Ringrazio
anche solo chi legge.
Fanfiction
partecipante alla Yuri e Yaoi’s Week indetta da Fairy Piece.
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Prompt
di
Annapis: 23. Stavi per cadere?!
La
gelosia
del Marimo
Sanji
vorticò intorno alla figura di Nami stesa su una sedia a
sdraio, con indosso un
bikini succinto. Sanji dimenava le gambe fino a renderle una massa
confusa e
dai suoi occhi si alzavano dei cuoricini vermigli.
“Oh,
Nami-swan!” gridò. Le porse un vassoio con sopra
una macedonia di frutta.
Nami
la prese e se la mise sulle gambe, mettendosi in bocca con il
cucchiaino un
pezzo di anguria.
“Fa
così caldo” si lamentò la ragazza.
“Hai
proprio ragione” disse l’archeologa, abbassando il
libro.
“Volete
un cocktail freddo per trovare un po’ di
refrigerio?!” chiese Sanji, alzando la
voce.
Zoro
sbadigliò e socchiuse gli occhi, sbuffò sentendo
la voce del cuoco. Si alzò in
piedi e si diresse verso la palestra. Si guardò intorno,
notò la presenza di
una serie di bottiglie vuote di sakè e si diresse nella
cambusa.
Vi
trovò Sanji intento a mettere delle ciliegie nei bicchieri
delle due.
“Oh,
le mie eleganti dee troveranno salvezza dalla calura”
bisbigliava il cuoco.
Zoro
sbatté con foga la porta, facendolo trasalire e
recuperò delle bottiglie da uno
stipetto.
“Sbrigati
a cucinare la carne per il Capitano, quando si sveglia avrà
fame” ringhiò.
“E’
già pronta in frigo, testa d’alga”
sibilò Sanji in risposta.
La
nave tremò, piegandosi di lato, Zoro scivolò in
avanti, si aggrappò alla cucina
e rimase in piedi.
Sanji
gli cade addosso, andando a sbattere contro il suo petto muscoloso,
inconsciamente
si aggrappò allo spadaccino che lo afferrò.
La
nave si raddrizzò.
“Stavi
per cadere?!” gridò Zoro.
Sanji
si staccò di scatto e indietreggiò, regolando il
respiro.
“Che
diamine succede là fuori?!” sbraitò.
Zoro,
rosso in volto, scattò fuori.
“C’è
un pesce gigantesco!” ululò Usopp, fuori dalla
cambusa.
Sanji
si portò una mano al petto, regolando il battito cardiaco.
<
Devo impedire al cibo di rovinarsi! Controllare che non si uccidano con
quel
pesce e portare i cocktail sani e salvi alle ragazze > si
ordinò.
**********
Sanji
raggiunse Zoro con un calcio alla testa, lo spadaccino parò
con la spada e
digrignò i denti.
“Che
diamine ti salta in mente, cuocastro di
terz’ordine?!” sbraitò.
“Umphf.
Non avevo assolutamente bisogno di te, oggi”
ringhiò Sanji.
Zoro
gl’indicò il sacco per terra.
“Sbrigati
a cucinare quei pezzi di pesce o la carne andrà a male.
Anche se dubito che
riuscirai a fare qualcosa di commestibile, sopracciglio a
ricciolo” ordinò.
Sanji
gli diede le spalle, digrignando i denti.
“Non
ho bisogno di essere salvato da te” sibilò.
“Al
diavolo, nemmeno capisci quando uno si preoccupa per te”
ringhiò Zoro. Lo
afferrò per la spalla e lo trasse a sé, lo
baciò con rudezza e gli passò l’altra
mano tra i capelli biondi.
Sanji
gorgogliò, mentre sentiva la lingua dell’altro
farsi largo con irruenza nella
sua bocca.
Zoro
gli lasciò andare la spalla e
gl’insinuò la mano nei pantaloni, Sanji si
lasciò
sfuggire un gorgoglio di piacere.
Sanji
gli mise le mani sulle spalle, sentendo l’altro abbassargli i
boxer e lo
allontanò, ansimando.
“Marimo,
che cazzo ti sta passando per la testa?” domandò
con voce rauca.
“Sono
stufo di sentirti essere sempre così lecchino con quelle
femmine lì fuori e
odioso con me qualsiasi cosa io faccia, maledettissimo
cuocastro” grugnì Zoro.
“Tu
non sei una bella donna” gli fece notare Sanji.
Zoro
gli afferrò il mento con una mano e
gl’infilò le dita dell’altra in bocca,
forzando la sua dentatura candida, passandogliele sulla lingua.
“Non
penso ti si dispiaccia così tanto”
ribatté.
Sanji
avvertì un calore al bassoventre e deglutì, Zoro
gli accarezzò la schiena e
Sanji succhiò, chiudendo gli occhi. Li riaprì e
si tolse la mano di Zoro di
scatto dalla bocca.
“Io
penso che tu ce l’abbia così tanto con me proprio
perché ti piace”. Fece notare
Zoro.
Sanji
lo raggiunse con una ginocchiata alla spalla e lo fece indietreggiare,
ansimò,
rosso in volto. Le labbra rosse protese e le pupille dilatate.
“E
a
te cosa non dispiace?” ringhiò.
Zoro
fece scattare la propria cintura e lo abbracciò da dietro,
baciandogli il
collo.
“Baciarti”
ammise.
Sanji
mugolò, mentre le labbra bollenti di Zoro si posavano sul
suo collo.
Sanji
aveva lo sguardo febbricitante, la sua temperatura stava aumentando e
il sudore
iniziava a scendere lungo la sua schiena. Si slacciò la
cravatta e si sbottonò
la camicia, rimanendo a petto nudo.
Zoro
si sfilò delicatamente la fascia dal braccio muscoloso e
l’appoggiò sopra il
ripiano cottura di Sanji.
“Se
preferisci smettere e andare dalle due mocciose qui fuori, dimmelo
adesso”
ordinò.
Sanji
gli passò le braccia intorno al collo e lo strinse.
“Rispettare
le donne sarebbe più importante dei miei desideri”
mormorò.
“Il
Capitano ti prenderebbe a pugni per questo. Tu cosa vuoi, sopracciglio
a
ricciolo?” ordinò Zoro.
Sanji
lo baciò.
“Ti
odio spadaccino di ventesimo ordine, ma per una volta, fammi
tuo…” ringhiò.
<
La sua gelosia, come la sua preoccupazione, sono sincere. Non avrei mai
detto
potesse provare emozioni come quelle > pensò. Le sue
orecchie erano in
fiamme.
“Non
sarà solo una volta. Ti voglio mio”
sancì Zoro, stringendolo a sé.