo il volto stranito della moglie, mentre
chiudeva il telefono.
“Era Whale,
dice che vuole vedermi in ospedale, tra un’ora per parlarmi!” rispose la donna,
guardando l’uomo e la donna di fronte a lei.
Emma sospirò e si alzò in piedi
perché la sua agitazione non le permetteva di trovare pace e stare ferma le
veniva difficile, ma una volta in piedi, sembrò che il suo corpo non era
d’accordo con la sua idea di muoversi, perché un giramento di testa la
costrinse ad aggrapparsi al tavolo per
impedire di cadere a terra.
Killian le fu subito accanto per sorreggerla
“Emma, ti senti bene?”
Emma sbatte gli occhi per qualche
secondo, aspettando che il mondo smettesse di girare e rispose “Si…si credo
che…credo di essermi solo alzata un po’ troppo in fretta!”
Killian lo guardò scettico e disse “Forse Whale vuole parlarti di questo. Non sei stata bene negli
ultimi giorni! Ma anche una pessima alimentazione a colazione può aver
contribuito. Un caffè non è sufficiente per iniziare la giornata!”.
Emma sospirò e si sedette nuovamente,
sentendo le gambe molli, mentre Regina fece un gesto con la mano e sul tavolo,
davanti a Emma, comparve un succo di frutta e un dolce alle mele, che la donna
aveva preparato la sera prima.
Emma sorrise riconoscente alla donna,
ma non riuscì a trattenersi e chiese “è sicuro o c’è dell’incantesimo del sonno
qui dentro?”
Regina alzò gli occhi al cielo e
disse “Di cosa ti preoccupi, anche se ci fosse, con un bacio del tuo pirata ti
risveglieresti all’istante!”
Killian sorrise e fu felice di vedere la sua
amata mangiare qualcosa, ma mentre Emma aveva solo dato un paio di morsi, un’esplosione,
scosse la biblioteca e mise in allarme le due donne, che poterono affermare che
quanto successo era dovuto a uno scoppio di magia oscura avvenuto sopra le loro
teste, più precisamente alla torre dell’orologio.
Regina, Killian
ed Emma si recarono subito su per le scale per andare a vedere cosa fosse
successo e si paralizzarono all’istante, quando videro l’uomo incappucciato.
Egli sembrava aver creato un portale magico dentro il quale entrò e scomparve.
I tre non ebbero nemmeno tempo di fare mentre locale di quanto si stesse
verificando che con loro sorpresa, il portale divenne ad un tratto più potente
e largo, risucchiando anche loro al suo interno.
L’atterraggio non fu uno dei più
piacevoli, ma Regina, Killian ed Emma avevano altro a
cui pensare, ad esempio capire dove fossero finiti.
Era una foresta apparentemente
normale agli occhi di Emma, ma la vegetazione presente fecero capire subito a
Regina e Killian di trovarsi nella foresta incantata.
“Odio questi viaggi da una terra
all’altra!” disse Killian spolverandosi i pantaloni e
aiutare Emma a rimettersi in piedi.
“Sarebbe bello sapere dove siamo
finiti con precisione. La foresta incantata è un po’ troppo generico!” disse
Regina guardandosi intorno nella speranza di trovare qualcosa che l’aiutasse a
orientarsi. Aveva una brutta sensazione, ma per quanto ci pensasse non riusciva
a identificare il motivo di quel sentimento.
Non si trovavano in una bella
situazione, ma altri problemi non fecero fatica a trovarli. Infatti dopo che un
sibilo nell’aria si fece sentire, Regina si congelò sul posto quando sentì una
freccia passarle accanto e colpire di striscio la sua guancia.
“Regina!” urlò Emma, allarmata di
quanto fosse andata vicino quell’arma a ferire seriamente la donna.
“Sto bene!” disse Regina un po’
scossa.
Killian si avvicinò all’albero dove la
freccia si era conficcata ed estraendola ne annusò la freccia “Sei stata
doppiamente fortunata. Non è avvelenata!” disse l’uomo per poi gettare la
freccia a terra e spezzarla con le scarpe in modo tale da renderla
inutilizzabile.
Tutti si misero allerta quando dei
ramoscelli che si rompevano, rivelarono gli artefici dell’attacco a Regina.
“Vi conviene stare fermi dove siete
se non volete che questa volta non sbagli la mira!” disse una voce femminile,
che lasciò a bocca aperta tutti i presenti.
“Mamma, papà?” disse in un sussurro
Emma, troppo sorpresa da quanto sua madre aveva fatto.
“Quelli non sono i tuoi genitori
Emma. Temo che abbiamo viaggiato nel tempo!” disse Regina senza avere dubbi di
quanto stesse accadendo.
“Di nuovo? Sicura che non siano stati
anche loro risucchiati dal portale?” chiese Killian,
il quale sarebbe stato più contento di quell’eventualità piuttosto di un'altra
avventura nel passato.
Regina fu contrariata dal fatto che
l’uomo avesse messo in dubbio quanto affermato, soprattutto su una questione
ben evidente. Perché Neve aveva i capelli lunghi e indossava il suo solito
abito di quando andava a caccia e come David, sembrava non riconoscere Emma. In più dal suo ventre gonfio, si poteva
comprendere che Neve era in dolce attesa, cosa che non risultava nel loro
presente.
“Uncino, non ricordano chi siamo e
Neve sembra abbia mangiato troppi dolci. Ti sembra plausibile che siano i
nostri Neve e David?” chiese Regina.
Solo alle parole di Regina Emma fece
caso allo stomaco di sua madre e cominciò col dire “Credi che quindi…”
“Esatto, ci troviamo qualche mese
prima della tua nascita e del lancio del sortilegio oscuro!” rispose il sindaco
di Storybrooke.
Neve e David, troppo lontani per
sentire i discorsi dei tre, temendo che stessero architettando una via di fuga,
ordinarono loro di stare zitti e per essere sicuri che l’ordine fosse attivato,
Neve li minacciò tendendo maggiormente l’arco.
“Regina, ti ho dato la possibilità di
redimerti e ho anche evitato che ti uccidessero, ma tu hai continuato a
minacciare il mio regno e la mia famiglia. Dammi una sola ragione per non
scoccare la freccia in questo istante!” chiese Neve determinata.
Regina alzò le mani, come a voler
indicare che non aveva intenzione di combattere e disse “Ho solo una ragione.
Non sono chi tu credi che io sia!”
“Oh davvero? Perché a me sembri
davvero tu e non ti permetterò mai di fare del male a mia moglie e mio figlio!”
disse David facendo un passo avanti con la spada sguainata.
Killian alzò le mani e sperando in un tregua
disse “Va bene amico, sappiamo in che situazione vi trovate, ma credetemi se vi
dico che potreste pentirvi se ci uccidete!”
“Non abbiamo niente contro di te
Uncino, quindi tu e la tua amichetta potete andare!” disse Neve “Ma se ti posso
dare un consiglio, fossi in te mi sceglierei meglio le amicizie da frequentare!”
disse ancora rivolgendosi ad Emma.
Emma fece qualche passo avanti,
lasciando sempre le mani bene in vista e disse “Non ce ne andremo senza Regina.
Lo so cosa vi ha fatto e capisco la vostra rabbia, ma davvero non è chi voi
pensiate che sia!”.
“Invece credo proprio di si!” disse
Neve scoccando la freccia, la quale si fermò a pochi centimetri dal volto di
Regina, grazie ad Emma che istintivamente fece uso dei suoi poteri per
fermarla.
“Questo conta come usare i poteri
sotto stress?” chiese la salvatrice a Regina, la quale annuì semplicemente,
guardando ancora la freccia a pochi centimetri dal viso, che Emma provvide a
togliere.
Neve sorpresa di quanto avvenuto, non
aspettandosi che la donna bionda avesse anch’essa dei poteri, punto la freccia
su di lei e chiese “Chi sei tu, una strega?”
Emma guardò Killian
e Regina, indecisa sul da farsi, ma tentò il tutto per tutto, sperando di non
prendere la decisione sbagliata “Sono vostra figlia!”
“Emma!” disse Regina, sorpresa dalla
sua scelta di rivelare la verità.
Neve e David si scambiarono degli
sguardi straniti e senza abbassare la guardia, la prima chiese “Puoi ripetere
per favore?”.
“So che può sembrare strano e che non
risulti che i viaggi nel tempo siano possibili, ma sono vostra figlia e vengo
dal futuro. Tutti noi veniamo dal futuro!” disse Emma indicando anche Regina e Killian.
“Non avresti dovuto dirglielo love!”
disse Killian, scuotendo la testa “Ricordi cosa è successo
l’ultima volta a causa della nostra intromissione negli eventi passati?”
Emma esasperata disse “Lo ricordo
bene Killian, ma cosa dovevo fare? Permette loro di
uccidere Regina? Sono i miei genitori e non possiamo combattere contro di loro.
Ne andrebbe della mia vita e quella di…”
“Henry!” disse Regina in un sussurrò.
“è rischioso, ma sono d’accordo con Emma. Inoltre credo che un po’ di aiuto ci
possa tornare utile!”
“E vi aspettate seriamente che vi
crediamo?” chiese David sospettoso.
Emma sospirò e disse “Se fossi al
vostro posto probabilmente neanch’io crederei a questa storia, ma vi giuro che
è la verità!”
“Dimostratecelo!” disse Neve ancora
con l’arco ben teso.
“E come diavolo pensate che possiamo
fare una cosa del genere? Mostrarvi un segno particolare di Emma? Vi ricordo
che non avete ancora conosciuto vostra figlia!” disse Regina indicando il
ventre di Neve.
“So io come!” disse Emma,
sorprendendo Killian e Regina. Si portò la mano al
collo, dove si trovava una catenina con appesi due anelli. Uno era quello che Killian le aveva dato a Camelot,
mentre l’altro era l’unica cosa che poteva convincere i suoi genitori del
passato che non stava mentendo “Lo riconosci?” chiese Emma, porgendo il secondo
anello a David.
David l’osservò e sussultò quando lo
riconobbe, tirò fuori lo stesso anello, che anche lui portava al collo, e li
esaminò entrambi. Appurato che fossero uguali chiese “Dove lo hai preso?”
Emma sorrise e disse “Me lo hai tu
qualche tempo fa. Hai detto che tua madre avrebbe voluto che lo possedessi io e
volevi anche che avessi qualcosa di suo, dato che ha sacrificato la sua vita
per permettere a me di nascere!” disse riferendosi al sacrificio di Ruth per
permettere a Neve di concepire un figlio.
David sorrise e guardò la moglie al
suo fianco. Neve abbassò la sia arma e toccandosi il ventre disse “Forse
possiamo concederle il beneficio del dubbio. Non ne abbiamo ancora parlato, ma
mi piacerebbe chiamare nostra figlia Emma!”
“Avremo una bambina!” disse David con
le lacrime agli occhi, non essendo ancora venuto a conoscenza del sesso del
bambino e Neve non poté fare a meno di sorridergli e annuire.
Anche Regina e Killian
sorrisero a vedere la commozione nei loro occhi, ma la prima cancellò il suo
sorriso dal volto e guardò a terra sapendo cosa avrebbe fatto, per cancellare
la loro felicità.
“D’accordo, abbiamo deciso di
crederti!” disse David restituendo l’anello ad Emma “Ma cosa mi dici di loro
due?!” indicando con la spada Killian e Regina.
“Non è di me che dovete preoccuparvi,
ma della mia me stessa di questo tempo!” disse Regina incrociando le braccia la
petto.
“Anche io sono innocuo. Farò il
bravo, promesso!” disse Killian alzando le mani.
Neve scosse la testa e disse “Passa
per Uncino, ma non posso…e non voglio fidarmi di Regina, ho perso il conto di
tutte le volte che ha cercato di uccidermi!”
“Non faremo mai entrare la Regina
cattiva nel nostro castello!” disse David determinato.
Regina sospirò, aspettandosi quella
reazione e Emma le passò una mano sulla schiena per confortarla.
Il sindaco di Storybrooke
guardò la salvatrice con uno sguardo che ammetteva la sua colpa “Hanno tutte le
ragioni di questo mondo per avercela con me Emma. Avrai letto qualche storia e
sentito parlare di me dai tuoi genitori, ma non hai idea del male che ho fatto.
Il sortilegio oscuro alla fine dei conti è stato il minimo!”
Emma le sorrise, poi rivolgendosi ai
suoi genitori disse “Non importa quello che ha fatto e quello che farà in
questo tempo. Regina non è più quella persona e lo ha dimostrato più volte. Ha
la mia più totale fiducia. Siete voi che mi avete insegnato a dare alle persone
un’altra possibilità e che tutti possono redimersi!”
“Emma capisco quello che dici ma…”
cominciò Neve, ma venne interrotta dalla figlia.
“Ma cosa? Vi devo ricordare cosa
avete fatto voi alla figlia di Malefica per evitare che io diventassi cattiva?”
chiese Emma, sperando che quell’avvenimento fosse già accaduto e a giudicare
dell’espressioni doveva essere successo da poco.
“Voi siete stati perdonati. Malefica
avrebbe potuto uccidervi e vendicarsi, ma non l’ha fatto. Quindi se voi avete
potuto avere un’altra chance, perché non dovrebbe Regina?” fece notare loro
Emma.
Neve e David si guardano e con gli
sguardi comunicarono tra di loro. “D’accordo. Vogliamo darti il beneficio del
dubbio. Potrete venire tutti e tre al nostro castello, ma Regina…” disse Neve
facendosi guardare dall’interpellata “… un passo falso e te la vedrai con me!”
Regina guardò Emma, la quale alzò le
spalle in segno di accettare le loro condizioni.