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Autore: jarmione    06/10/2017    1 recensioni
[crossover]
[crossover][crossover][crossover]Che cosa accadrebbe se la città di Storybrooke fosse popolata da altre storie e non da quelle che noi tutti conosciamo?
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Personaggi inseriti:
X-men -> Logan, Young Charles, Young Eric
Supercar -> Devon, Michael, Bonnie, KITT, Amy (mia OC)
Thor -> Loki
Doctor Who -> Eleventh, Clara
Dalton -> Joe, Jack, William, Averell, Evelyn (mia OC)
Adventure Time -> Simon/Re Ghiaccio, Marceline
Sherlock BBC -> Sherlock, Watson
Labyrinth -> Jareth, Sarah
Genere: Avventura, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Terzo capitolo!
Dovevo metterlo assieme al precedente ma ho preferito dividerlo in due.
Poi ci vediamo sotto
 
 
Fregata.
Si era fregata con le sue stesse mani e grazie a suo padre, che nemmeno aveva idea di star parlando con la figlia.
Raggiunsero la centrale e trovarono, all’ingresso, il vice sceriffo Lowell con due ragazze.
Quando scesero dalla macchina le guardarono.
“Nuove iniziative?” domandò lo sceriffo Kostner.
Le due si voltarono ed Amy rimase a bocca spalancata nel vedere l’enorme differenza che correva fra loro, non che la cosa fosse strana ma, in quel caso, era ancora più evidente.
Una delle due non sembrava nemmeno un essere umano talmente era strana.
Aveva i capelli neri lunghi fino al fondo schiena, un sorriso che metteva in risalto i canini abbastanza pronunciati e la pelle talmente bianca da sembrare un cadavere.
Eppure era molto vitale.
L’altra invece era una ragazza semplice, con un paio di jeans e una maglietta simile ad una camicia medioevale, con tanto di gillette dorato a fiorellini bianchi.
Sembrava uscita da un teatro.
Quest’ultima prese la parola “Sceriffo Kostner!” si avvicinò a lui con un volantino “lei sarebbe disposto a partecipare al talent show che si terrà nella sala delle conferenze del municipio?”
Lo sceriffo prese il volantino e sorrise “Come avete convinto il sindaco stavolta?”
La ragazza dalla pelle bianca alzò le mani e si ritrasse, mentre l’altra sbuffò
“Lasciamo perdere” tagliò corto, per poi voltarsi verso Amy “Ciao!”
“Ciao”
“Sei nuova?” chiese la ragazza dalla pelle bianca
“Ehm…”
“Non avete iscrizioni da prendere ragazze?” intervenne lo sceriffo Lowell, che Amy ringraziò con lo sguardo.
“Giusto!” allungarono la mano “ad ogni modo, se sei interessata chiedi di Madeline e Sally”
“Io sono Madeline” si identificò la bianca
“Oh si, ci penserò grazie” e le vide andar via.
Lo sceriffo sospirò e la scortò dentro.
“Sally cerca sempre di creare iniziative per il paese”
“E’ una cosa positiva”
“Dipende” rispose Lowell “se per positivo si intende che dobbiamo fare gli straordinari”
Si udì uno sbuffo molto sonoro.
“Che problemi hai Jeff?” domandò Kostner
“Se mi lasciate andare non fareste gli straordinari”
I due sceriffo sospirarono e lo ignorarono.
Lowell si mise alla scrivania e accese il computer “Adesso dovrai darci le tue generalità” spiegò “così potremo registrarti”
“Ma non ho commesso un reato”
Kostner rise “Ma no, non è per questo” la tranquillizzò “è solo la prassi, tieni conto che sei minorenne e sola”
“E’ il nostro modo per sapere chi sei e aiutarti se ti capita qualcosa”
Amy sospirò.
Non poteva di certo dire che aveva qualcuno dove andare.
L’avrebbero accompagnata e quindi non sarebbe stata sola.
“Hai un documento con te?”
Amy si frugò nelle tasche.
Non aveva niente, nemmeno il cartellino della Fondazione da mostrare.
Presero le sue generalità e stamparono il promemoria in triplice copia
“A posto” concluse Lowell “finito, una per noi, una per l’archivio e una per te” gliela porse “Se ti chiedono i documenti mostra questo, è valido per un mese ma dovrai farti i documenti se resti qui”
Amy annuì
“Ascolta, non abbiamo altro posto dove farti stare, per stanotte starai nella cella qui a fianco” Kostner indicò la seconda cella vicino a quella dove stava l’altro tizio “Sarà aperta, perciò potrai muoverti come ti pare e piace”
“Ed io?”
“Tu sta zitto Jeff” lo ammonì Kostner “vado a fare il mio giro, affido tutto a te”
Lowell annuì e lo lasciò andare.
Restò seduto e indietreggiò un poco, quel tanto che bastava per allungare le gambe sulla scrivania.
Prese un cappello, bianco e in stile far west, dall’appendi abiti vicino e se lo mise in testa, fino a coprirsi gli occhi.
Amy entrò nella cella e si mise seduta sulla branda.
“Ehi…ehi ragazzina psss” il signore della cella a fianco la stava chiamando “ehi dico a te”
Amy si avvicinò.
Notò che non era difficile stare alla sua altezza, erano uguali…cioè molto bassi.
La stessa altezza, si e no, della ragazza del bar, Mina.
Non era una gran bellezza, capelli neri spettinati, un naso enorme e due baffi appuntiti che spuntavano sotto di esso.
“Tu sei nuova della città, se non ho capito male, dico bene?” lei annuì “bene, mi presento io sono Jefferson Darwin, ma puoi chiamarmi Jeff e sono il responsabile…bancario…della banca della città”
“Io sono Amy”
“Bene Amy, vorrei porti un quesito” lei si mise in ascolto “se tu avessi un parente che viene arrestato perché sta vagando senza meta per strada, giusto per sgranchirsi le gambe, che cosa faresti?”
“Non lo so…”
“Fai un sforzo ragazzina”
Amy ci pensò ma capì dove voleva andare a parare e capì anche a cosa alludeva.
Qualunque cosa quell’uomo avesse fatto, c’era un motivo per farlo stare dentro.
Fece un passo indietro “Non credo di poter rispondere”
“Cosa?!”
“Se mi sta chiedendo di uscire non posso aiutarla”
“Mi portano qui dentro ogni volta che ne hanno l’occasione e per una volta che non faccio niente mi sbattono in cella” disse “tu mi dai una mano ed io vedrò di ricambiarti il favore, ci stai?”
Amy decise di ignorarlo e tornò sulla branda.
“Ehi ma che fai!?”
“Non vado contro la legge”
“Andiamo!” Amy scosse la testa “voi donne siete tutte uguali!” sbuffò sedendosi a sua volta.
Amy lo ignorò e cercò di non badare alle parole irripetibili.
Era chiusa nella centrale di polizia, senza aver commesso reati e vicino a suo padre che non sapeva niente.
Ma che diamine era successo? Ma, soprattutto, come diamine era possibile che lei sapeva chi era mentre lui no?
Allora anche gli altri dovevano essere persone che non avevano la minima idea della loro identità.
O forse era solo lei e la sua famiglia?
In quel momento ebbe la strana voglia di farsi sbranare dal lupo che aveva visto con lo sceriffo.
Magari si evitava tutti questi problemi.
“Ma quanto ci mette mia sorella ad arrivare?”
A quella frase, Amy alzò lo sguardo
“Sua sorella?”
“Fatti gli affari tuoi ragazzina!”
“Sta parlando di Mina?”
“E tu come la conosci?”
“Sono stata al bar poco prima di venire qui e…”
“E..?”
“E…ecco…”
“Sceriffo Lowell” il discorso si concluse lì, proprio quando la persona nominata fece capolino dall’ingresso.
Lowell, che aveva tirato giù le gambe e si era tolto il cappello, la guardò “Ciao Mina”
“Ho portato i centoventisette dollari” mise una busta sulla scrivania
“Ma sei impazzita!?” sbottò Jeff “che stai facendo!?”
“Mina…”
“La prego sceriffo Lowell”
I due si guardarono molto intensamente, poi lui sospirò e si alzò.
Aprì la cella e fece uscire Jeff.
Mina subito lo strinse e lui, nonostante l’aria scorbutica, ricambiò.
“Ma sei uscita di testa Mina?!”
“Lo sto facendo per te Jeff, per la nostra famiglia”
“Se nostra madre ti vedesse ti ucciderebbe”
“Ucciderebbe te lo sai”
“Se dovete discutere discutete fuori” lo ammonì Lowell.
Lui e Jeff si lanciarono uno sguardo di fuoco.
“Amy”
“Ciao Mina”
“Che è successo?”
“Stanotte resterà qui, domani la porteremo al Bad & Breakfast di Cora”
Mina ragionò, ignorando il fratello che la chiamava per andare.
“Può venire a stare da noi”
“Cosa?” chiese Amy.
Lowell alzò un sopracciglio
“Puoi venire da noi, puoi stare quanto vuoi, il posto lo abbiamo”
“Mina non credo sia una buona idea”
“Ha ragione!”
“Ti sbrighi!” Jeff non li stava ascoltando e attendeva fuori, borbottando.
“Preferisci una cella?”
“No ma…”
“Problema risolto” lanciò un altro sguardo a Lowell, che sospirò un'altra volta e fece firmare a Mina la liberatoria.
Poi fece cenno ad Amy di uscire.
Lei eseguì.
“Vai pure da Jeff io arrivo subito” le sorrise ed Amy obbedì.
Sballottata ovunque.
Si sentiva come un pacco postale.
Benchè fosse rimasta con suo padre fino a poco prima, il fatto che lui non ricordava nulla era come se non esistesse.
Ad Amy mancava.
Mancava da morire.
Nel frattempo, Jeff batteva il piede con fare nervoso e, quando la sorella uscì, sbuffò “Era ora”
“Anche io ti voglio bene Jeff”
“Forza muoviti pulce” e le superò, lasciandole dietro
“Muoviti pulce” lo scimmiottò Mina, ridendo con Amy “nano”
“Ti ho sentito!”
**********************
La casa di Mina era un appartamento abbastanza grande ma molto fatiscente.
I muri stavano su per miracolo.
A quel punto si aspettava di vedere degli scarafaggi ma, al contrario, era tutto pulito e ordinato.
Si vede che c’era il tocco di Mina, anche il bar era pulito uguale.
“Gli altri miei fratelli arriveranno a breve, tu mettiti pure comoda, il bagno è laggiù” indicò la seconda porta sulla sinistra.
“Ok, grazie…sei sicura di volermi ospitare?” chiese “insomma…non mi conosci nemmeno”
“Sei giovane, simpatica, hai l’aria affidabile”
“Ok ma potrei essere chiunque”
Mina rise “Vivi con i miei fratelli ventiquattro ore e poi ne riparliamo”
Anche Amy rise “Hai altri fratelli?”
“Altri tre” rispose, facendo spalancare la bocca ad Amy “in totale siamo in cinque”
“Caspita!”
“E tu? Hai fratelli?”
Amy scosse la testa, a meno che non considerava KITT.
Per lei era come avere un fratello maggiore.
I loro pensieri vennero interrotti dalla porta di ingresso che si apriva.
Altri uomini, uguali a Jeff ma con altezze diverse che Amy identificò come gli altri fratelli, entrarono.
“Mina!” quello più alto, sarà stato si e no due metri, corse incontro alla sorella e la strinse forte.
“Arvey mi stritoli” venne lasciata “ciao fratellone, ciao ragazzi”
“Ciao Mina” video Amy “vedo che hai invitato un amica”
“Si, lei è Amy” fece cenno a quest’ultima che poteva avvicinarsi e che erano innocui.
“Io sono Jamie, molto piacere” salutò il primo, che era poco più alto di Jeff
“Io Wayne” lui era più alto di Jamie
“Ed io sono Arvey!” questo, invece, era il più alto ed Amy capì perché Mina chiamava Jeff nano.
Si dissero delle cose private, Amy cercò di non ascoltare ma non era così facile.
“La signorina ha usato i soldi dell’affitto!” spiegò Jeff
“Ho usato solo un dollaro di quelli riservati all’affitto, gli altri sono le mance della settimana scorsa”
Jamie, Wayne e Arvey non parlarono anzi.
Arvey aveva uno sguardo molto infantile e l’espressione attuale era simile a quella di un bambino che cerca di comprendere i discorsi degli adulti.
“Lo sai che ci servono!”
“Dipendesse da te l’affitto non si pagherebbe”
“Ha ragione”
“Sta zitto Wayne!” sbottò Jeff, che poi puntò il dito contro Mina “e tu” lo sguardo era minaccioso “vedi di trovare quel dollaro mancante entro domani o ti faccio sentire l’ebrezza di un volo giù dal secondo piano!”
“Preparo il macinato e lo porto alla vicina!” si offrì Arvey, ottenendo uno sguardo serio da parte di tutti
“Se non stai zitto, razza di imbecille, te lo dico io dove ti metto il macinato”
“Scusate…” si intromise Amy, che alla fine non era riuscita a stare zitta.
Si rivolse a Jeff, dandogli stavolta del tu “Se ti do il dollaro mancante, la smetteresti di sbraitare?”
“E tu che cosa vuoi? Non immischiarti negli affari di famiglia!”
“E tu vedi di portare rispetto a tua sorella che è venuta a tirarti fuori di prigione”
“Questi non sono affari tuoi ragazzina”
“Jeff piantala!” li fermò Mina “Amy ti prego, basta”
“Impicciona!”
“Jeff!”
Ed infine calò il silenzio.
Un silenzio che durò qualche istante, ma che parve durare secoli.
Amy frugò in tasca e prese l’ultimo dollaro che aveva “Tieni”
“Amy no, non posso accettare”
“Tu intanto prendilo, poi ne riparliamo”
A Mina vennero gli occhi lucidi e anche i fratelli, Jeff a parte, la ringraziarono.
***********************
Pranzarono e passarono il resto del pomeriggio a sistemare casa.
Jamie era andato al bar e lo aveva gestito lui.
Di solito tra fratelli scoppiano sempre guerre su chi deve fare cosa.
Per Amy era strano vedere cinque fratelli gestire una casa senza i genitori.
I quattro uomini erano maggiorenni mentre lei era l’unica minorenne.
Non fece alcuna domanda, anche se Mina sapeva ciò che frullava nella testa dell’amica.
Seppe solo che la madre era scomparsa e che i fratelli si prendevano cura di lei, mandandola a scuola e dandole ciò che serve ad una ragazza della sua età.
Aiutava a gestire il bar solo nel weekend.
Per Amy era qualcosa di straordinario, nonostante la situazione difficile.
Passò il tempo ad aiutarli a sistemare in giro e imparò a conoscere meglio i fratelli, Jeff se ne stava in disparte.
Jamie lavorava nel minimarket della città.
Wayne era professore di matematica alla scuola dove studiava Mina, che non era particolarmente felice che suo fratello facesse il maestro nella sua classe.
Arvey aveva un negozio di giocattoli con tanto di saletta per feste di compleanno, era l’idolo di tutti i bambini.
Jeff, invece, riparava le porte e le metteva su, ma il lavoro non gli girava bene e ultimamente vagava in giro in cerca di clienti.
Amy non indagò, ma immaginò che fosse a causa del suo carattere scorbutico
Il pomeriggio trascorse velocemente.
Quella sera Arvey, che Amy scoprì essere un ottimo cuoco, fece lui stesso la pizza e mangiarono a sazietà.
Mina, dal canto suo, era molto restia a voler mangiare la pizza.
Le piaceva ma si sentiva indisposta e quindi saltò il pasto, promettendo al fratello che se le lasciava una fetta l’avrebbe mangiata più tardi.
“E’ un periodo che non mangi molto”
“Lo so ma non ho molta fame, ho molti pensieri”
“Quello anche noi” borbottò Jeff “qual è il problema”
“Niente te l’ho detto, sono solo un pò indisposta tutto qui”
“Lo sei sempre”
Mina sbuffò e lo ignorò, lavando lei i piatti, con l’aiuto di Amy, mentre i fratelli si misero a fare i tornei alla playstation.
“Un giorno gliela vendo” borbottò Mina
“Sembra che giochino tranquilli”
Mina scosse la testa e fece un piccolo conto alla rovescia.
“Tre, due, uno…”
“Arvey tocca a me!”
“Ma io non ho giocato ieri sera”
“E’ il turno di Jamie e Jeff, tu sei domani con me”
“Ma io volevo giocare”
“Play station mia, regole mie, siamo pari”
“Non è giusto”
“Io sono il maggiore”
“Ma se sei piccolo”
“NON SONO PICCOLO!” urlò Jeff “SONO SOLO DIVERSAMENTE ALTO COME VE LO DEVO DIRE!”
Mina ed Amy ridevano come matte a sentirli litigare.
Erano buffi.
“Non devi aiutarmi” disse Mina, calmandosi “sei mia ospite, non avresti dovuto fare neanche la casa”
“Appunto perché sono tua ospite mi sento in dovere di dare il mio contributo”
“Si ma…”
“Niente ma, stai facendo fin troppo per me” le fece l’occhiolino.
Mina sorrise grata, per poi essere interrotta dal suo cellulare che squillava.
Un certo “C”
Quando vide chi la chiamava ebbe un sussulto e, dopo un piccolo ripensamento, mise giù.
Amy non chiese e proseguì il lavaggio.
La cosa durò poco.
Il telefono squillò ancora.
Ancora “C”
“Insistente questo C” fu l’unico commento che riuscì a fare
“Già…” Mina non era infastidita.
Avrebbe tanto voluto rispondere ma non ne aveva il coraggio.
Nuovamente mise giù la telefonata e spense il cellulare.
Finì di lavare i piatti e se ne andò in camera sua, dicendo ad Amy di seguirla.
Una volta chiuse dentro si sedette sul letto sospirando.
“Ehm…se non sono invadente…chi è C?” chiese Amy.
“Nessuno”
“Mmh…”
“E’ solo un ragazzo”
Amy sorrise maliziosa “E’ carino?”
“Da morire” Mina guardò la porta, assicurandosi che nessuno dei fratelli origliasse “se ti svelo un segreto lo mantieni?”
Amy annuì
“C sta per Christopher”
“Beh…come segreto è strano”
“Ecco…non è proprio questo il segreto” precisò “si tratta di…”
Vedendo che Mina esitava, le mise una mano sulla spalla
“Non sentirti obbligata” disse Amy “anzi, scusami se faccio la curiosa”
Mina scosse la testa “Devo dirlo a qualcuno altrimenti scoppio, se lo dico ai miei fratelli viene fuori un disastro, specialmente con Jeff, che lo odia”
“Quindi Jeff lo sa?”
“No…è complicato…lo conoscono ma certi dettagli no, non ne hanno neanche la più pallida idea”
“Mi sembra che Jamie e Wayne siano molto ragionevoli e stessa cosa Arvey”
“Loro si, ma Arvey lo urlerebbe ai quattro venti e Jeff mi ucciderebbe”
“Capisco…comunque…chi è?”
“Christopher Lowell…il vice sceriffo”
 
 
 
1) per chi segue “Once upon a time”, le vicende non sono uguali identiche con personaggi diversi.
Sono anch’esse totalmente diverse, è solo l’ambientazione e la situazione inerente alla memoria.
Ho messo gli avvertimenti ed avevo specificato che non era adatta ai pignoli.
 
2) messaggio per Evelyn80: hai mica notato qualche…differenza dalla Evelyn delle mie storie? Eheheh
 
3) i nuovi nomi sono: MADELINE e SALLY (i fratelli di Mina avete già capito chi sono e per chi non lo sapesse sono i fratelli Dalton).
Le due ragazze sono rispettivamente: MARCELINE (Adventure Time) e SARAH WILLIAMS (Labyrinth)
  
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