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Autore: PrincessintheNorth    11/10/2017    1 recensioni
Prequel di "Family"!
Nel regno del Nord, una principessa e Cavaliere dei Draghi, Katherine, farà conoscenza di Murtagh, il Cavaliere Rosso che si è autoimposto l'esilio ...
In Family abbiamo visto il compimento della loro storia e il loro lieto fine: ma cos'è successo prima?
"-Principessa, per l’amor del cielo … - prese a implorarmi Grasvard. – Spostatevi da lì … non vi rendete conto di chi è?
-È Murtagh figlio di Morzan, ex Cavaliere del Re Nero, erede del ducato di Dras-Leona. – ringhiai. – So benissimo chi è. So anche che è un essere umano come me e come te, a meno che tu non sia un elfo sotto mentite spoglie. È un essere umano ed è vivo per miracolo. Quindi, dato che come me e come te è carne e sangue, gli presteremo le cure che necessita. Sono stata chiara abbastanza?"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castigo, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Selena/Morzan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- KATHERINE! – urlò scuotendomi. – RISPONDIMI!
- M … Murtagh …
Sospirò di sollievo, stringendomi a sé, dandomi un po’ di calore. 
- Grazie al cielo stai bene … ma che ti è venuto in mente, eh? – s’inasprì, arrabbiandosi. – Siamo finiti qui per colpa di uno stupido braccialetto!
- Dovevo!
- No, non dovevi! Ti rendi conto che potevi morire?! Che hai rischiato la tua vita per un braccialetto?! Che ha di così importante?!
- Era di mia nonna … è tutto ciò che ha potuto darmi … non potevo … non … io …
Sospirò, e mi avvolse di nuovo nel suo abbraccio.
- Sssh, calmati, adesso, non piangere. Va tutto bene. È tutto a posto, Katie. Ti capisco, ci tieni. Va bene. Usciremo di qui e torneremo a casa.
- Non si può uscire da qui! – gridai. – è un ghiacciaio, vuoi arrampicarti sul ghiaccio?!
- Troveremo un modo! Non so ancora come, o quando, ma troveremo un modo.
Sospirò  
- Dove sono Antares e Castigo?! Perché non stanno sciogliendo il ghiaccio?!
- Li ho mandati a casa. – disse laconico. – Per chiamare aiuto. Il ghiaccio era impossibile da sciogliere, anche per loro. 
- Da … da quanto siamo qui?
- Tre giorni.
- Non è possibile …
- Eri svenuta. – mormorò. – Stavi morendo assiderata, prima.
- Che ore sono, più o meno?
- Pomeriggio.
In quel momento, sentii tutta la fame, la sete e il freddo.
- Non è che …
- Niente cibo e coperte. – rispose. – Acqua, quanta ne vuoi.
- E dovremmo sopravvivere per chissà quanto senza cibo? Moriremo!
- Non moriremo. Sta tranquilla.
- Ti rendi conto che non abbiamo cibo?! Come dovremmo sopravvivere senza cibo, Murtagh?!
Alzò gli occhi al cielo, esasperato. – Non lo so! Va bene?! Non so tutto! Ma non è mai morto nessuno per non aver mangiato per qualche giorno.
- Ma per il freddo sì. Oh, e anche per il freddo e la fame. Non ci sono pesci nel fiume?
- Secondo te perché non ce n’è una pila in giro?! – brontolò.
Giusto.
Non aveva smesso di stringermi, e capii perché. I nostri corpi erano l'unica cosa che potesse darci un minimo di calore. Così, magari avremmo ritardato di qualche istante la nostra ora.
- Perché non possiamo usare la magia?
Sospirò. – Cosa ci consente di usarla?
Dovetti ritornare con la mente ai ricordi delle lezioni di magia con papà.
- L’energia, giusto?
- Brava. Ora, l’energia è calore. Che a sua volta, è fuoco. Qui non c’è un fuoco, e il calore …
- Nemmeno?!
- È troppo poco per consentirci di usare la magia.
- Ma abbiamo la nostra energia, no?
- Senti, Katherine, non funziona. – sbuffò togliendosi il guanto. – Guarda. Adurna, reisa! – tese la mano verso l’acqua, che non rispose al comando. Il suo palmo non s’illuminò di rosso, e il fiume continuò a scorrere come se nulla fosse accaduto.
- Merda. – mormorai.
- Già. Merda.
- E come dovremmo impiegare il nostro tempo mentre siamo qui e aspettiamo i rinforzi?
- Perché non ci pensi tu?! – sbuffò, ma riuscii a vedere l’ombra di un sorriso divertito agli angoli della sua bocca. – Finora ho fatto tutto io.
Sospirai e mi sdraiai sulla spiaggia di sassolini lisci.
- Potremmo dare un nome ai ghiaccioli. – proposi.
- No.
- Vedere chi ne conta di più.
- No.
- Ognuno sceglie un colore dei sassi e vediamo chi ne prende di più in meno tempo?
- Sono tutti neri.
- Contiamo le crepe nel ghiaccio?
- No.
- Ma non ti va mai bene niente però, eh! E allora decidi tu, cosa devo dirti!
Sbuffò.
- Se facessimo il gioco delle domande? – proposi.
Finalmente, catturai il suo interesse.
- Come si gioca?
- Uno fa una domanda e l’altro risponde. Semplice. Sennò c’è obbligo o verità …
- Il gioco delle domande va bene. Inizia tu. – propose.
- Allora … quando sei nato?
- Tredici settembre.
- Non ci credo. – feci sconvolta. – Un giorno dopo di me!
- Stai scherzando. Mia madre è nata il dodici.
- Giuro!
- Beh, ci sono gli anni a dividerci. Quanti ne hai?
- Non si chiede l’età a una signora.
- Non mi sembri una signora.
- Sono una principessa.
- Allora li indovinerò. Dodici. – dal sorrisetto, capii che mi stava prendendo in giro.
- No.
- Otto.
- Murtagh!
- Okay, okay. O quindici o sedici.
- Seconda opzione.
- Era la mia prima scelta. – ridacchiò.
- Primo libro letto?
Aggrottò la fronte, nel tentativo di ricordarselo. – Un libro di favole, credo. Tu?
- Era la storia di due sorelle con poteri magici opposti. Ne andavo matta. – ricordai la storia che mi aveva fatta appassionare alla lettura. – Luogo preferito?
- Winter Manor.
- Oh, andiamo. Non ti manca Uru’Baen, Norwood …
- Quello meno di tutti. – gli si era scurito lo sguardo, e la linea della bocca si era indurita.
- Scusa, non volevo …
- Non fa niente. – fece un piccolo sorriso. – è storia vecchia. Non preoccuparti …
- Sicuro?
- Ma sì. Adesso tocca a me. Allora, dato che sono una persona poco originale, ti chiederò quale sia il tuo posto preferito.
- Casa mia.
- Winter Manor?
- No, l’altra casa. La mia di rappresentanza, il Tridente a Northern Harbor.
- Com’è?
- Ehi, una domanda a testa. – gli ricordai. – Ti sei mai innamorato?
- Non lo so, onestamente. Intenzione e desiderio di salvare una ragazza da un destino che non meritava è amore?
- O amore o amicizia, suppongo.
- Appunto. E tu? Qualcuno di speciale in mente?
- Gli uomini della mia vita sono papà e Alec. – commentai. – Mi sa che nessuno, nemmeno qui, vuole una come me.
- E perché non dovrebbero volerti? Sei una Principessa, chiunque vorrebbe sposarti e diventare principe. – commentò.
- Appunto. Solo sposarmi. E molti nemmeno quello.
- Non hai risposto alla domanda. – osservò.
- Perché sono io! E nessuno vuole una donna che pensa ed è libera e ha un drago e quindi è superiore e può avere una voce e …
- Io non ne sarei così sicuro. – commentò.
- Ma smettila. Non importa, comunque. Se questo è il mio destino, comanderò la Marina a vita! Sposerò il dovere!
- Non dire sciocchezze. Chi non ti accetta per come sei solo per paura che tu possa batterlo in un litigio è un idiota. – disse. – E tu dovresti evitare gente così.
- E perché, sentiamo?
Fece un sorrisetto pericoloso. – Andiamo. Un uomo che non ha le palle di risponderti a tono ti farebbe mai godere a letto?
- Senti, non … non ho voglia di entrare in certi discorsi, solo perché non siamo a corte non vuol dire che possa andare a ruota libera. – dissi e poi mi voltai per non fargli vedere che ero più rossa di un pomodoro maturo.
- Va bene … - sbuffò.
- Evidentemente il freddo ti è andato alla testa.
- Di solito è il caldo che fa impazzire la gente. – osservò.
- Beh, quando fa molto freddo sembra caldo.
- Io non sento caldo.
- Peggio per te.
​Finì così, il nostro gioco delle domande. Non ne avevamo più, o forse avevamo semplicemente perso interesse. Fatto sta che rimanemmo in silenzio, a godere ognuno del tepore dell'altra. 
 
 
 
 
 
 

 
   
 
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