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Autore: Neko    17/10/2017    1 recensioni
Diversi mesi erano passati da quella notte in cui Emma aveva dovuto scontrarsi con Gideon e quasi ci aveva rimesso la vita affinché l’oscurità non vincesse, ma nonostante tutto, sentiva come se la previsione della sua morte fosse ancora lì, in attesa di compiersi.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9

Dopo quanto era successo quella giornata, decisero tutti di rilassarsi. David riteneva che Neve dovesse riposarsi per il suo bene e quello della loro bambina. L’uomo si era allontanato per cambiarsi e mettersi qualcosa di più comodo, sebbene decise di tenere accanto a sé una spada per qualsiasi evenienza, mentre come era sua abitudine Neve, si recò nella nursery. Ci andava sempre per controllare che tutto fosse in ordine.

“è carino qui!” disse Emma, facendo sussultare Neve che si girò di scatto, tenendo in mano un peluche a forma di orsacchiotto.

“Emma, Regina!” disse sorpresa non essendosi accorta  di essere seguita.

“Scusa, non volevo spaventarti è che…bhe volevo vedere la cameretta. L’ho già vista, ma non era nelle condizioni migliori!” disse Emma facendo scorrere la sua mano sulla culla.

“Non è nei miei gusti. Preferisco le cose più sobrie, ma devo ammettere che è molto accogliente!” disse Regina guardandosi intorno.

Emma annuì, sebbene il suo sorriso fosse triste, cosa che sia Neve e Regina notarono, solo una delle due capendo il perché della sua reazione.

Neve osservò la figlia mentre esplorava la stanza e ebbe paura della sua tristezza e di come guardava la camera. Era come se non l’avesse mai vista, sebbene poteva essere cambiata crescendo e poteva non ricordarsela, come stanza neonatale. Ma niente nel suo sguardo le faceva intendere che qualcosa lì dentro le fosse famigliare. Si ritrovò a pensare che avessero traslocato per qualche ragione particolare o che la camera avesse preso fuoco e niente di quello che era li dentro si era salvato. Neve non sapeva cosa pensare.

“Vengo qui tutti i giorni e fantastico su come ti insegnerò a camminare, a parlare a…insomma a vivere! Inoltre controllo che la Regina cattiva non abbia portato via niente per farti chissà quale sortilegio!”

Emma guardò Regina, la quale aveva uno sguardo confuso “Io veramente non ho mai messo piede qua dentro. Non ho nessuna intenzione di fare qualche incantesimo ad Emma!”

“Non so cosa aspettarmi da questo sortilegio che hai minacciato, ho paura che tutto questo mi venga portato via e sento la necessità di controllare che tutto sia a posto!” disse Neve.

Regina abbassò lo sguardo e così anche Emma, che si abbracciò sentendosi a disagio.

“Hai detto che non avremo perso contro di te, cosa volevi dire?” chiese Neve.

“Io…io non so se…” cominciò Regina.

“Mi avete già detto parecchio del futuro, perché non potete dirmi in cosa consisterà il sortilegio?” disse Neve.

“Mamma, anche se te lo dicessimo, non ti ricorderai niente e tanto non potresti fare niente per cambiare le cose, ti agiteresti inutilmente!” disse Emma alzando le spalle.

“Perché sapendo che la Regina cattiva avrà la meglio senza sapere come, mi farà stare più tranquilla?” chiese Neve, per poi sospirare e domandare alla figlia “Tu non cambieresti niente della tua vita? Qualsiasi cosa il sortilegio abbia comportato, non vorresti cambiarlo?”

Emma guardò Regina e ci pensò per poi rispondere “Si, ci sono delle cose che vorrei cambiare, ma…se cambiassi quelle cose avrei tanto da perdere e non posso rischiare che questo accada. La mia vita non è mai stata rosa e fiori, ma adesso sono felice e a parte i casini portati da nemici che mi vogliono uccidere, non cambierei niente. Vorrei cambiare solo certe scelte che ho fatto che hanno portato le persone che amo a soffrire, ma facendolo non saprei cosa andrei a cambiare. Le cose potrebbero essere peggiori!” disse Emma prendendo le mani della madre, la quale sorrise leggermente in segno di comprensione.

“D’accordo, ma una cosa però me la devi dire!” disse guardandola di sottecchi.

Emma inarcò le sopracciglia curiosa “Cosa?”

“C’è del tenero tra te e Uncino?” chiese Neve sorridendo “ Ho notato come vi siete coccolati prima, quindi mi fa pensare che non siate solo amici, è vero?”

Emma sorrise e mostrando la mano sinistra disse “è mio marito in realtà, da qualche mese!”

Neve sorrise e afferrando la mano della figlia osservò l’anello di fidanzamento “Oh Emma, ma è bellissimo è…è…, cioè si vede che vi volete bene e sebbene non mi immaginavo mia figlia con un pirata, se sei felice lo sono anch’io. Ma non dirlo a tuo padre, anche se credo abbia intuito qualcosa anche lui. Insomma non è che siete stati proprio distaccati da non fare intendere niente!”

Emma sorrise “Si, ha fatto un po’ di storie anche nel mio presente, ma Killian gli ha dimostrato di essere degno di avere la sua fiducia!”

Neve incuriosita, si girò verso Regina  e le chiese “E tu? Hai qualche spasimante?”  ma solo dopo averlo chiesto si portò una mano alla bocca, ricordandosi che l’amore della sua vita era stato ucciso da Cora, a causa della sua incapacità di mantenere segreti “Scusa Regina!” disse vedendola abbassare lo sguardo.

Regina fece un lieve sorriso “No, nessun spasimante. Non credo di meritarmelo!” disse alzando le spalle.

“Regina…”Cominciò Emma, ma l’interpellata la interruppe “No Emma, va bene è andata così, forse era destino. L’ho accettato ormai!”

Neve guardava le due e comprese che c’era molto di più della sola morte di Daniel a cui Regina ed Emma si riferivano.

Regina tornò a guardarsi intorno e  notò su un comodino un ciondolo strano che non si abbinava con l’arredamento della camera e prendendolo in mano chiese “E questo?”.

Neve sorrise a avvicinandosi alla donna, afferrò la collana “Questo è un regalo che mi ha fatto la madre di David. È in grado di svelarti il sesso di tuo figlio ancora prima di concepirne uno!”

“è così che sei venuta a conoscenza del fatto che ero una femmina?” chiese Emma incuriosita.

Neve annuì, poi prendendo la mano della figlia glielo fece pendolare sulla sua mano.

“Ehi cosa…” cominciò Emma, sorpresa dal gesto della madre.

“Vediamo di che sesso sarà tuo figlio e quello di Killian. Avete pensato di avere dei figli immagino!” chiese Neve sorridendo.

“Veramente non ne abbiamo mai parlato!” disse Emma un po’ a disagio.

Neve sorrise quando vide oscillare il ciondolo “Bhe secondo questa collana, almeno uno ne avrete!”

Regina incrociò le braccia e curiosa domandò “E cosa sarà?”.

Neve sorrise, ma non disse niente, in quanto doveva essere Emma a volerlo sapere, ma quando guardò la figlia, Il suo sorriso si spense a vedere il turbamento sul volto della donna.

“Emma, cosa c’è?” chiese la madre preoccupata.

Emma scosse la testa “Io…io non so se…”

“Sarai un ottima madre Emma!” disse Regina, capendo un po’ quali erano le paure della donna.

“Come puoi dirlo? Non mi sono comportata come avrei dovuto con Henry, nonostante quello sapessi cosa rischiava!” disse la donna turbata.

“Le condizioni erano diverse e hai fatto quello che era meglio per lui!” disse Regina.

Emma si strofinò le braccia, ma non sembrava molto convinta delle parole di Regina.

“Chi è Henry?” chiese Neve curiosa.

“è nostro…nostro figlio!” disse Regina, guardando Emma che aveva lo sguardo a terra.

“Nostro? Io…io non capisco!” disse Neve confusa da quel nostro.

Regina sospirò “Anche questo è un effetto del mio sortilegio. Emma ha avuto un figlio, ma l’ho cresciuto io!”

Neve guardò le due donne confuse ed Emma aggiunse “L’ho abbandonato!” disse la donna timorosa di vedere la delusione negli occhi della madre, la quale la guardò sconvolta.

“Cosa? Come hai…perché hai fatto una cosa del  genere?” chiese Neve con voce grave.

“Non potevo occuparmi di lui io…io non vado fiera di quello che ho fatto, ma non avevo scelta!” disse Emma cercando di scusarsi.

“Come? Emma c’è sempre una scelta. Un bambino deve crescere con la propria madre. Non importa quali siano i proprio problemi e le proprie insicurezze. Bisogna affrontarle e l’abbandono non è mai una soluzione!” disse Neve con voce grave.

Emma cercò in tutti i modi di trattenere le lacrime. Sentirsi parlare in quel modo dalla donna che diceva c’era un’altra scelta eppure avrebbe compiuto la stessa azione, era come una pugnalata al cuore e infatti delle lacrime scapparono al suo controllo. Non volendosi fare vedere così, corse via dalla stanza, lasciando una Neve confusa e Regina che sospirò.

Regina si voltò arrabbiata verso di Neve e con voce dura la rimproverò “Non posso credere che tu abbia detto quelle cose Neve.

“Io non avevo intenzione di giudicarla…sono solo rimasta sorpresa che abbia fatto una cosa del genere. Perché non è venuta da noi,  l’avremmo aiutata e…” cominciò Neve, venendo interrotta bruscamente da Regina “Ma tu e David non c’eravate. Era sola ad affrontare le avversità della vita!” disse esasperata e lasciando perdere l’intento di non raccontare  cosa avesse comportato il sortilegio.

“Cosa?” chiese Neve sconvolta.

“Hai detto che c’è sempre un’altra possibilità, ma nemmeno tu la prenderai in considerazione. Avrai così paura di quello che il mio sortilegio potrà fare, che tu stessa abbandonerai Emma e la manderai in un mondo senza magia, dove non conoscerà mai l’amore di una famiglia e a 17 anni, finirà in prigione per un reato non commesso, dove darà alla luce nostro figlio. Era sola al mondo, senza casa, senza lavoro non avrebbe avuto i mezzi per crescere un bambino e nemmeno gli assistenti sociali glielo avrebbero lasciato. Ha fatto quello che riteneva giusto e destino ha voluto che il mio desiderio di diventare madre, mi portasse a mia insaputa da quel bambino, che ho amato e cresciuto come se  fosse mio. Emma ha conosciuto le sue origini solo qualche anno fa, quando ha spezzato il mio sortilegio che vi ha portato a perdere la memoria. Tu e David nemmeno sapevate di conoscervi, né tanto meno vi ricordavate di avere una figlia!” disse Regina.

 A quelle parole Neve rimase senza parole. I suoi occhi si velarono di dalle lacrime e scosse la testa ripetutamente mentre abbracciò il suo addome.

“No, non è vero. Non può essere!” disse con voce disperata.

Regina si morse il labbro comprendendo che forse aveva esagerato, ma le aveva fatto rabbia il modo in cui aveva parlato a Emma senza conoscere i fatti.

“Cosa succede?” chiese David entrando nella camera allarmato sentendo la voce spaventata della moglie.

Si guardò intorno e non vedendo Emma, subito sfoderò la spada e si avvento su Regina, la quale istintivamente alzò il  volto quando la lama fredda dell’arma si posò sul suo collo.

“Ehi, amico calmati!” disse Killian che era esattamente dietro David e temendo in una mossa avventata da parte del suocero, cercò di calmare gli animi, inutilmente.

“Che cosa le hai fatto?” chiese David minaccioso premendo la lama maggiormente.

Regina infastidita dal comportamento dell’uomo e non tollerando più il fatto che le si venissero date colpe che non aveva, fece ricorso al suo potere per disarmare il principe azzurro. Fece poi un passo avanti per fronteggiarlo e disse “ Ho insegnato a tua moglie che le parole possono ferire più di una spada e che quello che può uscire dalla sua bocca ha poi delle conseguenze. Visto che non lo ha capito la prima volta, quando ha fatto uccidere l’uomo che amavo, vediamo se ha imparato la lezione ora, che ha ferito Emma!”

“Dov’è adesso lei?” chiese Killian preoccupato. Con la minaccia in corso non amava che sua moglie fosse in giro da sola.

“Non lo so. È scappata dopo che Neve l’ha ripresa per il suo comportamento con Henry!” spiegò Regina.

“Chi è Henry?” chiese David senza che nessuno l’ascoltasse.

“Di cosa stai parlando? Emma è una madre fantastica di cosa dovrebbe…oh!” disse Killian comprendendo quale poteva essere quel comportamento di cui Regina parlava e poi voltandosi verso Neve irritato e disse “Tu dovresti essere l’ultima persona a giudicare le sue azioni!”

Neve con quelle parole ebbe la conferma che quanto Regina le aveva rivelato, era vero e non riuscendo più a trattenersi scoppiò a piangere.

 

  
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