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Autore: LazySoul    07/10/2017    3 recensioni
La storia è ambiantata al sesto anno.
I protagonisti indiscussi sono i pensieri e le emozioni provate da Draco Malfoy ed Hermione Granger.
Pensieri che forse li porteranno ad avvicinarsi l'uno all'altra, oppure ad allontanarsi irrimediabilmente...
Estratto:
«Cosa vuoi ancora da me?», gli chiese: «L'umiliazione dell'ultima volta non è bastata?»
Ripensò a quello che gli aveva confessato sotto l'effetto del Veritaserum e le sue guance diventarono subito incandescenti per la rabbia e l'imbarazzo.
«Oh, Mezzosangue, pensi davvero che io mi possa accontentare di così poco?», mormorò lui, ora talmente vicino da farle percepire il suo odore.
E Hermione lo vide. Era lì, proprio davanti ai suoi occhi: il desiderio.
Malfoy la voleva.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Blaise/Pansy, Draco/Hermione
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gioco di Sguardi'
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4. In biblioteca



Harry Potter odiava fare i compiti, soprattutto se fuori dalla finestra poteva vedere chiaramente il sole splendere alto e maestoso. 
Peccato che lui non potesse andare a fare allenamento con la sua squadra di Quidditch per colpa di Piton e del tema che aveva assegnato. 
Sbuffò indignato per la decima volta nel giro di due minuti ed Hermione, seduta davanti a lui, lo fulminò con lo sguardo per la decima volta nel giro di due minuti.
Ronald invece, anche lui alle prese col tema di Difesa Contro le Arti Oscure, non faceva altro che sbirciare - o almeno ci provava - la pergamena di Hermione, che aveva quasi finito.
«Smettila», lo riprese Hermione, nascondendo la pergamena sotto le sue braccia incrociate, facendo segno a Ronald di guardare il suo compito: «Lo sai benissimo che non voglio che copiate».
Harry guardò il teatrino divertito, poi mise il muso, sentendosi preso in causa dall'amica: «Io non sto copiando».
Hermione, esasperata, fece un veloce gesto della mano che doveva significare: "Lo so, Harry, era per dire", ma che venne interpretato dal Bambino Sopravvissuto come un "Non rompere che di solito sei il primo a voler copiare". 
Harry allungò ancora di più il muso poi, con fare teatrale voltò il capo verso la finestra, mostrando con orgoglio ferito la nuca all'amica.
Normalmente Hermione lo avrebbe ignorato, finito il compito e poi se ne sarebbe andata, certa che nel giro di massimo due ore gli sarebbero passate le paturnie.
Ma quello non era un giorno come un altro, la pazienza della giovane era già stata del tutto consumata, così come anche l'autocontrollo e fu per questo motivo che decise di andare a fare i compiti in un'altra aula studio, certa che non avrebbe sopportato oltre la presenza dei suoi due migliori amici.
Dentro di lei sapeva che il suo comportamento era dovuto unicamente al senso di colpa che provava dall'ora di pranzo, quando per la seconda volta in vita sua aveva visto Malfoy diversamente dal solito: non come il nemico di sempre, ma come un ragazzo normale e pure carino.
L'idea che i suoi amici potessero in qualche modo leggerle la mente la innervosiva, così aveva deciso di continuare il tema da sola.
Raccolse i suoi libri, salutò Ron con la mano e fece una smorfia nella direzione di Harry che, ancora voltato verso la finestra, non poté notare.
Una volta fuori dall'aula di studio si incamminò verso l'aula accanto ma, trovandoci una predominanza quasi totale di divise scolastiche verde-argento, decise di andare in biblioteca.
Salutò come suo solito Madama Pince con un veloce gesto del capo e un sorriso di circostanza, prima di andarsi a sedere in un tavolo libero.
Ecco, ora poteva finalmente smetterla di pensare al senso di colpa e concentrarsi sul compito assegnato da Piton e...
Possibile che Malfoy fosse ovunque?!
Si chiese con sincero stupore, tanta rabbia e un pizzico di eccitazione mista ad adrenalina che nemmeno lei sapeva spiegarsi, mentre fulminava il biondo a due tavoli di distanza.
Bastava ignorarlo, si disse, aprendo davanti a sé il suo libro di Difesa Contro le Arti Oscure e srotolando la pergamena che ancora non aveva concluso.
Passò qualche minuto a leggere il testo prima di rendersi conto che non aveva capito nulla. Strinse forte i denti e prese un profondo respiro.
Continuava a pensare allo strano sguardo che le aveva lanciato Malfoy durante il pranzo: l'interesse che aveva scorto negli occhi chiari del Serpeverde l'aveva lasciata senza fiato, certo, ma questo non voleva dire nulla, quello sguardo non aveva alcun significato.
Si ripeteva quelle parole nel vano e misero tentativo di convincersene e ci stava anche riuscendo quando rovinò tutto, alzando lo sguardo e imbambolandosi ad osservare i lineamenti armoniosi del biondo e il modo in cui appoggiava la piuma sulle labbra quando pensava a cosa scrivere.
Quanto avrebbe voluto essere quella piuma...
Hermione abbassò di scatto il volto arrossato, disgustata dai suoi stessi pensieri.
"Basta", si disse, prendendo in mano la sua piuma e concentrandosi finalmente su quello che doveva fare, fiera del suo ritrovato autocontrollo.
Malfoy intanto non si era accorto di nulla, preso com'era dal compito che doveva consegnare alla Sprite. Aveva intenzione di finire al più presto quel tema, in modo da poter poi passare a quello di Difesa Contro le Arti Oscure per Piton, quindi non poteva permettersi distrazioni, anche se ogni tanto si chiedeva come fosse potuto accadere ciò che era accaduto. Insomma: com'era possibile che all'improvviso trovasse la Granger scopabile?! Non aveva assolutamente senso!
Una volta finito il compito di Erbologia sorrise soddisfatto, facendo perdere un battito alla Granger che, proprio in quell'istante, aveva deciso di sbirciare nella sua direzione e si era nuovamente incantata a fissare le deliziose fossette sulle sue guance.
Hermione distolse lo sguardo giusto in tempo per evitare lo sguardo di lui che, poco dopo, si posò su di lei.
"Non ci posso credere: ancora lei?!", si chiese con disappunto Malfoy, ricordando a se stesso che era una sporca Mezzosangue e che non meritava le sue attenzioni, solo i suoi insulti e il suo disprezzo. Così smise di guardarla per tornare ai suoi compiti, ma non riuscì a tenere gli occhi bassi molto a lungo, dato che continuava a pensare a quanto quella giornata fosse assurda e a come gli sarebbe piaciuto guardare la Granger senza pregiudizi, guardarla come la ragazza, anzi la donna che era e non come la Sanguesporco.
Quando sollevò nuovamente lo sguardo però la Mezzosangue non c'era più e al suo posto si era seduta una ragazzina del primo anno. Malfoy, stupito ispezionò per bene la biblioteca alla ricerca della Granger che scorse mentre usciva salutando Madama Pince.
Malfoy si morse il labbro inferiore e tornò a fissare il foglio di pergamena vuoto davanti a sé, deluso della fuga della riccia e deciso più che mai a capire cosa gli stesse succedendo.
Era disposto a tutto pur di togliersi dalla testa quella feccia, sperava solo di non dover chiedere aiuto a qualcuno, altrimenti il suo orgoglio ne sarebbe rimasto ulteriormente scosso.


****

Ciao! Ecco anche il quarto capitolo, se riesco aggiornerò la storia domani, anche perchè questo capitolo è piuttosto corto.
Ringrazio di cuore ladyathena e Onlysa_ per aver recensito il capitolo precedente e mando a tutti voi lettori un bacio!
LazySoul

  
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