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Autore: Juliet Leben22    05/10/2017    1 recensioni
Accadde dopo il Ballo del Ceppo e la malinconia.
Fu così che, al chiarore della luna, Draco Malfoy troverò lo Specchio delle Brame.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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I Dream About different Life.
 
Le luci sfarzose e i banchetti riboccanti avevano lasciato posto all’ombra della notte e al chiarore della luna. Dei sorrisi di prima durante le danze era rimasta solo la consapevolezza della solitudine. Ancora poteva udire le voci delle ragazze che ridacchiavano tra di loro e si stringevano, muovendosi a ritmo di musica e sbagliando i passi. Ma sembrava che quelle piccole cose le divertissero. Quelle ragazze però, non avevano ricevuto la sua stessa educazione. Ovviamente. Lo vedeva dal modo naturale in cui ridevano, senza contrastare il riso e l’euforia dell’istante. Persino i loro accompagnatori – non della sua Casa – parevano non curarsi della compostezza e delle regole per quella sera. Purosangue e mezzosangue avevano davvero passato una serata all’insegna della pace e della contentezza.
Persino lui si era lasciato andare a quelle frivolezze che tanto la sua famiglia gli aveva sempre impedito e proibito. Ed era sembrato un sogno.
Quanto faceva male tornare alla realtà, dopotutto quello che era successo?
Camminava per il castello, incurante che i professori lo avrebbero potuto trovare: sentiva il bisogno di respirare aria pulita, libera e diversa da quella dei sotterranei.
Non poteva ammetterlo con gli altri, ma non se stesso sì: aveva avuto paura del Ballo del Ceppo. Ma non della festa e dei convenevoli che comportava, ma decidere che ragazza portare era una questione di vitale importanza.
Aveva optato per Pansy Parkinson, nonostante non fosse sicuro della propria scelta. Però, in fondo, glielo doveva: quella ragazza era sempre rimasta alla sua schiera. Lei che con il suo vestito bianco con qualche ricamo verde di pizzo era davvero carina, a tratti quasi regale, ma ben poco propensa a sorridere.
Quello, sì, aveva davvero intristito ancor di più Draco Malfoy.
Non che gli importasse di lei, ma vedere le ragazze accanto ai loro accompagnatori sorridere… e vedere lei non sorridere con lui, beh quello era davvero assurdo.
Però alla fine aveva optato per lei, perché nella sua mente gli pareva di udire la voce di sua madre, Narcissa Malfoy, che gli ripeteva fino alla nausea di scegliere una ragazza a modo, essenzialmente purosangue, e di bell’aspetto.
Come sempre, d’altronde.
 
Stava continuando a camminare, quando ad un tratto si era fermato a osservare le stesse e la luce della luna. Adorava gli astri e tante volte si era sentito compreso solo da quelle piccole luci sfarfalleggianti.
La Torre di Astronomia, di notte, aveva sempre avuto il suo fascino. Malgrado la neve, il freddo… era tutto perfetto.
Abbassò lo sguardo sulle assi di legno che costituivano il pavimento e decidere di scendere al piano inferiore. I suoi passi con quelle scarpe eleganti e fastidiosi erano comunque composti e leggeri – ormai abituato a quella scomodità.
Non c’era quasi nulla in quella stanza – se così si poteva chiamare – ma qualcosa continuava a richiamarlo. Alcuni mugolii lo distrassero, costringendolo a voltare lo sguardo a destra. Nella sua visuale c’era un armadio – o così credeva – coperto da un lenzuolo bianco impolverato.
Con uno strattone lo tolse, incuriosito.
Era uno specchio. Le ricamature sui lati lo rendevano elegante e quasi barocco, ma particolarmente artistico. Sfiorò i lati, rovinati dal tempo, ma pur sempre incantevoli.
Poi guardò direttamente lo Specchio.
Lo comprese immediatamente che non era quintessenza qualsiasi: era lo Specchio delle Brame.
Fece un passo indietro, cadendo a terra con il sedere, ma non riuscì a distogliere lo sguardo. Lì, nel riflesso, c’erano i suoi genitori. Narcissa gli stava posando un bacio sulla guancia e gli stava scompigliando i capelli. Lucius stava ridendo e Draco non riuscì a smettere di sorridere. Suo padre lo strinse a sé da dietro e una lacrima solcò il viso del ragazzo dai capelli color del grano.
Quel ricordo non esisteva. Non era mai esisto e mai sarebbe esisto.
Non seppe dire per quanto era rimasto a guardare, ma si era fatto forza e aveva distolto lo sguardo. Con difficoltà, si era voltato da un’altra parte e si era sollevato da terra.
Diede un’ultima occhiata alla quintessenza magica, ma non rallentò il passo.
Oltrepassò velocemente il castello nell’ombra e tornò nei sotterranei. Disse velocemente la parola d’ordine ed entrò nella Sala Comune, in cui Tiger e Goyle si era goffamente addormentati: il tappeto di moquette verde scuro era completamente occupato.
Sollevò l’angolo della bocca e proseguì, salendo le scale di pietra. Non si cambiò, tolse solo le scarpe, il mantello e la cravatta.
Appoggiò il capo al cuscino e permise, solo per quella notte, di abbandonarsi ad una vita diversa, alle immagini della quintessenza.
 
 
 
 
 Nda: I'm back... con qualcos'altro. Sì, sempre una one-shot. Prometto che presto vi posto anche il prossimo capitolo di "Acceptation", solo che sento che manca qualcosa. 
Spero che questa piccola os vi faccia!
A presto e un abbraccio,
Juliet

 
 
 
   
 
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