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Autore: PrincessintheNorth    10/10/2017    1 recensioni
Prequel di "Family"!
Nel regno del Nord, una principessa e Cavaliere dei Draghi, Katherine, farà conoscenza di Murtagh, il Cavaliere Rosso che si è autoimposto l'esilio ...
In Family abbiamo visto il compimento della loro storia e il loro lieto fine: ma cos'è successo prima?
"-Principessa, per l’amor del cielo … - prese a implorarmi Grasvard. – Spostatevi da lì … non vi rendete conto di chi è?
-È Murtagh figlio di Morzan, ex Cavaliere del Re Nero, erede del ducato di Dras-Leona. – ringhiai. – So benissimo chi è. So anche che è un essere umano come me e come te, a meno che tu non sia un elfo sotto mentite spoglie. È un essere umano ed è vivo per miracolo. Quindi, dato che come me e come te è carne e sangue, gli presteremo le cure che necessita. Sono stata chiara abbastanza?"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castigo, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Selena/Morzan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Castigo si rifiutò categoricamente di seguire il suo Cavaliere a Winterhaal.
Aveva deciso di restare con me e aiutarmi a sconfiggere i rivoltosi, perché non gli piaceva come Murtagh si era comportato.
Adesso se la cava un po’ da solo, aveva brontolato. E vediamo se poi si permette ancora di fare lo sborone.
Nonostante, in fondo, di insulti ne meritassi.
Dato che eravamo solamente in tre, di cui due draghi dotati di ali, ci mettemmo molto meno a raggiungere le pendici delle Montagne di Ghiaccio.
Da lì arrivarono i problemi.
Aggirarle non si poteva, perché saremmo dovuti andare fino al mare e poi fare tutto il percorso indietro. Superarle in altezza impossibile, perché l’altezza era paragonabile se non superiore a quella dei Monti Beor.
L’unica era scalarle, ma anche quello era un bel problema, perché draghi e ghiaccio non andavano esattamente d’accordo e oltretutto era una zona piena di crepacci e ghiacciai.
È ora, ragazzi …
Ci resi invisibili e volammo il più in alto possibile, così da individuare i ribelli.
Strano, osservò Castigo. Derek ha detto che sarebbero stati qui. Ma proprio qui, dove siamo adesso …
Si saranno spostati, commentai. Considera che sono stati avvistati circa una settimana fa, sai quanta strada si fa in una settimana …
Non lo so, però, fece Antares. Non mi torna tutto. Katherine, non ci sono nemmeno i resti di un accampamento … e poi, da dove verrebbero? Le città sono distanti parecchie miglia, qui è troppo freddo perché ci viva qualcuno. Morirebbe assiderato in un giorno, anche se si ricoprisse di pelliccia di bue. Inoltre, siamo sul confine del regno. Perché, chiunque abiti oltre le montagne, dovrebbe avercela con tuo padre?
Oh, non lo so. Fatto sta che qua da qualche parte ci sono dei ribelli, e li scoveremo.
In quel momento lo sentii.
Una voce che mi chiamava.
È Murtagh! Esclamò Castigo.
Poi, la sua mente si riempì di paura.
In un attimo, fece dietrofront e tornò dieci minuti dopo, con Murtagh in groppa.
Dovette però atterrare, perché nel frattempo Antares aveva avuto difficoltà a respirare a causa dell’aria rarefatta, e avevamo trovato uno spiazzo sul ghiacciaio dove atterrare.
- KATHERINE! – urlò Murtagh correndomi incontro. – Dobbiamo andarcene! Adesso!
- Mi sembrava di averti detto …
- Katie, non è questo l’importante. Adesso ce ne dobbiamo andare, è una trappola!
- Che è esattamente ciò che diresti se volessi terminare la missione al mio posto.
Sospirò, passandosi nervosamente una mano tra i capelli.
- Katherine, Grasvard mi ha raggirato, è vero, ma è stato lui ad informare tuo padre dei rivoltosi. Ora, questi rivoltosi non esistono. Lui e i suoi uomini ci hanno teso una trappola, lo vuoi capire che ci vogliono morti?
- Vorranno morta me, non certo te, sei il loro amichetto del cuore!
- LO VUOI CAPIRE CHE HO FATTO UN’IDIOZIA E STO CERCANDO DI AIUTARTI, RAGAZZINA?! – urlò.
- Se urli provochi una valanga. Sappilo.
Alzò gli occhi al cielo, esasperato. – Katie, per favore. Devi ascoltarmi, capito? Dopo il bosco, ho forzato le menti dei soldati. So tutto. Di come lui ti abbia accusata di tradimento per avermi salvato. Katherine, a casa c’è davvero qualcuno che intrattiene rapporti con gli schiavisti, ma non sei tu, è lui. E non era me che volevano vendere, ma entrambi noi e i nostri draghi. Hanno fatto sì che ti odiassi e istigato a trattarti in quel modo, provocando la tua fuga. Era il loro piano. Dividerci per prenderci, sapevano che non ce l’avrebbero fatta a catturarci se fossimo stati uniti … avrebbero preso te qui, sola e senza aiuti e impossibilitata a usare la magia, e me a valle.
E invece, non sapeva la verità.
- In che senso, non posso usare la magia?
- Non è il momento adatto per fare lezione, lo vuoi capire?! Dobbiamo andare!
- Oh, io non credo.
Impallidimmo entrambi nel sentire quella voce.
- Grasvard. – sibilò Murtagh voltandosi. – Katherine, stai indietro.
- Non se ne parla neanche, io …
Lo sguardo che mi lanciò mi fece venir voglia di ubbidirgli.
- Possiamo finirla da uomini, adesso. – gli intimò sguainando la spada.
- E che duello impari sarebbe! Un Cavaliere contro un semplice soldato!
- Dovresti accettare la mia offerta, dato che meriteresti l’esecuzione. – sibilò.
- A me non interessa di vivere o morire. Voglio voi due fuori dai giochi. O meglio, voglio i soldi che ricaverei da voi.
- Tu non avrai proprio niente! – protestai. – Quando mio padre saprà …
- Tuo padre non saprà, tesoro. Ed è colpa sua se non lo rivedrai più e finirai a far la schiava da qualche parte.
- Mio padre non ha alcuna colpa!
- Tuo padre ha rifiutato di sposarti a me, e invece del tuo illibato fiore adesso avrò talmente tanti soldi da comprarmi persino l’Impero.
- Sei un essere spregevole e meschino, sono solo felice di non essere tua moglie! Non meriteresti di essere principe del Nord nemmeno se fossi nato reale!
- Ti offriresti ad un uomo diverso da me? Un leale servitore del regno?
- Talmente leale che vuoi venderne la principessa. – sbuffò Murtagh.
- Ti concedo di scegliere, ragazzina. Sposami e non sarai una schiava. Solo il tuo amico patirà questo destino.
- Piuttosto sposerei lui o uno dei bassifondi! – urlai.
Vidi Murtagh trasalire leggermente.
Ma lo sapeva che era una finta, no? Che non lo volevo sposare, che non ero innamorata di lui? Che non intendevo appioppargli anche me oltre a tutto il resto, che non ero una delle ragazzine che lo adoravano solo perché era il Cavaliere Rosso?
Speravo lo sapesse.
- E così lo ami, eh?
- No!
- Hai appena detto che lo vuoi sposare!
- Di sicuro è un’alternativa migliore a te.
A quel punto, Murtagh lo attaccò.
Senza gridare, senza fare cose eclatanti.
Doveva essere una cosa semplice, pulita e letale, ma Grasvard se ne accorse e lo bloccò.
Potei vedere benissimo lo sconcerto negli occhi di Murtagh, perché di solito batteva tutti gli spadaccini del castello, e non perché lo lasciassero vincere.
Grasvard lo attaccò, e solo quando Murtagh si difese debolmente notai la sua stanchezza.
Non era abituato alle temperature rigide delle Montagne Ghiacciate (e nemmeno io) e doveva aver cavalcato tantissimo per raggiungermi, senza dormire.
Era distrutto, fisicamente e psicologicamente, rendendolo un avversario ben facile da battere.
Notai i movimenti appesantiti e rallentati, le occhiaie, l’affanno.
Il loro combattimento andò avanti per almeno un quarto d’ora. In condizioni normali, Murtagh avrebbe già disarmato l’altro all’inizio, ma adesso c’era la stanchezza ad abbassare sensibilmente le sue abilità, rendendolo quasi al pari di Grasvard.
Murtagh riuscì a ferirlo sul braccio, ma nell’allungarsi per farlo, provocò una falla nelle sue difese, che Grasvard usò e attraversò per trafiggergli il fianco.
Non seppi bene cosa provai.
Terrore, certo. Paura. Ansia.
Ma non riuscii a spiegarmi la generale sensazione di morte che prese anche me, come se quella ferita fosse anche mia. Come se il sangue che stillava dal fianco di Murtagh fosse il mio.
Come se la vita che abbandonava il suo corpo fosse la mia.
Arrancò fino a Castigo, prendendo dalle bisacce una pietra ovale. Se la premette sul fianco, e la ferita iniziò a rimarginarsi.
Lentamente, anche la mia vita ritornò a me.
In quel momento Grasvard prese qualcosa dalla tasca, qualcosa che riconobbi subito.
Il braccialetto della nonna.
Tutto ciò che aveva potuto lasciarmi in eredità, prima della sua morte due mesi prima.
- No …
- Devo proprio ricattarti, piccola?
- Non ti appartiene, ridammelo! Dammelo subito!
Alzò le spalle, noncurante.
- Prendilo.
Lo lanciò, e mi allungai per prenderlo.
- KATHERINE!
Sentii troppo tardi la voce di Murtagh.
Il mio corpo si sbilanciò, e la gravità mi fece cadere nel crepaccio.
- Ti ho presa!
Murtagh aveva afferrato la mia mano, ma era caduto anche lui. Reggeva entrambi noi al bordo ghiacciato del crepaccio con una sola mano.
- Ti ho presa! Sta tranquilla!
Sarebbe andato tutto bene.
Ma Grasvard arrivò, con quel suo ghigno cattivo.
- Ti sarebbe bastato bere quel vino drogato, Morzansson. Non sareste in questa situazione ora. – sogghignò.
E se ne andò.
- Murtagh … devi lasciarmi … - mormorai.
Saremmo caduti in due, altrimenti.
Quando andavi in montagna e finivi in pericolo, quella era la regola: il peso va mollato.
- No.
- Cadrai anche tu …
- Non m’importa. – disse, ma gli si stava arrossando il viso dal freddo e dalla fatica. – Non ti lascio morire e non ti lascio più da sola. Mai più. Ti ho messa io in questa situazione, e se dovrò morire, allora ben venga. Ma non lascerò che tu sia l’unica.
E perse la presa sul ghiaccio.
 
 
   
 
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