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Autore: Miwako_chan    08/10/2017    4 recensioni
Naruto e Sasuke vivono al Villaggio dei Pescatori sulle sponde del lago Izuya, in un luogo immerso nella natura incontaminata. Sono migliori amici da sempre, ma quando i sentimenti iniziano a cambiare veloci e incontrollabili, diventa difficile continuare a percorrere la stessa strada.
[Questa fanfiction partecipa alla "Calippo Challenge" indetta dal gruppo Facebook SASUNARU FanFiction Italia]
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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La luce del sole riverbera sulla piatta superficie del lago, mentre le sterne dal capo nero scendono in picchiata sul filo dell’acqua senza mai fare ritorno a becco vuoto. 
Le vele delle barche ondeggiano lente, quasi immobili. Dall’alba i pescatori sono al largo a gettare le reti, come i pesci sembrano anch’essi rimasti intrappolati, ma in un’attesa placida e senza tempo anziché in stretti tramagli. 
La strada che costeggia l’Izuya è in terra battuta, a eccezione della parte adiacente al Villaggio lastricata con ciottoli opalescenti, che riflettono il colore cangiante del cielo estivo. Sette moli si protendono sul lago e nonostante gli innumerevoli anni passati dalla loro costruzione si presentano ancora in ottime condizioni, segno di una manutenzione recente. Di notte sono illuminati da lanterne verdi piazzate su alti sostegni.

Sasuke trascina un carretto di legno a due ruote, carico di ceste contenti pesci gatto; Naruto lo segue, con la canottiera bianca fradicia di sudore e sporca di fango, sulle spalle regge una gerla in vimini per il trasporto del pescato.

“Mi sono rotto di fare il mulo! Facciamo una pausa.”
Il rumore del pesante carico sbattuto a terra fa voltare Sasuke di scatto.

“Perché non la finisci di lamentarti invece? Prima arriviamo a casa e prima ci riposiamo.”
“Parliamo un attimo.” Replica Uzumaki, con un sorriso tirato sulle labbra che preannuncia solo tempesta.
Sasuke solleva di poco la visiera del cappello.
“Iruka mi ha detto che ci sono ottime scuole superiori a Tokyo.”
Uchiha sbuffa, guarda altrove, sembra valutare se ha davvero la pazienza necessaria per intraprendere una discussione del genere.
“Ovvio, è la capitale.” Dice asciutto.
“Stavo pensando che qui non è che abbiamo molte prospettive per il futuro. Se vogliamo diventare persone di successo, gente che conta intendo, non possiamo restare al Villaggio. A Tokyo è tutto diverso, studiare lì potrebbe aprirci molte porte, si potrebbe pensare anche all’università e poi—”
“Allora perché Iruka non insegna in quelle diavolo di scuole? Ci hai mai pensato? Forse qui non è così male come vogliono farti credere.” Replica, giusto con l’intento di ferirlo. Non ha grandi argomentazioni a sostegno, ma solo una tagliente arroganza a sua disposizione.
“Se non è andato altrove, l’ha fatto soltanto per me.”
“Per te?” Sasuke ride sommessamente, tutt’altro che divertito.
“Ero ancora un moccioso e lui mi ha fatto praticamente da padre! E poi dubito che sia così semplice ottenere una cattedra a Tokyo, la concorrenza dev’essere spietata.”
“Va bene, vedila come ti pare.” Lo liquida. “Il fatto invece è che qui si sta bene, ma tu proprio non riesci a rendertene conto. Dietro a tutta quella lucentezza, c'è solo marciume.”
Naruto aggrotta le sopracciglia e serra i denti, mentre un moto di rabbia gli colora il volto.
“Non voglio dare la caccia a 'sti cazzo di pesci per tutta la vita, lo capisci?” Sbraita.

Sasuke piega gli angoli delle labbra in una linea severa, vorrebbe ribattere con una collera di pari entità, ma al momento non la possiede.

“Io voglio diventare qualcuno, combinare qualcosa nella vita, e a Tokyo so che avrò le basi per realizzare i miei sogni. Anche tu, Sasuke, dovresti darti una possibilità. Chessò potresti diventare addirittura medico con la testa che ti ritrovi!”
“E tu? Con quella testa quadra cosa credi di poter fare?”
“Tutto quello che voglio.” Dice, indurendo lo sguardo.
Sasuke abbandona il carretto e avanza a grandi falcate verso l’amico, i nervi sono saldi ma le sue spalle rigide lasciano trapelare una certa impazienza d’azione.
“Rischi solo di prenderti un granchio.” Mormora rauco, mentre allunga già la mano a ghermirgli la canotta.
Il braccio di Naruto risponde autonomamente, copiando il gesto di Sasuke. Senza quasi rendersene conto gli sta strattonando anche lui il collo della maglia. Si ritrovano in una fase di stallo, dove nessuno dei due intende cedere di un solo passo.
Uzumaki è un ragazzo cocciuto, ma di solito sa essere molto più diplomatico.

“Ho ragione a volermene andare, ma detesti dirmelo.” Sentenzia, serrando la presa.
“Affatto. Un cazzo, hai ragione.”
Naruto avvampa. “Lasciami.” Ringhia, ma Sasuke non ne ha intenzione.
Uchiha flette leggermente il capo e dai suoi occhi scuri traspare un’incredibile sicurezza, simile a una lama baluginante: “Sei un egoista.” Lo dice come se fosse la cosa più semplice e ovvia.


Nelle ceste i pesci gatto si dimenano senza tregua, lo s’intuisce dal rumore delle grosse code che sbattono. Le livree degli animali, scure e maculate, luccicano umide sotto il sole cocente.

“Tu sei un egoista!” Urla Naruto con veemenza. Non sa se effettivamente quello di Sasuke sia egoismo o addirittura codardia, ma dovrebbe dargli almeno la soddisfazione di dirgli di non andare, e non perché ci sia qualcosa di sbagliato nel voler studiare a Tokyo ma perché senza di lui questo posto diventerebbe di una noia mortale. Che diavolo ne sarebbe di loro? Della loro amicizia, di tutte le cazzate fatte insieme?

“Sei disgustoso, mi è arrivata la tua saliva in faccia.” Uchiha si strofina il viso con il dorso della mano.

“Adesso ti colpisco!” Vocia, allontanandolo in malo modo, e leva un pugno. Sasuke per quanto rapido non riesce a schivarlo in tempo, ritrovandosi con uno zigomo segnato. Senza perdere di lucidità, para il successivo colpo diretto allo stomaco e contrattacca immediatamente. Aggancia una gamba di Naruto con la propria e gli fa perdere l’equilibrio, scaraventandolo sul terreno secco e polveroso.
“Bastardo!”
Uchiha non lascia trasparire alcuna emozione e cala il cappello sulla fronte.

Naruto osserva la guancia livida dell’amico. Si sente in colpa, eppure non può ignorare quella prepotente voglia di saltargli nuovamente addosso, infrangere quel gelido distacco e vedere finalmente cosa c’è dietro.
Tuttavia prima che possa agire, Sasuke gli dà le spalle a dimostrazione del fatto che non teme alcuna scorrettezza da parte sua. “E adesso muoviti. Quei pesci stanno soffrendo inutilmente.” Lo riprende brusco, afferrando le stanghe del carretto.











  
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