From: Alexander Gideon Lightwood, Istituto di Londra
To: Magnus Bane, Brooklyn
 
Magnus,
So perfettamente che non vuoi avere più nulla a che fare con l’Istituto, i Nephilim e specialmente con me.
Ma ti prego, leggi questa lettera.
Fai un ultimo favore a una persona che non è stata in grado di darti nulla, mentre tu hai fatto così tanto.
Mentre scrivo, Jace, i miei genitori e un’altra dozzina di Shadowhunters stanno preparando le carrozze.
Abbiamo trovato Sebastian, finalmente.
Non sappiamo cosa ci aspetta, Magnus, ma andiamo comunque, perché è il nostro dovere.
Il mio dovere.
So che devo andare, così come so che né io né Jace siamo pronti.
Cosa possono due ragazzi contro qualcuno che ha ucciso un Angelo?
E per questo sono qui a scrivere questa lettera.
 Non so se tornerò.
Molto probabilmente non tornerò.
Non tornerò.
D’altronde, è il destino degli Shadowhunters, quello di morire giovani.
Una cinquantina d’anni, e nessuno si ricorderà di me.
Nemmeno tu, Magnus.
Perché tu vivrai per sempre.
Forse un giorno, passando davanti all’Istituto, ti tornerà in mente il mio nome.
Come mi ricorderai, allora?
Con disprezzo, probabilmente, pensando che sono colui che voleva toglierti la tua immortalità.
Beh, sai una cosa?
Non ho mai pensato di farlo. Se non ho detto subito di no a Camille è stato perché ho voluto provare ad immaginarci dopo una vita serena, pronti ad andarcene . Insieme.
Ma ogni volta che vedevo i tuoi occhi, ogni volta che mi sorridevi, pensavo che sarebbe stato innaturale.
Perché tu, Magnus, sei un punto fisso, e rimarrai per sempre, come una di quelle statue dell’antichità, l’unico che ricorderà cos’è successo nel passato.
Avrei tanto voluto arrivare al mio ultimo giorno sapendo che l’ultima cosa che avrei visto sarebbe stato il tuo viso.
Sarebbe stato un bel modo per andarsene.
Ma non importa, ormai.
Devo andare, ora. Siamo pronti.
Magnus, addio.
E, per riprendere la frase che mi hai detto nel giorno peggiore della mia vita:
ti amo, ma questo non cambia nulla.
Alec