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Autore: Sarnie    04/10/2017    0 recensioni
Perché mi dicono che ho tempo? Come possono saperlo? Perché diamine associate la parola “giovane” alla parola “tempo”? Aumentate in me solo il panico, oltre alla necessità di capire il significato attribuito al tempo.
Che poi... Il tempo esiste?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’è il tempo? Esiste un normalità? Un bene, un male? Esiste una sanità mentale? Esiste il destino? Una conseguenza che si rigetta sul nostro futuro, modificando tutta la nostra vita in un solo secondo?

 

Sto crollando. Sto impazzendo, lo sento. Mi hanno detto di calmarmi, sono giovane e ho tempo. Ma chi ha deciso che essere giovani significhi avere tempo? Potrei morire tra un minuto per colpa di un infarto o un meteorite piombato dal nulla. Potrei diventare ancora più impulsiva e perdere completamente il controllo delle mie azioni. Forse è già successo e non riesco ad accorgermene. Sono passati due minuti e sono viva, ma ciò non implica che non morirò successivamente. Anzi, questa è l’unica cosa certa per me: morirò.

Cosa ti dà il diritto di guardarmi e dirmi che ho ancora tempo? Tempo per vivere, per non impazzire, per esser felice. Io sento ogni secondo scorrere dentro di me, sento tutti gli attimi persi allontanarsi per un viaggio senza ritorno. O forse torneranno, come conseguenza sul futuro? Anche il mio niente mi porterà qualcosa? Probabile. Probabilmente certo. Ma non mi permetteranno di cambiarli.

Perché mi dicono che ho tempo? Esattamente, cosa indichi con “tempo”? Tutti ne hanno allo stesso in modo in cui nessuno ne ha. Ho una vita che durerà tanti o pochi anni. Ma indipendentemente da ciò, ogni istante di essa dovrò decidere cosa fare, quale parola dire, quale muscolo muovere, quale lettera scrivere. E il tempo per pensarci non ne avrò. Non ne ho.

Perché diamine associate la parola “giovane” alla parola “tempo”? Aumentate in me solo il panico, oltre alla necessità di capire il significato attribuito al tempo.

Mi conoscete meglio voi, forse, perché non siete soffocati dai miei pensieri e mi vedete da fuori. O forse la follia che racchiudo è in realtà già me stessa e non qualcosa che nasconde un’altra me più vera? Più il tempo passa, meno mi conosco. Da quel che so, potrei anche esser nata pazza, o esser da sempre la persona più sana del mondo. Sì, perché non mi fido di quella persona che ha deciso che non avere una costante voglia di urlare al mondo significa essere “normale”. Ha solo fatto in modo che le persone come me stessero zitte, perché era sorda e non poteva sentirci. E non mi fido di quella persona che ha detto che pensare a certe cose ci rende infelici. Voleva solo avere più persone con il suo stesso pensiero, per renderlo vero. E io me ne frego. Io voglio solo urlare. Urlare. Essere felice. Urlare ed essere felice. Voglio solo urlare che voglio essere felice. E ignoro coloro che vengono a dirmi che il tempo scorre più veloce quando ci divertiamo. Perché sono sciocchi a non vedere che anche il tempo se ne frega, urla ed è felice nel suo scorrere a piacere.

   
 
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