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Autore: Myra11    02/10/2017    0 recensioni
[Katniss, Seneca]
Seneca Crane, capo dei 75esimi Hunger Games.
Katniss Everdeen, la volontaria del Distretto 12.
Il marionettista e la sua marionetta, ma forse i ruoli non sono così definiti come dovrebbero.
E ogni tanto, è la marionetta a vincere.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Katniss Everdeen, Seneca Crane
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Katniss l’aveva notato subito.
Era là, alla sinistra del Presidente Snow, e nonostante fosse circondato di gente, sembrava incredibilmente solitario.
Osservava i Tributi sfilare, gli occhi socchiusi, l’espressione controllata come solo quella di un Capo Stratega poteva essere.
Eppure Katniss ne fu affascinata, perché quell’uomo sembrava stonare in tutto il resto.
Mentre la sua mano unita a quella di Peeta si sollevava verso l’alto, la ragazza non riuscì a staccare gli occhi da quelli di Seneca Crane.
Occhi azzurri, immobili come ghiaccio, che la scrutavano come se volessero spegnere il fuoco che la circondava con la sola forza di volontà.
Le venne quasi da ridere nel guardarlo, perché la forma della sua barba era a dir poco ridicola, e nonostante tutto su di lui non sembrava assurda, ma giusta ed equilibrata.
Il Presidente Snow iniziò il suo discorso e, mentre le telecamere rimanevano puntate sui Tributi del Distretto 12, Seneca sorrise.
In piazza, in modo quasi invisibile, la ragazza di fuoco ricambiò il suo sorriso.
 


Non si erano più visti fino all’inizio dei tre giorni di addestramento.
Ancora una volta erano su due livelli diversi, ma a nessuno di loro importava.
Tutto ciò che si erano sempre concessi non erano altro che occhiate.
Sguardi così intensi da saturare l’aria di elettricità, anche se duravano solo per pochi istanti.
Fu per questo che, l’ultimo giorno di addestramento, Katniss cercò i suoi occhi appena entrata nella stanza.
<< Katniss Everdeen, Distretto 12. >>
Lui incrociò il suo sguardo per pochi secondi ma, quando lei fallì il tiro, si voltò di nuovo.
La ragazza s’impose di calmarsi, di respirare a fondo.
Fai vedere che sai fare.
Tiro perfetto. Era un peccato che nessuno degli Strateghi la stesse guardando.
Tuttavia tutti si girarono verso di lei quando mandò la terza freccia a piantarsi nel muro.
Ancora una volta incontrò gli occhi azzurri che le gelavano il sangue nelle vene.
Senza distogliere lo sguardo, accennò un inchino beffardo.
<< Grazie, per la vostra considerazione. >>

 
Si rigirò nel letto, le immagini degli occhi azzurro ghiaccio e della sua espressione vagamente accigliata che le lampeggiava dietro le palpebre chiuse.
Si chiese se anche lui l’avesse pensata, ogni tanto.
Ma tanto, cosa cambiava?
Non avevano condiviso nulla, se non giorni, attimi di sguardi che potevano dire centinaia di cose.
Il giorno dopo lei sarebbe finita comunque nell’Arena.
Quello che non poteva sapere era che, proprio in quel momento, Seneca stava ricevendo l’ordine di ucciderla durate i Giochi e lo stava detestando con tutto sé stesso.

 
Katniss veniva portata sul palco mentre lui saliva le scale.
Un’esecuzione pulita, rapida, ma dolorosa.
Una punizione per non aver seguito esattamente gli ordini.
Una punizione per aver lasciato in vita la ragazza di fuoco.
Quella ragazza, pensò mentre la corda gli si avvolgeva intorno al collo, era destinata a fare grandi cose.
E in quel momento sperò che qualcuno la aiutasse ad andare avanti.
Sperò che liberasse il mondo dagli Hunger Games e dal Presidente Snow, che insieme avevano mietuto vittime innocenti, non solo tra i Tributi.
Katniss veniva incoronata vincitrice, mentre la corda si stringeva.

 
Un anno dopo, Katniss rientrò nella sala di allenamento.
Sembrava stranamente più fredda, eppure era uguale a come la ricordava.
L’unica cosa cambiata era l’uomo seduto sulla sedia di Capo Stratega.
Quel uomo non aveva gli occhi azzurri.
Non aveva una barba assurda che gli donava.
Katniss si mise al lavoro, senza guardare gli Strateghi fino a quando non ebbe finito il lavoro.
Fu con mani tremanti che dipinse il nome sul manichino.
Seneca Crane.
  
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